giovedì 19 marzo 2015

Road to Hamburg: come la seconda delle donne

Ciao a tutti!
Sabato è stata di nuovo ora di corse, di competizione, quella vera. Ed è stata anche la prima in suolo tedesco, la prima di quella che spero sarà una lunga serie. Come annunciato nel weekend, la corsa scelta è stata la Halbmarathon Widmann-Cup, una mezza maratona tracciata nel territorio della città sveva di Schwäbisch Gmünd e nei suoi dintorni. Il risultato è stato non dei migliori a livello cronometrico, 1h35'06'', ma è stato ampiamente soddisfacente. Questo perché ogni riscontro va soppesato in base alle diverse situazioni. Vediamo quali.

La partenza dallo Schwarzerallee - della corsa dedicata ai bambini (© laufreport.de)

Innanzitutto, questa mezza maratona non è stata corsa per cercare un personale, per migliorare il proprio limite sulla distanza, ma per farlo in un altra, più importante, quella della maratona di Amburgo, in cui spero di fare meglio che nell'edizione 2014 della Venice Marathon. L'evento di ieri cade in piena preparazione per la maratona ed è quindi normale che le gambe non siano brillanti come in altri momenti. È invece importante il confronto con situazioni simili vissute in passato. Sei mesi fa, durante la Mezza di Monza, avevo chiuso la corsa con 42 secondi in più sul cronometro. Che equivale ad un passo di 2"/km più veloce: bene! Ma cosa è cambiato rispetto a sei mesi fa? Beh, il percorso, ancora più difficile e tecnico. Moltissime sono state le curve, alcune di esse strette, a 90°, altre strettissime, a 180° (come il giro di boa a 10,5 chilometri, o la salita del cavalcavia) che inevitabilmente fanno scendere il ritmo e costringono ad uno sforzo supplementare per ritrovarlo. Per non parlare del saliscendi continuo, fatto di cavalcavia, sottopassi e alcuni fastidiosi falsopiani. Il punto più alto (secondo il mio altimetro) era posto a 341 metri s.l.m., quello più basso a 296 metri s.l.m.: una differenza di altitudine di 45 metri in una mezza maratona è una enormità. Altra nota positiva è stato arrivare in ottima condizione a fine gara: quasi non mi sembrava di aver corso tutti quei chilometri. Invece di buttarmi a terra, come spesso fatto in altre occasioni, ho fatto una corsetta defaticante fino alla mia auto. Anche nelle ore successive, era per me incredibile come le gambe sembrassero non accusare la fatica.
Dall'altro lato, va ricordato che correre di pomeriggio può rappresentare un piccolo vantaggio (le gambe sono già ampiamente "rodate"). Poi c'è il freddo, quello aiuta sempre a ottenere ottime performance. Vantaggi e svantaggi sono dunque difficili da quantificare. Resta il numero, il dato di fatto, che fa segnare un buon passo avanti.

Altimetria della Halbmarathon Widmann-Cup (registrata con Germin Forerunner 310XT)

La mia personale condotta di gara è stata esemplare, forse la migliore finora: partenza cauta, attorno ad un ritmo di 4'30"/km che sapevo di poter reggere senza affanno, lento ma non troppo, anche per godersi il paesaggio. Al giro di boa, incremento la velocità, complice la discesa e due podisti poco più in là che stimolano la mia voglia di raggiungerli. Intorno al chilometro 16 incremento notevolmente la velocità: sento dei passi dietro di me, qualcuno mi sta raggiungendo e superando. Beh, è una giovane ragazza, arriverà seconda tra le donne. Si chiama Mira, spinge come un ossesso. Mi fa da "lepre", e talvolta la supero, come ad incoraggiarla a continuare su questo passo. Poco prima del chilometro 20 mi chiede quanto manca, "meno di due chilometri" la mia risposta. Al quel punto, inizia ad allontanarsi, la rivedrò solo al traguardo. Che energia. A 600 metri dall'arrivo si spegne la lampadina. Gli sforzi per restare nella scia di Mira si fanno sentire, ma in realtà molla solamente la testa, perché riesco a stare sotto 4'30"/km anche in un momento in cui mi pare di crollare da un momento all'altro. Invece non si crolla e si chiude a 1h35': alla partenza avrei fatto la firma su questo risultato.
Detto questo, c'è tutto il resto...

Una delle tante salite (© laufreport.de)

...un resto che è frutto di un'ottima organizzazione (migliorabile ma comunque encomiabile) e di un percorso immerso in luoghi meravigliosi. I dieci chilometri di strada sui quali si dipana il tracciato della Halbmarathon Widmann-Cup mi hanno regalato nuovi scorci di Germania: più agricoli, più rurali, ma non per questo meno affascinanti. Poche ma curatissime casette a graticcio lungo il Waldauer Bach, foreste che sembrano infinite, prati dal verde rigoglioso, la legna accatastata a bordo strada per essere raccolta, la ferrovia che corre a fianco della strada, alternandosi al torrente Rems. Sono piccole cose, pur sempre un contorno per un podista, ma che aiuta a tornare a casa con un ricordo piacevole in più. E forse, anche il desiderio di ritornarvi, in queste terre.

Atleti della gara sui 10 chilometri (© laufreport.de)

Cosa vuol dire correre in Germania? Forse è presto per dirlo, in quanto questa è la mia prima corsa sul suolo tedesco, ma ho trovato alcuni spunti interessanti. A partire dal trasponder per rilevare il tempo: fissato sul retro pettorale, una sorta di spugna della quale presenza non ci si può proprio accorgere. Un pettorale con il proprio nome stampato (cosa mai vista prima in maratona). La banda di paese che carica gli atleti a inizio e fine gara. Orari rispettati in maniera impeccabile. La distribuzione dei numeri forse lascia un po' a desiderare (ah, tra l'altro, nessun certificato medico richiesto) ma la soddisfazione di vedere la birra distribuita a fine gara è impagabile...
Bis bald!
Stefano

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