mercoledì 7 novembre 2012

Turin Marathon, tappa 3: 31 con lode

Ciao a tutti,
ormai ci siamo, il giorno atteso è sempre più vicino. E da parte mia non cala la concentrazione in vista dell'evento. Anzi, è questa l'ora di darci dentro, come ho fatto domenica.
Già, domenica ho corso in allenamento, per la prima volta assoluta, una distanza superiore a 30 chilometri. E non mi sono limitato a correrli così, uscendo di casa trullo trullo con spensieratezza. Li ho corsi a Sestriere. Li ho corsi a 2000 m di quota. C'è chi dice sia un doping naturale correre in altura. Non so se sia vero, ma penso (non garantisco, non avendola ancora corsa) sia un buon surrogato di ciò che proverò domenica prossima... è veramente dura correre a 2000 m. Avevo già sperimentato questa sensazione qualche settimana fa, ma su distanza più breve e soprattutto non con la temperatura di domenica, 2°C alla partenza, 6°C al termine, non con la neve a bordo strada, non con la fastidiosissima sensazione che deriva dall'avere sotto i piedi un sottilissimo strato di poltiglia.

Fantasticandomi maratoneta, a Rio de Janeiro 2016...

Poche attività riescono quanto o meglio del correre a rappresentare il significato della parola "libertà". Di per sè, correre è probabilmente l'atto più libero che esista. Due immagini che mi giungono alla mente per dare l'idea: 1) pensare ad un criminale che scappa dal poliziotto, per mantenere la libertà: come? Correndo. 2) il bimbo che corre in un prato verde: come? Libero.
La montagna è anch'essa sinonimo di libertà: e correre a questa quota, al fresco (per non dire al freddo, a dire il vero), all'aria pulita, lontano dal caos cittadino è veramente particolare.
Tornando ad argomenti meno filosofici, l'allenamento di domenica è stato veramente tosto...31 km in altura sono tanti, li ho sentiti eccome. Sarà il freddo, sarà il continuo saliscendi sul circuito che ho ripetuto tredici volte nell'abitato di Sestriere (più di 400 i metri di dislivello totali percorsi), ma il mio ginocchio ne ha risentito e mi ha costretto a terminare l'allenamento alzando decisamente il ritmo.

Scenario di corsa: un'imbiancata Val Chisone ma con i colori dell'autunno

Sono contento di ciò che ho fatto: se sarà utile, lo dirò domenica prossima. E voglio ripetere l'esperienza, sicuramente. Non ora, però. Se ne riparlerà a neve sciolta e strade asciutte.
Ora è bene concentrarsi sugli ultimi allenamenti mattutini, sulle ultime sedute in palestra, sull'ultima sessione da 35 km (e più). E tenere duro, molto duro. Perché così dovrò fare anche domenica 18.
Alla prossima,
Stefano

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