giovedì 6 marzo 2014

Lo sport è morte?

Ciao a tutti!
A qualche giorno di distanza dalla conclusione delle Olimpiadi invernali di Sochi, voglio fare fare una riflessione sul bottino che hanno ottenuto le nazionali italiana e tedesca ai Giochi. Il confronto è impietoso: la Germania chiude al sesto posto nel medagliere, con 19 medaglie di cui 6 d'oro; l'Italia chiude al 22esimo posto, con 8 medaglie e purtroppo nessun oro. Curioso notare come solo la Baviera contribuisca al 42% del medagliere, pazzesco...
Beh, la Germania ci è sempre stata superiore alle Olimpiadi. In fondo loro sono 83 milioni di persone, e noi solo 59. Un bacino di utenza superiore significa anche un numero maggiore di sportivi e quindi, di medaglie. Però i conti non tornano, in base alle proporzioni i tedeschi conquistano il doppio delle nostre medaglie e soprattutto, portano a casa gli ori. Sarà una coincidenza, o tanta sfortuna da parte dei nostri atleti? O il doping, quello viene sempre chiamato in causa (comunque mai eccessivamente a torto) per giustificare il successo sportivo di una nazione.

Maria Höfl-Riesch, icona tedesca delle ultime Olimpiadi tenutasi a Sochi (fonte: olympic.si.com)

No, c'è dell'altro. C'è una cultura sportiva che in Italia non esiste affatto. Anche stavolta i numeri ci vengono incontro. Ventisette milioni di persone sono iscritte ad un club sportivo, il che vuol dire che un tedesco su tre è tesserato in uno dei 90.000 circoli sportivi. Un tale fiorire di club significa che c'è molto interesse a sviluppare questo settore, ciò vuol dire che anche le strutture sono adeguate: non a caso, la costruzione e la manutenzione degli impianti sportivi è finanziata per la maggior parte da contributi statali e parastatali. Quasi tutti i paesi più grandi hanno una piscina e campi da tennis. Come in Italia, no? Qui in Germania vi è addirittura un'università dello sport, si trova a Colonia: è frequentata da cinquemila studenti ed è la più grande del mondo nel suo genere.

Uno scorcio di Mainradweg, una delle migliori ciclovie tedesche. Foto di archivio, 23 novembre 2013

Alcune discipline sportive sono ovviamente privilegiate. Penso al calcio: noi italiani lo sappiamo bene avendo costruito una rivalità storica con la nazionale tedesca; la prova è tutta nei successi degli ultimi anni conseguiti dal Bayern Monaco e dal sempre crescente interesse mediatico per la Bundesliga, il campionato tedesco. E pensare che dei quasi sette milioni di tesserati in una società di calcio, più di un milione sono donne. Guarda caso, la Germania è campione del mondo tra le donne...
A ruota - è il caso di dirlo - segue il ciclismo. Sebbene non siano più emersi corridori di livello top (con l'eccezione del cronoman Tony Martin), il bacino di utenza è praticamente sterminato. Ogni fiume tedesco ha una sua ciclovia: Danubio, Reno, Mosella, Elba, Meno, Isar, che si traduce in migliaia di chilometri di rete di strade solo per ciclisti. E anche la ciclovia più frequentata d'Europa, quella del Lago di Costanza è per buona parte in territorio tedesco. Non ho bisogno di viaggiare molto per capire quanto la bici sia uno strumento consueto nella vita quotidiana di un tedesco. Molti colleghi si recano come me sul luogo di lavoro in bicicletta e lungo le vie di Schweinfurt sono numerosi gli spazi appositi al parcheggio delle bici.
Poi ci sono gli sport di montagna: il trekking (grazie a ben 132mila chilometri di sentieri!), l'alpinismo e le discipline invernali, e in queste ultime sappiamo bene come i tedeschi dicano sempre la loro. Diciamo qual è la situazione, quella vera: a livello di sport, ci sono superiori in tutto e per tutto.

Tutto perfettamente segnalato. Foto di archivio, 19 ottobre 2013

Eppure c'è una cosa che proprio non mi spiego: qui è comunissimo il detto "Sport ist Mord" che letteralmente vuol dire "lo sport è un omicidio", la versione germanizzata al famoso "No sports" coniato da Winston Churchill quando gli venne chiesto qual era il segreto della sua longevità. Effettivamente, è un detto che stride con la realtà sportiva tedesca ma coincide perfettamente quando mi trovo di fronte a me certi figurini. Signori dalle robuste forme e, ancora peggio, molte giovani ragazze già tendenti all'obesità, sono cosa comune in Germania. A mio parere, molto più che in Germania. Lo possiamo battezzare "effetto-birra"?
Bis bald!
Stefano

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