...però non mi lamento. Basta osservare tutto per mezzo di una diversa lente di ingrandimento. O bisogna togliere il velo di Maya dal nostro sguardo, per mettere il discorso sul filosofico. Perché di bellezza ce n'è tanta anche qui, anche senza montagne dirompenti e verticalità estrema.
Nel corso degli ultimi due mesi, dedicati a preparare il progetto estivo tra le montagne, mi sono ritagliato anche un pomeriggio per camminare tra i vigneti di Volkach verso il Vogelsberg, uno dei miei "luoghi del cuore" da quando vivo in Franconia. Da Volkach seguo i saliscendi tra i vigneti che crescono rigogliosi sulla dorsale della Mainschleife, ossia il meandro fluviale più grande di tutta la Baviera. Un posto speciale, perché, pur rimanendo in una posizione privilegiata, si può osservare la curva che il fiume Meno compie tra gli abitati di Volkach e Nordheim am Main. Un luogo nel quale compiere un bel trekking di allenamento. Veloce ma intenso, con molte salite
Parto da Volkach, supero il ponte sul Meno che divide il centro principale dalla piccola frazione di Astheim. Da qui inizia una breve e dolce salita che conduce sulla ripida dorsale di vigneti (che viene percorsa da un'ampia carreggiata in continua salita e discesa) che divide due tratti del fiume Meno. Qui il panorama inizia a farsi sempre più interessante, fino a raggiungere l'apice dall'alto del Vogelsberg, dove sorge un piccolo complesso che fu in passato castello e monastero. Dal Vogelsberg si gode di una visuale eccelsa su Nordheim am Main, il piccolo villaggio di Aschendorf e sterminate distese di vigneti che cadono a picco sul Meno. Fiume che si è ristretto parecchio: sono abituato a vedere un "mare" d'acqua nel suo scorrere a Schweinfurt, e cinquanta chilometri dopo lo ritrovo assai diverso, piccolo e sinuoso.
Spesso mi sono fermato qui, al Vogelsberg. Anzi, sempre. Da solo, o con Giulia, o con ospiti in visita, ai quali mostrare uno degli angoli più incantevoli della terra in cui vivo da qualche anno. Stavolta invece sono voluto andare oltre. Mi sono inerpicato tra vie meno battute, rigorosamente in mezzo a filari che disegnano geometrie fotogeniche, seguendo la piega che il fiume, superato Nordheim, effettua verso sud, verso l'abitato di Sommerach. Nel mio incessante camminare, lungo il confine tra il bosco e il vigneto, non perdo mai di vista la visuale sul fiume. Mi pongo l'obiettivo di raggiungere con lo sguardo una traccia di Sommerach. Ci riesco, ma devo camminare parecchio per farlo, ed è la prova che le anse del Meno qui sono veramente larghissime. Questo sforzo "extra" è lo spunto per un'escursione futura... completare a piedi tutta l'ansa del fiume non può essere un'impresa impossibile.
Vigne sui due lati del Meno |
I vigneti di inizio estate sono meravigliosi. Perché sono rigogliosi, il loro fogliame splende. Perché sono adornati da rose (in realtà servono ai viticoltori per capire se stanno per arrivare alcune malattie delle vigne), che in questo stagione sono all'apice della loro fioritura. Perché danno lavoro a tante persone. Perché sono la garanzia di un continuo punto panoramico. Vedere il fiume da questa angolazione, circondato da entrambi i lati da colline così pittoresche, annulla la sensazione di nostalgia verso certi panorami ai quali non sono più abituato. Non avrò più sentieri da cui ammirare selvaggi panorami alpini, ma di fronte allo spettacolo delle vigne franconi, non posso che sentirmi un privilegiato.
Bis bald!
Stefano
Aschenforf |
Il mio percorso tra i vigneti di Volkach, nel bel mezzo della Mainschleife |
Bis bald!
Stefano
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