lunedì 26 ottobre 2015

Direzione Ponte Vecchio: quando una pausa fa bene

Ciao a tutti!
All'appuntamento con la maratona di Firenze manca poco più di un mese. Mancano cinque settimane, per l'esattezza, e questo vuol significare che mi trovo nel bel mezzo della preparazione. Le ripetute occupano le settimane e i lunghi occupano i weekend. Negli ultimi due fine settimana ho sfiorato prima e superato dopo una soglia di una certa importanza, quella dei trenta chilometri. È un limite, quello dei trenta chilometri, assai significativo, in quanto oltrepassato questo chilometraggio, si iniziano a sentire gli effetti della distanza prolungata sulle gambe. E anche il cronometro inizia a fornire dei responsi importanti.

Scenari da corsa autunnale (fonte: oltreilcancello.blogspot.com)

Domenica scorsa era il turno di sfiorare quota trenta: nei ventotto chilometri, corsi nel clima umido e freddo che sta caratterizzando queste ultime settimane, ho ancora fatto ulteriori progressi sul passo: da 4'33"/km sono sceso ancora di qualche secondo, fino a 4'31"/km, pur aumentando di poco i chilometri percorsi. E dire che la partenza non è stata una delle migliori, alla mattina non ho mai ottime sensazioni. Invece, chilometro dopo chilometro, ho limato il passo di ben quattro secondi nell'ultima metà. E all'arrivo ho potuto constatare di essere riuscito in quello che viene chiamato "negative split", ossia riuscire a correre una seconda metà di corsa più veloce della prima: succede spesso, ma non con una differenza di un minuto e mezzo... Una bella progressione senza dubbio, facilitata comunque dalla presenza di una "lepre" speciale, una chiatta per il trasporto fluviale sul Meno, un'imbarcazione che in passato sono talvolta riuscito ad affiancare e superare. Non dopo venti chilometri già sulle gambe, però.

Da 16 a 31 chilometri

Ieri invece era il giorno dei trenta (ed oltre) chilometri. Alla fine sono stati quasi trentadue, ho fatto male i calcoli sul percorso. Ma ho comunque chiuso positivamente l'allenamento. Sono partito forte, nonostante i primi chilometri siano stati "strani". Mi sono sentito pesante, senza fiato e con gambe svogliate. Ho invertito il trend solo con una piccola pausa per ragioni fisiologiche: da lì ho stampato uno dietro l'altro dei più che incoraggianti chilometri a 4'30"/km se non anche inferiori. Poi, a cinque chilometri da casa, la luce si è spenta e ho dovuto andare a pescare tutte le energie più residue per mantenere un passo ancora veloce. Chiudo in 4'32"/km, conscio che migliorare ancora il passo non sarebbe stato facile. Ma soprattutto, chiudo felice. Sei mesi fa, infatti, correvo la stessa distanza impiegando 14 secondi in più ad OGNI chilometro. Quattordici secondi possono essere un'eternità. Su una maratona, sui 42,195 chilometri, vorrebbe dire quasi dieci minuti in meno (dieci!!!); ovviamente un miglioramento di dieci minuti non può essere possibile. Ma alzare l'asticella delle proprie pretese, stavolta, è più che un dovere.
Bis bald!
Stefano

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