mercoledì 7 dicembre 2016

Zorba racconta

Ciao a tutti!
Durante la vacanza a Creta avevo volutamente iniziato il libro di uno dei figli più famosi di quest'isola, lo scrittore Nikos Kazantzakis: Zorba il greco. Il caso volle addirittura che lo iniziassi nella spiaggia di Stavros, laddove venne girata la scena finale dell'omonima trasposizione cinematografica. Fin dalle prime righe di questo capolavoro della letteratura (vedi recensione) mi resi conto di quanto si potesse sognare con le parole di Kazantzakis. Ogni pagina è un'immersione nella magica realtà di Creta.
Zorba il greco ha ispirato questo post, in cui voglio unire la passione per la fotografia e il gusto della buona lettura. In cui ho scelto alcune immagini scattate durante la settimana trascorsa a Creta, per "commentarle" con alcune frasi tratte proprio dal libro di Kazantzakis.
Per sognare con il calore di Creta, per viaggiare con le parole di un libro meraviglioso, Zorba il greco, il mio manuale della felicità.

"A suo modo, ciascuno di noi sentiva di essere un insetto effimero, accanitamente aggrappato alla corteccia terrestre, e di avere trovato un comodo angoletto sulla sponda del mare, fra sterpi e latte vuote di petrolio, ove si poteva riposarsi accanto al proprio simile. Ciascuno di noi sentiva di avere dinnanzi a sé cibo e altre cose gradevoli, e di avere dentro sé affetto, sicurezza, serenità."

"Ecco il mare nella languida dolcezza dell'autunno, ecco le isole bagnate di luce sotto la pioggia minuta che stendeva un diafano velo sulla immortale nudità della Grecia. Felice l'uomo, pensai, che prima di morire ha la fortuna di veleggiare sul mare Egeo."



"Uno dei monelli mi si avvicinò e, ammiccando con gli occhi neri, sussurrò in tono beffardo: «Non è cretese. E' un pigrone.» «I cretesi non sono pigri?» «Sì... certo... anche loro sono pigri...» rispose il ragazzino cretese. «Ma in un modo diverso»."

"Un bellissimo paese, signore, pieno di ogni ben di Dio: carrubi, fagioli, olio, frumento, vino. E laggiù, nella sabbia, maturano le primizie: cetrioli, melanzane, pomodori e meloni. È il vento dell'Africa a farli gonfiare: la notte, negli orti, si può udirli mentre crepitano nell'ingrossarsi."

"Quella notte restammo alzati presso il braciere a lungo, in silenzio. Ancora una volta compresi quale semplice e modesta cosa fosse la felicità, un bicchiere di vino, qualche castagna arrostita, un braciere incrinato pieno di carboni ardenti, il suono del mare. Null'altro. Tutto quello che occorre per gustare la felicità nel luogo e nel momento adatto, è un cuore semplice e modesto."

"I cretesi non prendono le cose alla leggera. Appena ti hanno messo gli occhi addosso, colgono al volo qualsiasi caratteristico particolare e ti affibbiano un soprannome dal quale non ti libererai più... un nomignolo che te lo tirerai dietro dovunque tu vada, come una pentola legata alla coda di un gatto."

"Sotto i lampioni accesi gli uomini bevevano aperitivi e le donne si avviavano verso le loro case: l'aria era profumata di cipria, saponette, anisette e souvlaki."

"Ma noi, simili a cannibali, continuammo tranquillamente a mangiare il sontuoso manicaretto e a bere il rosso vino frizzante, mentre, oltre il velario formato dai rami argentei degli ulivi il mare si faceva tutto roseo nella languida luce del tramonto."

"Ecco la brulla, deserta montagna: ecco le squallide pietre e la luminosa nudità cara al mio cuore."

"A poco a poco i miei occhi si abituarono alla luce abbagliante. Ora, fra i ruderi scorgevo le tracce della mano dell'uomo."

"Arrivai alla spiaggia e continuai a camminare rapidamente sul margine dell'acqua. È conturbante camminare soli in riva al mare. Ogni onda, ogni uccello del cielo sembrano chiamarci ed esortarci a compiere il nostro dovere. Quando si è in compagnia si ride, si parla, non si hanno orecchie per la voce degli uccelli e delle onde."

"Avevamo ripreso il cammino, noi due avanti e le donne dietro, con le mani congiunte sul seno. I fiori d'olivo sarebbero durati sui rami? La pioggia sarebbe venuta a gonfiare l'orzo?"

"Mi stesi sui ciottoli e chiusi gli occhi. «Che cosa è l'anima?» domandai a me stesso. «E quale segreto legame esiste fra l'anima, il mare, le nubi, i profumi? Si direbbe che l'anima sia insieme mare, nube, profumo»"

"«Qui», pensai, «uno spirito pacato e raffinato potrebbe coltivare una esaltazione religiosa adatta alla statura morale degli uomini. Non una cima vertiginosa, sovrumana, e neppure una pigra pianura voluttuosa; ma ciò che occorre in giusta misura perché l'anima si elevi senza perdere la sua umana dolcezza. In un luogo simile, non potranno formarsi né eroi, né porci: ma soltanto veri uomini.»"

"Mi pareva di vedere il fragile vecchietto aggirarsi nei campi, scrutando con segreto eccitamento il suolo, per identificare nuove forme e nuovi colori. Probabilmente quella ricerca lo colmava di mistico sgomento: in primavera doveva ritenere che i prati fossero popolati di angeli e di demoni variopinti."

"Entrammo di corsa nel Caffè-Macelleria Alla Modestia. Era affollato. Alcuni avventori giocavano alla belote, altri discutevano, con voce così alta come se avessero dovuto chiamarsi da una vetta all'altra delle montagne. In fondo, seduti intorno a una tavola, gli anziani del villaggio parlavano di cose serie, con un'aria solenne."

"Poi si voltò di nuovo verso il mare e continuò a fumate lentamente, soffiando il fumo dalle narici: «Domani avremo scirocco», annunciò. «Il tempo è cambiato! Si gonfieranno le gemme degli alberi e anche i seni delle fanciulle, sino a fai scoppiare il corsetto!»"

"Arrivammo alla spiaggia che era quasi mezzanotte e si stava alzando il vento. Dalla lontana Africa spirava il noto, il caldo soffio che inturgidiva le gemme sugli alberi, i grappoli nei vigneti e gli acerbi seni delle fanciulle di Creta. L'intera isola, sdraiata sull'acqua, tornava alla vita nel tepido respiro del vento che fa circolare la linfa."

"«Come si chiama quella prodigiosa distesa azzurra, padrone? Mare? E questa che si pavoneggia in un verde grembiule fiorito? Terra? Chi fu l'artista che li concepì? E' la prima volta che li vedo, padrone, te lo giuro!» I suoi occhi erano lucidi di pianto."

"«Che macchina strana è mai l'uomo!» esclamò Zorba, stupito. «La riempi di vino, pane, pesci, erbaggi, e ti restituisce sospiri, risate, sogni. Come in un opificio! Sono sicuro che dentro le nostre teste ci deve essere un impianto di cinema sonoro.»"

"Poi mi arrampicai in vetta a una collina. Volgendo attorno lo sguardo, vidi un austero paesaggio di granito e di roccia. Neri carrubi e argentei olivi mi sorgevano attorno; fichi e vigneti prosperavano più sotto. Nelle insenature riparate dal vento, avevano il loro rifugio boschetti d'aranci, di limoni e di cotogni; in vicinanza della spiaggia si stendevano gli orti."

«Quando ti deciderai a venire qui, benedetto mollusco attaccato agli scogli della Grecia? Anche tu sei diventato un ozioso da taverna, un tipico Elleno pigro e statico, dedito alla vita dei caffè?»"

"A occidente l'orizzonte era soavemente sereno. Piccole nuvole sfioccate e rosse, dai margini d'oro, veleggiavano lente nel purpureo cielo del tramonto, assumendo la forma ora di cigni, ora di navi, ora di fantastici mostri ritagliati nell'ovatta e nella seta. Oltre le canne d'India della corte, si vedevano scintillare le onde del mare in tumulto."

"Si bevve, si finì di divorare l'agnello, e il mondo intorno a noi parve divenire più leggero, il mare appariva felice, la terra beccheggiava come il ponte di una nave, due gabbiani zampettavano sui ciottoli chiacchierando come esseri umani."

"Deserto, sabbia finissima a perdita d'occhio, sotto l'aria rosea, azzurrina, dorata, tremolante. Le tempia ci ardono sino a scoppiare. L'anima lancia un folle grido esultante, ma nessun grido le risponde..."

"«Che cosa è stato quel colpo di rivoltella?» domandò di nuovo furibondo. Udimmo il monaco allontanarsi in gran fretta. Con un salto Zorba raggiunse la porta e l'aperse. «Sporchi, farabutti!» gridò, sputando in direzione del fuggiasco. «Delinquenti! Preti, frati, monaci, sacrestani, siete un branco di porci!» e sputò di nuovo."

"Si posò il santuri in grembo e, curvandovisi sopra, sfiorò leggermente le corde - sembrava volesse consultarlo in merito alla melodia da suonare. Sembrava volesse destarlo dal sonno, e indurlo a confortare il suo spirito vagabondo, ormai stanco di solitudine."

Bis bald!
Stefano

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...