mercoledì 3 febbraio 2016

L'altra nazionale

Ciao a tutti!
Ciò che si può scoprire in un paese straniero sembra non avere mai fine. Sapevo che in Germania c'è una cultura sportiva decisamente più radicata che in Italia (vedi post). Ricordavo anche, come insegnano le Olimpiadi, sia quelle invernali ma soprattutto quelle estive, che la tradizione sportiva è decisamente più varia (i tedeschi sono forti in tantissime discipline). Non sapevo che lo fosse al punto tale che uno sport divertente ma senza l'appeal di calcio o pallacanestro, come la pallamano, potesse elevarsi allo status di "quasi sport nazionale".

I tedeschi di pallamano in azione durante il Campionato Europeo appena concluso in Polonia (fonte: sport4final.de)

Questo è ciò che è successo sostanzialmente in questi ultimi giorni, grazie al trionfo della Mannschaft tedesca nel Campionato Europeo tenutosi in Polonia, dove la nazionale tedesca ha dominato dall'inizio alla fine, fino all'atto conclusivo contro la Spagna. Ho letto di alcune imprese del portiere Andreas Wolff, ribattezzato il "Neuer della pallamano". Ma la storia della pallamano tedesca ha origini molto lontane, addirittura risalenti ad un secolo fa. Si può praticamente affermare che la pallamano, questo sport coinvolgente che pesca regole sia dal calcio che dal basket (ma puntando forte sulla dinamicità e molto meno sulla tattica), sia nato proprio in Germania. Merito di due pionieri berlinesi, il professore di educazione fisica Max Heiser, che ne favorì la diffusione nella capitale, e Carl Schelenz, che scrisse le regole per la versione più antica, quella a 11 e praticata all'aperto, come nel calcio. Nata dunque a Berlino, la pallamano in Germania è proprio una prerogativa delle regioni più settentrionali: tra le squadre che possono vantare più titoli ci sono alcune grandi città come Kiel (20 vittorie), Amburgo (5), Magdeburgo (12), Lipsia (9), Rostock (7) e la stessa Berlino (9).
La pallamano si diffonde soprattutto nei paesi nordici, quindi entra in voga una versione a 7 e indoor, proprio come quella dei giorni nostri. Essa diventa sport olimpico proprio in un'edizione tedesca dei Giochi, a Monaco 1972. Ma la musica non cambia. In undici o in sette, i tedeschi, da padri naturali di questo sport, dettano sempre legge.
Bis bald!
Stefano

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