martedì 26 febbraio 2013

Magie osteopatiche

Ciao a tutti.
Wikipedia riporta, sotto la voce "osteopatia": l'osteopatia è un insieme di tecniche non convenzionali volte al trattamento di disfunzioni fisiologiche attraverso un particolare tipo di manipolazione detta manipolazione osteopatica. Lo scopo dell'osteopatia è quello di riportare una situazione non fisiologica entro dei limiti di normalità fisiologici.
Voi sapevate cosa era l'osteopatia? Io non proprio. Ne ho sentito parlare per la prima volta quando conobbi, in occasione di un corso di formazione aziendale, un collega che gioca regolarmente a rugby. Mi disse che due volte all'anno si sottoponeva a sedute dall'osteopata per "rimettersi a posto" il fisico. Ora, cosa volesse dire tutto ciò, non l'avevo colto. L'ho scoperto ora, nella forzata necessità di rimettere a posto il piede in vista della Maratò de Barcelona.

Adidas, campagna pubblicitaria "Runners, yeah, we're different": uno studio "da sogno"

I problemi al piede destro sono sorti circa un mese fa, dopo circa quindici chilometri di allenamento. All'inizio speravo fosse uno dei soliti dolorini di cui i podisti soffrono con regolarità, ma nonostante pomate su pomate, il fastidio (perchè a camminare normalmente ci sono comunque sempre riuscito) non accennava a scemare. Anzi, in alcuni casi aumentava e infine si è trasferito anche al piede sinistro. Urgeva un'intervento. Ed è così che il mio preparatore, Edoardo, mi ha consigliato di farmi visitare da un'osteopata. "Vai da Barbara, è in gamba, ti mette a posto", mi disse.
Ed è così che circa due settimane fa, mi sono fatto visitare. Impressionante la serie di domande poste al sottoscritto per capire a fondo il problema. E mi ha colpito il fatto che il piede non l'ha quasi preso in considerazione, se non per dirmi una cosa che già sapevo, cioè che corro in leggera pronazione (dettagli da podista...). Ma ha fatto una incredibile scansione del mio corpo, con responsi all'apparenza da incubo: "hai la colonna vertebrale schiacciata", "la sinfisi pubica è andata". Cose che, per fortuna, non sono così gravi. Forse anche dovuto allo zaino pesante che uso  in montagna. Se poi sono i diciotto chili dell'Alta Via, potrei capire.
Ma ciò che più mi ha scioccato è stato il test sulle bilance: un piede su una bilancia, un piede sull'altra. La bilancia "sinistra" segna trenta chilogrammi, la "destra" ne segna quaranta. E che è questa storia? Carichi sbilanciati nel mio corpo, spingo più con il lato destro (un po' me ne ero accorto, ma ho pensato: "saro io che sono fatto così"...). Pazzesco.
E quindi, via alle danze. Una serie di esercizi mica da ridere, dal senso a me ignoto, per di più in posizioni assurde (perchè le manovre le guida Barbara, non sono esercizi a corpo libero...). In alcuni casi anche imbarazzanti... Comunque, veramente tosti, che mettono a dura prova i muscoli, nonostante siano abituati a sforzi notevoli durante il gesto della corsa. Dieci-quindici minuti di manovre in posizioni attorcigliate e ripeto il test sulle bilance: trentacinque a sinistra, trentacinque a destra. Da non crederci. Ora sono equilibrato e, in condizione di scarpe nuove, sono di nuovo pronto a correre in totale tranquillità.
Qualche problema permane, ma quando l'andazzo è quello di correre sessanta chilometri a settimana circa, non posso pretendere di avere tutto quanto in sesto, no? Il piede, in particolare quello sinistro, qualche fastidio me lo dà ancora; sembra strano ma è così: succede quando mi alzo. Ma durante gli allenamenti, a caldo, non crea problemi. Penso proprio che l'ostacolo più grosso in vista di Barcellona sia superato. E, a venti giorni circa dalla maratona, direi che è un'ottima notizia!
Buonanotte a tutti,
Stefano

lunedì 25 febbraio 2013

Trovarsi a parlare di montagna, purtroppo, con delusione

Ciao a tutti.
Non vi saluto con un "buonasera", perchè una buona serata non lo è affatto! Non ho voglia di commentare cosa sta succedendo in Italia in queste ultime ore perchè potrei risultare... volgare. Potrei mostrare il lato peggiore di me, cosa che vorrei evitare. Dico solo che gli ultimi avvenimenti sono una vergogna! Non penso che il popolo italiano si meriti tutto questo. O forse si? Non lo so, ciò che è certo è che ho tanta voglia di fuggire da questo paese stupendo, il più bello che c'è nel nostro mondo, ma abitato da milioni di vecchi stupidi ed ignoranti. E qui chiudo.

Il gruppo del Monviso dalla cima del Bricas

Cerco un po' di relax dentro. E lo trovo con le mie montagne, quelle che non mi hanno mai tradito e nelle quali ho sempre riposto la fiducia di trovare un'oasi di pace interiore. Fiducia SEMPRE ripagata. E quale montagna migliore se non quella di casa, quella che vedo ogni mattina quando mi alzo per andare a lavorare? Ovviamente sto parlando del Re di Pietra, il Monviso.

2426 metri, in cima al Bricas


Già, se vi ricordate nel post di sabato 16 febbraio 2013, avevo promesso qualche dettaglio su quella giornata trascorsa in Val Po. Bene, che dire, niente di meglio di qualche sana fotografia della montagna regina delle Alpi Cozie.

Solitario e baciato dal sole, lungo la ripida salita al Bricas... (by Silvia)

Gita fantastica quella di due weekend or sono. In compagnia di Silvia (che quanto a mete montanare nell'intorno di un'ora di macchina ne sa parecchio, devo dire), ho risalito il Bricas, una punta di poco più di 2400 metri posta tra il Monte Frioland e la Punta Ostanetta, dalla quale la visuale su tutto il gruppo del Monviso è... da togliere il fiato! Specie in una giornata così serena e limpida che io e Silvia abbiamo indovinato: la vista spazia non solo su tutto il gruppo del Monviso, dalla Cima delle Lobbie fino al Granero, ma anche sulle Alpi Marittime e buona parte di Graie e Pennine. Teoricamente il Peakfinder mi segnala anche la possibilità di intercettare con i miei occhi Grivola e Cervino, ma la mia vista è modesta e più che un ammasso bianco che presumo sia il gruppo del Rosa non riesco a vedere.

Monviso e Visolotto, in immagine ingrandita

Lo scenario sulla pianura è altrettanto scenografico. In giornate del genere spesso le montagne sono perfettamente visibili, ma nella bassa regnano sovrane foschia e nebbia. In questo caso, no. Pinerolo e l'imbocco delle valli Pellice e Chisone sono perfettamente visibili, così come Cavour e la sua Rocca. Giunti in cima, freddo escluso, tutto ti attrae magneticamente a restare lì, consci di aver scovato un piccolo angolo di paradiso dal quale sognare (e anche l'indice della mia mano destra è sempre incollato al pulsante della macchina fotografica).

In procinto di togliermi le ciaspole (by Silvia, e pure di soppiatto)


Però, bisogna tornare indietro: non c'è modo migliore di farlo chiaccherando del più e del meno (e di Walter Bonatti) con Silvia e con lo scenario magico sul Monviso dal versante sud-ovest del Bricas. Un piccolo velo di tristezza sale in me, quando, rientrando nel bosco, la vista del Re di Pietra rimane offuscata... sigh. Resta il ricordo di una bella giornata, come non ne passavo da tempo, causa allenamenti...

Pazzesca la visuale sulla pianura pinerolese...

Queste righe sono state utili, scrivere si rivela sempre un'attività di piacevole e sano sfogo. Nell'oretta spesa a costruire questo post ho spaziato un pochino con la mente. Pensando che l'Italia fortunatamente non è solo ciò che i media ci stanno dipingendo in questo momento ma anche una raccolta di immagini da sogno. Come quelle vissute in cima al Bricas.
Buonanotte a tutti,
Stefano

domenica 24 febbraio 2013

Silenzio, parla l'Italia!

"I nemici della Costituzione sono l'indifferenza alla politica che è amore per la vita, e il non voto. Non ti tirare fuori, se ti tiri fuori è terribile, dai il potere alla folla che sceglie sempre Barabba"
"The enemies of the Costituzione are the indifference to the politics that's love for life, and non-vote. Don't get yourself out, if you get yourself out it will be terrible, you give the power to the crowd that will always choose Barabbas"
Roberto Benigni


sabato 23 febbraio 2013

Nove anelli di pensieri podistici

Ciao a tutti,
in settimana siamo finalmente entrati nella fase clou dell'allenamento in vista di Barcellona: quella dei lunghi.
Prima martedì con una mezza maratona e poi oggi con circa 25 km. Sono decisamente soddisfatto del lavoro svolto, specie considerando che arrivavo da un periodo di scarso allenamento, a causa dei problemi al piede. E anche il piede ha risposto in maniera positiva, se non altro in corsa: probabilmente il problema è stato risolto, speriamo. Ma la storia del piede merita un post dedicato a parte.
Martedì ho ripreso contatto con i lunghi correndo i 21 km ad un passo di 4'45'', ottimo ritmo in allenamento. A gennaio correvo leggermente più lento e due settimane dopo ho stampato il personale a Novara. Bene... ma il bello deve ancora venire.
Oggi ho invece corso 24.3 km ad un passo di 4'47'', confermando così le ottime sensazioni di martedì! Muy bien! Senza strafare, specie all'inizio dove ho corso i primi dieci chilometri a 4'54''. Qualche fastidio quà e là ma nel complesso i chilometri li ho corsi bene, il piede ha retto perfettamente. Qualche dolorino dopo, ma infine credo che con questo problema ora ci si debba convivere. E quando farò i 35 km avrò qualche idea più chiara, quello sarà il lungo che più di ogni altro mi dirà a che punto sono quanto a preparazione fisica. E da quello potrò capire cosa posso ambire il 17 marzo a Barcellona.
Usare il condizionale è comunque obbligatorio, spero vivamente che la neve non "rovini" i piani: nel momento in cui sto scrivendo, una fitta nevicata è in atto. Giusto in tempo, eh?

In azione a Ciriè: una foto scovata sul sito della Podistica Torino (www.podisticatorino.it)

Un bel ricordo mi ha attraversato la mente mentre correvo, stamattina. Cerco sempre di correre i lunghi su un anello nell'intorno di Cercenasco, lo facevo quando iniziai a correre e lo faccio ancora adesso, in quanto è  comodo essere vicini a casa nel caso mi facessi male o entrassi in crisi. O anche solo per ciò che concerne i rifornimenti durante la stagione calda. L'anello in questione ha una lunghezza di circa 2.7 km. Le prime uscite (quasi tre anni fa) prevedevano tre giri di questo anello. E farli in meno di 40 minuti era già impresona. Nell'agosto del 2011 sono arrivato a farli in meno 39 minuti. Oggi, un anno e mezzo dopo, correndo il lungo, mi sono reso conto di avere corso il triplo della distanza facendo nove giri di questo anello esattamente allo stesso ritmo. Ci penso (correndo si pensa molto...) e un po' sorrido all'idea. Lontani quei tempi, in cui l'idea di fare una maratona manco mi sfiorava e ora, invece...allo stesso ritmo di come correvo allora percorro una distanza tripla. Non posso che esserne contento...

mercoledì 20 febbraio 2013

Neve

La neve evoca molti pensieri. Ognuno collega questo mistico fenomeno a svariegati momenti e differenti esperienze della propria vita.
C'è chi si ricorda delle battaglie a palle di neve da bambini (e non solo da bambini), oppure dei pupazzi tirati su in cortile, chi come me ha avuto la fortuna di poter disporre di un cortile. Altri la collegano alle settimane bianche o a weekend sulle piste da sci.
I peggiori sono soliti dire che è un problema perchè li rallenta in macchina. Ritardare di qualche minuto, che sarà mai. Altri fenomeni si lamentano che bisogna spalarla: ma è pur sempre un'ottima attività fisica e anche low-cost. Che serve, a meno che si voglia fare la fine di quell'emerito cretino di mio cugino che per non averla tolta è rimasto bloccato con la sua auto nel bel mezzo del cortile di casa. Sudare un pochino, sapete, è un disonore!:-D La neve, che ne vogliano o no, però, serve. È la nostra migliore riserva idrica.
Negli ultimi anni ho visto nella neve un mezzo nuovo per conoscere la montagna, tramite le ciaspole. Al punto che già a fine ottobre, in coincidenza di fenomeni piovosi intensi mi chiedo se sopra i duemila nevichi, una buona scusa per respirare l'aria buona di montagna. In solitudine, tra cime innevate e pianori imbiancati, con le ciaspole ai piedi, rifletto e mi accorgo della potenza della neve, e non quella fisica di slavine e valanghe. Vedo lo straordinario potere della neve, quello di coprire tutto, di portare tutto allo stesso livello, di rendere uniforme ciò che ci circonda. Servirebbe una bella nevicata, anche tra le coscienze delle persone.

Col Entre-Deux-Sauts - Foto di archivio, 28 dicembre 2011
Ora, sdraiato a letto, guardo le previsioni meteo: quattro giorni di neve in vista. Ma mai come stavolta sto sperando che sia una burla, uno scherzo dell'atmosfera. Barcellona's calling!
Buonanotte,
Stefano

domenica 17 febbraio 2013

Ad un mese da Barcellona

Otto chilometri belli intensi, oggi: sicuramente il mondo migliore per iniziare il mese che mi porta a Barcellona.
Li ho fatti proprio bene, è stato un allenamento di qualità! Penso sia ottimo un passo di 4'37'' a chilometro in allenamento (dopo qualche settimana a preparazione alterna). Ma soprattutto, il piede (anzi, i piedi) non fa più male!
Ora però arriva l'ora di fare i lunghi. E, a parte due mezze maratone tra gennaio e febbraio, non ne ho ancora fatti! E mancano solo quattro settimane...
Today, eight intense kilometers: it has been for sure the best way to begin the month that lead me to Barcelona.
I did them well, it has been a real quality training! I think it's so good a pace of 4'37'' per kilometer done during training (after some weeks of jumpy preparation). Above all, the foot (if anything the feet) isn't painful more!
Now, it's time to do the long runs. And I haven't done any long runs yet, excluded two half marathons between January and February. And only four weeks are missing...
Stefano

sabato 16 febbraio 2013

Giù dal Bricas!

La vedete la foto? Si? Bene...
Non penso di dover aggiungere molto altro; in giornate di inccomensurabile bellezza come quelle di oggi, certe immagini si commentano da sole!
Ora tutti a casa, in ansiosa attesa di un bel piatto di pasta... vi aspetto più tardi per il post di questa giornata in Val Po.
Are you seeing the photo? Yes? Good...
I think it's not necessary to add other; on the days of incredible beauty like today, the images are self-evident!
Now everybody at home, in the eager wait for some pasta... I'll wait for you later for the post of this day in Val Po.

Il Monviso (e le sue punte) viste dalla discesa dal Bricas
A presto,
See you soon
Stefano

Voglia di montagna, desiderio di alpinismo

"E se le cose non stessero così, se le forze della montagna non fossero sproporzionate, infinitamente superiori a quelle dell'uomo, in che cosa consisterebbero le motivazioni profonde del grande alpinismo? Quella voglia, quel bisogno di superare se stesso senza i quali l'uomo non avrebbe attraversato gli oceani, conquistato i poli della terra, scoperto nuovi territori in un'epoca in cui le porte dell'ignoto potevano essere aperte solo dal suo coraggio e dalla sua intelligenza, nascono appunto da questa debolezza, da questa vulnerabilità."
René Desmaison, 342 ore sulle Grandes Jorasses


Panorama dal Lac Blanc (Chamonix, Réserve Naturelle des Aiguilles Rouges):  Aiguille Verte du Dru, Grandes Jorasses, Aiguille du Midi e a destra, il Monte Bianco - Foto di archivio, 09 agosto 2010.

giovedì 14 febbraio 2013

Tempo di campestri

Ciao a tutti.
Saltato per neve l'appuntamento alla Pellerina il 20 gennaio, e saltati i cross del 27 gennaio e del 3 febbraio rispettivamente a Caselle e Trofarello causa mezze maratone, sono finalmente riuscito ad esordire in una gara di campionato regionale FIDAL con la divisa della Podistica None.
Ciò è avvenuto esattamente domenica scorsa nell'occasione del XII Gran Premio Città di Ciriè, una corsa campestre di circa 6 chilometri, in una giornata rigida ma tutto sommato gradevole, con il sole a rammollire il terreno ed uno spettacolare skyline delle montagne piemontesi a contorno.
Hi everybody.
Left out for snow the Pellerina date on January 20th and left out January 27th and February 3rd's cross races, respectively in Caselle and Trofarello, for the half marathons, I finally reached the exordium on the FIDAL regional championship with the Podistica None's shirt.
This happened on last Sunday in the chance of the XII Gran Premio Città di Ciriè, 6 kilometers' cross race, in a cold day but pleasant on the whole, with the sun making softer the ground and the spectacular skyline of the Piedmont mountains.

C'è sempre spazio per un saluto, anche nel massimo sforzo.

Il risultato? Non un granchè, se ragioniamo in termini assoluti: 64esimo su 108 partecipanti assoluti nella mia partenza (le partenze sono scaglionate in base alla categoria di appartenenza, quindi in base al sesso e alla fascia di età) e ottavo su diciannove partecipanti nella mia categoria con il tempo finale di 23'48''.
Ma era la prima volta che correvo una campestre (con le scarpe normali e non quelle chiodate) e per di più arrivando da due weekend in cui ho fatto altrettante mezze maratone, quindi con i muscoli un po' cotti. Considerando tutto ciò non è andata male, anche perchè per me chiudere questa gara con un passo di 4'12'' era in linea con le aspettative. Sono partito un pochino troppo forte per poi cedere nel finale. Come al solito, patisco un po' le gare veloci, mi trovo meglio sulla distanza più lunga.
What about the result? Not so much of that, if we look to the absolute result: 64th out of the total 108 runners in my start (starts are split according to the category, so on the basis of gender and age), 8th out of nineteen runners in my category with the final time of 23'48''.
Anyway it was the first time on a cross race (with normal shoes and not with spiked ones) and moreover arriving from two weekends which I run as many half marathons on, so my muscles were slightly tired.
It's not bad considering that, because 4'12'' as race's final pace is aligned with my expectations. I started a little bit too much fast and I yielded in the last kilometers. As usual, I suffer the faster races, I feel myself better on the longer distances.

Ultimi metri di gara per me e Riccardo...

Comunque, era l'esordio e in generale non è andata male. E ho finalmente avuto modo di conoscere qualche persona della squadra, di entrare un po' di più nel giro della Podistica None. Devo dire, mi sono trovato da subito alla grande e di questo ne sono contento.
Ora, c'è solo da sperare che il problema al piede si risolvi in fretta e si possa continuare la preparazione per il 17 marzo... Barcellona chiama!
Buona serata a tutti,
Anyway, it was the exordium and it wasn't bad at the end. I finally met some runners of the team and I entered in the group of Podistica None. I'm sincere, I really enjoyed very much from the beginning and I'm happy of this.
Now, it's to be hoped the problem at my foot will be quickly solved and training for March 17th could be continued...Barcelona is calling!
Have a good night everybody,
Stefano

mercoledì 13 febbraio 2013

Buoni motivi per andare in montagna

"Sulla montagna sentiamo la gioia di vivere, la commozione di sentirsi buoni e il sollievo di dimenticare le miserie terrene. Tutto questo perché siamo più vicini al cielo."
"On the mountains we feel the joy of living, the emotion of feeling good people ourselves and the comfort to forget the earthly miseries. This because we are closer to the sky."
Emilio Comici

Dalla cima dell'Eiger

sabato 9 febbraio 2013

Una vita libera

Ciao a tutti.
Walter Bonatti è una leggenda assoluta dell'alpinismo. L'avevo già scritto (vedi post del 23 ottobre 2012), ma non mi stufo mai di ripeterlo.
Fino a quattro anni fa non sapevo manco chi era; mi sono incuriosito a lui perchè in Valle d'Aosta vi è un rifugio a lui intitolato (un rifugio per me "di casa"). La particolarità di questo rifugio, inaugurato nel 1998, è che fu intitolato a Bonatti nonostante fosse ancora in vita. I rifugi si intitolano alle leggende alpinistiche del passato, non ai vivi. Nessun rifugio è dedicato a Reinhold Messner, per citare un esempio.
Solo ad un grande come Bonatti potevano dedicare un rifugio. Da lì, pian piano, mi sono informato su questo personaggio, ne ho letto i libri e seguito le gesta tramite articoli e documentari. Nella mia mente nessuno come Walter Bonatti ha saputo farmi innamorare della montagna, dell'avventura, della passione per la natura. Di lui si sa molto, a partire dalle sue imprese alpinistiche fino ai reportage nei luoghi più inesplorati della Terra.

Walter Bonatti in una foto di archivio. E' il 1965, l'anno della sua ultima impresa alpinistica, una via nuova sulla parete nord del Cervino, in invernale ed in solitaria.

Si sa molto meno di lui come uomo. In occasione dell'uscita in libreria del volume Walter Bonatti. Una vita libera la sezione di Pinerolo del CAI ha organizzato ieri sera un momento di incontro con la compagna di una vita di Bonatti, l'attrice Rossana Podestà. Che l'ha raccontato nei momenti sconosciuti al grande pubblico: con la famiglia, con gli amici, nella quotidianità e anche negli ultimi giorni di vita.
Un momento a dir poco emozionante. Il Teatro Incontro di Pinerolo era gremito di persone chiaramente amanti della montagna e desiderose di conoscere meglio questo mito dell'alpinismo, dalla persona che più di ogni altro l'ha conosciuto e vissuto.

Il volume: Walter Bonatti. Una vita libera

La serata comincia con una breve introduzione di Aldo Audisio, direttore nel Museo Nazionale della Montagna di Torino e del giornalista e scrittore Roberto Mantovani, e poi con un video che lo racconta nelle sue più grande imprese nelle Alpi e nell'Himalaya: Grand Capucin, Cervino, K2, Grandes Jorasses, Dru, Gasherbrum IV. Dopo, le parole di Rossana Podestà travolgono: è un fiume in piena quando racconta gli aspetti più intimistici di Walter ed alcuni aneddoti della sua vita. Dai momenti drammatici, come quelli della sua morte (dei quali non voglio parlare per non far dilagare la profonda antipatia che provo verso il clero) fino a quelli più affettuosi (la storia d'amore con Rossana e una nuova dimensione di vita in mezzo ai tanti nipoti).
Ciò che più colpisce di Walter è un'integerrimità ed un'umanità fuori dal comune: gli esempi delle vicende del K2 e della tragedia del Freney ne sono un chiaro esempio. Ma come ha voluto ricordare Rossana Podestà più volte (e il titolo del libro lo conferma), Bonatti è stato un uomo libero. Forse perchè abituato a vivere in solitudine, ha vissuto nella maniera più profonda il concetto di libertà. Tutto lo dimostra: dalle sue più grandi scalate in solitaria alle avventure in Africa, in Sudamerica, in Alaska, in Antartide. Una sua frase più di ogni altra lo spiega: "Il vantaggio di salire da solo, se vantaggio poteva esserci, stava nel fatto che di ogni mia decisione, di ogni mio gesto, anche il più assurdo tecnicamente e psicologicamente, dovevo rispondere solo a me stesso".
Senza schemi, senza blocchi mentali, totalmente scollegato dai rigidi preconcetti imposti dalla nostra cultura. Totalmente immerso in un mondo diverso da come lo conosciamo e sempre rispettoso delle potenti forze della natura.

Rossana Podestà, intenta ad autografare i libri del grande Walter Bonatti.

L'incontro con Rossana Podestà nell'ingresso del teatro, per il tradizionale rito dell'autografo ai volumi acquistati dai fan di Bonatti, è stato momento sia emozionante che divertente. Questa donna conserva dentro di sè tutto ciò che Walter è stato come alpinista, esploratore e come uomo. E tutti i suoi pensieri, le sue gioie e i suoi dolori.
Ma allo stesso tempo è persona estremamente divertente. Una battuta dietro l'altra: prima di iniziare le firme si paragona alla receptionist di un albergo, poi commenta il suo secondo nome, Dora, ad un'omonima ammiratrice. E apre il cuore, quando tocca a me e autografando la mia copia, mi dice "Stefano, come mio figlio". Una grande persona, esattamente come Walter.

E questo è il mio. Praticamente una reliquia...

"Impresa dopo impresa, lassù mi sono sentito sempre più vivo, libero, vero e realizzato. Ho potuto soddisfare il bisogno innato che ogni uomo ha di misurarsi e di provarsi, di conoscere e di sapere. Aggiungo che ho sempre obbedito alle emozioni nonché all'impulso creativo e contemplativo. Fin dall'inizio l'alpinismo era stato per me avventura, non poteva e non doveva essere altra cosa, e l'avventura ho sempre voluto viverla a misura d'uomo e nel rispetto della tradizione. Presto sarebbe diventata un affascinante modo di conoscersi, avrebbe giovato anche al mio benessere fisico ed intellettuale." Walter Bonatti
A presto!
Stefano

mercoledì 6 febbraio 2013

Due Perle, doppia fatica!

Ciao a tutti,
la quarta è andata. Non è andata come speravo ma se devo tirare le somme della mia quarta partecipazione ad una mezza maratona non devo assolutamente lamentarmi.
Provengo da una settimana un po' complessa: domenica 27 gennaio ho stabilito il nuovo personale sulla distanza, martedì 29 il problema al piede che mi ha condizionato per tutta la settimana (trascorsa a spalmare balsami, cremine e ad assumere antiinfiammatori)...e alla fine, domenica arrivo alla partenza della Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle non al 100%. Stanco, sono ancora troppe le tossine di Novara. C'è un po' di timore per il piede: nonostante i farmaci, non  ero certo di non provare dolore durante la gara.
Già dopo poche centinaia di metri mi accorgo che le sensazioni non sono le stesse di sette giorni prima, mi sento più stanco e decisamente meno brillante: niente da fare, due mezze maratone in otto giorni sono troppe se si vuole fare una bella prestazione. Esperienza per il futuro. Però questa gara la volevo fare, senza ambizioni cronometriche, il percorso è decisamente più duro rispetto a Novara. Mi sarebbe piaciuto restare sotto 1h30', ma alla fine mi devo accontentare di un comunque dignitoso 1h32'38'', 260esima posizione (su 1761 partecipanti), ventottesimo di categoria.

Il porticciolo di Portofino, una delle due perle del Tigullio.

Si, alla partenza ho confessato a me stesso di volerci provare a restare sotto l'ora e mezza. E l'ho detto anche a Bruno, che ho reincontrato a due mesi e mezzo dalla Turin Marathon (è un podista che potete vedere al mio fianco in alcune foto relative alla Turin Marathon). Ho avuto modo di correre e chiaccherare al suo fianco durante alcuni tratti della mia prima maratona, ed incontrarlo qui è stato una vera sorpresa. Lui voleva stare sotto 1h28', ci è riuscito: bravo, Bruno! Alla partenza l'ho visto subito molto tonico, non potevo stargli dietro, troppo veloce per me.
Perchè fare questa gara, a sette giorni di distanza da un'altra mezza maratona? Beh, il percorso era a dir poco splendido. Correre su questa strada, a ridosso del Golfo del Tigullio è emozionante a prescindere, qualsiasi sia la tua forma fisica. Veramente stupendo, correre su un lungomare come è la strada che collega Santa Margherita Ligure a Portofino ti lascia qualcosa in più, specie per uno come me che è abituato a correre di notte, nella nebbia, al freddo.
Certo, il percorso è veramente tosto: prima un falsopiano in uscita da Santa Margherita Ligure, un altro dopo la Baia di Paraggi, poi in picchiata verso Portofino. Si, ma poi si inverte e la discesa diventa salita, e ripida, pure. A tratti, la salita che dal porticciolo di Portofino porta alla strada asfaltata è a gradoni o su ciottolato. Ed è dura, durissima. Al secondo giro percorrere questa salita è stato massacrante, il passo è crollato di colpo e sentivo come una stretta ai polmoni: micidiale. Già ne avevo poche prime, ma questo tratto di corsa ha spento ogni speranza di restare sotto i novanta minuti al traguardo. E allora corri cercando di fare bene, ma con un occhio più attento al panorama. Poi va beh, una mezza maratona sono sempre 21 chilometri, e pochi tra i miei amici sono riusciti a completare questa distanza, tanti manco ci proverebbero.

Un tratto del percorso della Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle, nei pressi della Baia di Paraggi.

La Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle non è una manifestazione qualsiasi. Vi partecipano atleti professionisti di livello: tra tutti il vincitore tra gli uomini, Ruggero Pertile, decimo nella maratona di Londra 2012 nonchè campione italiano di specialità. Stefano Baldini, la leggenda della maratona italiana doveva essere il testimonial della manifestazione, ma in tutta sincerità non l'ho proprio visto. E poi, date le location molto glamour, Santa Margherita Ligure e Portofino, vi partecipano molti vip. In passato questa gara è stata corsa anche da Gianni Morandi; a questa edizione hanno partecipato Giovanni Storti (del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo), che ho avuto modo di incrociare lungo il percorso e Pasquale Di Molfetta, in arte Linus.

Ruggero Pertile taglia per primo il traguardo e vince per la terza volta la Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle

Niente da fare, Santa Margherita Ligure ha il suo fascino. Sinceramente, sono contento di aver fatto questa gara: ho accumulato esperienza per il futuro, è comunque un ottimo allenamento in vista di Barcellona e mi sono goduto una bella giornata di sport e di mare. Non ho rinunciato a qualche ora in spiaggia, baciato dal sole del Tigullio.
Perchè, alla fine, il resto dell'allenamento per la Maratò de Barcelona lo devo fare a casa, nel gelo, nella nebbia, nel freddo. E domenica, non c'era spazio per tutto ciò. Solo calore, emozione, gioia.
A presto,
Stefano

martedì 5 febbraio 2013

Un mondo in verticale

"In un mese di vita intensa fra le montagne si vivono molti anni. È una occupazione per uomini bramosi di vivere; e vita, noi uomini, ne abbiamo troppo poca."
In one month of intense life among mountains many years are lived. It's a pursuit for life eager men; and life, we men have too much less."
Jerzy Kukuczka

K2, campo sul ghiacciaio Godwin Austen

Stefano

domenica 3 febbraio 2013

Al sedicesimo chilometro pensavo di stramazzare a terra

Ciao a tutti,
da un'ora e mezza circa ho terminato la Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle. Non è andata come speravo a livello cronometrico ma sono moderatamente contento. Perchè l'ho portata a termine, perchè ho corso con tanti appassionati in uno scenario pazzesco... e tutto sommato perchè visto il percorso duro, viste le tossine accumulate sette giorni fa a Novara e viste le condizioni del piede, posso dire di aver fatto un tempo dignitoso.
Non è un tempo ufficiale, dato che non visto ancora le classifiche, ma dovrei avere chiuso la mia quarta mezza maratona in 1h32'45".
Ora un pomeriggio all'insegna del relax a Santa Margherita Ligure e Rapallo, prima di fare ritorno a casa.
A presto,
Hi everybody,
I've just finished the Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle from about one hour and a half. It didn't go as I hoped, from a chronometric point of view bu I'm moderately happy. Because I've finished it, because I ran with many run's lovers in an incredible scenario... and on the whole, seen he hard road, seen the accumulated toxins one week ago in Novara and seen the foot condition, I can say to have done a good time.
It's not official, since I haven't seen the charts, but I should have finished my fourth half marathon in 1h32'45".
And now, a relaxing afternoon in Santa Margherita Ligure and Rapallo, before come back home.
See you soon,

Il porto di Santa Margherita Ligure, sede della Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle.

Stefano

Domande, a testa e gambe addormentate

Ogni tanto mi chiedo il perchè.
Il perchè dell'alzarmi alle 3.30 per andare a correre in una gara di 21 km. In un'altra regione, per di più, a più di 200 km di distanza.
Quando tutti i tuoi amici sono appena rientrati a casa dall'uscita del sabato.
Quando anche il solo rumore dei passi per casa può risultare fragoroso.
Quando l'unica luce è quella della luna che illumina il terreno del cortile che sto percorrendo per aprire il garage.
Salgo in macchina, accendo la radio e parte You're the missing di Bruce Springsteen e la dolcezza di questa canzone mi distrae.
Non trovo la risposta, non penso di averne mai una in futuro, so solo di essere felice, così.
Sometimes I ask myself why.
Why I wake up at 3.30 am to run a 21 km-race. In another region, far more than 200 km from my home, too.
When all your friends are just come back home.
When the only noise of your steps on the house floor can become thunderous.
When the only light is the moonlight that lights the yard's ground I'm walking to open the garage.
Getting in my car, I turn on the radio and Bruce Springsteen's You're the missing starts, the sweetness of this song distracts myself.
I'm not finding an answer, I don't think to have one in the future, I only know to be happy, that way.

Runners nella notte...

Stefano

sabato 2 febbraio 2013

Al mare per la prima volta

Ciao a tutti,
di nuovo giorno di vigilia, oggi! Si, perchè domani è di nuovo ora di correre. Ed è di nuovo ora di mezza maratona. Una settimana dopo Novara, le location che ospiteranno la mia prossima corsa saranno Santa Margherita Ligure e Portofino, due perle della Liguria. Non a caso, la corsa di domani sarà la Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle, giunta all'ottava edizione. E sarà la mia prima competizione podistica in una località di mare.
Hi everybody,
today is again an eve day! Yes, tomorrow is running time again. ANd it's half marathon time again. A week after Novara, the locations are going to accommodate my next race will be Santa Margherita Ligure and Portofino, two pearls of Liguria. Not by chance, the race of tomorrow will be the 8th edition of the Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle. And it will be my first running competition in a sea-town.

Veduta aerea del promontorio di Portofino e della costa verso Santa Margherita Ligure

Ne ero giunto a conoscenza tramite un volantino ricevuto dai miei genitori, e subito ho pensato di prendervi parte: Santa Margherita Ligure e Portofino sono due località veramente suggestive e l'idea di corrervi mi ha intrigato molto fin da subito. A stimolare è sicuramente la presenza di atleti italiani di massimo livello. Tanto per dire, la Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle ha nel suo albo d’oro i principali interpreti della maratona italiana passata, presente e futura: Stefano Baldini, Giacomo Leone, Ottavio Andriani, Daniele Meucci, Ruggero Pertile, Dennis Curzi, Daniele Caimmi e nel campo femminile Bruna Genovese, Ornella Ferrara, Valeria Straneo, Emma Quaglia, Gloria Mancini.
Il percorso è semplice: i 21,097 chilometri vengono percorsi semplicemente percorrendo (andata e ritorno)  la SS227 da Santa Margherita Ligure a Portofino per due volte. La corsa si svolge in uno dei scenari più suggestivi al mondo, con viste mozzafiato, come il passaggio all'Abbazia della Cervara, alla Baia di Paraggi, alla piazzetta di Portofino e il meraviglioso arrivo nei giardini a mare di Santa Margherita Ligure.
Il tracciato è tecnico, ci sono molte curve, specie nella zona di Portofino. Ed è un continuo saliscendi, e questo me l'immaginavo, visto che le strade litoranee sono spesso di questo tipo.
I knew about this race from a brochure given by my parents, and I immediately thank to run it: Santa Margherita Ligure and Portofino really are two lovely towns and the idea to run in immediately fascinated me. Something of stimulating is the presence of Italian athletes of the highest level. Let's say, the marathon's Italian main interpreters are in the Mezza Maratona Internazionale delle Due Perle's gold book: Stefano Baldini, Giacomo Leone, Ottavio Andriani, Daniele Meucci, Ruggero Pertile, Dennis Curzi, Daniele Caimmi and Bruna Genovese, Ornella Ferrara, Valeria Straneo, Emma Quaglia, Gloria Mancini among female athletes.
The road is simple: the 21,097 kilometers will be done (go and back) making the road SS227 from Santa Margherita Ligure to Portofino for two times. The race will take place in one of the world's most beautiful scenaries with breathtaking views, as the passage at the Abbazia della Cervara, the Paraggi Bay, the little sqaure of Portofino and the fantastic arrival on the gardens of Santa Margherita Ligure.
The road is technical, there are many curves, in the Portofino area, mainly. It's a never ending up-and-downs, but I imagined this, since the roads at the borders of the sea are of this kind.

Il percorso: due volte su e giù da Santa Margherita Ligure a Portofino

Non è tanto il tracciato che mi preoccupa. Gli allenamenti fatti a Sestriere prima della Turin Marathon furono sicuramente peggio di ciò che incontrerò domani. E poi la distanza della mezza maratona è quella a me più congeniale, quella sulla quale mi esprimo meglio.
Ciò che mi preoccupa davvero è la condizione del mio piede. Il fastidio al dorso del piede destro non se ne è ancora andato anche se va sicuramente meglio rispetto a martedì. Proprio martedì, fui costretto ad interrompere l'allenamento dopo quindici chilometri. Penso di poterla finire senza particolari problemi, questa gara. Spero che al termine, o peggio ancora nei giorni a venire, faccia ancora male. Fortunatamente, per le prossime settimane non ho in programma mezze maratone... (per ora, hehehe)
Ora, relax, domani è tempo di corsa!
But it's not the road that disturbs me. Training made in Sestriere before Turin Marathon were worse than what I'll face on tomorrow, for sure. And the half marathon distance is the most congenial, where I do my best.
What's really disturbing me is my foot's condition. The slight pain on the top of the right foot isn't completely gone away even if it's better than Tuesday. On Tuesday I had to stop the training after fifteen kilometers. I think I can finish the race without particular problems. But I hope at the end, or even worse in the next days, it'll give still sufference. Luckily in the next weeks I have no half marathons in my planning (at the moment, he he he).
Now, relax myself, tomorrow it's running time!
Stefano

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