Ciao a tutti!
Il ritorno in montagna, al cospetto del Monviso, non poteva
avvenire in una giornata migliore! Visuale limpida e cristallina, cielo (quasi)
completamente sgombro da nubi, neve che sembra farina, a coprire tutti il Re di
Pietra e i pendii delle cime che lo contornano. Il respirare aria fresca di
montagna è stato come una piccola liberazione.
Monviso e Visolotto |
Come avevo già scritto ieri, la meta prefissata doveva
essere il Monte Meidassa, un over-3000 posto in posizione panoramica sul
Monviso. Già, doveva: all’arrivo a Pian della Regina, punto di partenza dell’escursione,
ci viene detto dal rifugio che la neve di sabato non è stabile ed è troppo pericoloso
questo versante in queste condizioni. Niente Meidassa, quindi. Ma due alpinisti
tosti come me e Stefano non si tirano di certo indietro di fronte alle
difficoltà. Proviamo a puntare in direzione sud verso il rifugio Quintino Sella
per poi provare a salire, una volta scollinato il Colle di Viso, sul Viso
Mozzo, un monte di poco più di 3000 m, proprio in faccia al Monviso. Una bella
salita, comunque. Che ci avrebbe ripagato della fatica con una visuale pazzesca
sulla est del Monviso.
La neve spazzata dal Viso Mozzo |
Questo sarebbe stato il nuovo programma di giornata. Dopo
due di ciaspole, però, abbiamo dovuto desistere anche da questo obiettivo: a
parte un primo tratto di neve battuta, non vi erano assolutamente le condizioni
per salire in sicurezza. Il ripido pendio verso il Colle del Viso era coperto
da neve nella quale era un gioco da ragazzi sprofondare… in alcuni punti vi era
più di un metro di neve e spesso si affondava parecchio. In poco meno di due
ore abbiamo percorso 250 metri di dislivello; anche il Quintino Sella, a più di
2600 metri circa, si è trasformato in una meta proibitiva.
Giochi di luce a Pian del Re. |
Allora, non rimaneva che ripiegare sull’ultima soluzione a
disposizione: Pian del Re. Che infine rimane sempre una location di un certo
fascino, indubbiamente. E allora giù per il vallone, e tra un guado, uno
sprofondare continuo ed un camoscio in grado di affrontare passaggi impossibili
a noi umani siamo infine giunti a Pian del Re, dove abbiamo consumato
velocemente il pasto. Il sole spesso coperto da velature presenti in vetta al
Viso, il vento e il desiderio di una bevanda calda al rifugio di Pian della
Regina ci hanno automaticamente indotto a scendere in fretta lungo la strada
che collega Pian del Re e Pian della Regina.
Camoscio in lotta con la neve |
Dalla quale strada si è potuto apprezzare il panorama che
domina questo spicchio di Val Po. Tutto è bianco, oggi. I prati che tre mesi fa
ho visto verdi oggi erano totalmente coperti. Pure il cielo è bianco: il vento
trascina la neve fresca e instabile dai fianchi del Monviso e del Viso Mozzo nel
cielo fino a coprire la luce del sole. Tutto è bianco, specie quando nei
vortici di vento ci sei in mezzo anche tu.
Al cospetto del Re di Pietra |
E il Re di Pietra domina con maestria questo paesaggio: non
c’è spazio per molto, solo per sognare immerso in questo panorama. Non saremo
saliti alla Meidassa (appuntamento solo rimandato), neanche al Viso Mozzo, ma
abbiamo guadagnato ugualmente un angolo di paradiso e di pace, un piccolo
scorcio di Piemonte, a volte poco considerato.
Visuale della Valle Po da Pian del Re |
E, se devo proprio dirla tutta, forse è meglio così anche
per le mie gambe. Non ho mai superato il chilometro di dislivello verticale:
superarlo oggi, nella prima escursione stagionale con le ciaspole avrebbe
potuto essere troppo per me, nonostante io abbia sempre un po’ la tendenza a
sottovalutarmi quanto a capacità. Ma ripeto, le sensazioni sono state ottime a
360°, quindi guardo con fiducia alle prossime escursioni invernali, che siano
sulle ciaspole o sugli sci (in attesa di imparare a fare fondo…).
Proprio per questo, non mancate di seguire le prossime
avventure su A spasso tra i Giganti.
Buona serata a tutti!
Stefano
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