Ciao a tutti!
Ed eccolo qui, il
percorso della Venice Marathon, il tracciato di quei magici 42.195 chilometri
che mi appresto a compiere per la terza volta, dopo Torino e Barcellona. Senza
togliere nulla alla bellezza di queste due città, gli scenari che potrò
guardare con ammirazione correndo saranno qualcosa di decisamente superiore
rispetto a ciò che possono offrire il capoluogo piemontese e il capoluogo
catalano. E già dall’inizio…
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Km 0: Villa Pisani, Stra. Da qui avrà inizio la Venice Marathon! (fonte: panoramio.com) |
Si parte da Stra,
un comune che si estende lungo la nota Riviera del Brenta, area nota per la
presenza di numerose ville venete, che secoli fa erano meta delle famiglie
aristocratiche di Venezia. La partenza della Venice Marathon avviene da qualche
anno proprio davanti ad una delle più note, Villa Pisani. La cornice che
accompagnerà i maratoneti sarà veramente incredibile, un’emozione che non vedo
l’ora di vivere.
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Il percorso della 28°edizione della Venice Marathon |
Il percorso segue
fondamentalmente per una ventina di chilometri tutto il Naviglio del Brenta e
attraversa tutti i vari comuni che ivi si affacciano, in sequenza Fiesso
d’Artico, Dolo, Mira. Il percorso non presenta alcuna difficoltà altimetrica:
Stra si trova ad un’altitudine di 9 metri sopra il livello del mare, quindi in
questi chilometri la strada non potrà che essere in leggera (ed impercettibile,
probabilmente) discesa.
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Km 5: Dolo, lo Squero (fonte: panoramio.com) |
Ad allietarci
sarà dunque il panorama costituito dal Brenta e dalle sue ville: Villa Pisani,
alla partenza, poi una lunga serie, Villa Soranzo-Fracasso, Villa
Badoer-Fattoretto, Villa Contarini dei Leoni, Villa Widmann, Villa Valmarana e
l’ultima, la più famosa, in quanto opera del Palladio, Villa Foscari. Lo
scenario dovrebbe cambiare poco prima della mezza maratona, in cui si entrerà
in Marghera, una delle località che compongono il comune di Venezia, famosa per
la sua zona industriale, una delle più grandi d’Italia. La si attraversa
completamente per entrare in Mestre.
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Km 12: Villa Widmann (fonte: panoramio.com) |
Un po’ di corsa
in città non potrà che fare bene in quei chilometri: è lì che le gambe iniziano
a diventare sempre più affaticate e il sostegno del pubblico, che mi aspetto
presente e vivace (soprattutto in Piazza Ferretti, il cuore di Mestre), può
dare una grossa mano. Questi chilometri, dal ventesimo al trentesimo sono sicuramente tra quelli più importanti per il buon esito
della maratona, posso garantirlo.
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Km 18: la favolosa Villa Foscari (fonte: panoramio.com) |
La maratona vera
e propria, inizia al trentesimo chilometro, quando si esce dal centro abitato
di Mestre e si entra al Parco San Giuliano, dove verrà allestito l’Exposport,
una manifestazione fieristica a carattere sportivo (e in particolar modo,
podistico) presso la quale si troverà, fino a sabato, il punto di ritiro dei
pettorali per la maratona.
Un po’ di curve
all’interno di questo parco e poi ci si dirige dritti dritti verso l’infinito…
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E siamo giunti al trentesimo: il ponte pedonale annuncia l'ingresso nel Parco San Giuliano (fonte: panoramio.com) |
“Infinito”, così
l’ha definito chi la Venice Marathon l’ha già fatta è il Ponte della Libertà,
il collegamento tra la Venezia lagunare famosa in tutto il mondo e la
terraferma. Correre quattro chilometri di una maratona su un rettilineo
perfetto può essere veramente noioso. Io non mi aspetto queste sensazioni, se
non fosse per la stanchezza accumulata nei muscoli fino a quel momento. Proprio
sul ponte, si supereranno i trentacinque chilometri di corsa. E saranno quasi
trentasette quando dal ponte si “sbarcherà” sul Tronchetto, l’isola artificiale
che sarà il primo assaggio della vera Venezia.
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Sale la tensione: ci si avvicina al Ponte della Libertà (fonte: panoramio.com) |
Qui inizia
un’altra corsa, qui inizia un vero e proprio inferno, quello dei quattordici
ponti di Venezia, un incubo per le gambe ormai piene di acido lattico. Simili
strappi possono veramente tagliare in due i muscoli quando i chilometri sono
già così tanti. In sequenza, Ponte Molin, Ponte Longo, Ponte de la Calcina,
Ponte ai Incurabili, Ponte Ca’ Balà, Ponte de l’Umiltà, il “ponte di barche” sul Canal Grande,
Ponte della Paglia, Ponte del Vin, Ponte de la Pietà, Ponte del Santo Sepolcro,
Ponte de la Ca’ di Dio, Ponte de l’Arsenale e Ponte de la Veneta Marina, questi
i quattordici ostacoli tra l’ingresso in Venezia e l’arrivo.
Il tracciato
nella città lagunare è piuttosto semplice, superato il Tronchetto si entra
nella zona portuale, poi si svolta a sinistra per costeggiare il Canale della
Giudecca. Due chilometri circa con il mare sempre alla propria destra, poco
meno di dieci minuti (si spera) con un occhio all’Isola della Giudecca e
l’altro a tutto ciò che compare alla propria sinistra, fantastici edifici tra
cui una delle chiese più belle di Venezia, quella dei Gesuati.
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3800 metri infiniti: questo è il Ponte della Libertà (fonte: wikimedia.commons.com) |
Le emozioni
aumenteranno esponenzialmente, quando il popolo della maratona arriverà a Punta della
Dogana. Punta della Dogana è facilmente riconoscibile per la presenza della nota Basilica di Santa Maria della Salute e della sua cupola. Qui si entra in un’altra dimensione di corsa, una dimensione che è possibile
vivere solo durante la Venice Marathon. Qui inizia il "quinto" ponte del Canal Grande, un ponte
costruito esclusivamente per la maratona (vedi dettagli nel
post di
giovedì 17 ottobre), uno dei momenti più attesi della corsa, dal mio punto di vista.
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Il percorso della Venice Marathon dal km 35 al km 42.195 |
Anche se, il
momento più emozionante sarà sicuramente intorno al chilometro 41. Piazza San Marco,
e ho detto tutto. Credetemi, mentre sto scrivendo, ho la pelle d’oca, mi salgono i
brividi al pensiero. Non riesco ad immaginarmelo questo momento, ho la tremenda
paura che non riuscirò a godermelo, emozionato come sicuramente sarò. Poter correre attorniato dalle Procuratie (gli edifici che circondano
Piazza San Marco, fatta eccezione per il lato orientale dove si trova la
basilica) e da una folla immensa, è un privilegio assoluto, e non posso far altro che ritenermi una persona fortunata.
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Venezia vista dal Canale della Giudecca. Foto di archivio, 16 ottobre 2009. |
Superata la
sbornia emotiva di Piazza San marco, si fiancheggia Palazzo Ducale e si punta dritto verso Riva
degli Schiavoni. Da lì, ancora sette ponti, che immagino più infiniti dell’infinito
stesso. Dal primo di questi ponti si può ammirare il Ponte dei Sospiri. Ma in
corsa, non so se avrò la forza di girare il capo a sinistra per vederlo. Riva
degli Schiavoni, poi Riva Cà di Dio. Uno sguardo (velocissimo) all’Arsenale, se
mai riuscirò a rendermi conto...
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La Basilica di Santa Maria della Salute. Foto di archivio, 16 ottobre 2009. |
Poi, gli ultimi infiniti
metri. Riva dei Sette Martiri è la fine della sofferenza ed insieme l’inizio
della gioia. Il nome è perfetto per la manifestazione, solo che i "martiri" non saranno
sette ma molti, molti di più…
Ricordo gli
ultimi chilometri della Turin Marathon 2012 e della Zurich Maratò de Barcelona
2013 come se le avessi concluse da poche ore. Memorie fantastiche, totalmente
impresse nella mia mente. Sono convinto che i chilometri finali di domenica, se non
incontrerò problemi fisici in gara, mi porteranno a sconfinare in un’altra
dimensione di gioia. Incalcolabile, inestimabile.
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Km 41, la piazza più bella d'Italia, Piazza San Marco. Foto di archivio, 16 ottobre 2009. |
Quando ripenso al
percorso, studiato e ristudiato nei dettagli per molto tempo, mi chiedo se
esista una maratona scenograficamente più bella di questa. Qualcuno mi ha detto
che quella di Berlino è una grande gita turistica lungo le strade della capitale
tedesca. Qualcun altro mi ha consigliato di fare la maratona di Parigi, ottime “recensioni”
anche su Roma e Copenhagen. Ma Venezia, questa città senza uguali, non può che
superarle tutte.
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La fine delle sofferenze, Riva Sette Martiri (fonte: panoramio.com) |
PS. In questo
post ho parlato quasi esclusivamente dell’aspetto paesaggistico del percorso, e
non di quello tecnico. Per forza: si parte da Stra, a 9 metri sopra il livello del mare, e si arriva a
Venezia, proprio ad altezza acqua. Le uniche asperità saranno i ponti. Pianura,
pianura, pianura, per quasi quaranta chilometri. Poco altro da aggiungere. Come
direbbe Andrea, uno dei miei amici runner, “daine mac!”
Bis bald!
Stefano