mercoledì 30 aprile 2014

Ritornare, esserci

Ciao a tutti!
Devo essere sincero, quando poco più di un mese fa ero tornato a correre, non ci credevo. Ma ci speravo. La speranza, se ben radicata, è il motore di tutto. Ed eccomi qui, che ritorno a rivivere le sensazioni che più aspettavo, dopo mesi di difficile stop forzato causa infortunio. Ritorno a correre la corsa che più mi piace. Quella lunga, quella che supera i venti chilometri, quella in cui non servono solo le gambe ma anche la testa. Dove correre non è solo un gesto atletico ma anche un folle percorso interiore.
Non è una maratona, questa sì che sarebbe una pazzia. Per ora mi "accontento" di correre sulla mezza distanza dei 21.097 chilometri. E soprattutto, lo faccio a casa. Dopo la poco fortunata esperienza dell'anno scorso, riprovo a correre la "Mezza di Varenne", la corsa che si corre sulle stradine di campagna che conosco fin da quando sono bambino. Senza alcun tipo di ambizione cronometrica: chiudere anche sotto 1h42' sarebbe "qualcosa di straordinario sotto i punti di vista" (cit.).

Nel cuore della Mezza di Varenne, alla cascina Rondello (fonte: ecodelchisone.it)

Non posso pretendere di pensare a record o obiettivi stratosferici. Sono tornato a correre solo poco più di un mese fa, e ho badato, in queste ultime settimane, a capire in che condizioni versasse il ginocchio destro più che a cercare una condizione che sinceramente non ritengo necessario. O quantomeno, primaria. Primario è recuperare il ginocchio. Non fa più male, non ci sono più fastidi di ogni genere, e non dovrei averne anche in gara. Solo venerdì scorso ho provato a correrne venti sul solito anello ad una manciata di passi da casa, e per quanto la fatica sia stata incredibile, tutto è filato per il verso giusto e mi fa stare molto tranquillo in vista di domenica. Però non c'è una condizione tale da poter supportare una corsa chiusa entro l'ora e mezza. Non ho fatto allenamenti sulla forza e non ho sulle gambe alcun tipo di esercizio in palestra, solo qualche chilometri accumulato nelle ultime settimane.
Personalmente, me ne frego e penso solo a quelle sensazioni positive che ho perso ormai tanti mesi fa. Sarà bellissimo poter tornare a vestire la mia canotta rossa, a ritrovarsi con la squadra, a sentire il calore del sole sulla pelle alla partenza, i discorsi pre-partenza, l'attesa dello sparo, la tensione del riscaldamento. Finalmente, troppo tempo era passato. Ma ci sono di nuovo, sono ancora qui.
Bis bald!

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