Tra una maratona e l'altra c'è spazio per qualche gara con la mia squadra. È stato il caso di domenica scorsa, il 7 aprile, in cui ho corso a Torino la trentesima edizione di Vivicittà.
Non è una manifestazione come tutte le altre, Vivicittà: questa corsa di 12 chilometri si corre in numerose altre città italiane (una trentina, se non erro) ed europee. Al termine della manifestazione vengono stilate due classifiche: una "cittadina" ed una "internazionale", che permette di potersi confrontare, a distanza, con migliaia di altri runner nel mondo. In realtà il confronto a livello internazionale mi interessa poco: le caratteristiche del percorso e le condizioni meteorologiche sono fattori che giocano un ruolo decisivo nella performance podistica.
Lo start di Vivicittà 2013 dal Castello del Valentino |
A tal proposito, il percorso è decisamente nervoso. Assolutamente scenografico, sia ben chiaro, ma particolarmente tecnico. La sede di partenza e di arrivo della corsa è il Castello del Valentino, i primi e gli ultimi chilometri sono stati percorsi all'interno dell'omonimo parco: chi come me conosce bene la zona (anni di pranzi post-lezione universitaria) sa che quest'area è caratterizzata da vialoni larghi e in costante falsopiano e "vicoli" in forte pendenza. Trovare un percorso del genere, specie negli ultimi tre chilometri, risulta molto affaticante. In mezzo, la bellezza della zona del lungo-Po torinese: Lungo Po Diaz, Lungo Po Cadorna, Ponte Regina Margherita, Corso Casale, Gran Madre, Ponte Vittorio Emanuele I: il Po a fare da scenografia a centinaia di podisti scatenati. Peccato per la giornata, tendente al nuvoloso: con un pochino di sole sarebbe stata una vera festa di primavera!
Alla competizione e al confronto con i podisti che hanno corso in altre città, non ho dato molto interesse. Ben più interessante il risultato intrinseco alla competizione cittadina: 48'47"9 (132° assoluto, 14° di categoria) al passo di 4'04"/km. Non male. Anche se in realtà, dentro di me, coltivavo il sogno di correre a 4'/km o anche meno. Troppo duro il percorso di domenica, forse troppi dodici chilometri (per raggiungere ora questo obiettivo), eccessivamente pesanti le gambe, a meno di 48 giorni da un allenamento sulla mezza maratona fatto senza risparmiare energie e gambe. Non c'è problema, dai: a nove chilometri ero perfettamente in linea con l'obiettivo. L'appuntamento con questo piccolo traguardo è solo rimandato!
In azione! Dalla faccia penso di essere agli sgoccioli... |
Giusto, con tutte le mezze maratone che sto correndo in allenamento (toccati ottanta chilometri in sei giorni, neanche avessi una maratona a breve...), la soglia del passo gara non può che abbassarsi!
A presto,
Stefano
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