giovedì 9 maggio 2013

Nemo propheta in patria

Ciao a tutti,
nell'ultimo weekend c'è stato solo spazio per i festeggiamenti della vittoria in campionato della Juventus: è stato anche tempo di corse, tempo di mezza maratona. Già, La Mezza di Varenne. Non è andata come speravo, purtroppo. Partivo per fare un tempo finale tra 1h27' e 1h28' netti ma sono arrivato ben lontano dall'aspettativa.

Lo sguardo è felice e rilassato,  ma siamo solo all'undicesimo chilometro...


Il tempo finale, come già accennato nel post in cui ho comunicato il risultato della corsa è di 1.33.09: decisamente alto, ma ciò non mi ha impedito di chiudere la mezza maratona in 213esima posizione assoluta (su 776 partecipanti arrivati al traguardo), 203esimo tra gli uomini e addirittura ottavo di categoria. La classifica, tutto sommato, non è male. Il tempo finale, invece non mi soddisfa per niente.

Ore 9.30 lo start da Piazza Clemente Corte

Procediamo con ordine nel racconto di quanto avvenuto domenica. Mi alzo con le nuvole, arrivo a Vigone con il sole. E che sole: splendente, come nelle migliori giornate di primavera. Sono contento, negli ultimi due mesi avevo già corso troppe volte, in gara e in allenamento, con la pioggia. Due parole con qualche collega che di lì a poco avrebbe condiviso con me la fatica dei ventuno chilometri; qualche parola con Cico, il collega dei miei primi anni lavorativi nonché mentore; qualche saluto, a Vigone conosco parecchie persone; il solito stretching, il solito riscaldamento.
Poi ci si schiera, e già in quel momento inizio a percepire il clima che si respirerà in corsa: caldo, caldissimo. Assiepati sulla linea di partenza, il sole riscalda i corpi già "roventi" dei runner. Specie quando si è fermi, in attesa dello sparo, in attesa che la presentazione degli atleti più forti iscritti alla manifestazione termini. Specie quando si ascolta in silenzio l'inno italiano: una bella iniziativa, non c'è che dire, ma obiettivamente in quel momento credo che fregasse poco a tutti.

Al villaggio-corsa, un'ora prima della partenza.

Alla partenza ottime sensazioni. Corro a 4'-4'05''/km, un ottimo ritmo e anche senza troppi problemi. Tutto fila liscio, ben oltre le aspettative. Le sensazioni in corsa sono ottime, il presagio è quello di star correndo una ottima gara. Il ritmo da mantenere per migliorare il personale è di 4'12''/km, per scendere sotto 1h28' devo restare sotto 4'10''/km. E questo mantengo per tutta la prima parte di gara. Il primo passaggio a Vigone è arricchito dalle grida di incoraggiamento dei miei amici in pieno "Piccinini-style", una bella spinta per chiudere il primo giro (posto dopo 11.5 km) in 47'43''. Mantenendo lo stesso ritmo, si chiude a 1h27'32''. Va bene, per ora.

E all'arrivo, dove mostro fiero la "medaglia" tra i miei genitori


Poco dopo succede l'imprevedibile o meglio, qualcosa che non mi era mai successo prima in gara. Un piccolo fastidio al polpaccio, o al tendine del polpaccio (precisamente non lo so). E pian piano mi accorgo di non essere più in grado di dare giusta spinta all'azione, il muscolo fa male. Ogni volta che tento di accelerare lo sento come bloccato, duro. Guardo il cronometro e mi accorgo che il ritmo sul giro si alza, inesorabilmente. Nel momento in cui provo, con un impeto di orgoglio, ad accelerare, devo immediatamente desistere dal mio intento e rallento. Nel momento in cui vedo che il mio passo sale oltre 4'25'' decido che è inutile forzare rischiando di peggiorare la situazione. "Andiamo tranquilli fino alla fine concludendo dignitosamente", penso. Non mi fermo, non sia mai detto, ma continuo regolare e tranquillo cercando di non soffrire più del dovuto. Dentro di me mi sono sentito molto incazzato, speravo di fare bene (comunque meglio di come è andata) di fronte ai miei sostenitori. Ma allo stesso tempo va bene. Ho finito la mia sesta mezza maratona, l'ho conclusa dignitosamente. E ho accumulato esperienza.

Fase-reintegro sali minerali, divertito...

Già, perchè questo lieve infortunio mi ha dato consapevolezza delle mie capacità e dei miei limiti. Non posso dire con certezza quale sia la causa alla quale attribuire l'infortunio. L'alimentazione? Non credo. Il caldo? Difficile, sarebbero stati altri gli effetti collaterali, suppongo; e i rifornimenti non li ho saltati, neanche uno. Tendo a pensare che il riposo dopo la maratona di Barcellona sia stato insufficiente. Subito dopo, una settimana per la precisione, ero di nuovo in gara, e non mi sono risparmiato. Dopodiché, un'altra settimana di tranquillità e di nuovo via con allenamenti tosti ed intensi. Probabilmente avrei dovuto staccare un pochino di più per puntare a certi obiettivi. Ho forzato, oltre le mie possibilità, quasi certamente. E ho pagato.
Nascono da questa riflessione i programmi futuri. Fino ad autunno, stop con le corse, intese come gare di una certa difficoltà (maratone e mezze maratone, o corse in altura). Farò qualche corsa serale, senza strafare. Ed allenamenti nella maniera che più prediligo, quella che io definisco "selvaggia", senza tabelle da seguire o cronometri da sorvegliare. E si inizia a preparare il programma estivo. Che non è fatto (e spero non sia mai) da corse, ripetute e centinaia di chilometri da macinare correndo, ma da vette, sentieri, metri di dislivello da coprire, montagne e panorami unici.

Al rifornimento dei 10 km


Una nota a parte sulla corsa di domenica: il caldo. Personalmente non l'ho percepito così asfissiante come molti l'hanno descritto, credo che avrei chiuso con un ottimo tempo sicuramente, senza il "fatal problema". Ma, vedendo podisti accasciarsi (coscientemente, per fortuna) a terra lungo il percorso, osservando squadre della CRI correre a bordo strada e sentendo le notizie dopo la corsa riguardo un'intervento dell'elisoccorso a fine gara, causa arresto cardiaco di un partecipante, forse caldo lo era davvero...
Termino il post con qualche ringraziamento: in primis a tutti gli amici che sono venuti a Vigone per sostenermi lungo i 21 chilometri, Alberto, Daniele, Davide, Elisa, Viviana, alla mia famiglia e ai miei soci di palestra Sandra e Filippo. Ringrazio ulteriormente Davide, Elisa, Sandra e Cico, è grazie a loro che ho potuto pubblicare le foto che vedete nel post.
A presto,
Stefano

2 commenti:

  1. Ciao Stefano, vieni a fare qualche gara domenicale della società, le prossime sono quasi tutte al di sotto dei 10 km ;)
    Peccato per Vigone, spero ti sia passato il male al polpaccio.

    Marco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh lo so, però per tre weekend non ci sarò... Giro d'Italia... Dopo dovrei esserci! Anche perché è da un po' che mi faccio vedere dalle parti della Podistica None.

      Elimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...