Ciao a tutti!
Nei giorni
precedenti la mia partenza per la Germania ho ricevuto molti consiglia a
carattere turistico. I colleghi che a Schweinfurt vi erano già stati, per brevi
o lunghi periodi, mi avevano vivamente consigliato di spendere un po’ di tempo
in Baviera. E non nel senso di poltrire a Schweinfurt, che proprio nel land
della Baviera vi si trova. Il suggerimento era di visitare questa regione,
l’occasione è unica. La città da cui dovevo cominciare, secondo buona parte dei
colleghi, era Würzburg. E da Würzburg ho iniziato.
La straordinaria visuale di Würzburg che si ottiene dal Marienberg |
Perché proprio
Würzburg? Beh, è una città ricca di storia e di arte, nonché un polo culturale
estremamente vivace. Ma è soprattutto molto vicina a Schweinfurt: sono circa
quaranta i chilometri che le separano, percorribili in mezz’ora di autostrada.
Molti di coloro che lavorano a Schweinfurt abitano proprio a Würzburg, città
sicuramente ritenuta più attraente rispetto al freddo centro industriale che è
Schweinfurt stessa (ultima affermazione vera solo in parte).
Lo spirito rococò di Würzburg è tutto nella Haus zum Falken |
La storia di
questa città si divide in tre fasi: la prima risale antecedente il periodo
della guerra dei Trent’anni (1618-1648), in cui era stata un importante ducato.
Basta pensare che qui vi si sposò nientemeno che Federico I Barbarossa.
Dopo la
devastazione della guerra dei Trent’anni, Würzburg conobbe il periodo di suo
maggiore splendore. Sotto l’egida dei principi-vescovi Schönborn, Würzburg
diventa una capitale dell’arte barocca. La scarsezza della manodopera locale,
falcidiata dalla guerra, porta alla pubblicazione di annunci sui giornali di
tutta Europa al fine di reclutare maestranze straniere. Ed è così che a
Würzburg arriva un certo Tiepolo, un nome a caso tanto per illustrare la
situazione. La ricchezza degli Schönborn era tale da potersi permettere di
pagare il Tiepolo in una quantità di oro oggi equivalente ad un milione e mezzo
di euro.
La terza “era” di
Würzburg inizia il 16 marzo 1945 in seguito al violento bombardamento della
città, operato dall’aviazione britannica. Siamo in periodo di Seconda Guerra
Mondiale e come tante altre città tedesche, Würzburg viene quasi rasa al suolo.
Anche il patrimonio artistico non fu risparmiato e in alcuni casi venne ridotto
ad un cumulo di macerie. Un esempio su tutti è certamente il Dom St.Kilian. La
riedificazione di Würzburg terminò solo nel 1970 ma nel frattempo la città mutò
in un prestigioso centro universitario e al contempo polo di sviluppo
industriale.
Statue, campanili e guglie spuntano nel cielo di Würzburg |
I segni della
ricostruzione sono ben visibili in alcune costruzioni. Su tutte lo Stift Haug,
il Dom St. Kilian e la Marienkapelle. In tutte e tre le chiese è chiaramente
visibile l’intervento della ricostruzione. Le loro pareti sono spoglie, a volte
solamente intonacate. Quasi a voler mantenere l’austerità risultante dalle
ferite belliche. A loro modo, ognuna di esse conserva motivo di interesse. Lo
spartano Stift Haug conserva nell’altare la pala della Crocifissione di
Tintoretto. Nel Dom St. Kilian, il duomo dedicato al martire che evangelizzò la
Franconia, si trovano sculture e lastre tombali risalenti al periodo
rinascimentale. La Marienkapelle, al centro della Markt (la piazza del mercato)
è visibilmente opera di ricostruzione, ma la gotica torre campanaria è quella
“originale”.
La Marienkapelle, al centro della piazza del mercato, la Markt |
Würzburg non
vuole dimenticare quei diciassette minuti di bombardamento in cui il 90% della
città venne distrutta, con un carissimo prezzo in termini di vittime umane,
cinquemila circa. All’interno del Dom St. Kilian è presente un’ala in cui sono
presenti alcune decorazioni originali del duomo pre-bombardamento, ma
soprattutto un coinvolgente reportage fotografico sulla storia del duomo. Con
particolare attenzione, giustamente, alla condizione del duomo dopo il
bombardamento. Fa impressione, vedere un’opera, eretta negli anni dalla fatica
e dal sudore dell’uomo, venir distrutta dall’uomo stesso. Non mi dilungherò in
commenti banali sull’inutilità della guerra. Ciononostante, per chi ama l’arte
quelle immagini sono una coltellata al cuore.
Esterni ed interni dell'emblema della ricostruzione post-bellica, il Dom St. Kilian
Qualcosa che si è
mantenuto molto originale, dallo spirito quasi medioevale, è il complesso che
parte dalla Domstraße e che porta all’Alte Mainbrücke. Qui si respira un’aria
che non ha più nulla a che fare con la ricostruzione postbellica, ma si torna
indietro nei secoli. Tutto merito del gotico palazzo del Rathaus e del
meraviglioso ponte sul Meno, l’Alte Mainbrücke. Le statue che lo ornano
ricordano molto quelle del Ponte Sant’Angelo, a Roma. Il ponte è centro
nevralgico della città: sul lato settentrionale vi si trova infatti l’Alte
Mainmühle, un edificio tempo fa adibito a mulino, ed ora diventato locale in
grado di attrarre i turisti in cerca di sapori enogastronomici locali.
Il caratteristico locale Alte Mainmühle: sold-out garantito! |
Diffidate dai
giudizi derivanti dai classici pregiudizi che buona parte degli italiani nutrono
nei confronti nell’enogastronomia tedesca. Qui è il vino, rosso o bianco che
sia, è assai rinomato. La Franconia detiene una nobile e antica tradizione
enologica: a Würzburg in particolare, si trovano molte tra le più grandi
cantine di Germania, alcune risalenti addirittura al XIV secolo. Non ho avuto
tempo e stimoli per visitarle: purtroppo, il periodo pre-maratona mi impone di
rimanere lontano dall’alcol. Würzburg, come dicevo, dista mezz’ora di auto da
Schweinfurt. Recuperare l’occasione perduta non sarà difficile…
La fortezza del Marienberg tra le viti da cui viene prodotto il rinomato vino bianco di Franconia |
Uno dei gioielli
di Würzburg è sicuramente il Marienberg. Fortezza che domina l’intera città (e
anche i vigneti circostanti), il Marienberg è stata la dimora dei principi-vescovi
Schönborn fino all’inizio del XVIII secolo. La struttura di questa fortezza la
fa sembrare inespugnabile: la difesa è garantita da possenti bastioni in basso
e un ulteriore sistema di mura e torri in alto. Ora le sue sale sono adibiti a
svariati musei a tema strettamente locale. Il Mainfränkisches Museum e il
Fürstenbau Museum raccontano rispettivamente la storia della Franconia e di Würzburg.
Il panorama che vi si gode dall’alto, reso unico dalla splendida giornata di
sole (e vento) incontrata sabato, è veramente sbalorditivo: dalla terrazza
orientale del castello si domina tutta Würzburg e le sue colline (alcune
coltivate a vigneti, altre tappezzate di pale eoliche), nonché il corso del
Meno.
Già dalla salita per il Marienberg si può godere di un ottimo panorama. A destra, la Käpelle |
L’altro gioiello
di Würzburg è la Residenz. Il sontuoso palazzo barocco riconosciuto Patrimonio
dell’Umanità dall’UNESCO è il motivo per il quale esisterà una “parte seconda”
del post su Würzburg. Sabato mi sono limitato ai giardini del palazzo (e che
giardini…), la visita agli interni la riserverò per un’occasione speciale. D’altronde,
il fiore all’occhiello della Residenz è l’Omaggio
del mondo al vescovo principe, il famoso affresco del Tiepolo, uno dei più
grandi mai realizzati. Non potevo recarmi a vedere un’opera del genere senza
Giulia, non potevo ammirare il Tiepolo senza la laureanda in Storia dell’Arte.
Si, ci sarà un
post “parte seconda”, e sarà condiviso…
Nei giardini della Residenz... vi aspetto per la prossima puntata su Würzburg! |
Bis bald!
Stefano