Vittorio Gassman
Cosa si può dire di Roma dopo averla respirata per quattro magnifiche giornate culminate con una maratona che attraversato buona parte del suo cuore pulsante? Tutto e il contrario di tutto, perché è una città che vive di migliaia di contraddizioni. Roma è la grazia di monumenti simbolo anteposta alla sconcezza delle periferie. Roma è la ricchezza unica del patrimonio artistico che fa da contraltare alla povertà che la pervade ad ogni livello. Roma è uno spiegamento di forze dell'ordine senza precedenti contro una criminalità diffusa ed inestirpabile. Contrasti che una città come Roma, una capitale europea, un bacino culturale di valore incalcolabile, non può meritare.
Ovviamente non voglio soffermarmi sugli aspetti più cupi della nostra capitale, ma celebrarne quelli più luminosi. Perché "Roma è la luce" (citazione volutamente da Il gladiatore), la sorgente originale della civiltà. Senza Roma, senza il suo millenario dominio sull'Europa, ben poco di ciò che noi conosciamo sarebbe ciò che è attualmente. Proprio per questo, tutta l'eredità di questa fetta di storia è un patrimonio immenso che non deve passare in secondo piano. Una storia architettonica che va dagli antichi romani ai giorni nostri, perché sì, il Colosseo è il simbolo di Roma, ma il MAXXI e l'Auditorium sono pronti ad attirare molti turisti. Una storia in cui il potere e la fede hanno dato vita ad un ineguagliabile connubio, reso grande dalle opere di Michelangelo Buonarroti, Raffaello Sanzio e di Gian Lorenzo Bernini. Una storia di personaggi che hanno trasposto Roma in cultura, da Marco Aurelio ad Alberto Sordi.
Ogni angolo di Roma potrebbe raccontare una storia, tale è immensa la ricchezza di Roma. Ogni palazzo, ogni chiesa, ogni monumento nasconde una grande o piccola vicenda legata al nostro paese. Forse è per questo che Roma è un pozzo senza fondo. Quando presentavo il percorso della maratona che ho corso domenica scorsa a Roma, avevo detto che il tracciato dei 42,195 chilometri toccava oltre cinquecento siti storico-artistici: uno ogni 85 metri, all'incirca. Che densità di cultura e sapere! Una densità che si può provare a toccare con mano, ma della quale, in fondo, se hai quattro giorni a disposizione, si può solo tentare di farsene un'idea.
E quando, alla vigilia della mia partenza per Roma, pensavo "però, ho solo pochi giorni per tornare a visitare e riscoprire Roma" e iniziavo a mangiarmi le mani, cercavo disperatamente di capire quali dovessero essere le mie priorità di visita, senza venirne ovviamente a capo. Impossibile concentrare una visita di Roma in un tale spazio limitato. Bisogna fare delle scelte, e talvolta sono scelte dolorose. In questo fine settimana trascorso nella capitale tra marzo e aprile, le mie scelte sono ricadute sul quartiere più romanesco di Roma, Trastevere; sull'itinerario più classico del centro storico, la passeggiata dai Fori Imperiali al Campidoglio e sul museo più visitato di Italia (anche se non è proprio in Italia...), i Musei Vaticani.
E solo da questi tre itinerari, ci sarebbe già materiale per scrivere decine e decine di post. Ci proverò.
Bis bald!
Stefano
La meraviglia delle chiese di Roma: Santa Cecilia in Trastevere |
Ogni angolo di Roma potrebbe raccontare una storia, tale è immensa la ricchezza di Roma. Ogni palazzo, ogni chiesa, ogni monumento nasconde una grande o piccola vicenda legata al nostro paese. Forse è per questo che Roma è un pozzo senza fondo. Quando presentavo il percorso della maratona che ho corso domenica scorsa a Roma, avevo detto che il tracciato dei 42,195 chilometri toccava oltre cinquecento siti storico-artistici: uno ogni 85 metri, all'incirca. Che densità di cultura e sapere! Una densità che si può provare a toccare con mano, ma della quale, in fondo, se hai quattro giorni a disposizione, si può solo tentare di farsene un'idea.
Una Piazza San Pietro al calare del sole |
E quando, alla vigilia della mia partenza per Roma, pensavo "però, ho solo pochi giorni per tornare a visitare e riscoprire Roma" e iniziavo a mangiarmi le mani, cercavo disperatamente di capire quali dovessero essere le mie priorità di visita, senza venirne ovviamente a capo. Impossibile concentrare una visita di Roma in un tale spazio limitato. Bisogna fare delle scelte, e talvolta sono scelte dolorose. In questo fine settimana trascorso nella capitale tra marzo e aprile, le mie scelte sono ricadute sul quartiere più romanesco di Roma, Trastevere; sull'itinerario più classico del centro storico, la passeggiata dai Fori Imperiali al Campidoglio e sul museo più visitato di Italia (anche se non è proprio in Italia...), i Musei Vaticani.
L'imponenza dell'Altare della Patria |
E solo da questi tre itinerari, ci sarebbe già materiale per scrivere decine e decine di post. Ci proverò.
Bis bald!
Stefano
Nessun commento:
Posta un commento