giovedì 21 maggio 2015

Quel caldo pomeriggio di agosto...

Se ne è andata in silenzio, come nel silenzio erano avvenute molte delle sue vittorie.
Se ne è andata oggi, Annarita Sidoti. Un nome, il suo, che a molte giovani generazioni può voler dire nulla. Io invece me lo ricordo bene. Fisico gracile, carattere d'acciaio, quello che serve per eccellere negli sport di resistenza. Era una marciatrice, una delle più forti atlete che l'Italia abbia potuto annoverare nei suoi ranghi: nel suo palmares un titolo mondiale e due titoli europei, tutti sula distanza dei 10 chilometri.
Era un pomeriggio di agosto, di quelli che se si era a casa spesso scorrevano nella noia. Ma c'erano i Mondiali di atletica leggera. Li ho sempre guardati con curiosità, quando ero ragazzo: forse è in quei momenti che ho trovato l'ispirazione per correre. Annarita Sidoti aveva portato in alto l'atletica azzurra, quel giorno, cancellando un triste "zero" dal numero degli ori conquistati dalla rappresentativa italiana. Lei che doveva essere la riserva della squadra femminile di marcia, per tradizione e storia formidabile. Lei che sembrava Davide contro Golia nel confronto con le statuarie marciatrici russe. Lei che si va a prendere un oro assurdo.
È un bel ricordo che ho con me, quello della sua vittoria ad Atene 1997. Che forse, nel suo piccolo, mi ha ispirato, mi avvicinato - anche infinitesimamente - all'atletica leggera, alla corsa. E che, su questo ne sono certo, ha fatto innamorare di questo sport, molte altre persone. Ciao, Annarita.

Annarita Sidoti vince l'Europeo 1998 a Budapest nella 10 km di marcia

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