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domenica 2 dicembre 2012

Di nuovo in montagna, di nuovo in bianco


Ciao a tutti!
Il ritorno in montagna, al cospetto del Monviso, non poteva avvenire in una giornata migliore! Visuale limpida e cristallina, cielo (quasi) completamente sgombro da nubi, neve che sembra farina, a coprire tutti il Re di Pietra e i pendii delle cime che lo contornano. Il respirare aria fresca di montagna è stato come una piccola liberazione.

Monviso e Visolotto

Come avevo già scritto ieri, la meta prefissata doveva essere il Monte Meidassa, un over-3000 posto in posizione panoramica sul Monviso. Già, doveva: all’arrivo a Pian della Regina, punto di partenza dell’escursione, ci viene detto dal rifugio che la neve di sabato non è stabile ed è troppo pericoloso questo versante in queste condizioni. Niente Meidassa, quindi. Ma due alpinisti tosti come me e Stefano non si tirano di certo indietro di fronte alle difficoltà. Proviamo a puntare in direzione sud verso il rifugio Quintino Sella per poi provare a salire, una volta scollinato il Colle di Viso, sul Viso Mozzo, un monte di poco più di 3000 m, proprio in faccia al Monviso. Una bella salita, comunque. Che ci avrebbe ripagato della fatica con una visuale pazzesca sulla est del Monviso.

La neve spazzata dal Viso Mozzo

Questo sarebbe stato il nuovo programma di giornata. Dopo due di ciaspole, però, abbiamo dovuto desistere anche da questo obiettivo: a parte un primo tratto di neve battuta, non vi erano assolutamente le condizioni per salire in sicurezza. Il ripido pendio verso il Colle del Viso era coperto da neve nella quale era un gioco da ragazzi sprofondare… in alcuni punti vi era più di un metro di neve e spesso si affondava parecchio. In poco meno di due ore abbiamo percorso 250 metri di dislivello; anche il Quintino Sella, a più di 2600 metri circa, si è trasformato in una meta proibitiva.

Giochi di luce a Pian del Re.

Allora, non rimaneva che ripiegare sull’ultima soluzione a disposizione: Pian del Re. Che infine rimane sempre una location di un certo fascino, indubbiamente. E allora giù per il vallone, e tra un guado, uno sprofondare continuo ed un camoscio in grado di affrontare passaggi impossibili a noi umani siamo infine giunti a Pian del Re, dove abbiamo consumato velocemente il pasto. Il sole spesso coperto da velature presenti in vetta al Viso, il vento e il desiderio di una bevanda calda al rifugio di Pian della Regina ci hanno automaticamente indotto a scendere in fretta lungo la strada che collega Pian del Re e Pian della Regina.

Camoscio in lotta con la neve

Dalla quale strada si è potuto apprezzare il panorama che domina questo spicchio di Val Po. Tutto è bianco, oggi. I prati che tre mesi fa ho visto verdi oggi erano totalmente coperti. Pure il cielo è bianco: il vento trascina la neve fresca e instabile dai fianchi del Monviso e del Viso Mozzo nel cielo fino a coprire la luce del sole. Tutto è bianco, specie quando nei vortici di vento ci sei in mezzo anche tu.

Al cospetto del Re di Pietra

E il Re di Pietra domina con maestria questo paesaggio: non c’è spazio per molto, solo per sognare immerso in questo panorama. Non saremo saliti alla Meidassa (appuntamento solo rimandato), neanche al Viso Mozzo, ma abbiamo guadagnato ugualmente un angolo di paradiso e di pace, un piccolo scorcio di Piemonte, a volte poco considerato.

Visuale della Valle Po da Pian del Re

E, se devo proprio dirla tutta, forse è meglio così anche per le mie gambe. Non ho mai superato il chilometro di dislivello verticale: superarlo oggi, nella prima escursione stagionale con le ciaspole avrebbe potuto essere troppo per me, nonostante io abbia sempre un po’ la tendenza a sottovalutarmi quanto a capacità. Ma ripeto, le sensazioni sono state ottime a 360°, quindi guardo con fiducia alle prossime escursioni invernali, che siano sulle ciaspole o sugli sci (in attesa di imparare a fare fondo…).
Proprio per questo, non mancate di seguire le prossime avventure su A spasso tra i Giganti.
Buona serata a tutti!
Stefano

lunedì 24 settembre 2012

Sgambata...al Giacoletti

Ciao a tutti!
Mi sono preso un po' di pausa (ancora una volta) dal blog. Come già ho scritto giorni fa, un "piccolo" progetto al quale penso da molto tempo mi sta portando via molte energie, fisiche e psichiche. Per ora non voglio anticipare pubblicamente niente, anche se ormai quasi tutti sanno. Chiedete ai miei colleghi più stretti o ai miei amici e vi sapranno illustrare... Però, lo ammetto, anche "avventure" calcistiche e fantacalcistiche hanno sottratto tempo utile al blog.
Bene, dopo un luglio trascorso in Valle d'Aosta per l'Alta Via, e l'agosto tra Dolomiti (con il CAI UGET) e Francia (un po' di mare e Punta Roncia) ho pensato che era cosa buona e giusta tornare alle origini, alle montagne di casa. A dirla tutta, le mie vere origini di appassionato di montagna sono radicate in Valle d'Aosta e per la precisione in Val d'Ayas, come già raccontai durante l'Alta Via, fu lì che scoprii (o meglio, riscoprii) la passione per l'alta quota. Però... è da quasi 27 anni che quando mi alzo, ho la possibilità di uscire sul balcone di casa e poter ammirare una delle montagne più affascinanti in assoluto (e non lo dico a caso, come scoprirete): il Re di Pietra, il Monviso. Innegabile che questa visuale sia stata per me come un catalizzatore alla mia passione per la montagna. Chi lo sa, magari un giorno ci andrò laggiù, in punta. Vedete, questa montagna regna sovrana in mezzo a tutta una serie di altre vette..."suddite", quindi non può che avere un effetto, come dire, magnetico... così come ce l'ha avuto per tanti alpinisti: basta dire che i primi a scalarlo furono due inglesi e due francesi (quest'ultimi furono due tra le più formidabili guide di Chamonix, i fratelli Croz)!!!

Pian del Re

Ed è così, che sabato 8 settembre, quando il sole ancora non accennava a far capolino, sono partito in compagnia di Alberto, in direzione Pian del Re, sopra Crissolo, per una escursione classica, quella al rifugio Vitale Giacoletti. Beh, vi dirò, era un sacco di tempo che non tornavo da queste parti. Di ciò che ho fatto quest'estate ho raccontato ampiamente, negli anni passati la mia vita sentimentale mi ha portato altrove, su altre montagne e altre valli.

Sotto il Re di Pietra

Ed è stato bello sentire come una specie di fitta al cuore vedere comparire il Re di Pietra dinanzi ai miei occhi con tutta quell'imponenza. E salendo il sentiero che porta al Giacoletti, che bello vedere sorgere il sole! E qui non è bellezza casuale, qui nasce il Po, qui si intravede il riflesso dell'alba nelle acque di questo fiume da poco nato. Qui si cammina con il Monviso in faccia tutto il tempo. E con un po' di neve (venuta giù nella settimana corrente il giorno della gita) questa montagna ha tutto un altro effetto. Regala emozioni, il Monviso.
Al Giacoletti ci si arriva velocemente, ma posso garantirvi che non si vuole lasciare questo posto altrettanto in fretta. Con una buona cioccolata calda, con un bel sole che illuminava le nostre facce e la nebbia che pian pianino si stagliava alla base del Re di Pietra...era dura andarsene a cuor leggero! Fortunatamente un buon gelato, anzi ottimo, gustato a Saluzzo, ha reso meno amaro il ritorno! :-D

Viso Mozzo e Monviso

A presto per nuove avventure!
Stefano

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