Sono in pieno ritiro pre-gara. È un momento in cui scrivere è quasi necessità. Perchè rifletti tantissimo sul passato e sul futuro, specie quello breve, quello che si avvererà nel giro di poche ore. Ogni tanto si esagera con i pensieri, sfogarsi con una tastiera non può che fare bene.
La canotta rossa e' pronta. Il pettorale pure... |
Si arriva a questo punto alla fine di un lungo percorso. Ne avevo gia' parlato prima della Turin Marathon: pensavo che certe sensazioni non sarebbero piu' tornate. Ma ogni volta che ti trovi a correre quei 42.195 chilometri ti salgono su, quasi come un nodo alla gola, una miriade di pensieri. Come raccontavo giusto poco fa ad una ragazza australiana incontrata in ostello, questa e' la mia seconda maratona, ma nel momento in cui infili i lacci delle scarpe tra le fessure del chip e posizioni con cura le spille per fissare il pettorale con la canotta, ti si apre un mondo di emozione dinanzi. Ti batte forte il cuore, sapendo che domani andrai a raccogliere il frutto della preparazione di mesi. L'esito di tanta fatica compiuta, al caldo e al freddo. Di tanto sudore versato e molto dolore (fisico) vissuto, quando in allenamento i muscoli iniziano a volerti comunicare che e' ora di smetterla.
Mesi di allenamento studiati con Edoardo, numerose maglie e pantaloncini lavati da mia mamma, condivisioni di esperienze con i colleghi, riflessioni sul come impostare la gara e sul come affrontare i tratti piu' duri della maratona di Barcellona. Si arriva a pensare anche se hai fatto proprio tutto cio' che potevi fare per rendere al meglio, ma alla fine si, il mio dovere l'ho fatto. Si, ho qualche piccolo rimpianto per il problemino al piede a cavallo tra gennaio a febbraio, che ha disturbato la preparazione. Forse avrei potuto lavorare meglio durante i "long-run". In realta' non lo so, se ho fatto bene o male.
La giornata pre-gara e'un pot-pourri di immagini ed emozioni. Il ritiro del pacco gara e' l'essenza, li' veramente realizzi di entrare nel vero mondo della maratona. Ed e' li' che ragioni sui primi passaggi della corsa...entri nel padiglione, individui la corsia in cui troverai il tuo numero; poi ritiri la maglietta della corsa e il pacco-gara con tutte le informazioni per la corsa. Che in realta' le conosci gia', tutte: arrivare alla partenza in orario, fermarsi in caso di problemi fisici, come mettere il chip, non fermarsi dopo la linea d'arrivo (normalmente, cio' che si controlla e' la propria posizione in griglia e dove sono collocati i vespasiani). Check-up al chip della gara, e quando vedi il tuo nome sullo schermo capisci che ci sei, "you're in".
Poi entri nell'incredibile area espositiva allestita per l'occasione, con gli stand di sponsor e numerosi altri brand connessi al mondo della corsa e del fitness. Tra cui, ti capita di vedere anche una piscina che sarebbe da definire "home-version"... tutto vero, non sto scherzando. Vedi i maratoneti che si affollano agli stand in cui si vendono gel a base di amminoacidi, per molti oggetto essenziale durante la corsa. Personalmente, ne faccio a meno, preferisco il pezzo di mela o di banana durante la corsa. Forse saro' un po' fissato ma mi piace correre salutare e senza imbottirmi di fluidi industriali. Anche a Torino, ne ho fatto a meno. E saprete come e' andata...
Cena da runner, all'insegna del puro salutismo |
Un salto in ostello a rifocillarsi un po'. Poi ancora un'ultima passeggiata per la citta', tradizione di sempre prima di una grande corsa. E qualche chiacchera, proprio come prima della Turin Marathon con Dario. Stavolta e' con il gruppo di runners che ho conosciuto via blog (Marta, per la precisione) e ora direttamente, in occasione di questa maratona.
E soprattutto con Eleonora. Lei, la "catalizzatrice di cazzate", come piace autodefinirsi, e' la migliore soluzione ai problemi interiori dovuti alle paure podistiche. Non ci penso, semplicemente, si sparano un po' di battute sul perche' "les sardanes" (un ballo catalano) sia cosi' brutto o sul perche' i souvenir di Barcellona siano osceni come da nessun'altra parte al mondo. Senza dimenticare Giulia, che nei momenti di stallo in ostello ha saputo farmi compagnia con ironia e simpatia, tramite agguerrite ma leali discussioni sugli e-book, sull'arte contemporanea e sull'eterna sfida tra sciatori e ciaspolatori.
Durante una giornata come questa, impossibile non ripensare al percorso, e a come impostare la gara. Ti rendi conto che alcuni tratti della maratona li hai percorsi durante il tuo vagare per la citta'. Come Avenida del Portal de l'Angel...quel lastricato, non e' il massimo, e' un invito al crampo. Passeig de Gracia, l'avevo visto ieri e poi mi sono reso conto che e' l'inizio del secondo blocco di salita nella prima meta' di gara. E pende. Non sara' come fare il Mortirolo, ma ha il suo coefficiente di difficolta' piuttosto elevato. Mi ha fatto piacere percorrere la Gran Via, scende parecchio ed e' un corso stile Torino, piuttosto largo. Un bel passaggio per recuperare energie (o tempo). Via Laietana e' piu' stretta, ma siamo gia' verso la fine e creera' meno problemi. E infine ti ricordi che si passa in Ronda Sant Pere, in Paseo de Pujades e pure in Plaça de Catalunya, proprio quella piazza dove e' cominciata la mia avventura a Barcellona.
E' ora di tornare in ostello. Iniziano le lunghe ma allo stesso tempo veloci ore prima di trovare il giusto momento per andare a dormire. C'e' da mangiare e tanto, domani si brucia una quantita' inimmaginabile di energia. Riso, carne, frutta e un po' di cioccolata per finire in bellezza. Va bene non mangiare cibo spazzatura, pero' qualche piacere al palato bisognera' pur darglielo. Ci pensa Giulia a non farmi pensare piu' tanto alla corsa, meno male che c'e'. E poi la cara vecchia Juventus, vincente anche stasera, riesce a farmi esultare tra gli ospiti cinesi (o coreani? o giapponesi? non so, per me sono tutti uguali) dell'ostello. Grandi Mirko e Claudietto, grazie a voi posso essere orgoglioso del tifo bianconero anche in terra blaugrana.
Il mio blog si rivela ancora un'ottimo modo per sfogare la tensione che si concentra in me. E' ora di spegnere il pc. Domani non ci saranno tastiere e parole. A parlare saranno gambe e polmoni. E il cuore, come sempre.
Buonanotte a tutti,
Stefano
alla buona ora ho ritrovato il blog sul pc di casa! un po' tardi per dirti in bocca al lupo.Stai già andando verso la area partenza per il riscaldamento. come hai scritto, adesso è ora di liberare la mente e lasciare andare le gambe. DIVERTITI! Enrico
RispondiEliminaè stato bello provare a condividere con te emozioni per te così importanti. e comunque... quando scierai.. capirai!
RispondiEliminaGrazie per la "condivisione", te ne sono grato [...]
EliminaComunque, chi ti dice che scierò un giorno? :)
io, ovvio.
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