martedì 12 marzo 2013

Ispirarsi alle omonime leggende

Serata indimenticabile, più di otto anni or sono. Mi trovo a rileggerla ora, a poco più di quattro giorni dalla mia seconda maratona. Commozione, non puoi far altro che assalirmi...

"Che emozione.
Quattro anni dopo la magica notte di Atene mi trovo alla partenza della mia gara, la maratona, a Pechino. Stessa maglia bianca, con il nuovo logo tricolore uguale su tutte le divise degli azzurri di ogni disciplina.
Ho il diritto di stare in prima fila perché sono Stefano Baldini e l'ultima Olimpiade, quella di Atene, quella che in questi anni ho capito conta più di qualsiasi altra, l'ho vinta io. Era il 29 agosto 2004.
Che gara, quella gara."

Mostruoso...

"Partire da Maratona, dallo stesso punto da cui partì Fidippide per annunciare ad Atene nel 490 a.C. la vittoria degli Ateniesi sui Persiani. Poi le salite e le discese per raggiungere Atene che appesantiscono le falcate dei miei avversari. Vedere il gruppone di cento atleti che si sgrana. Io che mi sento in gran forma, mentre noto che i miei avversari hanno gli occhi vuoti. Allora apro il gas e me li lascio dietro. Continuo ad andare a tutta. Sbuco per primo e da solo nel catino dello stadio Panatinaiko. La luce dei proiettori mi provoca un'enorme scarica di adrenalina. Una voce esce dagli altoparlanti e urla: "Stefano Baldini, Italy!". Lo stadio diventa un'unica, enorme bocca ed esplode in un boato.
Sento le gambe che vanno ancora più veloci di quanto vorrei. Una parte di me vorrebbe che quel momento durasse in eterno, un'altra invece vorrebbe raggiungere il traguardo il più velocemente possibile. E' come se il mio corpo autonomamente volesse trascinarmi oltre l'arrivo per catapultarmi in cima al mondo della maratona.
La mia testa riprende il controllo, alla penultima curva ho la possibilità di verificare, voltandomi appena, che sull'ultimo rettilineo percorso la distanza tra me e il mio inseguitore è incolmabile. Cerco comunque di pensare solo a correre, a mettere bene i piedi, a non fare la fine di Dorando Pietri che scoppiò a pochi metri dal traguardo (nell'ormai lontano 1908, a Londra). Faccio quello che so fare meglio: correre con equilibrio e senso tattico.
Finisco la curva a sinistra e imboccando gli ultimi cento metri comincio a lasciarmi penetrare dalle emozioni. Migliaia di flash mi assalgono, ma io guardo solo il nastro azzurro che sto per tagliare, anzi che sto per travolgere per quanto sono in forma, per quanta energia sento di avere ancora dentro nonostante 42 chilometri corsi ai 20 all'ora."
Stefano Baldini, Maratona per tutti

Orgoglio italiano alle Olimpiadi di Atene 2004

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