mercoledì 6 agosto 2014

Storie di eroi in parole e musica

"È qualcosa di incredibile come Dio abbia fatto nascere il più grande campione della storia del ciclismo in un posto come Castellania, laggiù dove non c'è niente, dove la strada si interrompe."
Marco Ballestracci

Ciao a tutti!
Qualche settimana fa parlai di un libro che mi aveva straordinariamente colpito per numerosi motivi. Il libro in questione è Il dio della bicicletta, di Marco Ballestracci (vedi recensione). Senza tediare con gli avvenimenti nel mezzo, proprio ieri ho avuto il piacere di conoscere l'autore del libro. Non solo, ho anche assistito allo spettacolo in cui presentava Il dio della bicicletta ad un'interessata platea in occasione di Pralibro, una rassegna libraria che si svolge ogni estate a Prali, in Val Germanasca. Prali dista un'ora di macchina da dove vivo: non ho potuto fare a meno di godermi l'esibizione collegata a questo libro che ho letteralmente adorato. Ho pensato, "se il libro è stato così coinvolgente, non oso immaginare quanto lo sia uno spettacolo in parole e musica".


Accompagnato dal chitarrista Giorgio Pasino e introdotto dal libraio torinese Andrea Bertelli, Marco Ballestracci ha portato a Prali una presentazione alternativa della sua ultima opera. Non una conferenza, non un noioso monologo, bensì uno spettacolo appassionante, interattivo e soprattutto mai banale. Per chi ama il ciclismo, i suoi protagonisti e le storie che il "vate" Adriano De Zan amava raccontare durante le avvincenti telecronache di Giro e Tour, le vicende che Ballestracci porta in scena – tra un verso di Paolo Conte, un'esclamazione in veneto e una dolce melodia – sono pura poesia.
Cosa viene in mente ad un normale appassionato di ciclismo, magari in giovane età come il sottoscritto, quando si parla di Tourmalet, Gavia e Mont Ventoux? Probabilmente torneranno alla memoria (rispettivamente) Chiappucci al Tour del 1991, Hampsten al Giro del 1988 e il duello Pantani-Armstrong al Tour del 2000. Ballestracci conduce alla scoperta di storie non propriamente dimenticate, ma nascoste dall'oblio del tempo che passa, quella fosca cappa che si crea negli anni che solo i più grandi cantori sanno strappare via, al fine di tramandare l'epopea di un mondo che è svanito sotto i colpi della tecnologia e dei mass media. Storie di fatica, di sudore, di sacrificio. Storie che scrivono la Storia, come quella di Gino Bartali sul Tourmalet al  Tour del 1950, bersaglio dell'avversione francese verso i “voltagabbana” italiani. Storie che sono favole agrodolci, come la prima salita del Gavia e la dolorosa sconfitta di Imerio Massignan. Storie che sono tragedia e storia del ciclismo, come la morte di Tommy Simpson sulle rampe del Ventoux nel Tour del 1967. Storie che sono sempre leggende.
La prosa di Ballestracci è perfetta e si dimostra capace di attrarre gli spettatori come il miglior genere thriller. O come, per rimanere nell'ambito ciclistico, il finale di una tappa alpina del Tour de France. Gliel'avevo già promesso giorni addietro, ieri ho mantenuto la promessa: i suoi testi, da lui autografati, sono ora a casa mia, pronti per essere letti. Ma che dico, divorati. E torno a casa felice, in una notte di agosto in cui la luna illumina soffusa la Val Chisone. In cui è inevitabile pensare che quei monti e quelle colline videro sfrecciare nel 1949 Fausto Coppi verso la più grande impresa ciclistica di tutti i tempi…
È doveroso un plauso a Pralibro (per maggiori informazioni, visitare il sito internet www.pralibro.it), una manifestazione ormai giunta alla sua edizione numero 13, ma che scopro solo ora, in occasione di questo spettacolo. Peccato essere così in ritardo, in quanto l'iniziativa, un bel mix di cultura e spettacolo è decisamente ben architettata (provate ad immaginare un luogo di culto trasformato in libreria…) ed è un energico invito alla lettura. Da ripetere tassativamente: purtroppo per me, mi tocca aspettare l'estate 2015…
A presto!
Stefano

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