giovedì 5 novembre 2015

Direzione Ponte Vecchio: motore di un'altra cilindrata

Ciao a tutti!
Non tutti possono correre una maratona. O meglio, tutti possono farlo o comunque provarci, a patto di sottoporsi annualmente a visita medica che attesti che la propria salute sia adeguata allo sforzo della corsa. Anch'io, quindi, ogni anno, prenoto una visita di idoneità all'attività agonistica per l'atletica leggera. La mia visita, che eseguo sempre presso l'Istituto di Medicina dello Sport di Torino (IMSTo), nei locali dello Stadio Olimpico, è anche qualcosa di più. È quasi uno studio scientifico fatto sul mio corpo. Da sempre attratto dalla comprensione dei meccanismi fisiologici che regolano il funzionamento del corpo umano durante uno sforzo fisico, sono favorevole a spendere qualcosina in più per analizzarmi, capire le mie potenzialità e i miei limiti fisici e infine, ma è un fattore non meno importante, fare un bello screening delle mie funzionalità cardiorespiratorie.
L'esame che svolgo annualmente è quello atto a stabilire la soglia aerobica ed anaerobica. Di che cosa sto parlando? Essenzialmente si tratta di due indici che determinano una caratteristica fisiologica che varia da persona a persona. La soglia aerobica rappresenta l'intensità di esercizio alla quale si ha l'aumento della concentrazione di acido lattico nei muscoli. La soglia anaerobica rappresenta invece il livello di sforzo al quale l'organismo non è più in grado di smaltire l'acido lattico nel sangue: una soglia che non consente di proseguire l'esercizio fisico. La preparazione per la maratona, fatta di allenamenti dai continui cambi di ritmo è finalizzata ad aumentare il più possibile la soglia aerobica e anaerobica.

Ecco, immaginate una cosa del genere, ma con mooooolti meno muscoli (fonte: clubsolutionsmagazine.com)

Beh, quello che è emerso dall'ultima visita effettuata la settimana scorsa a Torino, oltre a confermare la mia idoneità è un bell'incremento nella soglia anaerobica, da 13 a 15 km/h (anche se ho ancora qualche riserva sulla bontà di questo ultimo dato, 14 km/h è una soglia più realistica), e soprattutto in un altro parametro biologico di importanza basilare negli sport di fatica, il consumo massimo di ossigeno (altrimenti detto VO2max), il fattore che viene considerato come la cilindrata del proprio organismo. Nel giro di un anno quindi, sono passato da 3.7 litri/minuto a 4.3 litri/minuto, che sarebbe un po' come dire passare dal motore di un'utilitaria Fiat al motore di una Porsche. Consumare più ossigeno vuol dire mettere più comburente a disposizione dei muscoli, quindi poter produrre più energia durante la corsa. Un dato che conferma ancora di più quanto di buono è stato fatto nell'ultimo anno (dall'ultima visita medica per l'idoneità agonistica sono passati tredici mesi in cui sono state completate due maratone) e che evidenzia molto bene gli ultimi miglioramenti.
E oltre alla soglia anaerobica incrementata, oltre al consumo massimale di ossigeno si aggiunge un calo ponderale di oltre due chili, quasi completamente dovuto alla perdita di massa grassa. Tutto questo non può che voler dire (molti?) secondi in meno sui quarantadue chilometri. Pochi o tanti? Poco più di tre settimane di attesa per la risposta...
Tot ziens dus!
Stefano

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