giovedì 25 febbraio 2016

Il taccuino tricolore - Puntata n.3

Ciao a tutti!
Questo 2016, pare non darmi pace. Prima le infezioni batteriche, poi quelle virali. Risultato: riposo assoluto a casa. Che si traduce nel trascorrere qualche giorno in compagnia della radio italiana. Stare a contatto con la mia patria "via etere" non è però una buona medicina. Le notizie che arrivano quotidianamente dall'Italia mi allontanano dalla stessa. Da quanto ho avuto modo di ascoltare durante l'ultimo fine settimana, traggo quattro indicazioni.


1. L'Italia è un paese in cui i diritti cambiano a seconda delle preferenze sessuali. Di questa vicenda delle "unioni civili" proprio non riesco a capacitarmi. Come è possibile che i nostri rappresentanti (e parlo senza fare differenza tra i partiti) non riescano a trovare un accordo per garantire un diritto a tutti i cittadini italiani? Come è possibile che questa gente getti nel ridicolo l'Italia di fronte agli occhi di tutta Europa? Perché non si pensi che all'estero non si rida delle bagarre parlamentare per un diritto sacrosanto... È tutto sconcertante e non riesco a trovare risposte.
2. L'Italia non è un paese per giovani. Sempre meno figli (e come li mantieni?), sempre più emigrati (giovani alla ricerca di un futuro migliore). I dati demografici relativi al 2015 sono impietosi nei nostri confronti. Il giorno in cui ci saranno più italiani all'estero che in Italia è poi così lontano?
3. L'Italia non è un paese neanche per vecchi. Quello che ho intuito è che qualcuno nel governo vuol metter mano alle pensioni di reversibilità. In altre parole, si vuole portare alla morte più velocemente possibile la vedova che non ha mai versato contributi, pur sgobbando una vita intera a casa. Un atto a dir poco spregevole, visto che in Italia ci sono quasi un milione di pensioni d'oro (superiori a tremila euro al mese). Iniziare da quelle per fare cassa, no, eh?
4. L'Italia non è un paese per emigrati nostalgici. Siete all'estero e volete rientrare in Italia (con un prezioso bagaglio di conoscenze ed esperienze)? Cazzi vostri, state pure dove siete. L'esterofobia pare esser diventata un tratto peculiare dell'Italia. Per averne conferma, chiedere ad un ricercatore di matematica di stanza a Vienna, con passato ad Harvard, rifiutato dal Politecnico di Torino.
Mi dispiace dirlo, ma a queste condizioni, in Italia non ho proprio più voglia di rientrare.
Bis bald!
Stefano

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