giovedì 11 febbraio 2016

È tutto relativo

Ciao a tutti!
Tra un crollo dei mercati borsistici e la legge sulle unioni civili, è salita alla ribalta oggi una notizia che non pensavo potesse conquistare le copertine nei vari siti web di informazione italiani. Esattamente a cento anni di distanza dalla sua pubblicazione, la teoria della relatività generale di Einstein trova oggi un'ulteriore conferma sperimentale. Il lavoro di un migliaio di ricercatori di tutto il mondo ha trovato finalmente il risultato atteso da decenni: grazie allo studio di un impatto tra due buchi neri, è stata finalmente rivelata la presenza delle onde gravitazionali.
Non mi dilungo su questa importante scoperta: ci sono persone più competenti e fonti più esaustive del sottoscritto. Vivere in un altro paese mette di fronte punti di vista diversi dello stesso avvenimento. Il raffronto è assolutamente curioso.

Rappresentazione grafica delle onde gravitazionali (fonte: media.inaf.it)

Vengo a sapere della notizia dal sito internet de La Stampa, la mia quotidiana fonte italiana di informazioni. L'annuncio viene accompagnato da commenti festanti, in quanto una bella fetta dello studio è stato elaborato in Italia, per merito dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare): molto spazio è dato a frasi in stile "grande successo italiano". Su una simile linea editoriale si allinea il Corriere della Sera.
Che dicono i tedeschi? Der Spiegel ovviamente concede ampio spazio alla scoperta, questo è davvero un evento eccezionale. Ma si riesce a stento a capire chi siano i fautori dello studio. Ciò che conta è annunciare che Einstein aveva ragione, che un tedesco cento anni fa aveva predetto tutto. Nel titolo di parla di Einstein, non di scienziati americani, italiani e francesi. Il campanilismo galoppante, sempre presente quando ci si trova di fronte a questo genere di annunci, è già di per sé un fenomeno divertente per chi ha possibilità di osservare ogni giorno le differenze tra due modi di pensare agli antipodi. Ancora più divertente è constatare come l'opinione pubblica tedesca incensi ora il grande scienziato nato ad Ulm, quando fu proprio il sistema scolastico tedesco, ancora oggi molto discutibile, a rifiutarlo...

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