sabato 20 febbraio 2016

Un paese per chi?

Ciao a tutti!
Giornata a casa con malanni di stagione, accendo la radio, e il notiziario annuncia il risultato di una recente indagine statistica, una notizia di quelle che fanno salire la febbre, se non se la si ha ancora. L'Istat ha pubblicato i dati demografici del 2015. Lo studio fornisce numeri impietosi, ma dei quali non mi stupisco.
L'Italia perde 140.000 residenti sul territorio italiano, ma il numero aumenta a 180.000 quando si considera la sola popolazione italiana; diminuisce la speranza di vita alla nascita e si alza il tasso di mortalità; sale l'età media e con essa la percentuale di ultrasessantenni; gli immigrati non riescono più a coprire il gap demografico frutto di mortalità ed emigrazione; per il sesto anno consecutivo, ci sono sempre meno iscrizioni all'anagrafe; ma soprattutto, dato che più osservo con interesse: se 28.000 italiani sono rientrati in patria, ben 100.000 hanno lasciato la patria per costruire il loro futuro all'estero.

Quanti biglietti di sola andata verso l'estero?

Questi numeri non mi stupiscono affatto. L'Italia è un paese che attualmente ha poco da offrire ai suoi figli. Meglio cercare di migliorarsi altrove, in paesi dove ci sono più possibilità di lavoro o in paesi dove la competenza è più richiesta e meglio retribuita: nel 2013 in testa alle mete preferite c'è stata la Gran Bretagna, dunque Germania, Svizzera, Francia e Stati Uniti.
Sto ovviamente imparando a conoscere la realtà tedesca. Le condizioni di lavoro e di vita in Germania sono tali per cui è abbastanza ovvio che non si abbia alcun desiderio di tornare in Italia. Non è facile trovare lavoro, ma ci sono più possibilità; c'è molto meno stress, c'è più flessibilità. Tornando ai dati demografici, la Germania è il "posto migliore dove fare figli": madri e padri possono godere di congedi più ampi e meglio retribuiti. Per non parlare del noto Kindergeld, 190 euro al mese garantiti dallo stato per ogni figlio. Non c'è che dire, è un gran bell'incentivo per fare figli.
L'Italia non offre tutto questo, e ottimisticamente parlando, non potrà offrirlo per ancora tanto tempo. Avremo il miglior cibo del mondo, ma bisognerà pur avere un lavoro, per poterselo permettere. E il lavoro scarseggia. Nonostante tutte le difficioltà che comporta, è più facile espatriare, e il numeri lo confermano: si è passati dalle 47.000 cancellazioni del 2011 alle 91.000 del 2014... Qualcuno inizia a capire perché gli emigrati aumentano ogni anno di più?
Bis bald (desolato)
Stefano

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...