Ciao a tutti,
un lunedì sera come tanti, per tanti, quello di ieri. Per il mondo dell'atletica, non è mai una giornata comune il terzo lunedì di aprile. Non lo è, perchè è il giorno in cui si corre la maratona più antica del mondo, la Boston Marathon. Quello di ieri sera, sarà per tutti, runner e non, un lunedì di perenne tristezza.
Il terrore (o il terrorismo, cambia poco) colpisce ancora: le immagini che vengono trasmesse dai telegiornali o che si possono vedere nelle numerose fotogallery dei siti web delle varie testate giornalistiche sono assurde e fanno tornare alla mente di tutti noi l'11 settembre 2001. Caos nelle strade, fumo, persone in lacrime, forze dell'ordine in azione. Colpiti, ancora una volta, gli Stati Uniti d'America. Colpiti, ancora una volta, gli innocenti. Ferito a morte uno sport, l'atletica leggera ed in particolare la sua disciplina più affascinante, la maratona. Che fa della fratellanza tra le persone il valore chiave che rende così...umano questo mondo. La corsa, e di conseguenza la fatica e il sacrificio, uniscono tutti: bianchi e neri, uomini e donne, poveri e ricchi, cristiani e musulmani. Chi corre non è che un piccolo puntino nel'incredibile fiume di gente che in ogni parte del mondo, ogni giorno, corre una maratona. E in questa massa, ogni diversità viene annullata. Siamo tutti uguali, lungo i 42.195 chilometri.
Attimi di panico sul traguardo della Boston Marathon |
Ad ora non si conosce il bilancio finale della tragedia, si parla di tre morti e circa 150 feriti. Non si conosce chi possa aver organizzato questo vile attentato. Ovviamente si pensa ad un attacco terroristico di matrice islamica anche se, personalmente, appoggio di più l'ipotesi che questa pazzia sia stata messa in piedi da una mente malata (stile Utoya nel 2011).
Chiunque sia il responsabile, costui o costoro non hanno capito proprio niente. Non si sono accorti che, attaccando una manifestazione podistica simbolo come la Boston Marathon hanno attaccato le persone sbagliate. I maratoneti sono lottatori per natura ed abituati a soffrire. Tutto il popolo della maratona è caduto in una triste e delirante giornata, ma saprà rialzarsi molto velocemente, più forte e grande di prima.
Domenica, si correrà di nuovo una maratona in decine di città: Amburgo, Belgrado, Londra, Nantes, Padova, Salt Lake City, San Paolo, Varsavia e molte altre... tutti per correranno per ricordare le vittime di Boston.
Non ci sarà attentato in grado di fermare la nostra corsa.
Simbolo della tragedia: il tesoro di ogni maratoneta, i piedi, coperti dal sangue |
Per ricordare tutte le vittime di Boston e tutte le vittime del terrorismo voglio usare parole non mie ma famosissimi versi di pace, nonchè grida di speranza, tratte da una canzone di protesta pacifista, We shall overcome, che conosco grazie a Bruce Springsteen di cui ha fatto una cover nel 2006.
We shall live in peace
we shall live in peace
we shall live in peace someday
here in my heart, I do believe
we shall live in peace someday.
We are not afraid
we are not afraid
we shall overcome someday
we'll here in my heart, I do believe
we shall overcome someday.
We shall overcome
we shall overcome
we shall overcome someday
here in my heart, I do believe
we shall overcome someday
We shall overcome someday.
A presto,
Stefano
io sono figlia di un uomo che ha corso molte maratone e gare podistiche e il mio pensiero è subito andato a martin il bimbo di 8 anni che ha perso la vita per colpa dell'esplosione..se fosse successo in italia e alcuni anni fa avrei potuto esserci io tra le vittime perchè ero sempre piazzata vicino all'arrivo per poter vedere il mio papà arrivare e tagliare il traguardo...elisa
RispondiEliminaIl tuo commento, Elisa, mi lascia a secco di idee. Sai, quando hai il blocco delle parole. A Torino correremo tutti per Martin, e continueremo a farlo anche dopo.
EliminaPer tutti i bambini che aspettano gioiosi il proprio padre o madre al traguardo.