domenica 28 aprile 2013

Carta e penna

Una storia d'amore che finisce. L'evasione dal dolore e la salvezza nella montagna. Una grande avventura nelle Alpi. Un suggerimento prezioso, un blog. Un avvincente racconto (forse). Una settimana in Dolomiti. Una conferenza insospettabile. Una condivisione su Facebook. Una fuga. L'inizio di un'incredibile e romantica avventura.

Torgnon, Saint-Evence: la prima foto insieme.

Scritto così, potrebbe essere la sinossi di un libro. Di un romanzo rosa, probabilmente. Ripensandoci, collego il tutto ad un testo in particolare, Gli ingredienti segreti dell'amore, di Nicolas Barreau. Una novella frizzante, fresca. Come la sua copertina, che ispira allegria e spensieratezza. Esattamente come la "novella" che proverò a raccontare ora. Quella che, fosse un libro, potrebbe cominciare così: "Quest'anno, a marzo, un blog ci ha salvato la vita".
Un libro pieno di coincidenze. Fortunate, molto fortunate, direi. Un racconto intriso di episodi, di trepidazioni ed emozioni condivise a distanza. In cui sono le parole scritte tra due persone, a tratti distanti centinaia di chilometri, a comporre il fil rouge di un percorso a due, che mi auguro sia infinito.

La copertina de "Gli ingredienti segreti dell'amore"

Ognuno di noi ha le proprie complessità, le proprie idiosincrasie e fissazioni. Ci sono cose che facciamo e cose che non faremmo mai, o soltanto in determinate circostanze. Cose di cui gli altri ridono, o disapprovano, o se ne meravigliano. Cose stravaganti, che sono solo nostre... Come fermarsi su una panchina di Barcellona nella spasmodica attesa di un messaggio. Come il chiedere l'amicizia su Facebook ad un perfetto sconosciuto. Come il trascorrere una sera di vigilia con una persona già speciale. Come ricevere un ironico rimprovero da un insegnante. Come trovare la forza per continuare a correre pensando a qualcuno che nella tua testa, in quel preciso momento, non è che un ologramma. Come quando passi dalla bradicardia alla tachicardia nel giro di due semplici parole; come un'emoticon che ti fa sorridere. Come l'aspettare qualcuno che vuole candidamente dirti "buonanotte" e scoprire che anche alle 6.54 di una uggiosa domenica mattina è con te, anche se lontani.
Alla fine sono sempre le piccole cose, i piccoli gesti e segnali che fanno grande una storia d'amore. Come questa, che sto vivendo... (o sognando?)

Ravenna, Piazza San Francesco: la mia preferita.

Nulla come i versi di una canzone sanno dipingere lo stato d'animo di una persona, a mio modo di vedere. Ora, solo questi versi di Roxette sanno realmente esprimere me stesso e la mia gioia: You crashed by the gate / Captured my fate / Salvation / My eyes couldn't see / I hardly breathed / I was diving so deep / Salvation

Ti amo, Giulia. Semplicemente.

P.S.: il testo in corsivo è tratto o ispirato da Gli ingredienti segreti dell'amore di Nicolas Barreau.

mercoledì 24 aprile 2013

Ravenna, quattro giorni di riposo

Ciao a tutti!
Dopo due settimane di duro ed intenso lavoro in palestra e su strada (e in ufficio) è arrivata l'ora, in occasione del ponte del 25 Aprile, di staccare la spina per qualche giorno. Niente corse, niente allenamenti, niente palestra, niente cronometri, niente che abbia a che fare con il mondo della corsa. E neanche con la montagna, eccezionalmente!
Si va a Ravenna, in compagnia di Giulia, per rilassarsi, riprendersi e ricaricare le batterie a dovere, con un po' di giri nella città bizantina per eccellenza, tra basiliche, battisteri e mausolei, sempre circondati dai mosaici per cui la città romagnola è così famosa. Fino a domenica...

Classica immagine di Ravenna: il mosaico raffigurante Giustiniano I e la sua corte, all'interno della Basilica di San Vitale

A presto, buon ponte del 25 Aprile e buon weekend!
Stefano

martedì 23 aprile 2013

L'ultima Turin Half Marathon

Ciao a tutti!
Domenica ho chiuso la mia quinta prova sulla distanza della mezza maratona: dopo le gare da me disputate a Torino e Venaria Reale nel 2012, Novara e Santa Margherita Ligure nel 2013, ho tagliato nuovamente il traguardo dei 21.097 chilometri a Torino, in quel di Corso Regina Margherita.
Sarò schietto: il risultato non è stato proprio quello che mi aspettavo. Tempo finale, 1.29.48; 140^esima posizione su quasi mille partecipanti, 20^esimo nella mia categoria. I piazzamenti non sono male, ma il crono registrato alle quattordicesima edizione della Turin Half Marathon è ben lontano da quanto aspettato. E pensare che volevo stare intorno ad 1h27'...

Ai blocchi di partenza della 14^esima Turin Half Marathon (foto by Andrea Provenzano)

Le condizioni meteorologiche in corsa sono state pessime. Pioggia lungo tutto il percorso, ma in particolare durante la partenza e l'arrivo. Pioggia in corsa spesso significa pozzanghere, significa acqua sporca che arriva sulle gambe, significa sensazioni di freddo accentuate all'ennesima potenza, perché la maglia è bagnata e l'aria che sbatte sul corpo è tutt'altro che calda.
Non solo l'aria fredda: anche l'atmosfera "umana" era tutt'altro che calorosa. Poca gente per la strada, evidentemente indotta a starsene rintanata in casa, vista la giornata ben lontana dagli standard primaverili. Erano piuttosto affettuosi i pochi incitamenti degli sparuti tifosi di giornata: qualche familiare dei podisti, qualche vecchietta, niente di più. Mi aspettavo qualcosa in più dagli abitanti di Collegno, e invece poca roba. Specie facendo un confronto con ciò che ho vissuto l'anno scorso.
Anche le caratteristiche insite nel tracciato hanno tutt'altro che facilitato il raggiungimento della performance attesa: prima un lungo falsopiano in salita. Poi brusche discese, con sottopassaggi e cavalcavia. Quello al tredicesimo chilometro, se non ricordo male, appena dopo il rifornimento è stato micidiale: confesso che avrei voluto fermarmi. Fare ritmo, e provare a farlo costante, su un tale percorso era decisamente complicato.
Ma non possono sicuramente essere le condizioni climatiche (atmosferiche e non), o il tracciato, le uniche cause di questo risultato sotto le aspettative. Si, forse la pioggia un mezzo minutino me l'ha aggiunto, ma in realtà le gambe non giravano come al solito: stanche, fin dal primo chilometro. Inutile provare a forzare fin dall'inizio, scendere sotto 4'10''/km era un'impresa, ieri.
Troppo lavoro nelle ultime due settimane? La cena della sera prima, con i compagni di palestra? Percorso duro? Giornata storta? Forse tutte e tre, tuttavia mi piace pensare che sia l'ultima opzione quella più veritiera.

La keniota Goretti Jepkoech taglia il traguardo della gara femminile per prima, in 1.12.19

Una piccola nota da fare agli organizzatori: cambiate questo percorso! Il colpo d'occhio è terribile: si è corso in mezzo all'area industriale, tra anguste aree residenziali, e con pochissimo verde intorno al percorso, fatta eccezione l'area di partenza e arrivo. Ripenso in questo momento ad un signore napoletano incrociato sabato in Corso Regina Margherita, in cerca di informazioni per il ritiro del pettorale. Secondo me, sarà rimasto abbastanza deluso da ciò che noi torinesi abbiamo saputo proporre come scenario di corsa.
Signori di Turin Marathon, un percorso più appetibile, per favore. Altrimenti mi cercherò un altro percorso, il prossimo anno.
Buona serata,
Stefano

domenica 21 aprile 2013

Sotto la pioggia e sotto i novanta: 1.29.48 a Torino

Ciao a tutti!
Purtroppo non è andata come speravo in partenza: pioggia, freddo, gambe imballate e percorso più arduo del previsto hanno fatto si che il crono finale non fosse quello aspettato. Ho chiuso la 14^esima edizione della Turin Half Marathon in 1'29''48.

Torino, ore 9.30: via alla XIV edizione della Turin Half Marathon

Tutto sommato, essere rimasto sotto l'ora e mezza è da considerarsi un piccolo successo. La pioggia e le numerose pozzanghere frutto di una notte in cui ha diluviato su tutto il torinese hanno inzuppato le scarpe di ogni runner. Lunghi falsopiani in salita, discese brusche: un percorso nervoso che non può facilitare il miglioramento del personale (stabilito a Novara su percorso totalmente piatto). Pochi incitamenti da parte della gente locale, decisa a restarsene sotto le coperte, probabilmente, invece che scendere per le strade a tifare. E chiamateli scemi... E poi, le gambe, che non ne volevano proprio sapere di correre come avrebbe voluto il loro padrone. Stanche, doloranti già alla partenza. Boh... la dico così, come spesso si dice quando non si sa che scuse affibbiare: giornata storta.
Una piccola soddisfazione però, c'è: quasi quattro minuti tra l'edizione del settembre 2012 e quella appena conclusa. Ed ora, un po' di riposo in vista del ponte, e poi via per la seconda mezza maratona: La Mezza di Varenne. Appuntamento al 5 maggio 2013... e al prossimo post, con il racconto dettagliato della mia quinta mezza maratona.
A presto e buona serata!
Stefano

Non c'è pioggia che ci possa fermare

Quando i campi intorno a te sembrano un lago, noi corriamo. Quando le ruote della tua auto alzano in cielo litri di acqua, noi corriamo. Quando pure le pozzanghere sull'asfalto sembrano oceani in tempesta, noi corriamo. Quando le gocce di pioggia sulle lenti degli occhi trasformano la tua visione del mondo in un quadro di Seurat, noi corriamo. Quando tutti sceglierebbero di stare nel tepore del proprio letto, noi corriamo.

Tra le pozzanghere di Torino... (foto by Andrea Provenzano)

Il popolo della corsa non si ferma, mai! LET'S RUN TODAY!

Torino, si parte in quinta!

Buongiorno a tutti!
Un'altra mattina di corsa è giunta... ma stavolta si fa di nuovo sul serio, si torna a correre una mezza maratona, la "mia" gara. E fra poco, si parte per Torino, dove sarò pronto per tentare di sfondare il muro di 1h27'. Non sarà facile, ma ce la metterò tutta. Purtroppo, al momento sta piovendo, e ciò non facilita di certo la situazione.

Maglietta THM2013, pettorale e chip: è di nuovo mezza maratona!

Per riuscire nell'intento, raccoglierò tutto il meglio della giornata di ieri, in cui ho potuto veramente staccare il cervello; ripenserò ai numerosi sacrifici fatti nelle ultime tre settimane, in fondo 150 chilometri sono sempre 150; penserò tanto a Giulia, immaginarla con me allevia il dolore nei momenti più ardui dei ventuno chilometri di corsa.
Ci proveremo ad alzare l'asticella, ma se la faremo cadere ci consoleremo sapendo questo non è altro che un gioco. Perchè la corsa è, fondamentalmente, un lungo, lunghissimo, gioco!
A più tardi per aggiornamenti!
Stefano

venerdì 19 aprile 2013

Turin Half Marathon, il percorso della 14^ edizione

Ciao a tutti!
Ci siamo, a poco più di trentasei ore al via della Turin Half Marathon, ecco svelato il nuovissimo percorso della quattordicesima edizione!
Partenza e arrivo rimangono ubicati in Corso Regina Margherita, nei pressi della Cascina Marchesa (o dell'area Thyssenkrupp), esattamente come la scorsa edizione. Cambia in parte ciò che vi sarà in mezzo... J

Il percorso ufficiale della 14^ edizione della Turin Half Marathon

Finalmente, via gli infiniti della provinciale 24 che collega Torino a Pianezza. Un tratto coreograficamente terribile, abulico, privo di interesse. Rimane purtroppo Viale Certosa, peccato: un altro tratto poco interessante e noioso, la cui unica convenienza è la sua... linearità.
Resta il passaggio nel comune di Collegno (d'altronde la gara è chiamata anche Gran Premio Città di Collegno). Questa è una nota positiva, durante l'ultima edizione, l'attraversamento di Collegno ha dato carica ai partecipanti, grazie ai cittadini collegnesi e grazie anche all'aiuto di complessi bandistici a bordo strada.

Zona di partenza e arrivo: il Parco della Pellerina farà da palcoscenico naturale ai podisti della Turin Half Marathon

Ma soprattutto, una nota molto positiva è l'ingresso nel tracciato della mezza maratona torinese di due tratti di Corso Francia. Inutile, il ricordo va direttamente al 18 novembre 2012, dove su questo corso, proprio in Piazza Massaua (dove sabato cadrà il chilometro 5), mi lanciai a suon di chilometri veloci, verso il traguardo della prima maratona.
Le asperità sul percorso saranno costituite da sottopassaggi e cavalcavia. Non proprio piatto, dunque, ma nel complesso risulta abbastanza piatto. Si, si può fare un bel tempo, sul traguardo di Corso Regina Margherita!
A presto,
Stefano

giovedì 18 aprile 2013

Tutti insieme per Boston!

Ciao a tutti!
Le immagini che lunedì sera sono giunte in Italia da Boston sono ancora negli occhi di tutti. Il dolore è ancora tantissimo, tra i maratoneti e all'interno della comunità podistica.
Ma come ogni runner che cade e si rialza, sono numerose le iniziative in atto al fine di ripartire. Una delle più originali è sicuramente quella proposta da Rock Run Roll: una T-shirt in cui campeggia la scritta (in inglese) Boston, 15 aprile 2013 - Lasciateci correre!
La maglietta, che si può vedere nella foto in basso, ha un costo di 16 € (costi di produzione e spedizione esclusi), dei quali 4 € verranno devoluti alla "The One Fund Boston Inc", la neonata associazione di beneficenza (creata dal governatore del Massachusetts e dal sindaco di Boston) che aiuterà le persone più colpite dai tragici eventi verificatisi lunedì a Boston. Personalmente, non mi sarebbe dispiaciuto acquistarne una; se siete interessati, contattemi, ci si può accordare per un ordine collettivo.

Lasciateci correre!

Domenica si corre la Turin Half Marathon e anche l'ente organizzatore, Turin Marathon, ha voluto essere vicino alle vittime di Boston. Se ho ben capito, per tutti i partecipanti alla Turin Half Marathon ci sarà nel pacco gara una maglia tecnica Asics (vedi foto sotto), creata con l'intento di unire tutto il popolo della maratona torinese in ricordo delle vittime della Boston Marathon.

Anche Torino è vicina ai maratoneti di Boston...


Intanto, oggi ultimo allenamento prima della Turin Half Marathon. Non so bene che dire: è stata una strana sessione: otto ripetute da otto minuti, intervallate da tre minuti di scarico. Partito con le gambe imballate e le tibie doloranti (e non capisco ancora adesso il perchè), ho chiuso infine alla grande: prima ripetuta corsa a 4'41'', ultima corsa a 4'22'', con in mezzo una ripetuta fatta a 4'18''. Sono veramente stanchissimo, speriamo di recuperare in tempo per domenica... è una settimana strana, mi sento più stremato e fiacco del solito.
Pronostici? Difficile da fare: spesso la gara ha smentito le percezioni provate in allenamento. Valutando la base di partenza e il lavoro svolto su strada e in palestra, non mi dispiacerebbe terminare la Turin Half Marathon in meno di 1h27': sarebbe un bel miglioramento sul personale, che è comunque l'obiettivo minimo, quindi...si corre sotto i 4'11'', domenica!
A presto,
Stefano

martedì 16 aprile 2013

15 aprile 2013, la maratona più triste

Ciao a tutti,
un lunedì sera come tanti, per tanti, quello di ieri. Per il mondo dell'atletica, non è mai una giornata comune il terzo lunedì di aprile. Non lo è, perchè è il giorno in cui si corre la maratona più antica del mondo, la Boston Marathon. Quello di ieri sera, sarà per tutti, runner e non, un lunedì di perenne tristezza.
Il terrore (o il terrorismo, cambia poco) colpisce ancora: le immagini che vengono trasmesse dai telegiornali o che si possono vedere nelle numerose fotogallery dei siti web delle varie testate giornalistiche sono assurde e fanno tornare alla mente di tutti noi l'11 settembre 2001. Caos nelle strade, fumo, persone in lacrime, forze dell'ordine in azione. Colpiti, ancora una volta, gli Stati Uniti d'America. Colpiti, ancora una volta, gli innocenti. Ferito a morte uno sport, l'atletica leggera ed in particolare la sua disciplina più affascinante, la maratona. Che fa della fratellanza tra le persone il valore chiave che rende così...umano questo mondo. La corsa, e di conseguenza la fatica e il sacrificio, uniscono tutti: bianchi e neri, uomini e donne, poveri e ricchi, cristiani e musulmani. Chi corre non è che un piccolo puntino nel'incredibile fiume di gente che in ogni parte del mondo, ogni giorno, corre una maratona. E in questa massa, ogni diversità viene annullata. Siamo tutti uguali, lungo i 42.195 chilometri.

Attimi di panico sul traguardo della Boston Marathon

Ad ora non si conosce il bilancio finale della tragedia, si parla di tre morti e circa 150 feriti. Non si conosce  chi possa aver organizzato questo vile attentato. Ovviamente si pensa ad un attacco terroristico di matrice islamica anche se, personalmente, appoggio di più l'ipotesi che questa pazzia sia stata messa in piedi da una mente malata (stile Utoya nel 2011).
Chiunque sia il responsabile, costui o costoro non hanno capito proprio niente. Non si sono accorti che, attaccando una manifestazione podistica simbolo come la Boston Marathon hanno attaccato le persone sbagliate. I maratoneti sono lottatori per natura ed abituati a soffrire. Tutto il popolo della maratona è caduto in una triste e delirante giornata, ma saprà rialzarsi molto velocemente, più forte e grande di prima.
Domenica, si correrà di nuovo una maratona in decine di città: Amburgo, Belgrado, Londra, Nantes, Padova, Salt Lake City, San Paolo, Varsavia e molte altre... tutti per correranno per ricordare le vittime di Boston.
Non ci sarà attentato in grado di fermare la nostra corsa.

Simbolo della tragedia: il tesoro di ogni maratoneta, i piedi, coperti dal sangue

Per ricordare tutte le vittime di Boston e tutte le vittime del terrorismo voglio usare parole non mie ma famosissimi versi di pace, nonchè grida di speranza, tratte da una canzone di protesta pacifista, We shall overcome, che conosco grazie a Bruce Springsteen di cui ha fatto una cover nel 2006.

We shall live in peace
we shall live in peace
we shall live in peace someday
here in my heart, I do believe
we shall live in peace someday.
We are not afraid
we are not afraid
we shall overcome someday
we'll here in my heart, I do believe
we shall overcome someday.
We shall overcome
we shall overcome
we shall overcome someday
here in my heart, I do believe
we shall overcome someday
We shall overcome someday.


A presto,
Stefano

lunedì 15 aprile 2013

Due mezze, per migliorarsi ancora

Ciao a tutti!
L'allenamento continua alla grande, tra corsa su strada e palestra. Ma per quali obiettivi? Non avevo ancora anticipato nulla sul blog, ma da qualche settimana erano stati stabiliti i prossimi appuntamenti podistici. E che appuntamenti...due mezze maratone nel giro di due settimane! per provare ad abbassare ancora il personale... e migliorare il passo sulle lunghe distanze.

In azione a Santa Margherita Ligure, alla Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle

La prima delle due mezze maratone sarà ancora una volta la Turin Half Marathon: domenica prossima, il 14 aprile, tornerò con la mente alla mia prima mezza maratona, corsa poco più di sei mesi fa, il 23 settembre 2012. L'appuntamento è stato spostato in primavera e mi vedrà ancora partecipante: come sempre, la manifestazione organizzata da Turin Marathon è sempre una gran bella ricorrenza per tutti i runner piemontesi, e non solo.

La partenza della Turin Half Marathon 2012

Il 5 maggio 2013 sarò invece tra i partenti della quarta edizione della Mezza di Varenne, finalmente. Finalmente, perchè è da tempo che sogno di partecipare alla manifestazione podistica di casa. Si corre a Vigone, non il mio paese di residenza, ma è come se fosse un po' il "mio paese": qui ci si ritrova con gli amici, qui mi alleno, su strada e in palestra, da qui proviene la mia famiglia, qui si tifa e si gioisce per le vittorie della Juventus. L'anno scorso non ero munito di certificato medico... ma ero un novellino nel mondo del podismo. Ora, sono armato fino ai denti... =D
E nella terra del più grande trottatore che l'ippica italiana abbia mai conosciuto, proverò a incrementare il passo gara, per provare ad abbassare ulteriormente il personale sulla distanza dei 21,097 chilometri. Un'ora e venticinque minuti? Sarà durissima, ma ci voglio provare, fino in fondo!
A presto,
Stefano

sabato 13 aprile 2013

Cervino, attrazione fatale

Ciao a tutti dalla Valtournenche!
Forse i trail non fanno per me: ne ho avuto una perfetta dimostrazione oggi. Trovandomi a Valtournenche ho pensato di provare a correre un nuovo percorso, un nuovo "itinerario", lungo una strada che conosco molto bene, che avrò battuto (in auto) decine di volte, ossia quella che dal comune valdostano (che dà il nome alla valle) porta a Breuil-Cervinia.

In volo, a Breuil-Cervinia...


Il tragitto da percorrere è di circa 7,5 chilometri, per un dislivello di circa quattrocento metri, tutto su asfalto. Devastante: già le prime centinaia di metri ti tagliano il fiato e ti accoltellano i quadricipiti. Lungo la salita, ci sono momenti in cui chiedi a te stesso chi te lo fa fare: è veramente arduo salire di corsa lungo questa strada. In alcuni punti la pendenza che indica il mio Garmin è del 10%. Vista la giornata soleggiata, il pensiero ricorrente è quello di tornarsene indietro in paese e stendersi da qualche parte, a farsi un po' di tintarella.
Quando ho affrontato la discesa, ho provato la stessa identica idea di quando mi trovo su un sentiero di montagna in discesa: ma quando finisce? Incredibile, è più corta ma sembra eterna. E le gambe, fanno addirittura più male...

L'impressionante parete sud del Cervino

Correre su un percorso totalmente diverso regala in ogni caso nuovi stimoli, nuove sensazioni, nuovi piaceri. Come quello dei passaggi in galleria: ce ne sono due da affrontare. Essendo relativamente corte non si ha il problema dei gas di scarico delle autovetture, ma il brivido che ti lascia il rimbombo del rumore delle suole sull'asfalto. Una vibrazione pazzesca. Oppure il calmo frastuono del disgelo lungo la strada, la naturale colonna sonora che mi accompagna lungo tutti i quindici chilometri percorsi (assieme alla musica di Bruce Springsteen, s'intende).

Sulla SS406 di Cervinia...

Ma lo stimolo più grande, specie in salita, è il sapere che da un momento all'altro potrà stagliarsi dinanzi a te lui, Sua Maestà, il Cervino. Puoi averlo visto da mille angolazioni, in svariati momenti della giornata, in stagioni differenti e in cinquanta condizioni climatiche diverse l'una dall'altra... ma quando te lo trovi davanti è sempre un colpo al cuore. Ti rapisce, non c'è che dire. Ti attrae.
Nei pressi di Breuil-Cervinia, la strada, non la guardi più, hai occhi solo per lui. Arrivo in paese, faccio una piccola sosta per i miei muscoli e un po' di stretching, ma non la finiresti più di immortalarlo in foto. E anche quando te ne stai per andare, il suo magnetismo è tale per cui l'unico pensiero prima di ogni curva è quello di girarti una volta ancora, perchè dopo, non sai se lo vedrai più. Fino alla prossima volta, ovviamente.
A presto,
Stefano

venerdì 12 aprile 2013

Vivicittà 2013: obiettivo 4'/km rimandato

Ciao a tutti!
Tra una maratona e l'altra c'è spazio per qualche gara con la mia squadra. È stato il caso di domenica scorsa,  il 7 aprile, in cui ho corso a Torino la trentesima edizione di Vivicittà.
Non è una manifestazione come tutte le altre, Vivicittà: questa corsa di 12 chilometri si corre in numerose altre città italiane (una trentina, se non erro) ed europee. Al termine della manifestazione vengono stilate due classifiche: una "cittadina" ed una "internazionale", che permette di potersi confrontare, a distanza, con migliaia di altri runner nel mondo. In realtà il confronto a livello internazionale mi interessa poco: le caratteristiche del percorso e le condizioni meteorologiche sono fattori che giocano un ruolo decisivo nella performance podistica.

Lo start di Vivicittà 2013 dal Castello del Valentino

A tal proposito, il percorso è decisamente nervoso. Assolutamente scenografico, sia ben chiaro, ma particolarmente tecnico. La sede di partenza e di arrivo della corsa è il Castello del Valentino, i primi e gli ultimi chilometri sono stati percorsi all'interno dell'omonimo parco: chi come me conosce bene la zona (anni di pranzi post-lezione universitaria) sa che quest'area è caratterizzata da vialoni larghi e in costante falsopiano e "vicoli" in forte pendenza. Trovare un percorso del genere, specie negli ultimi tre chilometri, risulta molto affaticante. In mezzo, la bellezza della zona del lungo-Po torinese: Lungo Po Diaz, Lungo Po Cadorna, Ponte Regina Margherita, Corso Casale, Gran Madre, Ponte Vittorio Emanuele I: il Po a fare da scenografia a centinaia di podisti scatenati. Peccato per la giornata, tendente al nuvoloso: con un pochino di sole sarebbe stata una vera festa di primavera!
Alla competizione e al confronto con i podisti che hanno corso in altre città, non ho dato molto interesse. Ben più interessante il risultato intrinseco alla competizione cittadina: 48'47"9 (132° assoluto, 14° di categoria) al passo di 4'04"/km. Non male. Anche se in realtà, dentro di me, coltivavo il sogno di correre a 4'/km o anche meno. Troppo duro il percorso di domenica, forse troppi dodici chilometri (per raggiungere ora questo obiettivo), eccessivamente pesanti le gambe, a meno di 48 giorni da un allenamento sulla mezza maratona fatto senza risparmiare energie e gambe. Non c'è problema, dai: a nove chilometri ero perfettamente in linea con l'obiettivo. L'appuntamento con questo piccolo traguardo è solo rimandato!

In azione! Dalla faccia penso di essere agli sgoccioli...

Giusto, con tutte le mezze maratone che sto correndo in allenamento (toccati ottanta chilometri in sei giorni, neanche avessi una maratona a breve...), la soglia del passo gara non può che abbassarsi!
A presto,
Stefano

giovedì 11 aprile 2013

D.Lgs 81/2008: percezione di assenza e di sogno

Ciao a tutti!
Avete mai provato a vedere una persona che vi sta parlando e rendervi conto che non la state guardando? La state sentendo, ma non la state ascoltando. L'apparato uditivo è sconnesso dal cervello, gli occhi sono lanciati verso un punto focale in posizione indefinita.
La sensazione che ho appena illustrato è quella che sto provando oggi: l'occasione è un corso sulla legislazione riguardo la sicurezza e salute dei lavoratori. Argomento che, non dico sia inutile, ma, lavorando per il 95% della mia giornata lavorativa davanti ad un monitor, non è di vitale importanza. La mente vaga totalmente diretta verso altri pensieri. E non c'è bisogno di impegno, eh...
Allora è lì che pensi ad un weekend in Valle d'Aosta, o comunque un weekend con Giulia. Oppure fantastichi le vacanze in montagna; capita di proiettarsi in una maratona: Parigi, Edimburgo, Berlino. Sogni le montagne, dalle più vicine alle più lontane. Dal Monviso al Rosa, dal Bianco al Nanga Parbat. Pensi che vorresti fare un bel trekking e allo stesso tempo salire un ottomila.

L'incanto della Val Clavalitè, in un angolo da sogno della Valle d'Aosta (foto di archivio, 2 giugno 2012)

E tra una normativa là e una direttiva qua, totalmente assente dai discorsi del corso, il sogno verso nuove avventure podistiche e alpinistiche continua...
A presto,
Stefano

mercoledì 10 aprile 2013

Sempre "a tutta"!

"Da qualche parte nel mondo qualcuno si sta allenando e tu no. Quando lo sfiderai, lui ti batterà."
Tom Fleming

Mai mollare, mai! Proprio come alla Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle...

Due frasi che riassumono l'importanza dell'allenamento. Detto da uno che è riuscito negli ultimi giorni, con grande fatica, sia ben chiaro, a correre più di ventuno chilometri a 4'29''/km... J
A presto per nuovi racconti!
Stefano

martedì 9 aprile 2013

Un aprile da carneficina

Ciao a tutti,
è ormai passato quasi un mese dalla maratona di Barcellona. Già, le settimane volano via, tra allenamenti in totale libertà e spensieratezza atletica e qualche gara dal basso chilometraggio. Le tossine di Barcellona ormai se ne sono andate ed è di nuovo ora di fare sul serio. Qualcuno conosce già i miei programmi podistici e alpinistici futuri ma per ora non rivelo ancora nulla.
Vi dico invece che aprile sarà un mese caratterizzato da... sfinimento. Certo, stare seduti sul divano forse è più facile. Ma prepararsi per qualcosa di grande come una maratona, una corsa di dieci chilometri o un lungo trekking lascia una traccia più calcata nel proprio animo, e molto patrimonio umano in più. Tanti ricordi, immagini, sensazioni, da raccontare con il sorriso sulle labbra ai posteri.
Proprio a questo fine, inizia stasera un breve programma di allenamento. Che sarà anche di durata limitata, ma, nel momento in cui mi accingo a cominciare, penso proprio sarà infinito!

Ancora una volta, diabolica la scheda di preparazione stilata da Edoardo...

Vedere per credere nell'immagine postata sopra. Beh, per chi non corre regolarmente, quanto scritto dal mio coach Edoardo, potrebbe essere arabo. Per me tutto ciò vuol dire fatica, massacro, esaurimento! Correre un'ora e quaranta minuti, cercando per il 90% del tempo di correre al passo di 4'/km è pura pazzia! Pur sapendo che non ci riuscirò, ce la metterò tutta per allenarmi al meglio. Quando si lavora ad un sogno, bisogna lottare, sempre. E nel momento in cui tutto sembra svanire via, bisogna crederci, ancora! E non mollare mai!
E, da buon juventino, io non mollerò! Specie di questi tempi... =D
A presto,
Stefano

lunedì 8 aprile 2013

Sognare una visione differente del mondo


"Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perché è caotico e rumoroso."
Walter Bonatti

Aiguilles de Trè-la-Tête, Massiccio del Monte Bianco (foto Mario Coronel)

sabato 6 aprile 2013

Vie sicuramente non normali

"L’alpinismo è salire per la via più facile alla vetta, tutto il resto è acrobazia"
Bruno Detassis

Irresistibile visione delle pareti est e nord del Cervino (versante svizzero).

venerdì 5 aprile 2013

Coniglio bagnato

Ciao a tutti!
Probabilmente è il destino del mese di marzo: quello di correre sotto la pioggia! E come già successo a Barcellona, anche a Torino, per la undicesima edizione di TuttaDritta (quasi due settimane fa, domenica 24 marzo 2013), si è corso sotto la pioggia battente. TuttaDritta è ormai una classica del circuito podistico piemontese: si parte da Piazza San Carlo, si arriva alla Palazzina di caccia di Stupinigi; gara inconfondibile, dieci chilometri in cui le uniche pieghe del percorso sono in Piazza Carlo Felice e Piazza Caio Mario: nessuna curva a 90°!

L'unica foto che ho di questa corsa: la canotta rossa è sempre la mia! (grazie, Podistica None)

TuttaDritta è sempre una gran bella corsa. Mi fa piacere tornare sul "luogo del misfatto", ovvero sulle quelle strade in cui ho esordito nelle corse podistiche: proprio la passata edizione fu la mia prima competizione podistica. E poi, quelle strade sono state la mia vita: fatte migliaia di volte, credo, tra bus e automobile.
Certo che, correre con la pioggia e con le gambe ancora imballate sette giorni dopo una maratona durissima, non sono le condizioni ottimali. Infatti, alla partenza pensavo di fare una corsa molto tranquilla, per divertirmi. Scopro in gara che divertirmi per me vuol proprio dire correre forte. O comunque, correre a tutta! E così ho fatto, nonostante la pioggia, il freddo, le pozzanghere che ti riempiono i piedi di acqua.
Meno male che li ho corsi velocemente, questi dieci chilometri, un po' di freddo in meno. 42'14'' il tempo finale, più di un minuto meglio dell'anno scorso, 41° di categoria. Ottimo, considerate le premesse sulle condizioni fisiche e ambientali. Chi lo può dire, magari il prossimo anno la corriamo in meno di quaranta minuti... sarebbe un gran bel risultato! Ora non ci pensiamo, ci sono ancora molte corse tra aprile, maggio e giugno...

Foto di gruppo con i runner SKF...
P.S. Grazie a Daniele per tutto il tè caldo che mi ha gentilmente...offerto! ;-)
A presto,
Stefano

giovedì 4 aprile 2013

La Barcellona "che pulsa": la Top-10 delle cazzate catalane

Ciao a tutti!
Mai porre freni alla stupidità umana, ma neanche all'immaginazione che rende questo mondo così variegato e interessante. Questo post è dedicato a tutti quei momenti in cui, per stupidità, ignoranza, o semplicemente sana immaginazione, è stato impossibile trattenersi per un sorriso o, con più facilità, una risata.
Ne è uscita una classifica all'insegna del divertimento. Forse non tutti potranno comprendere la comicità degli attimi che descriverò (sono vissuti da me, non da voi), ma li voglio proporre lo stesso. Anche corredati di documentazione fotografica...
Doveroso un grazie alla "catalizzatrice di cazzate" Eleonora, senza la quale questo post non sarebbe mai stato pubblicato!

1. La pantera italiana: il numero uno assoluto, senza ombra di dubbio. Parc Guell, sotto una piccola altura dalla quale si domina tutta Barcellona si esibisce un grande artista =D (...) Stile maculato, accento tipicamente italiano, violenza espressiva alla chitarra, livelli di pazzia fuori scala, cerca di attrarre a se giovani turiste (e non solo, probabilmente) al grido di improbabili anatemi dalla grammatica inglese tipicamente italianizzata, tipo "you be my panther", "you be my love". Vedere per credere: supertrash



Semplicemente, un mito! You be my panther!

2. Montfalcon: senza la "pantera" sarebbe stato un numero uno. Nel podio di questa classifica, le foto di uomini che decorano il proprio volto di frutta, esposte in una galleria d'arte in pieno centro, non potevano non mancare. La sagra del doppio senso a sfondo culturale: artistico

Con tutta la frutta che poteva scegliere, proprio la banana?

3. Coca-Cola: passi veder bere l'acqua nei bicchieri da vino, ma non la Coca-Cola. Un simbolo dell'universale ignoranza culinaria del turista medio di Barcellona e in generale delle popolazioni anglosassoni: disdicevole
4. Lá Fhéile Pádraig: gli irlandesi ubriachi (nel giorno di San Patrizio) che vanno a puttane sulla Rambla è effettivamente un gran bell'episodio. Sesso low-cost? No, sono stati sicuramente attratti dalla gonnellina verde pisello (...) della santissima donna: impagabile
5. Sardanas: l'incipit di Eleonora: "questo devi vedertelo, è una cosa oscena". In effetti... troppo brutto per essere vero! Non tanto il ballo, che brutto lo è veramente, ma il fatto che al termine di questa ridicola esibizione arrivi la vecchina a chiedere la mancia: agghiacciante

E la bici in mezzo? Mah...

6. Materassi: nei quartieri vecchi di Barcellona si trova di tutto, fuori dalle porte. Anche i materassi a bordo strada. Almeno quelli in condizioni decenti avrebbero potuto tenerseli in casa: rottamatore


Ed è pure bello, questo materasso.

7. Tifoseria trash: la foto parla da sola. Probabilmente ha tratto spunto dal tetto di Casa Battlò: ispirato

Non si vergogna un po'?

8. Il menu: ma che è diamine è il dolce di Cataluyan? Il piatto preferito da un mostro delle ere antiche, stile Il signore degli anelli? Tutto made in Les Quinze Nits: buongustaio
9. La Svezia: per uno che lavora per una multinazionale svedese, sentirsi dire da un'amica mentre si sta osservando una tavolata di una decina di svedesi squinternate "Pfui, la Svezia, una nazione senza personalità, non ha mai influenzato la storia" è una ventata di aria fresca: europeista
10. Street painters: le saracinesche pitturate a tema sono un simbolo della Barcellona "che pulsa". Molto kitsch quella in foto, i tre porcellini a decorare una macelleria: originale

La vena artistica non manca, comunque...

A presto,
Stefano

mercoledì 3 aprile 2013

Il meglio e il peggio di una settimana catalana

Ciao a tutti!
Come spesso capita dopo un'esperienza di più giorni, ci ai porta dietro ricordi belli e meno belli. In generale ricorderò Barcellona come una città fantastica. Ma ci sono aspetti molto positivi e altri meno...che vorrei raccontare in una maniera a me congeniale, quella della classifica personale. In questo caso, doppia classifica! La Top-10 e la Flop-10... buona lettura!

TOP-10
1. Antico vs. moderno: in nessun'altra città come Barcellona i vari quartieri sono perfettamente integrati tra loro. La bellezza e la magnificenza del Barrio Gotico, lo stile del Passeig de Gracia e la semplicità del Port Olimpic: ogni cosa è al posto giusto, gli occhi possono sempre gioire, mai lamentarsi.

Hotel Arts e Torre Mapfre, simboli moderni di Barcellona

2. La Boqueria: attrazione unica. Tutto il colore e la vivacità di Barcellona racchiusa in circa 2500 metri quadri nel pieno centro della città.

Tanta quantità alla Boqueria...

3. Qualità alcolica: messa alla prova (quasi) rigorosamente dopo la maratona. Finalmente ho avuto l'onore di degustare la tanto decantata sangria, ma in realtà la settimana catalana mi ha fatto scoprire qualcosa di divino, il patxaran, un liquore navarro ottenuto dalla macerazione della prugnola.
4. Camp Nou: la bellezza di questo tempio del calcio non si discute, ovviamente. A stupire è la facilità per entrarvi: due minuti (due!!!), non di più. Nessuna tessera del tifoso, nessun energumeno a palpare i genitali. Se fossi padre, porterei mio figlio in curva; in Italia, no.

Impressionante il colpo d'occhio del Camp Nou

5. Segnaletica stradale: qualsiasi sia il mega corso che si sta percorrendo, saprai sempre dove ti trovi, senza doversi abituare a snodare il proprio collo in cerca di un riferimento all'incrocio. Certo, è facile parlare senza averci guidato, ma la impressione da automobilista abituato al traffico di Torino è positiva.
6. Bicing: il sistema di bike-sharing e la rete di piste ciclabili (alcune di queste a fare da spartitraffico sulle arterie più importanti) è impressionante e fa riflettere sull'arretratezza italiana in tema.
7. Arc de Trionf: è un arco di Trionfo come tanti, sia ben chiaro! Lo inserisco nella mia personale classifica anche perchè corrervi sotto durante la maratona mette i brividi. Ma il suo intorno, un grande viale (chiuso al traffico) con lo sullo sfondo la Torre Mapfre e l'Hotel Arts si inserisce bene nel contesto architettonico integrato di Barcellona.

L'Arc de Triomf

8. L'attenzione al verde: punti "verdi" ovunque...anche nelle rotonde! Plaça Tetuan ne è un chiaro esempio. Proprio come in Italia, dove i parchi vengono massacrati per fare spazio a palazzi che potrebbero essere costruiti altrove.
9. Lo spirito di Gaudì: non solo Sagrada Familia, Casa Battlò o Casa Milà. Guadì è molto più che non le opere più famose del geniale architetto catalano. Numerose sono le costruzioni da lui progettate e disseminate nel territorio di Barcellona. Quando poi ti accorgi che ha influenzato un'intera epoca e vieni a scoprire che pure i lampioni di Plaça Reial furono da lui progettati è impossibile non rimanerne affascinati...

Casa Milà, detta anche La Pedrera, in versione notturna

10. Barcelona Futbol Club: tutti (o quasi) a Barcellona tifano Barcellona. E vanno orgogliosi di esporre sul loro abbigliamento un particolare della squadra blaugrana. Peccato che in Italia ciò non avvenga.

FLOP-10
1. La movida: l'aspetto più odioso di Barcellona. Tra l'altro quello che gli abitanti stessi di Barcellona meno tollerano ma che serve loro per "campare". Sapere che questa città, fantastica in svariate forme, è ridotta a simbolo della gioventù che pensa solo a ubriacarsi e andare a puttane, fa tristezza e apre in me interrogativi sul basso livello raggiunto dalla mia generazione.
2. Droga e alcol: i tossici che vogliono venderti alcol, fumo e altra roba si trovano ovunque ma qui sono veramente ottusi. Forse dovrebbero fare un corso accelerato del significato della parola "no".

Alcol post-maratona: nelle giuste dosi, da non rifiutare! Notare gli effetti sulle persone...

3. La Rambla: non voglio dire che sia brutta, ci mancherebbe. Sarebbe un bello spazio per camminare: già, camminare. Non dribblare, stile Leo Messi contro il Getafe. Dovendo pure fare attenzione ai ladruncoli disseminati qua e là.

La Rambla. Versione poco affollata

4. Gaudì contro la crisi: il fascino dell'opera di Gaudì è irresistibile a tanti. Ma spendere 60 € per visitare le tre opere principali mi sembra veramente eccessivo. E se avessi avuto una famiglia?

Casa Battlò by night

5. Il catalano ovunque: non avrei pensato che l'utilizzo della lingua catalana raggiungesse livelli tipo lingua ladina in provincia di Bolzano. Spiegare loro che Barcellona è in Spagna potrebbe essere una buona idea.
6. La "Botiga" del Barcellona: trovo veramente assurdo che i biglietti per vedere le partite del Barcellona siano acquistabili solo con carte di credito nella "FCBotiga", l'official store della squadra catalana, mentre allo stadio si possano pagare in contanti. Qualcuno sa spiegarmi perchè?

Difficile per un tifoso di calcio non farsi attirare da uno spot del genere...

7. Indipendenza: Barcellona fa parte della Spagna, basta. Perchè continuare a combattere contro i mulini a vento? Sentire i cori independentisti allo stadio è patetico.
8. Souvenir: agghiaccianti! Mai vista città con souvenir così poco originali. Tutti rigorosamente made in China, ma quella non è una novità, in fondo tutto il mondo è paese.
9. Sardana: terrificante. Può avere un senso un ballo di cotanta bruttezza? E hanno pure il coraggio di chiedere la mancia al termine di questo spettacolo... mah, proprio non capisco.

La sardana, un ballo brutto anche in foto...

10. La curva del Barcellona: Ben abituato ai fasti dello Juventus Stadium, la curva a supporto della squadra blaugrana si è rivelata veramente statica e poco propensa ai cori: è un po' triste sapere che la squadra più forte al mondo negli ultimi anni ha una tifoseria così moscia. Non è questione di civiltà o inciviltà. In Inghilterra e Germania, paesi civili e calcisticamente avanzati è tutta un'altra roba.

P.S.: sono sembrato un po' critico nei confronti dell'Italia? Probabilmente si, ma sono fatto così, perdonatemi! =D

A presto,
Stefano

lunedì 1 aprile 2013

Il maratoneta curioso, parte 2

Ciao a tutti.
Sono tornato da Barcellona con un bel risultato in maratona (vedi post del 30 marzo 2013), felice per quanto fatto in questa gara. Me ne vado dalla capitale catalana con una serie di immagini stupende negli occhi. Alcune di queste, nulla hanno a che fare con la corsa, con la maratona o con il mondo podistico in generale. Ma rappresentano il bellissimo ricordo che porterò sempre nel cuore di questa città, che ho avuto modo di vivere per la prima volta solo qualche settimana fa. Un ricordo da inserire certamente nello scrigno degli attimi più intensi e gioiosi della mia vita.

I 144 metri della Torre Agbar, posta in Plaça de les Glories Catalanes

Barcellona non è solo la movida, la vita notturna o la Rambla, elementi di attrazione per tutti i turisti più ignoranti: è una città in cui il moderno e l'antico si fondono per dar vita ad un connubio armonioso. Non c'è traccia di contrasto tra i quartieri più vecchi, quelli modernisti e quelli più contemporanei. Come linfa che scorre in un corpo, la melodia che unisce le bellezze di Barcellona rende vitale questa città. E la trasforma in un complesso unico, posso garantirvelo.

La meraviglia della Sagrada Familia: la facciata della Natività e uno straordinario gioco luce nell'interno

Una di quelle cose che rendono una città unica al mondo Barcellona ce l'ha ed è la Sagrada Familia. La basilica concepita dal geniale architetto Antoni Gaudì è uno spettacolo per gli occhi e ha lo strabiliante potere di affascinare tutti. Pure coloro che, come me, non credono nel cattolicesimo, non possono restare attoniti di fronte a questa dimostrazione di cosa può l'intelletto umano ispirato da nobili intenti. Perchè questa basilica rappresenta un capolavoro di armonia, per le forme e il loro rapporto con la natura e il misticismo. Una lezione assoluta di potenza architettonica, un palcoscenico in continuo movimento dove tutte le arti si uniscono per mettere in scena lo show della leggenda cristiana.
Chi non rimane a bocca aperta di fronte alle torri che si alzano dalle due facciate ora visibili, quelle della Natività e della Passione? Ben pochi, nessuno credo. Ma a rapirmi totalmente e farmi entrare in un vortice di fascino verso l'opera di Gaudì è la sua capacità di conciliare la natura, l'uomo e il suo rapporto con Dio. Tutta l'opera è ispirata alla natura, e Gaudì bada bene di non soverchiarla, mai. A partire dall'altezza finale che avrà la Sagrada Familia, 170 metri, come la collina del Montjuic: non può l'uomo creare qualcosa più in alto di ciò che ha creato Dio. Per arrivare alle colonne, personalmente forse l'elemento più prodigioso della basilica: tutto l'interno della basilica è concepito come una foresta d'alberi, il giardino della creazione.

Nel quartiere olimpico: l'Hotel Arts e la Torre Mapfre, ai 

Lo spirito di Gaudi si respira in tutta la città, numerosi sono i suoi indelebili segni: Casa Milà, il Parc Guell, Casa Vicens e Casa Battlò. Quest'ultima, un altro show. La casa senza linee rette, in cui Gaudì riversò tutta la sua fantasia: un tetto con le sembianze di un drago corpulento senza testa e senza coda, una facciata che regala splendidi effetti cromatici nelle diverse del giorno e con balconi dalle svariate interpretazioni possibili, un cortile centrale rivestito da maiolica di diverse tonalità di azzurro disposte per dar quasi l'impressione di trovarsi in mare aperto. Pure i campanelli sono dettagli che diventano arte.
Fare ciò che ho fatto, ossia visitare la Sagrada Familia e Casa Battlò di seguito, toglie la facoltà di parola, per qualche minuto. Sembra di non essere più quelli di prima.

 
Particolari di Casa Battlò: il tetto a forma di drago e il cortile centrale in maioliche azzurre

Ciò che però mi ha veramente lasciato sconcertato è l'architettura moderna di Barcellona. Abituato alle proporzioni "minori" solite in Italia, non pensavo di riuscire ad apprezzare elementi chiave della città, quasi caratterizzanti. Come la Torre Agbar, simpaticamente (e a buon ragione) soprannominata "il cazzone" da parte mia e di Eleonora, ma che in realtà sa colpirti "in profondità": i LED rossi e blu che tappezzano la torre donano uno spettacolare effetto cromatico nelle notti catalane.
Per non parlare del quartiere olimpico, con l'Hotel Arts, la Torre Mapfre e il Peix de oro di Frank Gehry. Una sola parola: stupefacente. Mai e poi mai avrei pensato di passarci un intero pomeriggio. Per di più, quello del lunedì post-maratona, con le gambe a pezzi.
In realtà, non avrei mai pensato che questa città, da me un po' sottovalutata alla partenza, mi avrebbe affascinato in questa maniera. Ho un sacco di cose che ora vorrei scoprire: il Museu Picasso, La Pedrera, la Fundaciò Joan Mirò, il Montjuic. Sarò franco, ci tornerei anche domani. Ma ciò non è possibile, ora. Magari il prossimo anno, appuntamento per il 23 febbraio 2014: Mitja Marató de Barcelona (tradotto, mezza maratona di Barcellona). Vedremo, tanti giorni e tanti chilometri da camminare e correre mi separano da quella data!
Buona Pasquetta a tutti!
Stefano

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