Come dicevo oggi a mia moglie, l'uomo vive di fatti e non di facezie, e quindi oggi su queste pagine porto qualcosa di concreto. Porto una storia, una storia di vita intensa. Porto la vicenda di una donna che combattendo, credendo in un ideale, ha dato lustro alle donne e alle loro potenzialità. Come fatto tre anni fa con Marie Curie e l'anno scorso con Grace Hopper, anche in questo 8 marzo voglio spendere qualche parola su una donna veramente fuori dal comune, Emmeline Pankhurst.
Lo straordinario coraggio di andare contro (fonte: metro.co.uk) |
Il nome forse non dirà molto, anche considerando che parlo di una figura femminile all'apice esattamente un secolo fa. Eppure è anche per merito di questo personaggio che le donne hanno conquistato parte dei loro (sacrosanti) diritti: Emmeline Pankhurst fu la figura guida del movimento delle suffragette, che nella prima metà del XX secolo si batté per la conquista del diritto di voto alle donne.
La storia di Emmeline Pankhurst è una storia di coraggio, la storia di una donna senza paura, determinata a raggiungere l'obiettivo che si era prefissata da quando aveva sette anni, da quella notte in cui, come scrisse nella sua autobiografia, il padre le sussurrò "che peccato che non è nata maschio". Quello fu un momento chiave per la giovane Emmeline, dal quale si rese presto conto che la donna poteva emergere da un contesto sociale sfavorevole e troppo incentrato sul potere dell'uomo. E doveva farlo contando esclusivamente sulle proprie forze.
La spinta impressa da Emmeline Pankhurst al movimento suffragista in Gran Bretagna fu enorme e decisiva. Ma non fu solo nel campo del diritto al voto che si batté la Pankhurst. Anche il diritto di divorziare e di ereditare le proprietà dal marito furono argomenti per i quali la Pankhurst condusse una dura lotta, fondando la Women's Social and Political Union. Grazie a questo movimento di protesta attiva, il suffragio universale divenne una tematica sempre più importante dell'attività politica britannica. Raduni, sabotaggi, proposte di legge, occupazioni, ribellioni, aggressioni... nella curriculum di Emmeline Pankhurst vi fu anche l'incendio ad una chiesa e il carcere. Per ben sette volte fu incarcerata, prima di vedere il suo sogno e obiettivo di una vita realizzarsi nel 1918 (anche se il completo diritto di voto a tutte le donne venne promulgato il 2 luglio del 1928, pochi giorni dopo la sua morte).
"Non ci potrà mai essere una pace reale sulla terra finché alla donna, la metà materna della famiglia umana, non sarà data libertà nei consessi del mondo", diceva Emmeline Pankhurst. Queste parole, a distanza di oltre un secolo, e nonostante i tanti progressi, sono ancora troppo attuali. Si, c'è tanto bisogno di donne come Emmeline Pankhurst (e di uomini che le ascoltino).
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