eccomi con la seconda puntata dell'arretrato...
Beh, che dire, domenica è stata una tappa pazzesca. Era una delle tappe da me più attese, per varie ragioni. Innanzitutto dalla Valtournanche si saltava nella Valle di Saint-Barthelemy, l'unica valle valdostana (assieme a Valsavaranche e Valle di Champdepraz) in cui non sono mai stato, comprenderete la curiosità! In secondo luogo, la tappa collega due rifugi, Barmasse e Oratorio di Cuney, tra i quali non vi è alcuna presenza di civiltà umana... per la precisione, qualche alpeggio ci sarebbe, ma pressoché disabitati. Una tappa selvaggia, quindi, come piacciono tanto a me. Poi, è una tappa che si sviluppa lungo un profilo altimetrico costantemente sopra i 2000 m. Raramente ho camminato un giorno intero sopra i 2000, sinceramente non so se mi sia mai capitato. In ultimo luogo, c'è tanta curiosità per la meta finale, il Santuario della Madonna delle Nevi (attaccato al rifugio, che era nato come foresteria per i pellegrini), il più alto santuario mariano d'Europa e meta, il 5 agosto di ogni anno, di molti fedeli valdostani. Chi mi conosce sa bene che non credo molto in tutto ciò che è connesso alla Chiesa, ma nonostante ciò questo piccolo luogo di culto ha suscitato in me molta curiosità.
Il Lac Terrey. Sullo sfondo, la Fenetre du Tsan |
Ma, al di là delle mere considerazioni tecniche, domenica ho vissuto un condensato di emozioni alpinistiche notevoli. I panorami sono stati immensi, laghi, laghetti, valloni, pareti e un ricco campionario di vette: Rosa, Dent d'Herens, Grivola, Emilius, Becca di Luseney e anche il tanto sospirato Cervino! Ma rimane, di questa tappa, la bellezza di una natura selvaggia che appare tanto più magnificente quanto meno contaminata dal cemento dell'uomo.
E non solo, anche mangiare e dormire in una piccola costruzione in pietra quale il Rifugio Oratorio di Cuney a 2600 m, tra ragazzi italiani e tedeschi, con una stessa passione comune, l'amore per la montagna e tutto ciò che sa regalare è un'esperienza tutta da vivere!
Al prossimo post!
Stefano
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