mercoledì 16 aprile 2014

Rivoluzioni in corso

Ciao a tutti!
Servono pochi chilometri di guida in territorio tedesco per capire come una delle più importanti sfide della civiltà di oggi, la tutela dell'ambiente e del clima, abbia una così grande importanza in Germania, considerata per l'appunto una nazione leader nel settore. Il tratto di autostrada che da Lindau porta a Schweinfurt, ormai da me percorso almeno una dozzina di volte e anche più, ne è l'esempio. Le pale eoliche sono visibili ovunque, qua e là spuntano all'improvviso colline tappezzate da pannelli fotovoltaici.

Pale eoliche, un must in Germania; nella foto, nei pressi di Wipfeld


Non è un caso che gli obiettivi che furono fissati nel 1997 dal Protocollo di Kyoto venissero centrati dalla Germania già nel 2005, mentre – ahimè – l'Italia ci è arrivata solamente l'anno scorso. Merito di una strategia che mira a potenziare l'efficienza energetica, a sfruttare maggiormente le materie prime rinnovabili e di conseguenza, a favorire lo sviluppo di tecnologie che aumentino la loro resa.

A Bergrheinfeld, un esempio di come molte abitazioni abbiano installato un impianto fotovoltaico sul loro tetto


Tra le nazioni industriali, anche grazie alla spinta emotiva data dalla tragedia di Fukushima, la Germania si sta impegnando ad abbandonare l'energia nucleare, che da sola forniva il 18% dell'intera elettricità consumata. Le otto più vecchie centrali nucleari tedesche sono state immediatamente chiuse dopo il disastro del marzo 2011. Ne rimangono nove (tra cui la centrale di Grafenrheinfeld, proprio ad una manciata di chilometri da Schweinfurt), la cui chiusura è prevista per la fine del 2022. Come sostituirle? Il progetto c'è, è molto ambizioso, e prevede di passare il testimone alle rinnovabili: 35% dell'intera energia prodotta entro il 2020, 80% nel 2050. Non impossibile da realizzarsi, se si tiene conto che già nel 2011 la percentuale di “elettricità verde” era del 20%. La sola Germania produce già da sola un settimo dell'intera energia eolica mondiale, e la quota non pare destinata a scendere, in quanto sono tedeschi gli investitori che stanno scommettendo su impianti eolici offshore nel Mare del Nord e su Desertec, il progetto che prevede di sfruttare energia fotovoltaica da impianti installati nel Nordafrica.

Pale eoliche nei pressi di Schonungen


Guardando allo scenario di crisi economica che ci coinvolge tutti quanti, beh, è indubbio che le energie rinnovabili siano un'onda da cavalcare per uscire da questo momento critico. In Germania quasi un milione e mezzo di persone lavora in ambiti connessi all'energia pulita o alle tecnologie per il risparmio energetico. Le produzioni sono stupefacenti: una cella solare su cinque è di fabbricazione tedesca, ed è questo un settore che regge benissimo alla spietata concorrenza dell'Asia.

La centrale termonucleare di Grafenrheinfeld: presto chiusa?

Uno sguardo all'Italia: in che situazione si trova il Bel Paese sulle energie rinnovabili? Noi potremmo essere leader assoluto: i tedeschi definiscono l'Italia il paese “del sole”, e di certo non è il vento a mancare. Eppure di impianti fotovoltaici ce ne sono ancora pochi (anche se gli ultimi incentivi statali hanno mosso qualcosa), ma di impianti eolici se ne vedono pochini. Si, siamo dietro, ancora una volta, alla Germania... c'era da aspettarselo, comunque. In questa vicenda ciò che fa più rabbia non è comunque la nostra arretratezza nel settore ma la mancanza di dinamismo dei politicanti, per non parlare di disinteresse. Sviluppare l'energia pulita: ah che bella promessa in campagna elettorale. In Germania, è tutto diverso... una promessa divenuta realtà.
Bis bald!

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