Il connubio tra l'arte moderna e Parigi è riassumibile in un solo nome: Centre Pompidou. Il grande complesso fortemente voluto dall'omonimo presidente francese, o meglio ciò che vi risiede, il Museo Nazionale d'Arte Moderna, era una delle mete parigine da me più “desiderate”, per più di un motivo. Venni per la prima volta a Parigi durante la gita di quinta superiore, e, in visita proprio al Centre Pompidou, tutta la classe non ci capì un accidente. Di lì a pochi mesi ci saremmo diplomati come periti elettronici, la nostra età e il nostro background scolastico furono più di una giustificazione della nostra svogliata e disinteressata visita. Undici anni dopo, con una discreta quantità di sale in zucca in più e soprattutto con un vettore di cultura come Giulia al mio fianco, la visita del Pompidou non poteva che trasformarsi in uno dei momenti più appassionanti della settimana parigina.
La più che inconfondibile facciata del Centre Pompidou... |
Innanzitutto, bisogna spendere due parole sull'edificio e sulla sua storia. Intitolata al presidente della Repubblica francese Georges Pompidou, questa audace costruzione fu inaugurata nel 1977 proprio grazie al suo volere. Pompidou era infatti preoccupato dall'avanzare di New York quale Mecca dell'arte contemporanea, nonché desideroso di ampliare il bacino di pubblico raggiungibile da un moderno spazio di aggregazione nel pieno centro della capitale francese. Il concorso per la realizzazione dell'edificio viene vinto a sorpresa da un gruppo anglo-italiano di architetti, tra cui l'ancora sconosciuto Renzo Piano. Lo stile dell'edificio è ardito e, nel bene o nel male, lascia il segno nello sguardo dei visitatori, grazie alla moltitudine di colori che lo circonda: sono infatti ben visibili le tubature colorate che riforniscono l'edificio di acqua (verde), aria (blu) ed elettricità (gialle). I tubi rossi sono quelli legati alla rete di ascensori, tutto il resto è... apparenza.
Ma il Centre Pompidou non è il solo museo d'arte moderna: lo si capisce già entrando al suo interno, quando si viene accolti da un avveniristica hall, un grande spazio, ampio ed aperto nel quale si percepisce la grande mole di cultura che vi è racchiusa. È un luogo nel quale non ci si può non sentire a proprio agio. Ed effettivamente, ben tre piani del Centre Pompidou costituiscono la Bibliothèque publique d'information, la più grande biblioteca pubblica di Parigi, un grande centro del sapere e dell'informazione a 360 gradi: quattrocentomila documenti tra libri, riviste, giornali e documenti audiovisivi.
Gelb-rot-blau, uno dei capolavori di Vassily Kandisky esposti al Musée d'Art Moderne |
Poi c'è ciò per il quale siamo venuti: il Musée national d'Art Moderne, uno straordinario viaggio all'interno dell'arte del XX secolo. Si parte dal fauvismo di Matisse fino ad arrivare alle correnti più recenti, quelle dei giorni nostri, passando per un numero impressionante di opere (servono tre/quattro ore per esplorare tutto il museo) e di artisti che hanno lasciato il segno nel panorama artistico: Magritte, Picasso, Klee, Mondrian, Braque, Chagall, Dali, Kandinsky', De Chirico, Ernst, Brancusi, Duchamp e potrei ancora continuare nella lunga lista di grandi artisti. Soprattutto nel piano dedicato agli artisti che hanno lavorato tra il 1900 e il 1960, il museo si rivela essere un attraente insegnante di storia dell'arte: ogni sala è spiegata con opportuni commenti, per meglio comprendere quanto si nasconde dietro le più famose creazioni artistiche del Novecento.
IKB 3, il quadro monocromo di Yves Klein, in abbinamento con l'abbigliamento di Giulia |
Il quarto piano raccoglie le opere dal 1960 ad oggi, più complesse da comprendere a fondo senza un adeguato background, mentre il quinto piano è dedicato all'arte della prima metà di secolo. È allestito stupendamente, con opere esposte in ordine sostanzialmente cronologico (perfetto per capire l'evoluzione artistica del Novecento); a livello di organizzazione è forse il museo migliore che abbia mai visitato. La visita scorre senza intoppi, non annoia ed è assai coinvolgente. Abbiamo dedicato tre ore e mezza per la sua visita ma, veramente, non ce ne siamo assolutamente resi conto…
Può un simile oggetto essere "arte"? |
Anche chi non bazzica frequentemente i musei può divertirsi e regalarsi una visita al Centre Pompidou, soprattutto al quarto piano, chiedendosi: come è possibile che certe opere vengano considerate arte? Io mi chiedo tuttora come oggetti (tra i più disparati) come una cornice vuota, delle lattine, maschere per l'ossigeno, dentiere, lampadine, addirittura un pisciatoio (!!!) possano essere arrangiati a piacimento per creare… dell'arte. Questo proprio non riesco a spiegarmelo. Non è una colpa dell'artista, ovviamente, la colpa è della mia ignoranza in materia. L'arte contemporanea, secondo me, è ancora un qualcosa per pochi fortunati in grado di intenderla. Ma proprio perché di difficile comprensione, essa suscita in me un certo fascino per tutto ciò che dietro si nasconde...
La Fontana Stravinsky, proprio davanti al Centre Pompidou |
E, infine, due must da non perdere: la terrazza del Centre Pompidou, dalla quale spaziare con lo sguardo su Parigi (non a 360°, ma quasi), e la Fontana Stravinsky, proprio di fronte all'edificio, una collezione di sculture automatizzate che spruzzano acqua e raffigurano le opere dell'omonimo compositore. Noi le abbiamo viste immobili, ma anche da ferme sono meravigliose.
Bis bald!
Stefano
La mia personale Top-10 del Musée d'Art Moderne al Centre Pompidou di Parigi:
1. Vassily Kandisky - Gelb-rot-blau (→)
2. Georges Braque - Nature morte au violon (→)
3. Otto Dix - Erinnerungen an die Spiegelsäle von Brüssel (→)
4. Henri Matisse - Luxe, Calme et Volupté (→)
5. Yves Klein - IKB 3, Monochrome bleu (→)
6. René Magritte - Le double secret (→)
7. Fernand Léger - Le réveil-matin (→)
8. Yona Friedman - Etude de la ville spatiale (→)
9. Pablo Picasso - Portrait de jeune fille (→)
10. Paul Klee - Rhythmisches (→)
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