martedì 9 febbraio 2016

The wrecking ball

"Nel mondo ci sono solo due tipi di persone: quelle che adorano Bruce Springsteen e quelle che non l'hanno mai visto in concerto."      
Larry Katz, Boston Herald
             

Se è difficile capire e spiegare cosa ti passa in quel momento, quando con una serie veloce di click vai ad acquistare un biglietto per il concerto di un artista pazzesco, è invece molto più facile fare rewind nella timeline dei ricordi, per arrivare al 7 giugno 2012. Quella sera mi trovavo a Milano. Ero da solo, insieme ad altri sessantamila persone (comunque, tanti), in uno templi del calcio e della musica. Quella sera fu la sera del mio primo concerto di Bruce Springsteen. Quasi quattro anni dopo, ne voglio parlare, voglio scriverci su due righe. Perché oggi ho nuovamente percepito il brivido, quell'emozione che ti percorre come una scarica elettrica quando sai che hai in mano un biglietto per assistere nuovamente ad una esibizione dal vivo di The Boss: appuntamento per domenica 3 luglio, ancora a Milano, ancora a San Siro.

Tutti attorno a The Boss (dal concerto di San Siro del 07/06/2012)

Il mio amore per la musica di Springsteen comincia relativamente tardi, nel 2005. Sono uno studente universitario e uno dei miei compagni di corso, che nel tempo diventerà uno dei miei migliori amici, mi presta un album di Bruce Springsteen, The rising. Un album "della madonna", per me tra i migliori della sua carriera. L'impatto con questo disco è ottimo, ma non a tal punto da travolgermi: altri gusti, differenti, forse meno maturi. Deve passare ancora tanto tempo, e tanti album, prima che mi faccia sopraffare dalla passione per il rocker del New Jersey. Il 2011, un anno difficile per me, mi porta a fare un percorso introspettivo, accompagnato anche dalla musica di Bruce. È Lonesome day ad accendere la miccia: non so quante volte l'avrò ascoltata e urlata a squarciagola. Assieme a tante altre canzoni di Springsteen, Lonesome day mi accompagna sempre prima delle corse, in macchina, quando ho bisogno di una molla che mi faccia scattare. Quello è l'inizio. Nel 2012 esce Wrecking ball, altro disco superbo, e Bruce non si fa mancare un tour per portare vecchie e nuove canzoni negli stadi di tutto il mondo. Questa volta non c'è scampo: devo andarci.

Locandina d'antan

Di quella sera a San Siro porto un ricordo meraviglioso. Ho visto qualche concerto a Milano, oltre a Bruce Springsteen ho assistito alle esibizioni di U2 e Ligabue. Ma un concerto di Bruce Springsteen è tutta un'altra storia. Non è evento come gli altri. È una vera e propria festa della musica, il tripudio che unisce nel canto e nel ballo generazioni. Quando mi sono affacciato sul terzo anello di San Siro, quella sera, c'era il nonno che accompagnava il nipote, l'adolescente e l'adulto maturo. La musica di qualità, la musica che rimane, non ha tempo e non ha età.
La cavalcata di Bruce Springsteen è immensa. Palco striminzito, effetti speciali ridotti al minimo, ma ben quindici musicisti (la inseparabile E-Street Band) che portano il pubblico a fare un viaggio nella storia del rock. Lui ha più di sessant'anni, ma estrae dal cilindro un concerto di oltre tre ore e mezza, alla faccia dei divieti comunali sulla durata del concerto e dei limiti ai decibel. Non vuole fermarsi, anche lui inebriato dal popolo di San Siro, popolo che l'ha visto protagonista, a detta dello stesso Springsteen, di uno dei cinque concerti più belli da lui fatti: quello del The Rising Tour, dopo un temporale violentissimo e sotto un diluvio epocale. Estasi completa.

Direttamente dal 7 giugno 2012

Un raduno del popolo, questo è un concerto di Buce Springsteen. Un re buono, un re che dà al pubblico ciò che esso chiede. Canzoni, note, parole urlate o sussurrate non fanno differenza, suoni così diversi tra loro che vengono ad allacciarsi in un trionfo della musica. Nonostante la compianta assenza di "Big Man" Clarence Clemons al sassofono e Danny Federici alle tastiere, la musica che circonda le parole di Bruce Springsteen è perfetta. Mai una sbavatura, oltre trenta pezzi suonati tutti d'un fiato, senza sosta alcuna, con la forza rabbiosa che ha contraddistinto Bruce Springsteen per tutta la sua carriera.
Quando si esce dallo stadio i commenti si accavallano l'uno sull'altro. C'è qualcosa di difficile da spiegare nell'aria. I fan sono totalmente al settimo cielo, ansiosi di scambiarsi le opinioni sul concerto. Una cosa è certa: quando sono uscito aspettavo il prossimo concerto. Bruce Springsteen in Italia fa sempre visita, e neanche troppo raramente. Quel giorno è arrivato: domenica 3 luglio 2016. Trovare i biglietti non è impresa semplice e stamattina l'ho notato: al momento i biglietti messi in vendita sono esauriti. Ma con la giusta fortuna ce l'ho fatta. Ora, è il momento del countdown.

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