È già passato un mese da quando ho intrapreso la lunga strada verso Roma, un nuovo ciclo di allenamento per una maratona sulla quale non ho maturato finora speciali ambizioni. Il percorso di Roma non può essere semplice, se Roma è la città dei sette colli. E inoltre, sarebbe il primo confronto con i quarantadue chilometri dopo mesi in cui ho dovuto prima pensare a recuperare un piede rotto, e dopo a ritrovare la condizione atletica. A Roma, il 2 aprile, andrò per divertirmi. E anche per tornare in quello scrigno di bellezza che è Roma, ovviamente.
Non per questo, però, voglio rinunciare a correre al massimo delle mie possibilità. Per farlo, serve l'allenamento specifico. In una parola: ripetute. Dunque, ciò che ho iniziato a svolgere in questa prima fase di preparazione, dopo un po' di sano e rafforzante interval training, è un nuovo e massacrante allenamento preparatomi dal mio coach di fiducia. Un misto di ripetuta e corsa a ritmo maratona, come si può vedere nello schizzo che mi aiuta a ricordare il ciclo da seguire. Roba da togliere il fiato.
Appunti di corsa |
Ho scelto di correre sul tappeto per due motivi principali. Il primo è senza dubbio l'aspetto climatico: i giorni sono ancora corti e correre di notte non è di certo sicuro sulla fidata Mainradweg, non tanto perché abbia paura di qualche malintenzionato, bensì per la paura di non sapere dove atterrano i miei piedi (che di fratture ne hanno già vista una). Il secondo è l'aspetto tecnico: correre sul tappeto mi costringe a macinare metri ad una determinata velocità, e non ho chance alcuna di resa mentale a fattori avversi, non posso dire "no, va beh, questa velocità, non la tengo". Sul tappeto non ti puoi ingannare, si deve solo correre.
Perché si, le velocità da prendere qui, sono notevoli, fino ai 15 km/h (ergo, 4'/km): certo, non le devo tenere a lungo, e ho spazio sufficiente per poter riprendere fiato. Ma correre sul ritmo maratona, dopo tre quarti d'ora già percorsi sotto un continuo cambio di ritmo, non è cosa semplice. C'è tanto sudore a fine sessione. Ma so che è da questo fiato distrutto e tutto questo sudore che passa una bella maratona...
Ses snart!
Stefano
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