Marco Ballestracci, I guardiani
Un romanzo atipico sullo sport più bello del mondo: dopo tanti racconti figli del sudore e della fatica del ciclismo (L'ombra del Cannibale, Imerio, Il dio della bicicletta), sport che come pochi altri sa regalare storie, Marco Ballestracci si sposta sul rettangolo verde di un campo da calcio. Lo fa intrecciando le storie di cinque giocatori che hanno ricoperto il ruolo più complicato da ricoprire in campo, quello del portiere.
Il trait d'union tra il ciclista e il portiere è il senso di solitudine: il primo sulle grandi montagne, il secondo per buona parte dei novanta minuti. Nel mondo del calcio, quello del portiere è un ruolo... particolare. Raramente un portiere viene celebrato al pari dell'attaccante, molto più spesso viene detronizzato per un suo errore. Se all'errore dell'attaccante si può, forse, porre rimedio, all'errore del portiere non c'è salvagente. Quando l'avversario ha scagliato la palla verso la propria porta, il resto dei contendenti non conta più nulla e diventa una sfida a due: un oggetto che viaggia a cento chilometri orari contro un uomo, in volo, che non vuole raccogliere quella palla in fondo alla rete. Questione di attimi in cui nessuno può aiutare l'estremo difensore. Sbagliare l'intervento, o compierlo, fa tutta la differenza del mondo, significa l'inferno piuttosto che la gloria.
Dall'inferno e dalla gloria sono passati tutti i protagonisti de I guardiani, l'ultima fatica di Marco Ballestracci. Cinque storie di altrettanti fenomenali portieri, protagonisti di storie che portano il lettore sui campi di mezza Europa, in un arco temporale che va dagli anni Trenta ai Settanta. Cinque storie accomunate dalla figura del bambino che si scopre forte nel volare tra i pali e dalla figura del Vecchio Allenatore, che li guida a diventare uomini ancora prima che campioni. La cornice di queste storie non è quella dei riflettori dei grandi stadi, ma un campetto di periferia, laddove questo sport non è ancora avvelenato, laddove questo sport mantiene una traccia di romanticismo.
E non ci potrebbero essere storie più romantiche di quelle di Toni Turek, reduce di guerra e campione mondiale nel 1954; di Giuseppe Perucchetti, un portiere partigiano salvato dal pallone; di Jan Tomaszewski, l'eccentrico portiere polacco che sbarrò la strada verso i Mondiali del 1974 all'Inghilterra; di William Vecchi, il portiere che di fattò portò a Milano la Coppa delle Coppe nel 1973; di Bernd Trautmann, da paracadutista della Luftwaffe ad eroe della FA Cup del 1956. Cinque storie raccontate con la semplicità che è propria di Ballestracci, cinque storie raccontate con gli occhi liberi ed ingenui del bambino che sogna di diventare grande tra i pali.
Bis bald!
Stefano
Giudizio: 10/10 ■■■■■■■■■■
Giudizio: 10/10 ■■■■■■■■■■
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