giovedì 9 luglio 2015

Un inizio col botto

Ciao a tutti!
È proprio il caso di dire che la prima è andata e, tutto sommato, è andata anche bene, nonostante il caldo micidiale, nonostante i tanti metri di dislivello (quasi 1800) e l'impatto che con un'alta via non è mai facile.

La prima salita è completata

La tappa che da Donnas porta alla frazione Crest di Pontboset inizia sotto il segno di Flegetonte: a Donnas, alla partenza (ore 8 circa), ci sono 27 gradi. Solo il vento della Dora Baltea può portare un po' di fresco, ma è un piacere estemporaneo che dura l'attraversamento del ponte. Poi si inizia a fare sul serio: superate le vigne dalle quali si produce il Donnas, il "Barolo valdostano", superata la suggestiva frazione di Monteil, e schivata una sorta di "transumanza al contrario, il sentiero inizia ad impennare nel bosco: i gradini glaciali delle valli valdostane sono sempre durissimi. L'afa è tremenda e sulla salita sudo, grondo acqua da tutte le parti - a fine giornata avrò cambiato maglietta per tre volte. Non salgo veloce (400/450 metri all'ora), anche per le frequenti pause per dissetarsi. Dopo una prima parte tosta, il sentiero spiana e qualche punto più panoramico inizia ad intravedersi. Ma l'afa crea una cappa attorno ai monti, per la quale non è neanche facile distinguere le varie cime.

Dal Col Pousseuil

La prima meraviglia di Alta Via arriva dopo circa nove chilometri di cammino. È il Giassit de Mouilla: un pianoro molto fertile e ricco di acqua, tuttora utilizzato per il pascolo. È l'ultimo tratto pianeggiante prima del gradino che porta al primo colle di Alta Via, il Col Pousseuil. Per raggiungerlo faccio molta fatica. Fisica ma anche psichica: i segnavia non mancano, impeccabili, ma l'erba (tra cui ortiche) è troppo alta per poter intravedere una traccia di sentiero. Ma in cima, a 2110 metri di altitudine, ci arrivo ugualmente.

Crest Damon

Poi inizia la discesa verso l'attesa Crest. Sarà una discesa ripida, da compiere con cautela per la pendenza e per il carico che grava sulle mie spalle e gambe. Sarà una discesa lunga: un chilometro di dislivello in totale. Sarà una discesa tosta per la conformazione del sentiero, per le tracce che spariscono nei pascoli e che vanno "lette" ed interpretate grazie alla segnaletica, e per la maledetta erba alta.
Fortunatamente è una caratteristica esclusiva del primo tratto di discesa e fortunatamente a consolare c'è una bella visuale sul gruppo del Monte Rosa e (nuvole permettendo) sul Cervino. Quando si arriva al piccolo Santuario di Retempio (ove sorge un rifugio nuovissimo in attesa di gestore) il sentiero diventa meraviglioso. Il merito è dell'utilizzo che si fa di questo santuario ottocentesco: ogni 2 luglio si svolge una processione che parte da Pontboset. Più battuto di così...

Giassit de Mouilla

Il sentiero rimane ripido ma in ottime condizioni, fino a quando non si raggiunge il Torrent de Mont Giron. Da qui un lastricato porta a Crest, frazione divisa in ulteriori due agglomerati collegati da una mulattiera scalinata, dove si trova il dortoir presso cui trascorrere la notte. È un posto che ha dell'incantevole e dello stregato assieme. È praticamente disabitato, come una città fantasma, ma proprio per questo mantiene un certo fascino. Anche grazie alla chiesetta, dalla meravigliosa facciata, che si trova proprio di fronte al dortoir.
Dortoir di stasera: struttura ristrutturata meravigliosamente, austera ma accogliente, come nel più sincero stile montano.

Retempio

Dividerò la camera con una coppia francese che sta facendo l'Alta Via n.2, ma al contrario. Stasera è l'ultima notte fuori per loro: "your skin is still white". E da una parte, invidio un po' loro che sono giunti alla fine, tutta colpa dello zaino. Dopo provo ad intervistarli. Sapere cosa mi aspetta nei prossimi giorni non è male. Domani invece so bene cosa mi attende: altri 1500 metri di dislivello e altre otto/nove ore di cammino prima di arrivare a Champorcher. C'è da riposare qui...
A presto!
Stefano

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