domenica 30 dicembre 2012

2012, i dieci post più visitati


Ciao a tutti,
l'elenco che segue è la Top-10 dei post più visitati dai lettori di A spasso tra i Giganti. Nel caso vogliate rivivere le parole più lette del mio blog.
Hi everybody,
it follows the Top-10 chart of the most read posts on A spasso tra i Giganti. This has been made in the case you would relive my blog's most read words.
  1. 179 visualizzazioni: Ritorno alla civiltà
  2. 130 visualizzazioni: Boogianen
  3. 108 visualizzazioni: La Top-10 dei luoghi più belli dell'Alta Via n°1 
  4. 104 visualizzazioni: Due cose prima di partire
  5. 88 visualizzazioni: SCONFITTI I 42.195 KM! Obiettivo raggiunto!
  6. 87 visualizzazioni: Perchè A spasso tra i Giganti
  7. 85 visualizzazioni: Il percorso dell'Alta Via dei Giganti
  8. 73 visualizzazioni: Arrivederci, Gressoney!
  9. 69 visualizzazioni: Turin Marathon, tappa 2: nessun regalo più bello!
  10. 58 visualizzazioni: Hahahel
*statistiche aggiornate al 29 dicembre 2012
*stats updated on date 2012 December, 29th


...al Lago di Luseney

Stefano

sabato 29 dicembre 2012

2012, i cinque post più commentati

Ciao a tutti,
l'elenco* che segue è la Top-5 dei post più commentati dai lettori di A spasso tra i Giganti. Nel caso vogliate farvi quattro risate nel leggere i commenti ;-)
Hi everybody,
it follows the Top-5 chart* of the most commented posts on A spasso tra i Giganti. This has been made in the case you would laugh during the comments' reading ;-)
  1. 17 commenti: Due cose prima di partire
  2. 16 commenti: SCONFITTI I 42.195 KM! Obiettivo raggiunto!
  3. 8 commenti: Turin Marathon, tappa 2: nessun regalo più bello!La Top-10 dei luoghi più belli dell'Alta Via n°1
  4. 6 commenti: La Top-10 delle perle di saggezza dalle Dolomiti
  5. 5 commenti: Saint-Rhemy-en-Bosses, -2!Valtournanche!Ritorno alla civiltà

*statistiche aggiornate al 28 dicembre 2012
*stats updated on date 2012 December, 28th

Vallone di Loo
Stefano

giovedì 27 dicembre 2012

Turin Marathon: un racconto lungo due mesi (o 42 chilometri?)

Ciao a tutti,
superata la prima tranche di festività natalizie ho pensato di dedicare un intero post ad un resoconto della mia prima maratona, la Turin Marathon, in maniera molto semplice, ovvero inserendo alcune nuove bellissime foto (pagate a peso d'oro a Marathonfoto.com) e una serie di link alle pagine del blog che, a partire da fine settembre fino ad arrivare a dicembre, raccontano cosa è stata per me questa avventura, dal momento in cui ho deciso di correrla fino a quando la fatica ha lasciato lo spazio alle idee!
Buona visione e buona lettura!

Stefano

27/09/2012: la decisione di tentare la maratona

In vista del traguardo...perchè non farsi trascinare un po' dal tifo???

13/10/2012: l'avvicinamento alla maratona con una mezza maratona
28/10/2012: Una Corsa da Re, migliorato personale sulla mezza

Nel momento migliore della corsa, tra i 30 e i 40 chilometri.

07/11/2012: prosegue l'allenamento: 30 km a Sestriere
14/11/2012: l'ultimo lungo pre-maratona: 35 km di sofferenza

Ci siamo, a Porta Nuova arriva il chilometro n°41.

16/11/2012: il percorso della XXVI Turin Marathon
17/11/2012: al Turin Marathon village: ritiro pettorale e ricognizione
17/11/2012: le sensazioni a 14 ore dal via della mia prima maratona

Piazza Castello, la fatica sta per finire...

18/11/2012: ore 6.12, inizia il grande giorno della maratona
18/11/2012: sensazioni a caldo dalla partenza in Piazza San Carlo
18/11/2012: tutti gli incoraggiamenti e gli auguri pre-gara

Piazza San Carlo: ultime occhiate al cronometro...

18/11/2012: l'annuncio su A spasso tra i Giganti, la maratona è stata conclusa!
20/11/2012: il personale racconto della mia prima maratona
24/11/2012: cosa si prova a tagliare per la prima volta il traguardo di una maratona?


...ed è fatta! Ho concluso per la prima volta una maratona!

mercoledì 26 dicembre 2012

Vigilia di Natale al Selleries


Ciao a tutti,
come stanno procedendo le vostre vacanze natalizie? Io mi sto rilassando parecchio...se escludiamo il giorno della vigilia di Natale, del quale sto per scrivere in questo post, sto abituandomi a svegliarmi intorno alle 12. Cosa che per me, abituato ad alzarmi presto per andare a lavorare e ancora più per andare in montagna, non è molto usuale. Tra un pranzo e l'altro comunque, trovo il tempo per scrivere due righe sulla gita di lunedì 24 dicembre.
Hi everybody,
how are you spending your Christmas holidays? I'm relaxing myself a lot...if you exclude Christmas Eve, whose day I'm going to write about in this post, I'm getting used to wake up late, not before 12 AM. It's so unusual for me that I'm a person used to wake up early to go to work or in mountain. Anyway, among Christmas lunches, I'm finding some time in order to write some words about the trip of December, 24.

Il fondovalle della Val Chisone e in lontananza, le nuvole a coprire la pianura.

Gita atipica: già, in compagnia del mio capo, Enrico. Per quanto ci si possa discutere in ufficio, è bello avere un capo con il quale condividere dei momenti piacevoli come quelli passati sulle ciaspole lunedì. E mi ha fatto ancora più piacere il fatto che sia stato lui a cercarmi.
La meta di giornata, il Rifugio Selleries, non era affatto proibitiva. In fondo, l'idea era quella di fare una gita in mattinata, in maniera di poter trascorrere in casa il pomeriggio della vigilia. E il Rifugio Selleries è una location ideale in quanto si parte da Pra Catinat, che posso raggiungere in 45 minuti di auto, e la durata del percorso è inferiore alle due ore.
It has been an atypical trip since my chief was with me. It's nice to have a chief which I can share pleasant moments as those spent on Monday on the snowshoes, in spite of some discussions in office. It has been wonderful the fact he asked me for this trip.
The destination of Monday was the Rifugio Selleries and it wasn't so arduous. In fact, the original idea was to be at home in the early afternoon. The Rifugio Selleries is an ideal location since the path starts from Pra Catinat (45 minutes of car away from my home) and the duration of the path is less than two hours.

L'Alta Val Chisone, in direzione Pragelato.

Ero già stato al Rifugio Selleries, più di due anni fa, in settembre. Ero di passaggio allora, da lì ero poi salito sul Monte Orsiera. La configurazione del paesaggio mi aveva fatto pensare che sarebbe stata un'ottima meta per una tranquilla gita invernale. Infatti così è stato, la neve che copriva la poderale che da Pra Catinat porta al rifugio, nonostante non fosse nelle migliori condizioni, era comunque splendidamente battuta. Il dislivello non eccessivo, poco più di 300 metri, l'ha resa una piacevole gita più che una faticosa ciaspolata.
I had been in this place two years ago about, in September. On that occasion, I started the trip from Rifugio Selleries towards Monte Orsiera. But the landscape layout made me think that this could be a wonderful location for a nice winter trip. This has been, the snow above the road that lead to the refuge wasn't in perfect condition but it was well pressed. The height difference is slightly more than 300 metres and this makes it a pleasant trip more than a hard snowshoes-trekking.

Nella conca del Rifugio Selleries, la meta di giornata.

Dal rifugio si gode di un ottimo panorama verso il fondovalle della Val Chisone. Un piccolo sorriso è spuntato sulle mie labbra nel momento in cui ho visto le nuvole che coprivano la pianura mentre noi eravamo baciati dal sole. D'altronde così doveva essere, dato che tutto il percorso è interamente esposto a sud. Il ritorno in discesa verso Pra Catinat, come ogni gita in compagnia di persone piacevoli, è scivolato via in fretta, tra discorsi sul mio futuro lavorativo e sulle corse podistiche (passione che condivido tra l'altro, proprio con Enrico).
The panorama visible from the refuge towards the end of the Val Chisone is wonderful. A little smile appeared on my lips in the moment when I saw numbs covering the plain in the meanwhile we were kissed by the sun. Besides, the whole path is South exposed. The return towards Pra Catinat slipped very quickly (as every time you are with nice people) among speeches about my working future and runs (passion that I share with Enrico).


Davvero una piacevole giornata, conclusasi in bellezza a casa del mio capo con un pranzo "a sorpresa". Si, davvero piacevole. Sia dal punto di vista umano che dal punto di vista della montagna, è stata una vigilia di Natale da ricordare.
A presto!
P.S. auguro ancora a tutti quanti un piacevole proseguimento di Feste Natalizie.
It has really been an enjoyable day that finished with an unexpected lunch at my chief's house. It has been a very nice Christmas Eve, in both human side and mountain side.
See you soon!
P.S. My best wishes for a nice continuation of Christmas holidays.

Stefano




giovedì 20 dicembre 2012

Pochi giorni al Natale...TANTI AUGURI A TUTTI!

Ciao a tutti,
mancano solo cinque giorni al momento tanto atteso da me, e quest'anno ancora di più per varie ragioni, quello del Natale. Occasione per raccogliersi in famiglia (un pochino, senza esagerare) e con gli amici più cari. Per condividere sani e sinceri momenti di gioia ed allegria, ricaricare le batterie in vista di un 2013 che non si preannuncia come un anno esaltante per la situazione che coinvolge l'economia mondiale, o anche solo per riflettere con se stessi...
E quindi, anche se con qualche giorno di anticipo (per i colleghi che normalmente non si collegano alla rete se non dal pc dell'ufficio) rivolgo a tutti i lettori, alle loro famiglie e ai loro cari i miei più calorosi Auguri di Buon Natale.
Hi everybody,
we are only few days away from Christmas time, a long-awaited moment by myself and this year more for many reasons. It's an opportunity to spend time with the family (a little bit, it's better to not overact) and the best friends. This is so useful, in order to share real moments of pleasure and joy, to recharge the batteries waiting the Year 2013 that doesn't seem wonderful because of the actual bad economic situation, or maybe, to think carefully inside of us.
This is why I would do my best Wishes of Merry Christmas and Happy New Year to my readers, their families and their loved ones (even if some days ahead of, since many colleagues could read this post from their office's pc only).

Stefano

venerdì 14 dicembre 2012

La fine del mondo a Grand Arpilles

Ciao a tutti,
tra passeggiate al cospetto del Monviso, innumerevoli allenamenti in palestra, sessioni di corsa mattutine e domenicali e convulse giornate lavorative ho realizzato che da quando ho percorso l'Alta Via dei Giganti non ho più messo piede in Valle d'Aosta. Nessuna passeggiata tra le sue vallate, nessuna visita ad uno dei suoi castelli, nessun pomeriggio di shopping nelle vie del centro di Aosta. L'ho probabilmente sorvolata in aereo, mentre ero diretto ad Amsterdam, ma questa è tutt'altra cosa. Non potevo crederci, un'assenza del genere dalla mia regione preferita è probabilmente la più lunga da cinque anni a questa parte.

Il gruppo del Rutor visto da Grand Arpilles

Eppure questo è ciò che è passato per la testa nel momento, in cui, diretto verso la località Vetan di Saint-Pierre, ho interrotto i discorsi di Alberto riguardo il mio futuro lavorativo quando, dall'autostrada ho scorso l'imbocco della Valle del Lys. Pont-Saint-Martin, Donnas. L'inizio dell'Alta Via, era il 7 luglio. Ricordate? L'inizio del mio blog (vai al post del 5 luglio 2012)!!! E lo interrompo senza troppe remore.

La Valle Centrale della Valle d'Aosta, in direzione est

"Vedi, ho risalito quel pendio, tra i vigneti, fino a quel santuario (Nostra Signora della Guardia), poi sono sceso e ho attraversato la valle" dissi. E poi la mente ha vagato, è tornata indietro di cinque mesi. E lungo la stupenda giornata trascorsa in parte nel territorio di Saint-Pierre, a pochi km da Aosta e in parte nella stessa Aosta, non ho fatto altro che far galleggiare nella memoria alcune sensazioni provate a luglio. Come rivedere alcuni monti: la Grivola, il Gran Paradiso, il Monte Emilius... Come poter ripercorrere la via centrale di Aosta con molta tranquillità ripensando all'immensa gioia dell'impresa portata a compimento il 21 luglio 2012 e all'attesa del ritorno a casa... Come riprovare il piacere del ritorno verso casa ripercorrendo in macchina una parte della strada che da Courmayeur porta ad Aosta, gustando nuovamente il piacere di questa avventura, seduto sul sedile di un bus.

La Grivola


Ovviamente, quella di mercoledì (tra l'altro...era il 12/12/2012) non è stata solo una giornata, come dire... revival. Come sempre, la Valle d'Aosta ti proietta immagini di montagna emozionanti, specie se la giornata viene caratterizzata da condizioni meteo ineccepibili. Lo spettacolo di mercoledì era già intuibile percorrendo la tortuosa strada che da Saint-Pierre porta ad una delle sue frazioni, la località Vetan, punto di partenza della gita con le ciaspole di mercoledì. Già dall'auto si poteva scorgere il panorama sulla valle centrale, sul gruppo del Rutor e sull'imbocco della Valle di Cogne e della Valsavaranche. Ma arrivati a Vetan, una volta parcheggiata l'auto (ps: per la prima volta la mia nuova auto mette le sue ruote in Valle d'Aosta :-D), che roba, che dipinto...solo due colori dominavano la scena: il bianco, il ghiaccio e della neve; l'azzurro, il cielo sgombro da nuvole.

Immerso nella pace di un posto paradisiaco

Dopo un piccolo tratto lungo la strada asfaltata, io e Alberto abbiamo montato le ciaspole ai piedi e abbiamo iniziato la salita verso la destinazione di giornata, Grand Arpilles, un piccolo pianoro con uno sparuto gruppo di costruzioni dedite all'allevamento durante la stagione estiva. Il primo tratto di salita presentava una bella pendenza, notevole. Ma il panorama che si poteva ammirare lungo la traccia, solo parzialmente individuabile, faceva dimenticare ogni sforzo. Almeno per quanto mi riguarda, Alberto non era in grande forma. E, una volta giunti alla meta, dopo poco più di due ore di viaggio, tutti i monti del versante meridionale erano disposti lì dinanzi ai miei occhi. Come una rassegna, una sfilata quasi, di montagne dallo straordinario fascino. E la visuale spaziava dal Monte Avic fino al Rutor. Quasi come cinque mesi fa dal Col de Vessonaz. Ora però, con la neve. E confesso, se mercoledì doveva essere la fine del mondo, beh non sarebbe stato male morire lì, in mezzo a queste meraviglie della natura.

Il Monte Emilius, la Becca di Nona e la località Vetan di Saint-Pierre

L'unica cosa spiacevole di quei momenti era dover tornare, abbandonare quello show. In compenso, scendere da Grand Arpilles e immaginarmi con una bella cioccolata calda al Caffè Sant'Anselmo di Aosta ha posto brillante rimedio. Un salto, quindi, ad Aosta, per qualche acquisto nella bottiglieria di fiducia, per un giro ai piccoli ma accoglienti mercatini di Natale, una cioccolata e un giro nelle vie del centro.
Per chiudere in bellezza una giornata magica, incantevole. Degna del migliore ritorno nella regione che più amo!!!
A presto,
Stefano

mercoledì 12 dicembre 2012

Emozioni bianco e azzurre live da Grand Arpilles

Finalmente Valle d'Aosta, dopo cinque mesi dall'impresa dell'Alta Via dei Giganti.
Finalmente la Grivola, il Gran Paradiso, la Testa del Rutor e l'Emilius.
Finalmente lo spettacolo di una regione che regala ogni volta di più emozioni infinite...specie oggi, dove il bianco del manto nevoso si confonde con l'azzurro del cielo e con le ombre dei ripidi pendii meridionali verso Aosta. Non servono molte parole per descrivere. Semplicemente, un paradiso...
Stefano

Vista con panorama sulla Grivola e sul Gran Paradiso...

Tra la neve di Vetan...

In lontananza, la Valgrisenche e il Gruppo del Rutor

martedì 11 dicembre 2012

La parte essenziale di ciò che ci rende umani


"Durante un'intervista, a Sean Connery è stato chiesto che cosa lo facesse piangere. Dopo qualche istante di riflessione, il celebre attore ha risposto: ''L'atletica''. Spesso anch'io reagisco così. Guardare i corridori lanciati verso il traguardo, soli con se stessi e con la loro forza di volontà, a lottare contro i propri limiti con lo sguardo fisso in avanti come se fossero in trance, e con anni di dedizione e sacrifici stampati in faccia, può essere molto commovente.
La corsa è uno sport brutale ed emozionante, ma anche semplice ed essenziale. Come esseri umani, al livello più basico abbiamo fame, sete, sonno e voglia di amare, ma anche di correre. Basta guardare i bambini, che quando giocano non fanno altro che correre. La corsa è parte essenziale di ciò che ci rende umani.
Forse è proprio per soddisfare questo bisogno primario che atleti e persone comuni si alzano la mattina per uscire a correre nelle città di tutto il mondo. Per sentire dentro, in fondo alla pancia, il fremito di qualcosa di primordiale. Per sentirsi anche loro ''un po' selvatici''.

...i pensieri tentano di afferrarti, di rallentarti...

Correre non è divertimento. E' dolore e fatica. Chiedete a chi corre perché lo fa, e con ogni probabilità vi dirà che non lo sa, sebbene qualcosa continui a spingerlo.
Spesso chi corre è ossessionato da record personali, tempi e distanze, ma questo non basta ad indurlo a uscire di casa con le scarpette. La mania di analizzare e misurare tutto può essere soddisfatta in modi più semplici, per esempio contando le auto. Tempi e grafici sono solo esche per la nostra mente razionale, per il nostro cervello analitico, a cui dobbiamo dare una ragione plausibile.
A spronarci davvero è qualcos'altro. E' il nostro bisogno di sentirci umani, di andare oltre la stratificazione di ruoli e responsabilità che la società ci impone, al di là del badge aziendale, dall'etichetta di padre, marito o figlio, per arrivare al cuore della nostra vera natura umana. Una volta lì, la mente è di troppo: si smette di pensare e si comincia a sentire.

...è una sensazione travolgente, così potente da volerne sempre di più...

Ma la mente non molla così facilmente. Tanti corridori dicono di rendersi conto dei propri pensieri proprio quando corrono. I pensieri ci vorticano in testa tutto il giorno, sbatacchiandoci di qua e di là, e quasi non ne siamo consapevoli. Ma appena ci allontaniamo da questo mondo fatto di sola ragione e ci addentriamo nel cuore selvaggio dell'esistenza, ecco che la mente piomba nel panico. I pensieri tentano di afferrarti, di rallentarti. Ma come i monaci maratoneti del monte Hiei in Giappone, che corrono mille ultramaratone in mille giorni in cerca dell'illuminazione, se teniamo duro iniziamo a provare la formicolante sensazione di chi siamo davvero. Ed è una sensazione travolgente, così potente da volerne sempre di più.
Anche l'amore ci ricongiunge con le nostre sensazioni più profonde e primarie, lontano dal regno della ragione. Ecco perchè il mantra di Paula (Radcliffe) ha funzionato. L'amore per la figlia e la pura emozione della corsa scaturiscono dalla stessa fonte. Evocare l'amore l'ha spinta a tenere duro, anche se razionalmente questo non poteva fare alcuna differenza. La figlia non poteva sentirla, e anche se avesse potuto non poteva sapere che cosa fosse una maratona. Richiamando un'emozione così forte Paula è riuscita ad andare oltre tutte queste elucubrazioni, costringendo la parte razionale del suo cervello, che sicuramente le diceva di rallentare, a non mollare la presa."
Adharandand Finn, "Nati per correre"

domenica 2 dicembre 2012

Di nuovo in montagna, di nuovo in bianco


Ciao a tutti!
Il ritorno in montagna, al cospetto del Monviso, non poteva avvenire in una giornata migliore! Visuale limpida e cristallina, cielo (quasi) completamente sgombro da nubi, neve che sembra farina, a coprire tutti il Re di Pietra e i pendii delle cime che lo contornano. Il respirare aria fresca di montagna è stato come una piccola liberazione.

Monviso e Visolotto

Come avevo già scritto ieri, la meta prefissata doveva essere il Monte Meidassa, un over-3000 posto in posizione panoramica sul Monviso. Già, doveva: all’arrivo a Pian della Regina, punto di partenza dell’escursione, ci viene detto dal rifugio che la neve di sabato non è stabile ed è troppo pericoloso questo versante in queste condizioni. Niente Meidassa, quindi. Ma due alpinisti tosti come me e Stefano non si tirano di certo indietro di fronte alle difficoltà. Proviamo a puntare in direzione sud verso il rifugio Quintino Sella per poi provare a salire, una volta scollinato il Colle di Viso, sul Viso Mozzo, un monte di poco più di 3000 m, proprio in faccia al Monviso. Una bella salita, comunque. Che ci avrebbe ripagato della fatica con una visuale pazzesca sulla est del Monviso.

La neve spazzata dal Viso Mozzo

Questo sarebbe stato il nuovo programma di giornata. Dopo due di ciaspole, però, abbiamo dovuto desistere anche da questo obiettivo: a parte un primo tratto di neve battuta, non vi erano assolutamente le condizioni per salire in sicurezza. Il ripido pendio verso il Colle del Viso era coperto da neve nella quale era un gioco da ragazzi sprofondare… in alcuni punti vi era più di un metro di neve e spesso si affondava parecchio. In poco meno di due ore abbiamo percorso 250 metri di dislivello; anche il Quintino Sella, a più di 2600 metri circa, si è trasformato in una meta proibitiva.

Giochi di luce a Pian del Re.

Allora, non rimaneva che ripiegare sull’ultima soluzione a disposizione: Pian del Re. Che infine rimane sempre una location di un certo fascino, indubbiamente. E allora giù per il vallone, e tra un guado, uno sprofondare continuo ed un camoscio in grado di affrontare passaggi impossibili a noi umani siamo infine giunti a Pian del Re, dove abbiamo consumato velocemente il pasto. Il sole spesso coperto da velature presenti in vetta al Viso, il vento e il desiderio di una bevanda calda al rifugio di Pian della Regina ci hanno automaticamente indotto a scendere in fretta lungo la strada che collega Pian del Re e Pian della Regina.

Camoscio in lotta con la neve

Dalla quale strada si è potuto apprezzare il panorama che domina questo spicchio di Val Po. Tutto è bianco, oggi. I prati che tre mesi fa ho visto verdi oggi erano totalmente coperti. Pure il cielo è bianco: il vento trascina la neve fresca e instabile dai fianchi del Monviso e del Viso Mozzo nel cielo fino a coprire la luce del sole. Tutto è bianco, specie quando nei vortici di vento ci sei in mezzo anche tu.

Al cospetto del Re di Pietra

E il Re di Pietra domina con maestria questo paesaggio: non c’è spazio per molto, solo per sognare immerso in questo panorama. Non saremo saliti alla Meidassa (appuntamento solo rimandato), neanche al Viso Mozzo, ma abbiamo guadagnato ugualmente un angolo di paradiso e di pace, un piccolo scorcio di Piemonte, a volte poco considerato.

Visuale della Valle Po da Pian del Re

E, se devo proprio dirla tutta, forse è meglio così anche per le mie gambe. Non ho mai superato il chilometro di dislivello verticale: superarlo oggi, nella prima escursione stagionale con le ciaspole avrebbe potuto essere troppo per me, nonostante io abbia sempre un po’ la tendenza a sottovalutarmi quanto a capacità. Ma ripeto, le sensazioni sono state ottime a 360°, quindi guardo con fiducia alle prossime escursioni invernali, che siano sulle ciaspole o sugli sci (in attesa di imparare a fare fondo…).
Proprio per questo, non mancate di seguire le prossime avventure su A spasso tra i Giganti.
Buona serata a tutti!
Stefano

sabato 1 dicembre 2012

Rientro in Val Po, manca poco

Ciao a tutti,
la maratona è stata un'avventura incredibile. Indimenticabile. Altri aggettivi? Ce ne sono a bizzeffe, nessuno può spiegare bene fino in fondo il significato di una maratona ma elencarli tutti è inutile.
La mente è già proiettata verso nuove avventure podistiche. Ne parlerò sicuramente meglio in post futuri, ma al momento la mia intenzione di provare a correre tre maratone il prossimo anno. Su tutte Venezia, in ottobre; una tra Roma e Barcellona (entrambe saranno il 17 marzo 2013); un'altra da farsi in maggio, massimo inizio giugno, ma non so ancora dove. Magari in Svizzera...
Gli obiettivi sono importanti, ma li sento ancora lontani. Ed è ora di pensare al presente, che finalmente torna a parlare una vecchia lingua, antica, ma mai dimenticata: la montagna.
Hi everybody,
marathon was an incredible adventure. Unforgettable. Are there any other adjectives? There are a lot but none of them can really explain thoroughly the meaning of a marathon and it's useless to make a list of them.
My mind is concentrated on new running adventures. I'll write about them in the next posts, at the moment I'd try to run three marathons next year. First of all, I'd run in Venice, in October; Rome or Barcelona (both on 2013 March, 17th); another one in May, but I don't know where. Maybe in Switzerland...
These targets are important, ma I feel them far from me. It's time to think about the present, that means only one word, ancient but never forgotten: mountain.

Il panorama dal Monte Meidassa si riassume nella vista del Re di Pietra, il Monviso.
E domani si ritorna in quello che è l'ambiente in cui più di ogni altro mi trovo a mio agio. Mi è mancata tanto la montagna, in questi mesi fatti di corsa, di chilometri percorsi, di levatacce mattutine. E domani, sarà come provare una piccola rinascita.
Si ricomincia da dove, in sostanza, l'avevo lasciata, in Val Po: l'ultimo trekking era stato il tranquillo percorso che porta al Rifugio Giacoletti. L'obiettivo che affronterò domani, condizioni meteo permettendo, sarà la Meidassa, monte la cui cima è posta a più di 3100 metri di altitudine. E lo farò, in compagnia di Stefano, con le ciaspole, partendo da Pian della Regina.
La meta mi intriga molto: volevo già salire questo monte in estate, ma soprattutto il dislivello verticale di quasi 1500 metri, percorso con le ciaspole, è veramente notevole, così come l'estensione a livello di...cronometro di questa escursione. Domani si vedrà, il tempo dovrebbe essere accettabile e soprattutto freddo, condizione ideale per percorrere i pendii innevati con le ciaspole.
Tomorrow I will finally come back in my favourite environment. Mountain missed me a lot in these months made of runs, kilometers and early rises. Tomorrow, I'll be like a small rebirth.
I'll restart from the last place where I did a trekking: in Val Po; the last trip was the path that lead to the Rifugio Giacoletti. The target of tomorrow will be the Monte Meidassa (if weather will be good), a mount whose summit is placed at a altitude over 3100 metres. And I'll do this with Stefano starting from Pian della Regina, with the snowshoes.
This destination attracts myself a lot: it was my intention to climb this mount during the summer, but the vertical difference in height of about 1500 metres is very high if covered with the snowshoes; as it's so long in terms of chronometer. We will see tomorrow, weather should be fine and especially cold: this is the best condition for this type of trip. 

...si vede che ero stanco ma felice?
Prima di salutarvi, vi posto una foto della maratona (...ancora) ricordandovi che (forse) sono in arrivo nuove incredibili foto della Turin Marathon. Ma ora rimane un po'...una sorpresa.
A presto!
Before to leave you, I want to post another image of the marathon (...again): I remember that (maybe) new incredible photos of the Turin Marathon are arriving. But this remains a surprise, at the moment.
See you soon!
Stefano

venerdì 30 novembre 2012

Il gusto della salita

"Colui che sale le vette più alte, se ne ride di tutte le tragedie serie e di tutte le tragedie da gioco."
Friedrich Nietzsche, Così parlo Zarathustra

Foto: "He who climbs upon the highest mountains laughs at all tragedies, real or imaginary.”


― Friedrich Nietzsche, Thus Spoke Zarathustra.
K2, Ghiacciaio Abruzzi

sabato 24 novembre 2012

Tagliato il traguardo della Turin Marathon...

Negli ultimi chilometri di una maratona pensi a tante cose. I muscoli non ne possono più, ma tu corri, e corri, e corri. Lo devi fare, perché poco ti separa da una piccola grande vittoria personale. Per alcuni, come me, è il coronamento di un sogno. Ma le gambe non rispondono più al comando, vanno avanti per inerzia. La mente vaga tra i pensieri... ti scorre tutta una vita podistica davanti. A cosa ho pensato?


A tutti i sacrifici che ho fatto negli ultimi mesi per preparare questo evento,
A tutti i momenti in cui, con il dolore che taglia i muscoli, avrei voluto gettare la spugna ma non l'ho fatto,
A quando penso che la maratona ti costringe a bruciare una quantità di calorie pari al doppio del fabbisogno calorico giornaliero di un essere umano,
A tutte quelle volte in cui mi sono alzato alle 5 per correre e preparare al meglio la maratona,
A tutte le volte in cui ho maledetto quelle sveglie,
A quei momenti in cui in libreria, sfogliando i libri di Paula Radcliffe e Stefano Baldini, pensavo "sti c...i!"
Ai racconti di Elisa e Marcella,
Ad ogni volta che sognavo ascoltando Born to run di Bruce Springsteen e mi immaginavo un vero nato per correre,
A tutti i chilometri percorsi fino ad oggi,
A tutti i dettagli sulla preparazione alla maratona condivisi con Andrea e Marco,
A tutte le volte in cui mi immaginavo a New York, sul Ponte di Verrazzano, in mezzo ad altre migliaia di runners,
A tutti gli istanti di gioia interiore provata al termine di una corsa,
A quando Edoardo mi disse "prepariamola bene questa maratona",
e anche a quando mi disse "tu non hai idea di cosa sia una maratona!"
E non solo, anche quando mi disse "adesso dovrai correre di mattina"
A quella sera di Natale in cui non rinunciai ad una corsetta di sette chilometri,
E al mio venteseiesimo compleanno in cui ne corsi 28,
A tutti gli agghiaccianti momenti in cui, appena usciti da casa, l'aria fredda sbatteva sulla pelle e mi imponevo serie riflessioni,
A quando, pure in Olanda, mi sono portato le scarpe da running,
A tutti coloro che mi vogliono bene e che mi sostengono,
Agli aneddoti di Enrico, che a volte mi hanno fatto accapponare la pelle,
Ma anche quando disse che non ce l'avrei fatta in 3h30', e invece...
A tutti gli abiti lavati e stirati da mia mamma,
A tutte le volte in cui i miei amici e i miei colleghi mi hanno chiesto il perchè di questa fatica,
A tutte le volte in cui me lo sono chiesto pure io,
A tutte le volte in cui pensavo "che stupidi quelli che non corrono",
A tutte le volte in cui pensavo "ma non è che forse lo stupido sono io?"
A tutti i consigli forniti da chi la maratona l'ha già fatta,
A tutte le volte in cui abbassavo il passo di 15" con le note di Walk on degli U2 nelle orecchie, perchè si deve sempre andare avanti,
Al momento in cui mi hanno fatto notare che 42 km vuol dire correre da casa mia fino a Savigliano,
A un anno fa, quando pensavo che la maratona fosse solo un sogno irrealizzabile.



A tutti quelli che hanno fatto una maratona, o la faranno, una volta almeno nella vita.

Stefano

venerdì 23 novembre 2012

A spasso tra i Giganti diventa... international

Ciao a tutti,
da oggi il mio blog diventa "internazionale". Blogger mi segnala che molte visite arrivano dall'estero, mi piacerebbe accontentare anche i lettori stranieri... quindi cercherò di poter soddisfare questa richiesta scrivendo, parallelamente alla versione normale in italiano, anche una versione in inglese.
Chiedo già fin d'ora scusa per il pessimo inglese :-D
Buon proseguimento di lettura,

Hi everybody,
from today my blog becomes "international". Blogger announces me that many visits comes from foreign countries. I'd like to satisfy this request with the writing of an English version of the posts along with the common Italian version.
I offer my apology right now for my bad English :-D
Have a good reading,

Stefano

martedì 20 novembre 2012

Turin Marathon, il racconto della mia prima maratona

Ciao a tutti,
sono ormai passate parecchie ore dal momento in cui ho tagliato il traguardo della Turin Marathon. E non è sbiadita per nulla quest'emozione. Ancora adesso non riesco bene a comprendere quanto fatto. Troppo grande è stato questo sogno per me, un sogno che mi accompagna da più di un anno, e che finalmente ora si è realizzato. Ma ancora non me ne rendo conto.
Le sensazioni che affollano la mente sono tante e variegate. Nel cuore e nella testa avrò sempre alcune immagini, tra cui l'imbuto in Via Roma alla partenza (che ben rappresenta l'incredibile massa di runners, quattromila e forse più) e gli ultimi metri...correre tra due ali di folla in Via Roma e Piazza San Carlo per poi chiudere l'estrema fatica in Piazza Castello, è unico, incredibile, immenso. Alzi la testa e ti rendi conto che è finita, che ce l'hai fatta. Ogni aggettivo non ha più senso, è qualcosa che si può capire fino in fondo solo percorrendo tutti i 42,195 km della maratona. Lo spettatore, per quanto immerso nell'atmosfera, non riuscirà mai a percepire tutto quello che prova un runner durante un maratona. A meno che l'abbia già percorsa una volta nella vita. E quello è un ricordo che rimane per sempre, indelebile.

Chilometro numero 40, Via Sacchi: il momento più duro della mia XXVI Turin Marathon.

In una giornata fredda come quella di ieri il calore alla partenza era tanto. E tanta era anche l'ansia e la preoccupazione fisica. Dopo il lungo di domenica, la condizione fisica era "precaria": il polpaccio era dolorante e c'era il timore di non riuscire a recuperare in tempo. Fino a venerdì il fastidio al polpaccio destro è stato persistente, anche se non lancinante e in cuor mio non ho mai saputo, se non fino al termine della maratona, se le creme e le pastiglie all'arnica avrebbero sortito l'effetto medicamentoso sperato.
E invece, per più di 42 chilometri non ho sofferto di alcun infortunio muscolare, la condizione fisica si è rivelata eccellente, e per questo devo veramente ringraziare Edoardo, che mi ha preparato al meglio a questo appuntamento, anche proponendomi modalità di allenamento sulle quale io ero piuttosto scettico. A tal riprova, se domenica scorsa i cinque chilometri tra il trentesimo e il trentacinquesimo furono incredibilmente sofferti, ieri si sono trasformati nel trampolino di lancio verso la rimonta.
Seguendo i consigli di Marco, collega runner, uno di quelli tosti, sono partito molto tranquillo, percorrendo i primi chilometri nell'abitato di Torino in scioltezza (quasi fosse un riscaldamento...) per poi accelerare a poco a poco. La progressione è stata notevole: 1111° ai 10 chilometri (48’45’’, passo 4’53’’), 1057° alla mezza maratona (1h42’58’’, passo 4’53’’), 1005° ai 30 chilometri (2h25’42’’, passo 4’51’’), 770° all’arrivo!!! Con un (ovviamente per me) incredibile tempo di 3h22’18’’ al passo di 4’48’’. E io che temevo di non farcela a stare sotto le 3 ore e mezza… e il bello è che nel frangente tra i 30 chilometri e l’arrivo, la matematica mi dice che ho sorpassato 235 atleti!!! Quattro al minuto, p, un negative split da paura!

Torino, ore 9.30: la XXVI Turin Marathon è cominciata. In testa, ovviamente, subito i keniani.

E pensare che tutto poteva concludersi dopo 500 metri… maledette rotaie in Via Po! Qualche ostacolo ha provato a frapporsi tra me e l’obiettivo dei 42 chilometri. Ci si sono messi i piedi, che mai più avrei pensato potessero crearmi dei problemi (come mai mi era successo in corsa) E invece è proprio così, già dopo una decina di chilometri sentivo qualcosa che non girava al meglio. A metà percorso mi sono poi reso conto che bolle stavano formandosi nella pianta del piede. Evidentemente non ho curato al meglio l’aspetto delle scarpe, che peraltro avevo deciso di usare per l’ultima volta per la mia prima maratona. In realtà so cosa è successo e faccio tesoro dell’esperienza acquisita domenica per dare un consiglio a tutti coloro volessero avvicinarsi a questa pratica sportiva: mai lavare le scarpe prima della gara! Comunque, non sono state le scarpe a rallentarmi, fortunatamente.
L’elenco dei problemi termina qui: dopo solo sensazioni e momenti bellissimi, alternati a simpatici siparietti. Come ad esempio, il runner vestito col costume di Spiderman (chissà se ha finito la gara…), come le decine di atleti intenti a “svuotarsi” tra le piante lungo il percorso e perfettamente incuranti dei tifosi (e tifose, he-he) a pochi metri di distanze, i bambini che ti danno il cinque, i runner che dopo 18 km di corsa commentano in perfetto stile Bar Sport le performance di El Shaarawy in Napoli-Milan. Ma fare la Turin Marathon per me ha significato attraversare una città intera, quella città che mi ha visto crescere, nei posti più significativi della mia vita. Ripensandoci, sono partito dalla piazza in cui ho vissuto i trionfi della mia squadra del cuore, la Juventus, Piazza San Carlo; il primo chilometro è finito al Lungo Po Cadorna, dove ricordo le romantiche passeggiate con Giulia; dopo poche centinaia di metri si entra in Corso Massimo D’Azeglio, dove vi è la Facoltà di Chimica, presso la quale mi sono laureato ormai più di cinque anni fa; a un terzo del percorso si sfiora Stupinigi e si entra in Corso Unione Sovietica, lungo il quale non ho potuto scordare i miei otto anni di viaggi in pullman; l’eterno Corso Francia, percorso per anni in macchina con Giulia; Piazza Rivoli, vicino alla sede del CAI Uget; l’eterno Corso Galileo Ferraris (dove sta la sede della Juventus…) e poi la via per eccellenza di Torino, Via Roma. Per chiudere in Piazza Castello: lì ho vissuto il primo bacio J

Gli ultimi preparativi a mezz'ora dal via della Turin Marathon.

L’atmosfera incontrata lungo il percorso, con le batterie e i gruppi bandistici a scandire il ritmo degli atleti e il tifo che specie nei centri abitati si faceva sentire, hanno aiutato. Sarò sincero, la spinta degli amici è stata fondamentale. A partire da Davide ed Elisa che erano ad attendermi a Stupinigi: la loro presenza mi ha dato tantissima spinta nel lunghissimo, infinito rettilineo che porta fino in Piazza Caio Mario. Straordinario l’apporto di Andrea in un altro rettilineo, quello di Corso Francia. Lui mi ha indirettamente rivelato quanto importante sia la presenza di un supporto morale: il passo sul quel chilometro era 4’50’’, dopo averlo visto, salutato e dato il cinque ho chiuso quel chilometro (penso fosse il 31esimo o il 32esimo) al passo di 4’35’’. E da lì ho percorso alcuni chilometri ad un ritmo che mai più avrei potuto pensare di reggere quasi fino alla fine dopo averne percorsi più di trenta. Ed è stato fantastico vederlo tra il pubblico all’arrivo... Non me l’aspettavo, e invece era lì!!! Ed è stato liberatorio abbracciarlo, incredulo, un po’ perché non mi aspettavo di vederlo lì, un po’ perché si è increduli quando termini questo viaggio di tre ore e più. Inimmaginabile che energia può darti anche un piccolo sostegno come vedere per un attimo, pochi secondi, uno tra i più cari tuoi amici che è lì ad aspettarti e a darti forza. Olivier ha ragione quando mi dice che la maratona si corre il cuore e con la testa. Anche se lo sforzo principale se lo sobbarcano le gambe, senza cuore e testa non vai da nessuna parte. E poi, vedere mia mamma che mi saluta festante, all’incrocio tra Via Roma e Piazza Castello, a pochi metri sulla linea di arrivo, e io che contraccambio con il braccio alzato, ti dà l’ultima spinta verso il traguardo. Ripenso a quando mi diceva che ero matto, che non ci avrei messo meno di quattro ore. Ma anche a tutti gli indumenti lavati e stirati… anche questo fa parte del successo!

Con Andrea all'arrivo! Notare una scarpa volutamente non riallacciata dopo aver tolto il chip...

E poi, devo veramente ringraziare il mio capo, Enrico, che alla fine ce l’ha fatta ad essere presente sul percorso della Turin Marathon, non in veste di runner, ma nel ruolo di accompagnatore non ufficiale con la sua bici. Fino al giorno prima non mi aveva garantito la sua presenza durante la gara, poi eccolo che in Via Tirreno me lo trovo improvvisamente sulla sinistra. Confesso, bardato com’era per il freddo non l’ho riconosciuto subito. Sarà che sono abituato a vederlo in un contesto, come quello lavorativo, decisamente diverso da quello di una gara podistica. L’ho sentito parlare e finalmente ho capito. E’ stato di grande aiuto, soprattutto nei tratti di Corso Francia prima, in cui mi ha rassicurato sulla mia condizione e poi tra i chilometri 38 e 41, dove mi ha costantemente incoraggiato a non mollare (vedere video per credere). Il suo apporto al buon esito non è stato importante, di più. A lui il merito di alcune delle foto pubblicate in questo post e nei post che verranno.


L'ultima fatica: il video!

La prima maratona non si scorda mai, come il primo amore. Mi rendo conto scrivendo queste righe che la maratona, questi 42,195 chilometri, sono un grande puzzle. Come una storia d’amore, un viaggio in giro per il mondo, una carriera lavorativa, la nascita e la crescita di un figlio, tutto si compone di piccoli tasselli dal grande significato. Mi chiedo: cosa è stato veramente importante per me per arrivare a questo traguardo? Tutto e niente. Niente, perché non c’è stato qualcosa che penso sia stata fondamentale; allo stesso tempo tutto, perché senza uno dei tanti piccoli pezzi che compongono la preparazione non sarei arrivato dove sono arrivato. La corsa in montagna, i consigli dei runner che conosco e di Edoardo, la tenacia negli allenamenti, il rinunciare ad un’uscita al sabato (se non per l’anticipo serale della Juventus), il sostegno della famiglia e degli amici, i sacrifici nell’alimentazione, le sedute in palestra.
Il desiderio di farcela.
La voglia di non mollare mai.
La forza per sognare il traguardo.

Via Tirreno, metà gara è scivolata via...
Sapere che non esiste vittoria senza sacrificio.

Il maratoneta Stefano

domenica 18 novembre 2012

SCONFITTI I 42.195 KM! Obiettivo raggiunto!

Incredibile!!! Ce l'ho fatta!!!

Traguardo raggiunto! Felicità assurda!
E' stata dura, forse meno dura di quello che pensavo, anzi immaginavo. Ma ce l'ho fatta e questa è l'unica cosa che conta!!! Sono ancora emozionato e non riesco ancora a realizzare bene l'impresa. Ma, sono sincero, sono al settimo cielo per quanto fatto. E con che tempo. Sono partito con l'idea di stare nelle 3 ore e mezza ma ho chiuso i 42.195 km in circa 3h22'!!! Questo segnava l'orologio all'arrivo. Con un post un pochino più dettagliato racconterò qualcosa in più e i tempi esatti. Spero possiate capire, ora sono stanco e un vassoio di pasta mi aspetta!

Break the strain!

Fioccano gli sms di in bocca al lupo. Ma dire "in bocca al lupo" prima di un test, o di una gara è, seppur detto con sincerità, anche un po' banale. Diversi commenti però, più o meno simpatici, più o meno incoraggianti, mi sono giunti in queste ultime ore...ve ne presento alcuni.
Scrivere su un blog è un'attività che aiuta a sfogare il nervosismo pre-gara e tutti questi commenti sono...come un farmaco.

"Speriamo in bene! Al massimo usi il tutore come Bruce Wayne!" (Andrea T.)
"Te sei matto" (Chiara)
"Ma ti sei comprato la macchina nuova, perchè fare 42 km... di corsa?" (Dario)
"Ti sei impegnato e siamo arrivati al termine. Dai su, che è ora!" (Edoardo)
"Sai che vorrei sentire la soddisfazione che per te sarà tagliare il traguardo dopo più di 42 km! Per me fu un meraviglioso pianto" (Enrico)
"Divertiti, vola verso il traguardo!" (Enrico)
"Io al massimo faccio 42 metri" (Gabriele)
"Ti stimo abbestia!" (Marta)

A meno di un'ora dal via della Turin Marathon

Ci siamo, ora non si scherza più, il momento atteso da mesi è giunto! Belli, bellissimi questi momenti. Emozione unica. Senza parole.

La partenza da Piazza San Carlo
L'arrivo, in Piazza Castello

18/11/2012: il grande giorno è giunto!

Ore 6.12: ci siamo.
Un risveglio a base di acqua fresca, una ricchissima colazione, la vestizione.
Maglia, canotta, pantaloni, calzini e finalmente le scarpe. Infilo le mie Adidas Supernova per l'ultima volta. Le saluterò nel migliore dei modi, con una maratona, con la fatica massima del podista. Il giusto premio per queste fedeli compagne di viaggio. Che dopo diventeranno una sorta di cimelio personale.

Quasi pronti!

Vi sto scrivendo ancora da casa, adesso parto per Torino, per Piazza San Carlo, fra un'ora sarò lì per ricognizione e riscaldamento. Vi aspetto tutti su A spasso tra i Giganti per il risultato della maratona. E mi raccomando, aspetto i vostri commenti!
Now, let's go running!

sabato 17 novembre 2012

Quattordici ore alla partenza, la tensione sale

L'orologio che mi ha accompagnato in Valle d'Aosta e durante tutti gli allenamenti. L'aderente maglia bianca che domani avvolgerà il mio corpo. La nuovissima maglia gialloblu che mi renderà riconoscibile ai tifosi. Il pettorale numero 1267 che mi accompagnerà per 42 chilometri e le annesse spille per ancorarlo alla canotta. Il chip che sulla scarpa misurerà il tempo della mia prima maratona. La bottiglietta con il preparato self-service di acqua, sali e zuccheri da consumare pochi attimi prima della corsa. I pantaloni che scalderanno le pendolanti cosce. Il polsino per asciugare la sudata fronte.

Tutto è pronto...
Tutto è sul letto. Guardo le scarpe che mi hanno accompagnato per 1400 km di allenamenti e gare, le care Adidas Supernova, alle quali sono affezionatissimo, e che infilerò per l'ultima volta domattina, quasi come a voler dire che si chiude un ciclo. Immobile, osservo tutto questo, come in contemplazione. Fra quattordici ore si comincia, il rituale inizia. Tre ore dopo, scatta l'ora X. Il momento tanto atteso in mesi, ma che dico, più di un anno, di allenamenti, è vicino. Il cervello vaga...
Ripenso al percorso. Piazza San Carlo-Via Roma-Piazza Castello-Via Po-Piazza Vittorio Veneto-Lungo Po Cadorna-Corso-Cairoli-Corso Vittorio Emanuele-Corso Massimo d'Azeglio-Corso Unità d'Italia...strade più volete calcate a piedi. E in auto. Calcarle durante LA maratona...che brivido che corre lungo la schiena. Moncalieri, Nichelino. La zona grigia. Passaggio a Stupinigi, dove amici e colleghi mi potranno vedere. La strada percorsa per otto anni in pullman: Corso Unione Sovietica. Ne conosco ogni centimetro, ogni incrocio non ha segreti per me. Poi su fino a Grugliasco. Il punto più temuto da me, Corso Francia e il suo cavalcavia.  E dopo il passaggio di fronte al Palagiustizia inizia il ghirigori finale tra i corsi di Torino fino ad entrare in Via Sacchi. E lì...darò tutto!!!
Il cuore batte più forte. Davanti al pc, mentre scrivo, le gambe si muovono nervose. Tutto è focalizzato a domani. Mi rendo conto che sto scrivendo un sacco di parole messe alla boia di un giuda. Come si fa a stare calmi ora? Spero che sia la pasta, ora, a provvedere a tenermi tranquillo.

Turin Marathon, tappa 5: il numero 1267

Ci siamo!!! Meno di 24 ore e si parte, cazzo! Le gambe fremono e non può essere altrimenti quando inizi a respirare l'aria della competizione.
La giornata ha previsto il ritiro di pettorale e pacco gara, praticamente un rito. Nel Turin Marathon Village tutto parla di corsa! Dagli sponsor tecnici alle persone che lo affollano, tutto è running! La tensione è alta e mi ha fatto bene parlare con Daniele, quest'anno volontario al TMVillage, e con Marco, il mio collega (e che con i suoi discorsi in ufficio sul podismo mi ha involontariamente avvicinato a questo mondo). Ed è stato emozionante percorrere a piedi, con calma, le ultime centinaia di metri del percorso di domani, da Piazza Carlo Felice all'arrivo di Piazza Castello, sapendo che fra 24 ore circa le gambe lanceranno dolore mentre il cuore sarà invaso da gioia immensa!!!

Pettorale n°1267: pronti per la partenza!

Ora, pieno di carboidrati in compagnia di Dario (catartico rito prima di ogni sabato pre-gara) e poi a casa per ritirarsi a riposare e concentrarsi per domani. Le emozioni continuano...
Stefano

venerdì 16 novembre 2012

Turin Marathon, il percorso

Eccolo, il percorso della Turin Marathon!
Non mi sembra vero... domenica correrò i 42 chilometri (e 195 metri, da non dimenticare!). Visionando il percorso sulla mappa mi sembra veramente assurdo: molte di queste strade, se non quasi tutte le ho fatte in macchina per un sacco di volte (Corso Massimo D'Azeglio, Corso Francia e Corso Unione Sovietica in primis) e so quanto sono infiniti questi rettilinei (quello di Corso Francia, con il cavalcavia, poi...).

Il Percorso della 26°Turin Marathon, edizione 2012.

Però, che bello sarà poter correre su queste strade che mi hanno visto crescere e maturare. In fondo a Torino ho trascorso otto anni della mia vita, cioè tutto il percorso di formazione, ho vissuto i miei primi ed ultimi amori, ho cementato la mia personalità. Posso dire che a Torino si concentra una buona parte del mio bagaglio di ricordi. E poter attraversare in lungo e in largo questa fantastica città sarà come condensare il mio passato con le fatiche di tutti i giorni e la fatica della maratona. Bello, veramente bello...
Appuntamento dunque ai prossimi post con le sensazioni, come si dice solitamente nelle telecronache sportive, "pre-gara"...
Stefano

giovedì 15 novembre 2012

Il senso della corsa

"Spesso quando allacci le scarpe ti ritrovi a lottare contro una strana sensazione, come se stessi per fare qualcosa di assolutamente privo di senso, e allora ti convinci che non conta come la pensi adesso, e che dopo sarai contento di essere andato ad allenarti. Solo allora tutto ha più senso, anche se non è facile spiegarlo razionalmente. Dopo una corsa ti senti in armonia con il mondo, come se una non meglio precisata esigenza atavica venisse soddisfatta."
Adharandand Finn, "Nati per correre"

mercoledì 14 novembre 2012

Turin Marathon, tappa 4: l'ultimo lungo

Ciao a tutti,
domenica 18 si avvicina e mi trovo alle prese con un piccolo fastidio ad un polpaccio. Non so bene cosa sia questo fastidio ma so quando mi è successo, ovvero domenica scorsa, durante l'ultima sessione di allenamento prima della maratona, quando ho corso 35 km...è stato un allenamento fondamentale, doveroso,  ma ha lasciato in me parecchie perplessità. A partire dallo stato di forma fisica, forse un po' deficitario: i 35 chilometri sono stati corsi al ritmo di 5'08''/km. Speravo di poterli correre al ritmo di 4'58''/km che dovrò tenere domenica per rientrare nell'obiettivo prefissato (3 ore e mezza) e invece eccomi a correre una distanza inferiore ad un ritmo di 10 secondi superiore. Mi conforta il fatto che la gara è un'altra storia. La performance quando si fa sul serio è SEMPRE superiore a quella in allenamento. E poi, è anche vero che io 35 km non li avevo mai corsi.
Infatti, le sensazioni provate (e i dolori) sono state anche molto diverse. Purtroppo già dopo 20-25 km mi sono ritrovato a convivere con dolori a cosce e polpacci non da poco, tanto da pensare di terminare in anticipo la sessione di allenamento onde evitare infortuni maggiori. Non so se ho fatto bene o male, ma la sessione l'ho conclusa, anche se non nei tempi previsti. E non ho mollato, come dovrà succedere domenica. Ora mi rimane da recuperare il problemino al polpaccio che ancora si fa sentire. E sperare che domenica non si ripresenti o almeno, non si ripresenti in fretta. Vedremo... Certo è che la fiducia nei miei mezzi (molto elevata fino a domenica scorsa) è un po' scemata, timori ed insicurezze iniziano ad insinuarsi nella testa.
Ed è per questo che ci tengo a ringraziare Edoardo, il mio preparatore, che con molta calma e serenità mi spiega di non aver paura e ribadisce che domenica andrà tutto bene. Probabilmente ha ragione, può darsi che il problema non sia tanto la mia forma fisica bensì la testa. E quel problema non è proprio di facile soluzione.
Sto leggendo un libro in questi giorni, mi sta dando moltissima forza e voglia di combattere. Si intitola "Nati per correre" ed è scritto da un tale Adharandand Finn, un giornalista inglese (o irlandese?) con un passato da podista, che ha deciso di trascorrere una parte della sua vita in Kenya per carpire i segreti dei formidabili podisti kenioti. Il libro mi ha subito ispirato...d'altronde la sinossi era "Se la corsa è la tua religione, se è solo uno svago, se da anni vorresti cominciare ma non lo hai ancora fatto, questa avventura ti farà sognare. E cambierà per sempre il tuo modo di correre e di pensare alla corsa"... superfluo dire che l'ho comprato senza remore.


La copertina di "Nati per correre", il libro che sto attualmente leggendo

Bellissimo...a parte le nozioni che sto acquisendo sulla corsa, alcune delle quali mai avrei potuto immaginare, ritrovo nelle sue parole la stessa carica emotiva e il desiderio di corsa che avevo nei momenti in cui il pensiero della maratona iniziava a far capolino nella mia mente. Lo consiglio a tutti coloro che amano la corsa (e non solo, ovviamente). Prometto di pubblicare, in questi giorni pre-maratona, qualche passo da questo testo...

Lunedì mattina (ore 8) ho avuto modo di partecipare ad un simpatico siparietto: scendo dal bus e chi incontro appena arrivo a lavoro? Il mio capo. Che sapeva dell'allenamento di 35 km. Abbassa il finestrino della macchina e mi dice "Ma...ti vedo zoppicare...". Ero tentato di mandarlo a cagare, ma si è riscattato prontamente inviandomi il link al sito di Orlando Pizzolato, uno dei più grandi maratoneti italiani, sul quale blog ha pubblicato una storia veramente intensa e che mi ha dato ulteriore morale in vista di domenica. Mi piacerebbe molto pubblicare questa storia, ma la scritta E' vietato riprodurre o divulgare in qualsiasi forma le informazioni contenute in questo sito me lo vieta e quindi inoltro il link.
A presto per gli ultimi post pre-maratona!
Stefano

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