martedì 23 febbraio 2016

Countdown, fertig

Ciao a tutti!
Qualche mese fa (correva il 14 dicembre), un'interista sanciva un accoppiamento terribile per la Juventus agli ottavi di Champions League, una delle due squadre "ingiocabili" tra le più forti d'Europa: il Bayern Monaco (vedi post). Speravo che alla mia squadra del cuore non toccasse proprio il Bayern, perché fortissimi tecnicamente, ancora di più psicologicamente, compatti, abituati a vincere, con una mentalità molto europea. E lo sono da molti anni a questa parte, mentre la Juventus, ahimè, tutte queste cose lo è da molto meno tempo.
Poi, c'è l'altro fattore: io che vivo in Baviera, io che sono circondato ogni santo giorno da tifosi del Bayern. Beh, la rivalità non è forte come con le squadre italiane. Si parla di due nazioni diverse, innanzitutto, e poi c'è una componente non trascurabile: la diversa cultura sportiva presente in Germania, distante anni luce da quella italiana. L'ovvia conseguenza è che se ne è parlato molto, apertamente, ma sempre in termini civili.

Mario Mandzukic e Arturo Vidal, di nuovo di fronte da avversari come nel 2013, ma a maglie invertite (fonte: nachrichten.at)

Devo aprire una piccola parentesi: il Bayern è la squadra più amata e allo stesso tempo, odiata, in Germania. Come la Juventus in Italia. Quando puoi contare decine di milioni di tifosi, è chiaro che ne avrai di furbi e di meno furbi. Personalmente, ne ho incontrati di entrambe le tipologie. Smaltita la sbornia iniziale dei tifosi bavaresi, in quanto consci di aver pescato sì i vicecampioni d'Europa ma anche una squadra due mesi fa "in via di guarigione" ma non ancora guarita, diversi sentimenti si sono affacciati nei loro animi. C'è quello molto obiettivo, che riconosce il valore della Juventus (e l'ha apprezzata molto in passato), che ammette che fare un pronostico non è facile, che sarà difficile per entrambe. C'è quello furbo, sornione, che sa di tifare per una squadra tecnicamente superiore ma non vuole dartelo a vedere. Poi c'è l'arrogante, con il quale ho dovuto adottare strategie all'italiana, quasi a mo' di catenaccio, peculiarità del calcio italiano e parola ben nota in Germania.
"Si, ma tanto voi siete più scarsi", "Ah, voi avete solo gente che sa picchiare" (beh, non ha tutti i torti), "Sui giornali ho letto che state tremando". E io: "Ma certo, voi siete molto più forti, vincerete sicuramente", in perfetto stile italiano. E allora, si parte con le scommesse, "se vince il Bayern mi porti una cassa di birra", "anzi no, mi porti del vino dall'Italia", e bla, bla, bla.
Tra un infortunio e l'altro, la rosa del Bayern sta perdendo i pezzi. La difesa è irriconoscibile. Se i rattoppi, nella poco competitiva Bundesliga, vanno benissimo, possono non bastare in Champions League. Nel mentre, la Juventus inanella una serie quindici vittorie filate in campionato e si riprende la posizione che le compete in classifica. Anche qui, qualcuno inizia ad avere paura. Da inizio febbraio, niente più scommesse, niente più Stern des Südens cantata in ufficio, niente commenti. Silenzio di tomba.
Tanti esperti si sono schierati: per alcuni giocatori bavaresi, come Xabi Alonso, o un ex-allenatore del Bayern, come Hitzfeld, la partita sarà una semplice formalità. Per altri, invece, come il futuro allenatore del Bayern Ancelotti, il Bayern dovrà fare molta attenzione alla Juventus. Tutte parole, il countdown è finito. Parla il campo, ora.
Bis bald! (e Viel Glück...)
Stefano

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