venerdì 19 febbraio 2016

Cosa mi porto dall'Italia?

Ciao a tutti!
Il titolo di questo post è una delle domande più ricorrenti. È una domanda degli amici e dei conoscenti italiani, curiosi di sapere come si vive (o sopravvive, secondo molti) in Germania senza i sapori della terra natia. È anche una domanda dei miei colleghi in Germania, sempre curiosi di sapere come si sta in Italia (che tradotto vuol dire "quanto fa più caldo?"), e perché mai ci torno ogni due mesi.
Beh, cosa mi porto dall'Italia? Tante cose, soprattutto tanto cibo. Saremo gli ultimi dell'Unione Europea, ma quanto a cibo siamo i primi al mondo. Non conosco tedesco, peraltro, che non apprezzi il frutto della nostra terra e della nostra tradizione enogastronomica. Ogni viaggio di ritorno, dall'Italia verso la Germania, il baule della mia auto contiene sempre un minimo di due scatole con vari generi alimentari, tutti ovviamente made in Italy al 100%. Si, ma quali? Non ovviamente i generi come frutta, verdura e formaggi freschi, per motivi di conservazione, ma tanti altri prodotti. Li ho riassunti in questa personalissima classifica, in ordine di irrinunciabilità...

Starò facendo pubblicità?

10. Aceto balsamico di Modena. Io sono tutto fuorché un amante di questo prodotto. Il mio disgusto è nell'aceto in generale, un liquido che mi fa venire la nausea, e chi mi sta o chi mi è stato vicino lo sa bene. Ma non posso da solo condizionare i gusti di chi mi sta attorno, e dato che l'aceto balsamico è amatissimo, non posso fare a meno di metterlo nel carrello della spesa tricolore.
9. Latte di mandorla. Personalmente è diventato un must che mi accompagna durante l'estate. Nell'ultimo, torrido, periodo estivo, è stato amico fedele. Ma in Germania, perlomeno a Schweinfurt, è assolutamente introvabile. Potrei forse trovarlo a Monaco, o nelle grandi città. Ma sono molto più frequenti i miei ritorni in patria.
8. Sughi pronti. Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma io amo i sughi pronti della Barilla. Ci piacciono tanto, e li preferisco comprare in Italia. C'è più scelta e si risparmia molto: non sono certo i tedeschi quelli che recitano la parte dei cultori della pasta.
7. Grissini. Ad essere sincero, i torinesi in Germania si trovano - solo nei migliori supermercati. Ma bisogna cercare per bene tra gli scaffali e le corsie e poi memorizzare la posizione, perché i tedeschi prediligono ben altri prodotti di forno. La varietà che c'è in Italia, però, c'è solo in Italia.
6. Genepy. Questa è una peculiarità più valdostana che italiana. Tuttavia, mi sono innamorato follemente di questo liquore tipicamente montanaro da tanti anni ormai, e so bene che almeno due volte all'anno va pianificata una gita ad Aosta per acquistare una bottiglia di questa preziosa bevanda alcolica. Il genepy è il modo più diretto, in assenza delle amate montagne valdostane, per ritrovare a distanza di chilometri, l'emozione che solo la Valle d'Aosta mi sa regalare. Piccola precisazione: il genepy, a titolo del punto 6, è solo il capostipite di altri liquori che solo in Italia potrei acquistare, come gli amari di erbe o il limoncello.
5. Vino. Nulla contro i vini tedeschi, sia chiaro: apprezzo molto i vini bianchi, qui ottimi, ma anche i rossi, nonostante la posizione geografica non fortunata. E poi, ho la grande fortuna di vivere in una delle zone vitivinicole più rinomate della Germania, tra le più importanti per qualità e seconda solo a Baden e Palatinato per quantità. Ma anche nel vino, come in tantissime altre tipologie gastronomiche, la Germania non può reggere il confronto con la sterminata varietà di prodotti e di peculiarità presenti in Italia. Barbera, dolcetto, chianti, bonarda, montepulciano, valpolicella... tutta roba che i tedeschi possono solo sognare. E pensare che qui quando si parla di vino italiano ogni riferimento è sempre e solo al lambrusco...
4. Pasta. L'elemento più ovvio per un italiano, siamo noi i grandi produttori e consumatori di pasta nel mondo. Barilla, Buitoni e De Cecco esistono anche in Germania. Però costano il doppio, una delle pochissime cose più costose che in Italia. Va da sé che il baule della nostra auto, al ritorno in Germania, abbia sempre uno spazio dedicato alle scatole di pasta.
3. Olio extravergine di oliva. Talvolta sono proprio i tedeschi a chiedermi di portare su del buon olio di oliva. E il fatto che me lo chiedano, è sintomo che qui, di buon olio di oliva non ne abbiano proprio, oppure non lo vogliano importare. Naturale quindi che l'unico olio che vada ad acquistare in terra teutonica sia quello di semi. Per il caro e amato extravergine invece no, non c'è verso, si deve acquistare in Italia: da rivenditori più che fidati, sull'olio di oliva non si scherza.
2. Caffè. Non so quante volte ho dichiarato di detestare il caffé tedesco. Ciò che si beve tradizionalmente in Germania è "acqua sporca", una "bevanda marrone" (ho sentito anche questa definizione, "olio esausto"), tutto fuorché la poesia dell'italico espresso. Il grande solco tra la bevanda tedesca e l'espresso non sta solo nel metodo (infusione al posto della percolazione), ma anche nella tostatura dei chicchi. Il caffè tedesco è tradizionalmente «arrostito», il diverso processo di tostatura gli conferisce un aroma che tende al bruciato. Proprio per questo motivo, so di dover investire parecchio ad ogni mio viaggio in Italia sul caffè. Se so che devo stare lontano dall’Italia per almeno due mesi, so automaticamente di dover acquistare almeno tre chili di caffè...
1. Parmigiano reggiano e grana padano. Qualcosina c'è anche in Germania, lo ammetto. Ma qui amano i formaggi molli, con la conseguenza che sia molto più facile trovare parmigiano reggiano e grana padano a corta stagionatura. No, noi puntiamo al meglio. Sulla qualità del più tipico formaggio tricolore, siamo intransigenti: il miglior parmigiano e il miglior grana li troviamo solo in Italia.

Non classificato. Specialità valdostane. Mocetta e fontina, tegole valdostane e jambon de Bosses. Fosse possibile, torneremmo in Germania con un carico intero di questi prodotti.

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