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venerdì 11 marzo 2016

Uno zaino alternativo

Ciao a tutti!
Qualche giorno fa, sulla pagina Facebook di uno dei più forti alpinisti italiani del momento, Hervé Barmasse, è comparso un post che mi ha fatto sorridere, per vari motivi. Poche righe senza considerazioni filosofiche, solo un dettaglio "tecnico" sulla preparazione atletica per chi va in montagna...

«Un allenamento valido per prepararsi ad una salita in stile alpino in Himalaya è "20 kg per 1000 metri". Caricate lo zaino con 20 kg di peso e su una salita molto ripida iniziate a camminare veloce. L'andatura deve comunque permettervi di parlare, ma allo stesso tempo le gambe devono bruciare!!!»

Scene da zaino in spalla, sull'Alta Via n.2 della Valle d'Aosta

Ho riflettuto su queste parole, apparentemente prive di un significato nascosto. Sono comunque parole di un grande alpinista, che ho avuto la fortuna di incontrare e il piacere di leggere.
Ho sorriso tra me e me, perché questo vorrebbe dire che, secondo le parole di Barmasse, sarei più che pronto ad affrontare un'esperienza in Himalaya. Come? Semplicemente camminando su un'Alta Via. Considerando tutti i passi da superare sull'Alta Via n.1 e sull'Alta Via n.2 della Valle d'Aosta, ben dodici di questi superano i mille metri di dislivello. E li ho affrontati con uno zaino il cui peso andava ben oltre i venti chili... Mi piace crederlo, mi piace sognarmi da qualche parte tra le vette più alte della Terra. Ma sono anche ben conscio che in alta quota - senza andare per forza in cima ad un ottomila, eh - intervengono altri fattori ai quali non so come potrei reagire.
Mi è (metaforicamente parlando) scesa una lacrimuccia, perché ho ripensato a tutto ciò che di bello ho vissuto in montagna e ho visto tutto ciò molto lontano. Non irripetibile, ma lontano. Così come lontane sono da qui le montagne che amo. So che quest'anno di montagna ne vedrò poca, quindi è normale, per uno come me, trascorrere qualche minuto di malinconia ripensando al passato.
Mi si è aperto il cuore, pensando che fra qualche anno ci possa essere un'opportunità nuova. Un'opportunità che non mi negherà di andare per montagne. Anzi, magari mi permetterà di conoscerne di nuove. E tramite le quali potrò allenarmi, per continuare a sognare un viaggio in Himalaya. Sempre in mezzo ai monti, sempre con il mio zaino, ma con un carico ben diverso. Magari anche superiore a venti chili. Un carico, diciamo... in carne ed ossa.
Bis bald!
Stefano

giovedì 18 febbraio 2016

lunedì 15 febbraio 2016

Tutto il meglio dell'Alta Via n.2 della Valle d'Aosta (e sondaggio)

"Le montagne - come lo sport, il lavoro e l'arte - dovrebbero servire solo come mezzo per far crescere l'uomo che è in noi."
Walter Bonatti, Una vita così
      
     
Ciao a tutti!
Cervino, il Monte Rosa e il Grand Combin sull'Alta Via n.1, il Gran Paradiso sull'Alta Via n.2, il Monte Bianco su entrambe le Alte Vie valdostane. Quale la più bella? Una risposta probabilmente non c'è. Tuttavia, costruendo questo post, mi sono reso conto di una differenza tra le due esperienze sui sentieri della Valle d'Aosta. Se l'Alta Via n.1 ha rappresentato per me una straordinaria occasione di viaggio tra le valli di una regione e di ricerca introspettiva nelle valli della mia anima, l'Alta Via n.2 è paesaggisticamente più interessante. Opinione che faccio mia, in questo momento, anche grazie ad un ricordo più fresco. Ricordo che, a distanza di qualche mese, però non voglio far sbiadire. Anzi, lo voglio rinvigorire con questo post, che nasce con l'intenzione di coinvolgere la platea di A spasso tra i Giganti.
Ho ripercorso mentalmente e visivamente tutti i luoghi toccati nel cammino lungo i sentieri dell'Alta Via n.2, e ne ho selezionati quindici, quelli che per me sono rimasti più impressi. Perché più belli, più carichi di ricordi, più significativi. Quella che segue è la mia personale classifica, corredata di alcune foto del luogo inserito in questa particolare graduatoria. Pur precisando che una classifica, quando c'è tutta questa meraviglia, è ben difficile da stilare. Potrete stilarne un'altra voi, votando quello che per voi è il luogo più bello di questa Alta Via...
Bis bald! (e buon sondaggio...)

Per votare, cliccare sul link evidenziato dal riquadro rosso

1. Col de la Crosatie [tappa 8]. È la più spettacolare balconata sulla Valle d'Aosta. Tutti i Giganti delle Alpi si possono abbracciare con un'occhiata da questo colle che divide la Valgrisenche dalla Valle di La Thuile. Un posto dal quale ho fatto assolutamente fatica a staccarmi. Ahimé, la tappa era lunga e dura...

La Crosatie, direzione ovest

La Crosatie, direzione est

2. Col d'Entrelor [tappa 6]. La salita all'Entrelor non è mai estremamente dura, ma è una delle più lunghe in assoluto, per chilometraggio, dislivello e tempistica. Gli sforzi vengono ricompensati da un doppio panorama su Valsavarenche e Val di Rhêmes. Dal panorama roccioso dei tremila metri, spuntano fieri la Grivola e il Gran Paradiso verso est, si apre il selvaggio vallone d'Entrelor verso ovest. Grande terrazza su uno degli angoli più incontaminati della Valle d'Aosta.

Entrelor, lato Valsavarenche

Entrelor, lato Val di Rhêmes

3. Cogne/Valnontey [tappa 4]. Può sembrare paradossale che in un percorso selvaggio come l'Alta Via n.2 inserisca un paese ed una sua frazione nell'elenco dei luoghi più belli. Però è così, da Cogne e ancor di più dalla frazione di Valnontey, la visuale sul Gran Paradiso e sui ghiacciai che da esso si diramano è superba e non poteva mancare all'appello.

Il Gran Paradiso visto dall'abitato di Cogne

Sulla salita che collega Valnontey al Rifugio Vittorio Sella

4. Col de Chavannes [tappa 9]. È uno degli ultimi scollinamenti, una salita regolarissima ma molto lunga che porta l'escursionista ad abbracciare tutta la maestosità del Monte Bianco. Qui si può esultare: è l'ultima grossa fatica dell'Alta Via. Oltre ad essere una gran bella ricompensa per gli occhi.

Saluto a La Thuile

Un abbraccio sul Bianco

5. Orvieille/Laghi Djouan [tappa 6]. Il re Vittorio Emanuele II era basso di statura, ma la sua vista era lunga. Anche ad Orvieille, dove fece costruire una casa di caccia, ci aveva visto benissimo. I prati di Orvieille, con vista Gran Paradiso, e i soprastanti Laghi Djouan, entrambi isolati dal caos del mondo, sarebbero in grado di ispirare qualsiasi artista.

Il primo lago verso l'Entrelor

Orvieille in fiore

6. Rifugio Albert Deffeyes/Comba des Usselettes [tappa 8, tappa 9]. Relegare questi due luoghi al sesto posto può sembrare ingiusto. Certo, non dappertutto si possono ammirare in poche centinaia di metri paradisi naturalistici come i prati della Comba des Usselettes, il ghiacciaio del Rutor e i suoi laghi, una vetta imperiosa come il Grand Assaly.

Ai piedi del Rutor. Foto di archivio, 16/06/2012

La Comba des Usselettes e sullo sfondo il Rifugio Albert Deffeyes

7. Lac du Fond [tappa 8]. Le origini del buffo nome di questo piccolo lago che apre le porte alla Valgrisenche non mi sono molto chiare. Provo ad inventarle io: il fondale di questo lago è una tavolozza di colori che variano dal blu al verde a seconda di dove lo si osservi. Di certo è il lago alpino più bello incontrato lungo questa Alta Via.

Lac du Fond

A precipizio nel blu

8. Rifugio Elisabetta Soldini/Lac Combal [tappa 9, tappa 10]. Luogo chiave dell'Alta Via, il Rifugio Soldini è l'arrivo della penultima tappa, prima del gran finale a Courmayeur. Uno dei rifugi più belli di tutte le Alpi, non solo dell'Alta Via, per la fortunata sua posizione, al cospetto dell'Aiguille de Trélatête, del Ghiacciaio de La Lex Blanche e delle Pyramides Calcaires. Poco più in basso, il Lac Combal, una piccola riserva naturalistica a due passi da un altro ghiacciaio, quello del Miage, accende di riflessi la Val Veny.

La riserva del Lac Combal. Foto di archivio, 26/06/2011

Il Rifugio Elisabetta Soldini

9. Arp Vieille/Plan Chécrouit [tappa 10]. Gli impianti rovinano la vista, ma il panorama sul Monte Bianco qui è unico. Così immenso che sembra di poterlo toccare con un dito. L'imponenza della montagna più alta d'Europa, vista da Plan Chécrouit, è insuperabile.

Vista sul Miage ad Arp Vieille

Il Monte Bianco da Arp Vieille. Foto di archivio, 25/06/2011

10. Fenêtre de Champorcher/Rifugio Sogno di Berdzé [tappa 3, tappa 4]. Serve una giornata di cammino da Champorcher per poter raggiungere l'omonima Fenêtre, uno dei colli più alti da superare lungo il percorso, e dunque il Rifugio Sogno di Berdzé. Ma lo sforzo è ripagato dal panorama totale che si ha su due valli, quelle di Champorcher e Cogne.

La prima lunga salita

Meta prefissata, Rifugio Sogno di Berdzé

11. Rifugio Miserin [tappa 3]. Questo rifugio e il vicino Santuario della Madonna delle Nevi, posizionati di fronte al Lago Miserin, specchio d'acqua in una landa desolata, conferisce una sorta di austero misticismo ad uno dei luoghi che meglio potrebbe raccontare la storia della Valle d'Aosta.

Lago Miserin

Un panettone a guardia del Rifugio Miserin

12. Cascate del Rutor [tappa 9]. E che lo dico a fare? Per rimanere estasiati da queste tre cascate, vengono qui molti turisti che la montagna sono abituati a vederla solo in cartolina. I colori dell'arcobaleno prodotto dalla dispersione della luce sugli spruzzi d'acqua e la violenza inaudita di queste cascate sono gli elementi essenziali di cotanta bellezza.

Cascata n.1

Cascata n.2

13. Conca del Lauson [tappa 4, tappa 5]. La conca del Lauson è amatissima da escursionisti e fotografi. Qui regna lo stambecco, l'animale simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso, a cui non dispiace mettersi in posa dinanzi agli obiettivi. In un anno di magra come il 2015, preferisco apprezzare questa conca per la visuale sulla Valnontey.

Rifugio Vittorio Sella, all'imbocco della Conca del Lauson

La Conca del Lauson in una calda mattina di luglio

14. Rifugio Chalet de l'Épée [tappa 7]. Un'oasi di riposo dopo le fatiche assurde del Col Finestra, un'oasi di riposo per chi risale dalla Valgrisenche, spettacolare vedetta su questa valle, sull'immenso Lago di Beauregard e sui ghiacci del Rutor.

Vista sul Rutor dal Rifugio Chalet de l'Épée

Vedute sulla Valgrisenche

15. Vallone della Legna [tappa 2]. Un posto quasi dimenticato, ma dalla grande ricchezza naturalistica, questo è il selvaggio e solitario vallone a monte di Champorcher: il posto migliore per allontanarsi dalla civiltà senza rinunciare a bellezza ed armonia.

Sperduto, dimenticato

Nelle bistorte

giovedì 31 dicembre 2015

Ein deutsches Jahr

Ciao a tutti!
Un altro anno volge al termine, e come tutti quanti sono in attesa di quello che sta per cominciare, che (fortunatamente) si preannuncia non meno stimolante e ricco di eventi rispetto al 2015. Quello che si conclude è l'anno che ricorderò, come ho scritto nel titolo del post, come l'anno "tedesco", in quanto è stato vissuto per intero in Germania, fatte salve vacanze e qualche trasferta di rientro nella terra natia.
Il nostro primo anno in Germania ha coinciso con tre eventi direttamente legati a questo paese, che hanno segnato, in modo più o meno decisivo, la storia del 2015: la tragedia Germanwings, l'ondata di migranti siriani in Baviera (piccolo tassello di una vicenda più grave e complessa, quella della guerra all'ISIS) e lo scandalo Volkswagen. Il caso è poi strano, eh? Tre eventi, diversi tra loro, che però ci hanno restituito un'immagine diversa del popolo tedesco, lontana dai soliti stereotipi. Non meno forte, ma più umana e probabilmente più vulnerabile.

2015: un anno felice

E che dire del nostro primo anno interamente trascorso in terra teutonica? Decisamente positivo, così positivo che non abbiamo alcuna voglia di rientrare in questa "terra dei problemi" che si chiama Italia, quantomeno non a breve. Un po' di nostalgia c'è, è ovvio, ma il piacere di vivere qui è tale per cui non stiamo minimamente pensando ad un rientro.

Su Ponte Vecchio durante la Firenze Marathon 2015

Ricorderò il 2015 certamente per le due maratone corse, in aprile ad Amburgo e a fine novembre a Firenze. Due corse molto diverse tra loro ma entrambe sono state egualmente esperienze straordinarie - e due fatiche immani. Preparate in modo diverso, ma con la solita passione, mi hanno dato l'opportunità di riscoprire due città come Amburgo e Firenze, tanto meravigliose quanto antitetiche. E grazie alle quali ho avuto modo di alzare l'asticella dei miei limiti. Prossima barriera da superare, le tre ore e dieci minuti...

Sull'ultima fatica dell'Alta Via n.2

Ma se devo portare nel cuore qualcosa di questo anno, non ho dubbi sulla scelta: con me porto un'estate straordinaria, una delle più belle mai vissute. A luglio ho completato un progetto che tenevo nell'affollato cassetto di sogni e desideri, l'Alta Via n.2 della Valle d'Aosta, con la quale ho chiuso il cerchio delle Alte Vie valdostane, iniziato tre anni or sono proprio con la nascita di questo blog. Condizioni climatiche eccezionali e montagne ancora più strabilianti hanno reso questo viaggio dal Gran Paradiso al Monte Bianco, nelle Alpi più belle che conosca, un'esperienza difficile da ripetere in futuro.
Rimanendo in tema montagna, con la giornata di oggi si chiude anche l'anno del Cervino. Il 2015 ha celebrato il centocinquantesimo anniversario dalle prime salite alla Gran Becca, ossia le imprese di Whymper e di Carrel.

Non ci sono parole...

E poi c'è la vacanza parigina. Perché finalmente ho vissuto questa città in tutto il suo fascino, perché è la città più bella del mondo (Venezia esclusa), perché è l'ultima vacanza da fidanzati ma quella più attesa da innamorati. Tutto ciò che è stato questa settimana ha fatto accrescere a dismisura la rabbia e il dolore per quanto è poi accaduto qualche mese dopo nella capitale francese, attaccata da un manipolo di terroristi senza coscienza alcuna. E non ha che aumentato il desiderio di tornare al più presto possibile a Parigi. Magari per una maratona?
Non nel 2016, però, questo è certo. L'anno che verrà ha già in serbo molti progetti. Tutti da scoprire su A spasso tra i Giganti.
A presto e tanti Auguri di Buon 2016 a tutti!
Stefano

mercoledì 4 novembre 2015

Le foto più belle dall'Alta Via n.2 della Valle d'Aosta

Ciao a tutti!
Ho impiegato un po' di tempo, ma infine ce l'ho fatta. A quattro mesi dalla mia ultima avventura sulle montagne valdostane, sono riuscito a completare una selezione delle fotografie per me più belle tra le oltre duemila scattate in dieci giorni di duro ed intenso trekking. Non è stata un'opera semplice, scartare una foto per un post rimane comunque una rinuncia. Ma quando i soggetti che ho immortalato sono così ricchi di leggiadria, le fotografie non possono che contenere bellezza di rimando.
Ce n'è per tutti i gusti. Cieli, ghiacciai, praterie, acqua, vette, animali, fiori, panorami. Ognuno potrà trovare una foto nella quale identificarsi maggiormente. Io l'ho fatto con la prima, in cui sono ritratto in una sorta di contemplazione del Monte Bianco, durante l'ultimo giorno di cammino. Per me è un po' come il senso stesso dell'intera Alta Via, un percorso meraviglioso che ci fa riscoprire la nostra dimensione, piccola, a confronto con quella pressoché infinita di queste vette e di questi panorami.
Tutto è assolutamente indimenticabile, ben impresso nella mia mente. Con l'auspicio che questa sensazione giunga veloce anche a chi vorrà perdere qualche minuto per guardare queste immagini delle montagne più belle d'Europa...
Bis bald!
Stefano

Piccolo al cospetto del Monte Bianco

Semplicemente, Valsavaranche

La strada verso l'ultima salita

L'ultima alba sulla Val Veny

Butterfly/1

Tutti in piedi di fronte al Cervino

I prati di Sant'Orso

I riflessi del Lago Combal

Becchi

Verso l'orrido

Vista sul Grand Assaly

Verso il Col de la Crosatie

Panorama sulla Valgrisenche

Ingresso nella Valle di Cogne

Saluti alla Valle di Rhêmes...

Lente di ingrandimento sul Monte Bianco

La prima (o l'ultima?) cascata del Rutor

In azione sotto il Gran Paradiso

Butterfly/2

Sprazzi di bianco su cielo e terra

Tutte dritte le bistorte

Ci si concede un gesto di trionfo

Relax per gambe stanche (con Cervino)

Il Vallone della Legna, culla di tesori nascosti

Ponti verso Champorcher

Insetti al lavoro

Trifogli alpini

Ancora un po' di neve sotto i tremila metri

Chiare fresche e dolci acque...

Meraviglie dalla Valle di Cogne

La maestosità del Gran Paradiso

Una vigile marmotta

La Conca del Lauson, scrigno di tesori della fauna alpina

La genziana delle nevi (o delle rocce?)

Panorama dal Col Lauson

Re incontrastato del Parco Nazionale del Gran Paradiso

Sguardo su una lontana Valsavaranche

Levionaz

Cascate tumultuose

Lavoratrice instancabile

Un re non sbaglia mai i luoghi di villeggiatura

Compagno di viaggio (per qualche minuto)

Laghi Djouan

Fiori, prati, laghi e la Grivola

Un lago nero tutt'altro che nero

Ruralità in Valle di Rhêmes

Vedute dalla finestra (il colle)

Primo contatto col Rutor

Semplicemente Valgrisenche

Sentiero guidato

Bellissimo esemplare di genziana porporina

In località Glacier (manco a dirlo)

Panoramica dal Col de la Crosatie/1

Panoramica dal Col de la Crosatie/2

Promoud, l'angolo di paradiso

Passo Alto

L'acqua "glaciale"

Benedetta sia la Comba des Usselettes

Contorni

Le ombre della mattina

Colori dal Rutor

Pochi, pochissimi metri

Come un miraggio, la Val Veny

Rifugio Elisabetta Soldini, un bastione del ghiacciaio

Mordor?

Origine delle nuvole

Toh, un camminatore

Sul filo dell'equilibrio

Meraviglia Rutor dal Rifugio Deffeyes

Butterfly/3

Il Ghiacciaio di Château Blanc

Un'ombra sulla Valle di La Thuile



Col des Chavannes

Alpeggio in Valsavaranche

Dal Col d'Entrelor

La peverina, il fiore che cresce sui sassi

Appunti di viaggio

Rosa alle ultime luci del giorno

La piscina

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