mercoledì 8 maggio 2013

La città del mosaico

Ciao a tutti,
tra una corsa e l'altra, tra un trekking da percorrere e una punta da salire, un po' di relax vacanziero non guasta. La necessità di riposo e di trascorrere del tempo con Giulia ci ha portato a investire il ponte del 25 Aprile fuori dai confini di casa nostra, lontano dal Piemonte. Meta scelta per l'occasione: Ravenna (e dintorni), scelta dopo un "ballottaggio" indetto da Giulia con un'altra città italiana, Verona.

Il magnifico catino absidale della Basilica di Sant'Apollinare in Classe

L'unico ricordo che avevo di Ravenna è quello della gita scolastica in terza media: troppo giovane e troppo pirla per poter apprezzare appieno le meraviglie artistiche della vivibilissima città romagnola. Era il 1999: oggi come allora è una meta ambita dalle scolaresche ad alto tasso di bimbominchioneria. E dagli extracomunitari che senza troppo impegno riescono a rifilare vari gadget agli ingenui studenti tredicenni.

L'arco absidale mosaicato della Basilica di San Vitale

La magnificenza di Ravenna sta tutta nel suo patrimonio artistico e nel pezzo forte che la rende unica nel mondo: il mosaico. Questo tipo di composizione caratterizza Ravenna in tutto e per tutto, la maggior parte dei punti di interesse possiede un mosaico e grazie ad esso riesce a strabiliare il visitatore. E in alcuni casi, lo costringe ad una guerra contro il torcicollo. Specie nei battisteri: due opere in particolare segnalo a tal proposito, il Battistero Neoniano e il Battistero degli Ariani. Si, perchè poi il malessere è continuato. Stai lì, fissi la cupola, poi giri la testa, e lei gira con te. Perchè il senso geometrico di queste opere affascina parecchio ed è difficile staccarsene senza ripensarci almeno un attimino.

Piacevole scorcio di Piazza del Popolo

Meno male che Giulia c'è. Che ti spiega i particolari più impensabili dei mosaici. Del tipo: la mano "di Dio" che spunta nel catino absidale di Sant'Apollinare in Classe, la corte di Giustiniano I che "si pesta i piedi" nella Basilica di San Vitale, i vescovi in una navata di Sant'Apollinare Nuovo e le vergini nell'altra, e tutta un'infinita serie di cose. Si vede che ne sa, sull'argomento. Ogni tanto mi stupisce con qualche termine tecnico sul tema, e mi metto a ridere, e lei di me. Oltrepassa i limiti del concepibile quando, in visita al Museo Arcivescovile, fa la datazione di quella che per me è poco più di una pietra coperta da un vetro, azzeccandone perfettamente il secolo di appartenenza. Ma realizzo perfettamente e completamente il suo profondo amore per l'arte, quando, con sguardo intenso e un lungo sospiro, si inchina ad accarezzare con le mani i pavimenti mosaicati di San Vitale. La vuole toccare, l'arte. Tutta questa serie di piccoli dettagli rende Giulia fantastica, ed è anche per questo che la amo.

Accarezzare l'arte...

Ravenna non è solo mosaico: è una città che offre l'idea di come la città non debba e non possa essere solo caos (e qui mi riferisco agli esempi di città che meglio conosco, Torino e Milano) o come un luogo come la piazza debba ritornare ad essere luogo di incontro tra le persone. È una città che identifica le realtà dell'Emilia Romagna come località ad alto tasso di vivibilità e qualità della vita. Se non fosse che le montagne sono lontane e in estate si fa a pugni con le zanzare, sarebbe un ottimo posto dove vivere.

La cupola del Battistero degli Ariani

Difficile dire cosa di Ravenna porto con maggior affetto nel cuore, ad eccezione della gioia dei momenti vissuti con Giulia. Se devo proprio scegliere, la preferenza va ai mosaici di Sant'Apollinare in Classe, la cattedra vescovile di Massimiano (un trono ricoperto di placchette scolpite in avorio, un vero gioiello) e Piazza San Francesco, tanto suggestiva quanto austera.
Voto negativo al Mausoleo di Teodorico: un'attrattiva non-attraente, e per di più a pagamento. Una delle poche delusioni della tre-giorni romagnola. Assieme alla disastrosa qualità della SS309 Romea, triste esempio delle condizioni in cui versano le strade italiane.

Davanti a San Vitale...

La scoperta dei tre giorni trascorsi in terra di Romagna è sicuramente Comacchio e la regione in cui si trova, il Delta del Po. È una città piccola, ma graziosa. Rapisce il complesso architettonico dei Trepponti, sui quali c'è spazio anche per le incisioni di Torquato Tasso e Ludovico Ariosto a descrivere il fascino della cittadina insulare.

Il complesso dei Trepponti, simbolo di Comacchio

I momenti comici saranno quelli che rimarranno più di tutti scolpiti nel ricordo di Ravenna: a partire dalla scoperta che il tuo bed&breakfast è attaccato ad un'agenzia di pompe funebri ed alla sede del coordinamento provinciale del PdL (agghiacciante!!!); fino a scoprire l'idiozia delle nuove generazioni femminili che vedono nel negozio di make-up la maggiore attrattiva ravennate, senza dimenticare i pazzi incontrati a più riprese lungo i chilometri camminati in Ravenna; per non parlare di come semplici parole, "biotopo" e "virile", o un piccolo tripode per la mia macchina fotografica, possano suscitare risate per un giorno intero.
Sono infine questi i ricordi che una persona felice conserva dentro di sè al termine di un viaggio. Sono questi gli stimoli per intraprendere nuove visite in giro per l'Italia (e non solo, mi auguro) con la persona che ami. Per quanto mi riguarda, ho già fissato la prossima meta: Parma...
Buonanotte a tutti,
Stefano

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