lunedì 1 aprile 2013

Il maratoneta curioso, parte 2

Ciao a tutti.
Sono tornato da Barcellona con un bel risultato in maratona (vedi post del 30 marzo 2013), felice per quanto fatto in questa gara. Me ne vado dalla capitale catalana con una serie di immagini stupende negli occhi. Alcune di queste, nulla hanno a che fare con la corsa, con la maratona o con il mondo podistico in generale. Ma rappresentano il bellissimo ricordo che porterò sempre nel cuore di questa città, che ho avuto modo di vivere per la prima volta solo qualche settimana fa. Un ricordo da inserire certamente nello scrigno degli attimi più intensi e gioiosi della mia vita.

I 144 metri della Torre Agbar, posta in Plaça de les Glories Catalanes

Barcellona non è solo la movida, la vita notturna o la Rambla, elementi di attrazione per tutti i turisti più ignoranti: è una città in cui il moderno e l'antico si fondono per dar vita ad un connubio armonioso. Non c'è traccia di contrasto tra i quartieri più vecchi, quelli modernisti e quelli più contemporanei. Come linfa che scorre in un corpo, la melodia che unisce le bellezze di Barcellona rende vitale questa città. E la trasforma in un complesso unico, posso garantirvelo.

La meraviglia della Sagrada Familia: la facciata della Natività e uno straordinario gioco luce nell'interno

Una di quelle cose che rendono una città unica al mondo Barcellona ce l'ha ed è la Sagrada Familia. La basilica concepita dal geniale architetto Antoni Gaudì è uno spettacolo per gli occhi e ha lo strabiliante potere di affascinare tutti. Pure coloro che, come me, non credono nel cattolicesimo, non possono restare attoniti di fronte a questa dimostrazione di cosa può l'intelletto umano ispirato da nobili intenti. Perchè questa basilica rappresenta un capolavoro di armonia, per le forme e il loro rapporto con la natura e il misticismo. Una lezione assoluta di potenza architettonica, un palcoscenico in continuo movimento dove tutte le arti si uniscono per mettere in scena lo show della leggenda cristiana.
Chi non rimane a bocca aperta di fronte alle torri che si alzano dalle due facciate ora visibili, quelle della Natività e della Passione? Ben pochi, nessuno credo. Ma a rapirmi totalmente e farmi entrare in un vortice di fascino verso l'opera di Gaudì è la sua capacità di conciliare la natura, l'uomo e il suo rapporto con Dio. Tutta l'opera è ispirata alla natura, e Gaudì bada bene di non soverchiarla, mai. A partire dall'altezza finale che avrà la Sagrada Familia, 170 metri, come la collina del Montjuic: non può l'uomo creare qualcosa più in alto di ciò che ha creato Dio. Per arrivare alle colonne, personalmente forse l'elemento più prodigioso della basilica: tutto l'interno della basilica è concepito come una foresta d'alberi, il giardino della creazione.

Nel quartiere olimpico: l'Hotel Arts e la Torre Mapfre, ai 

Lo spirito di Gaudi si respira in tutta la città, numerosi sono i suoi indelebili segni: Casa Milà, il Parc Guell, Casa Vicens e Casa Battlò. Quest'ultima, un altro show. La casa senza linee rette, in cui Gaudì riversò tutta la sua fantasia: un tetto con le sembianze di un drago corpulento senza testa e senza coda, una facciata che regala splendidi effetti cromatici nelle diverse del giorno e con balconi dalle svariate interpretazioni possibili, un cortile centrale rivestito da maiolica di diverse tonalità di azzurro disposte per dar quasi l'impressione di trovarsi in mare aperto. Pure i campanelli sono dettagli che diventano arte.
Fare ciò che ho fatto, ossia visitare la Sagrada Familia e Casa Battlò di seguito, toglie la facoltà di parola, per qualche minuto. Sembra di non essere più quelli di prima.

 
Particolari di Casa Battlò: il tetto a forma di drago e il cortile centrale in maioliche azzurre

Ciò che però mi ha veramente lasciato sconcertato è l'architettura moderna di Barcellona. Abituato alle proporzioni "minori" solite in Italia, non pensavo di riuscire ad apprezzare elementi chiave della città, quasi caratterizzanti. Come la Torre Agbar, simpaticamente (e a buon ragione) soprannominata "il cazzone" da parte mia e di Eleonora, ma che in realtà sa colpirti "in profondità": i LED rossi e blu che tappezzano la torre donano uno spettacolare effetto cromatico nelle notti catalane.
Per non parlare del quartiere olimpico, con l'Hotel Arts, la Torre Mapfre e il Peix de oro di Frank Gehry. Una sola parola: stupefacente. Mai e poi mai avrei pensato di passarci un intero pomeriggio. Per di più, quello del lunedì post-maratona, con le gambe a pezzi.
In realtà, non avrei mai pensato che questa città, da me un po' sottovalutata alla partenza, mi avrebbe affascinato in questa maniera. Ho un sacco di cose che ora vorrei scoprire: il Museu Picasso, La Pedrera, la Fundaciò Joan Mirò, il Montjuic. Sarò franco, ci tornerei anche domani. Ma ciò non è possibile, ora. Magari il prossimo anno, appuntamento per il 23 febbraio 2014: Mitja Marató de Barcelona (tradotto, mezza maratona di Barcellona). Vedremo, tanti giorni e tanti chilometri da camminare e correre mi separano da quella data!
Buona Pasquetta a tutti!
Stefano

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...