martedì 17 gennaio 2017

Il ghigno del diavolo

Durante le vacanze natalizie una mezza giornata a Torino non me la posso mai negare. Alcuni affari, qualche ottimo amico e più di un hobby sono le motivazioni che mi spingono ad abbandonare la casa di infanzia nel bel mezzo della campagna per recarmi nel capoluogo piemontese, teatro della mia gioventù migliore, tra lo smog e la frenesia del traffico. Per queste vacanze, mi sono fatto un piccolo regalo: visitare la chiesa di San Lorenzo. I torinesi molto probabilmente sanno bene di che cosa parlo. Alcuni forse no, ma se parlo della chiesa reale e del ghigno del diavolo, forse qualcuno potrebbe ricordare o conoscere.
Alla chiesa reale di San Lorenzo, altrimenti detta anche la "Real Chiesa", si accede da Piazza Castello. La porta di ingresso si trova nell'edificio racchiuso tra Via Palazzo di Città e Palazzo Chiablese, l'anticamera di Palazzo Reale. A due passi dalla cancellata che divide Piazza Castello e la Piazzetta Reale. Se facciamo finta di non vedere la cupola posizionata sullo stesso asse della porta di ingresso, non pare possibile che quell'uscio possa condurre ad una chiesa. E invece si. Questa è solo una delle tante curiosità che costituiscono la storia di questa chiesa.

Il volto demoniaco che si intravede tra gli archi che sorreggono la cupola di San Lorenzo

Sebbene la realizzazione di questa chiesa - progettata dal Guarini dal 1668 al 1680 - risalga alla seconda metà del XVII secolo, le radici storiche risalgono ad oltre un secolo prima, per la precisione al 10 agosto del 1557. Questa data è storicamente ricordata come il giorno della battaglia di San Quintino, uno degli episodi chiave delle Guerre d'Italia combattute tra la Francia e la Spagna nel XVI secolo, le quali determinarono per molti decenni a venire gli equilibri territoriali sul suolo italiano. A comandare le truppe spagnole c'è Emanuele Filiberto di Savoia, meglio ricordato a Torino come Testa di Ferro. Assieme al re di Spagna Filippo II, Emanuele Filiberto promette in caso di vittoria in battaglia, di costruire una chiesa in onore del santo festeggiato il 10 agosto. San Lorenzo, per l'appunto.

La chiesa senza la facciata

La vittoria a San Quintino garantì al casato sabaudo di ripristinare il loro dominio sulla Savoia e sul Piemonte. Ma la chiesa venne eretta solamente un secolo dopo, sulle basi di una cappella che oggi è l'anticamera di San Lorenzo. Sul progetto lavorano molti architetti, ma la realizzazione avviene solamente con l'impulso decisivo di colui che è considerato l'"architetto sabaudo per eccellenza", Guarino Guarini. Il progetto degli esterni di San Lorenzo concepito dal Guarini fu però ben diverso da cosa vediamo noi oggi, perché non vi è la facciata da lui progettata. Essa non venne infatti mai costruita, in quanto casa Savoia ritenne che essa spezzasse l'equilibrio e la simmetria di Piazza Castello. La chiesa di San Lorenzo, dunque, non ha una vera e propria facciata e, se non fosse per la cupola, nulla lascerebbe pensare che in questo luogo possa sorgere una chiesa.

Vedete linee curve in questa chiesa?

La chiesa di San Lorenzo è di gran lunga il miglior esempio del barocco torinese, un vero capolavoro e per certi versi un'opera geniale. A partire dalla "rappresentazione della luce" nell'interno dell'edificio, cupo in basso e luminosissimo in alto. Niente permette di illuminare il livello adiacente al pavimento, nessuna finestra, le alte cappelle concave e la piastrellatura scura conferiscono alla chiesa un aspetto quasi tetro. In alto, invece la galleria, con le sue otto (tenere a mente questo numero) finestre è estremamente luminosa. Il Guarini, che oltre ad essere architetto era anche teologo e sacerdote, fu chiaro nel suo intento. In basso, l'oscurità e il peccato dell'umanità; in alto, la luce e la redenzione del creatore. Tra i due livelli, trovano posto gli evangelisti, a mo' di simbolico filtro tra il bene e il male.

Il male che guarda il bene (in basso)

Otto: tutta la chiesa è costruita attorno a questo numero. L'otto è il numero dell'infinito, ciò che l'uomo vuole raggiungere per mezzo della fede. Ottagonale è lo spazio attorno al quale ruota la chiesa. Otto sono le finestre sotto la cupola, al centro della quale si trova una stella a otto punte. Otto sono i petali del fiore immaginario che si forma dall'incrocio degli otto archi che sorreggono la cupola. E a proposito di archi, come non notare una delle più grandi curiosità di questa chiesa: è il volto del diavolo, il ghigno malefico di una creatura demoniaca. Difficile dire se Guarini volesse veramente rappresentare una creatura infernale dall'incrocio degli archi che sorreggono la cupola, ma tant'è. Ora, quando un torinese entra in San Lorenzo, non può fare a meno di volgere lo sguardo verso l'alto, con rinnovato stupore, quell'essere che, secondo una delle più note interpretazioni, guarda dall'alto il "bene" che viene celebrato all'interno della chiesa.

Gli oculi illuminati durante gli equinozi

E per stupire ulteriormente i visitatori, ci sono i giochi di luce che si possono ottenere durante i due equinozi. Guarini, amante e cultore delle scienze progettò sicuramente tutto al fine di meravigliare, tra l'altro uno degli intenti dello stile barocco. A mezzogiorno, nei giorni di equinozio, infatti, la luce illumina un oculo all'interno del quale c'è un affresco. Per riflessione, questo raggio raggiunge anche l'oculo opposto, creando un suggestivo gioco di luce. Ci va il sole, e trovarsi in centro a Torino ad inizio primavera o inizio autunno. Difficile, per il sottoscritto, ahimè.

Rappresentazione seicentesca della Sindone

Ma la Real Chiesa di San Lorenzo è anche la sede di alcuni capolavori dell'epoca e di alcuni riferimenti della storia di Torino. L'altare, realizzato dal Guarini, è un'altra delle principali attrazioni barocche di Torino: al centro di esso spicca il quadro con il voto fatto da Emanuele Filiberto durante la battaglia di San Quintino. A destra dell'altare, sotto la cappella della Concezione si trova la pala del Muratori con un angelo che porta in dono, come a volerla proteggere dalla rovina, la Cittadella di Torino, circondato dai santi di casa Savoia. Interessanti anche altre due cappelle sul lato destro della chiesa: nella cappella di San Gaetano Thiene è racchiusa la statua dell'omonimo santo, fondatore dell'ordine dei Teatini, al quale apparteneva proprio il Guarini; nella cappella della crocifissione, invece, vi è un preciso riferimento alla prima ostensione della Sindone a Torino (era il 1578) - l'altare è ancora opera del Guarini e si fa in fretta ad individuare la rappresentazione del lenzuolo più famoso al mondo.

Otto

Dentro la Real Chiesa di San Lorenzo ce n'è un po' per tutti i gusti. Per gli amanti della storia, che qui potranno ritrovare alcuni dei momenti che hanno contribuito a costruire l'Italia. Per gli amanti dell'arte, che non possono rimanere a bocca aperta dal barocco dirompente del Guarini, in un edificio in cui la linea retta è un'emerita sconosciuta. Per gli amanti dell'astronomia, grazie ai sapienti calcoli del Guarini. Per gli amanti dell'esoterismo e del simbolismo, tra numeri e demoni, nel cuore di una città in cui "abbonda il mistero" (cit. Luciano Ligabue).
San Lorenzo è meta obbligatoria: per i torinesi, che non la conoscono bene, e per i non torinesi, ovviamente. Aprite quella modesta porticina che si affaccia su piazza Castello. Dopo, da essa, non vorrete più uscine...
Bis bald!
Stefano

2 commenti:

  1. Grazie per la descrizione precisa che ha fatto di questo capolavoro che offre la mia Città, non ci sono mai entrata,ma mi informerò sugli orari di visita. Grazie

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  2. Merci beaucoup Stefano pour cette belle description trés précise et historique de San Lorenzo. Piémontais de part ma mère et inconditionnel de notre bella Torino, j'ignorais tout ça. Je visiterai l'église lors de ma prochaine visite en Italie.

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