mercoledì 2 aprile 2014

Vi presento la Baviera: Ochsenfurt

Ciao a tutti!
La città di cui mi accingo parlare in questo post, Ochsenfurt, può essere simpaticamente definita da noi italiani come la "città delle oche". In realtà, il suo significato è "guado dei buoi", un significato che assomiglia a quello della città in cui vivo, Schweinfurt, la quale significa "guado dei maiali" (vedi post).
La visita di Ochsenfurt nasce un po' per caso. In uno svogliato sabato, io e Giulia optiamo per questa meta, non troppo lontana, posta sul fiume Meno. E qui in Germania, un fiume è sinonimo di piacevoli spazi dove poter stare piacevolmente all'aria aperta. Ne ho già avuto la prova a Haßfurt, Volkach e Kitzingen.

Alla salute!

Ochsenfurt è l'ultimo centro importante che viene toccato dal Meno prima del suo arrivo a Würzburg. La cittadina si sviluppa in lunghezza lungo la sponda sinistra, chiusa da due caratteristici ingressi sormontati da altrettante torri, la Klingentorturm a ovest e la Oberer Torturm ad est. Lungo via che le collega, la solita Hauptstraße, si trovano le maggiori attrazioni di Ochsenfurt, le tipiche case a graticcio, la St.Andreas-Kirche (non visitabile per "colpa" di una cerimonia) e soprattutto il Neues Rathaus.

Case a graticcio in Brückenstraße


Lo stile del Neues Rathaus di Ochsenfurt è quello classico dei vari edifici adibiti a municipio in Franconia, ma questo ha una caratteristica particolare: alla base della torre che sale dal centro del tetto, si trova uno scheletro che brinda con un boccale (di birra, presumo). C'è da dire che i teschi, gli scheletri sono figure che in Germania riscuotono un certo successo: che i tedeschi abbiano uno spiccato senso del macabro? Questa però, sinceramente, mancava alla mia collezione di stranezze incontrate in Germania.

Lungo la Hauptstraße


La Brückenstraße conduce velocemente al fiume Meno. Troviamo un locale (gestito da italiani) posto ai bordi del vecchio tracciato ferroviario: la bellissima giornata di sole ci invita a fare una sosta al tavolino all'aperto. Riscopriamo qualche "vecchia tradizione": quelle italiane per me, con un buon espresso; quelle della Donauradweg per Giulia, con una Radler. E poi via sulle sponde del Meno a leggiucchiare e prendere il sole.

Deliziamoci con una Radler

Vivacità, piacere, relax: queste le tre parole per descrivere in breve questa piccola città della Bassa Franconia. Alla prossima, Ochsenfurt. Ci si rivede sul percorso della Mainradweg: molto presto, spero.
Bis bald!
Stefano

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