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venerdì 27 dicembre 2013

Una medaglia in più

Ciao a tutti!
Il post di oggi è il racconto finale della mia quarta maratona, l'edizione 2013 della Turin Marathon. Maratona sempre bellissima, perché correre nella tua città e sulle tue strade è ovviamente qualcosa di impagabile. Certo, l'emozione sperimentata non è stata quella della mia prima maratona e anche in quanto non l'ho fronteggiata alla ricerca di un obiettivo cronometrico preciso. Nonostante ciò, l'ultimo chilometro nel pieno centro storico di Torino è comunque uno spettacolo che vale l'immenso sforzo dei più di quaranta chilometri prima. Qualche piccola delusione c'è stata, comunque, dovuta all'atteggiamento poco amichevole di alcuni volontari. È stato un peccato, perché va detto che, nonostante qualche magagna organizzativa, Turin Marathon ci mette passione nel realizzare un evento di qualità. Ma non sarà di certo ciò che è successo in questa edizione a farmi desistere dal correre ancora a Torino.
Il racconto finale della mia quarta maratona è tutto qui, nei post scritti nel corso nei due mesi (a cavallo con l'esperienza della Venice Marathon) e con qualche foto dell'evento (e non solo le mie…). Lo faccio pensando ad un domani remoto, quando magari non potrò più correre, ma potrò ancora sognare, potrò ancora tornare indietro con la mente per rivivere quell'emozione e al contempo sorridere. La corsa, oltre che fatica, è prima di tutto grandissima gioia...

5/10/2013: l'annuncio, si corre ancora una volta a Torino

Per chi non ha mai corso a Torino, questa è la Turin Marathon! (fonte: facebook.com/turinmarathon)

13/11/2013: il nuovo percorso della Turin Marathon
14/11/2013: propositi per la mia seconda Turin Marathon

Grande gioia all'arrivo di Piazza Castello!

16/11/2013: un anno dopo, in Piazza Castello a ritirare il pettorale

Il grande imbuto

17/11/2013: all'arrivo dopo 3h48'!

Per non dimenticarsi che Torino è bianconera
22/11/2013: il racconto dei miei quarti 42,195 km a Torino

3.48.55 il tempo di arrivo

25/11/2013: la mia lettera di protesta a Turin Marathon

Con la sudata medaglia

A presto!
Stefano

venerdì 22 novembre 2013

Nella mia città, con i miei colori - Il racconto della mia seconda Turin Marathon

Ciao a tutti!
Qualcuno l’ha definita una pazzia correre due maratone nel giro di tre settimane. Può essere. Mai come quest'anno avrei potuto rinunciare a esser lì a Torino, in Piazza San Carlo. La lontananza dell’Italia e della mia città (che in realtà non è mia, ma la considero tale) si fanno sentire, e quindi, perché non riconciliare il tutto con una bella maratona?
Gambe stanche, una cornice incredibile e i colori della mia squadra del cuore sulla pelle. Questo è in breve ciò che è stata la mia XXVII Turin Marathon, il mio quarto confronto con la distanza mitica dei 42,195 chilometri, i più duri di sempre, come sempre memorabili.


Piazza Carlo Felice, inizia l'ultimo chilometro della XXVII Turin Marathon

Ho già raccontato come ho deciso di partecipare (vedi post del 5 ottobre 2013) e anche come avrei affrontato questa maratona (vedi post del 14 novembre 2013), ma mai il perché della scelta del vestiario, che ha sorpreso molti. Beh, è semplice, durante qualsiasi maratona vedi gente conciata nelle maniere più strambe e in quei momenti mi sono ripromesso che prima o poi l'avrei fatto anch'io. Non serve molto: una maglia di una squadra di calcio ed il relativo cappello da giullare. Detto e fatto: arrivo a casa dopo dieci lunghe ore di macchina lungo quattro diverse nazioni e al termine di un susseguirsi delle più svariate condizioni meteo possibili, e cosa faccio? Rispolvero la 21 di Andrea Pirlo e il cappello comprato un anno fa in una bancarella davanti allo Juventus Stadium. È perfetto, vada per il look in pieno black & white.

Piazza San Carlo, ore 9.30: inizia la Turin Marathon!

Mi presento a Torino in veste insolita, con il classico sacco dell'immondizia che mi copre e protegge dal freddo, pronto ad essere buttato via una volta partito. Le sensazioni non sono quelle di sempre, manca l'emozione e la tensione della gara che conta, dentro mi sento molto, molto rilassato. Non sono preoccupato, l'importante è arrivare alla fine, in tre ore e mezza, in quattro o in cinque, non mi importa alcunché. Un po' di riscaldamento approssimativo in Piazza San Carlo, in quanto lo spazio è pochino. Sono quattromila circa i maratoneti, ma più di tre volte tanto sono coloro che si sono iscritti all'evento podistico collaterale, la Stratorino. Al riscaldamento vengo subito inondato di fotografie, il mio look non passa inosservato. Poi all'improvviso mi compare davanti una sagoma di uno spilungone: non ci posso credere, è Bruno, un maratoneta che ho conosciuto l'anno scorso proprio alla Turin Marathon, con il quale condivisi la parte centrale e gli ultimi quattro chilometri. Non è pronto per chiudere la maratona come l'anno scorso (circa 3h21') causa problemi di preparazione, e anch'io non posso ambire ad un buon tempo finale. Allora ci mettiamo d'accordo. Cominciamo insieme, poi vediamo che succede. Lui mi propone di viaggiare ad un ritmo tale da chiudere in 3h35'-3h40', per me andrebbe benissimo.

Il mio arrivo con Luca

Arriva il magico momento dello sparo e subito ecco l'effetto imbuto che crea l'ingresso del popolo della maratona in Via Roma. Primi metri rallentati, ma ben presto Bruno inizia a tenere un ritmo che per me è troppo veloce. Non posso tenere 4'45”/km a lungo, con quel passo chiuderei in 3h21'…lo lascio andare, continuo al mio passo, conscio che arriveranno chilometri durissimi. E non lo vedrò più.

Questa è Torino, questo è il popolo della maratona!

I primi chilometri sulla sponda destra del Po sono meravigliosi, la novità introdotta quest'anno sul percorso è decisamente ben riuscita. Tengo un ritmo ben sostenuto, comunque, mai sotto i 4'55”/km che è un bel correre. Il passo è costante, tranne durante il chilometro 6, dove c'è Giulia, con la sua inconfondibile giacca fucsia, ad aspettarmi. Un bacio veloce e poi si riparte, più veloci di prima. Un piccolo gesto, ma che dà tanta energia. Lungo il percorso ci sono tanti tifosi juventini che non si tirano indietro dall'incoraggiarmi e a mostrare il loro tifo per i colori bianconeri. Poi ci sono anche i granata, come è logico che sia a Torino. C'è chi si limita a dire “Forza Toro” (e ci sta) e c'è chi è decisamente più fastidioso e farebbe più bella figura a stare zitto. Per buona educazione non mi permetterei mai di insultare un podista con la maglia dell'Inter o del Milan, solo perché sostiene tifa una squadra diversa dalla mia. Esattamente come non ho contestato (ma che in fondo ho ammirato) il maratoneta tifoso del Napoli che corre i suoi 42,195 chilometri con davanti la bandiera della squadra partenopea. Siamo tutti atleti oggi, con le nostre fatiche e sofferenze, al di là di qualsiasi fede calcistica. D'altronde, non posso pretendere civiltà dal popolo italiano che, quando si parla di calcio, è il più incivile d'Europa. L'episodio più increscioso comunque, lo tengo ancora per me, e lo rivelerò al momento giusto.

Immortalato da Cico presso l'Ippodromo di Vinovo

Poco prima dei dieci chilometri avviene un incontro fortuito e divertente, quello con Silvia. Non mi riconosce subito, ma io riconosco lei. E scoppia in una gran risata, non aveva capito che ero io! Beh, abbigliato in quella maniera ero irriconoscibile ma assai apparente allo stesso tempo. Poi allunga, e non la vedrò più, anche lei, se non in foto… Un altro piacevole incontro avviene nel punto più a sud del percorso, presso la rotonda dove si trovano l'ippodromo di Vinovo e il centro di allenamento della Juventus. È Cico, pronto ad immortalarmi con i suoi potenti mezzi fotografici. Una brevissima pausa per un saluto e poi si ricomincia. Peccato che non abbia potuto farmi fotografare con la scritta che avevo preparato per coprire lo sponsor della maglia bianconera, “Turin à l'è bianca e neira!”, rovinatasi irrimediabilmente durante uno spugnaggio (quello dei 12.5 chilometri). Sarebbe stato stupendo! Rimane solo quella posteriore...
Dall'ippodromo di Vinovo si svolta rapidamente verso destra verso Stupinigi. Davanti alla Palazzina di caccia inizia il lunghissimo rettilineo che porta fino al quartiere di Mirafiori. Si corre la seconda parte della TuttaDritta al contrario, in pratica. Qui inizio a sentire che le gambe non sono più quelle dell'inizio e pian pianino il passo si alza, lentamente ma in maniera inesorabile, sempre più vicino ai 5'/km e oltre. Fortuna che qualche tifoso della Juventus c'è e fa sentire forte il suo sostegno.

Un keniota, come al solito: è Patrick Terer a bissare, con il tempo di 2.08.52, il successo della scorsa edizione

Il momento chiave della mia maratona è intorno al chilometro 28: a due terzi di gara, infatti, si percorre Via Tirreno. È una via in leggerissima salita, ma lunga e costante, di quelle che si fanno sentire nei muscoli. Al suo termine, quando si svolta in Corso Brunelleschi, non sono più quello di prima, le gambe sono ormai perse. Ho pagato il dazio di Venezia, la luce si è spenta. L'unica cosa da fare in questi momenti è tenere duro e arrivare in fondo, cercando di godersi l'atmosfera di Torino e della sua platea. Gli ultimi dieci chilometri sono quelli che immergono il podista nel vero spirito di Torino, e vanno assaporati fino in fondo.

Braccia al cielo in Piazza Castello

Ma questi ultimi dieci chilometri sono un'infinità: al passo che sto tenendo vogliono dire quasi un'ora di corsa se non di più. Il passo si aggira infatti tra i 5'30” e i 6/km se non oltre. I grandi viali che caratterizzano Torino, Corso Vittorio Emanuele, Corso Galileo Ferraris e Corso Duca degli Abruzzi sono ampi e danno al podista la sensazione dell'irraggiungibile, del tremendamente infinito. Corso Galileo Ferraris poi, è il più severo di tutti. Quando si svolta a sinistra per imboccarlo in direzione nord, compare subito la sagoma del Monumento a Vittorio Emanuele II. Sembra a portata di mano. Macchè, è più di un chilometro e mezzo, tutto da correre con i denti stretti. Non finisce mai. Le gambe stanno sempre peggio. Sono continuamente sorpassato. Trovo un po' di refrigerio per le mie gambe ai rifornimenti. Non ho obiettivi oggi, tantomeno quando il tuo passo si alza sopra i 5'/km. E allora fermiamoci, beviamo e mangiamo con calma, dopo si riparte.
L'ultimo rifornimento è in Corso Sommeiller. Da lì, si svolta a sinistra in Via Sacchi e più nessuna vera curva fino all'arrivo. Poco oltre l'ultima curva incontro Luca, un maratoneta veneto, gran tifoso della Juventus (siamo ovunque, noi juventini!). Vuole arrivare al traguardo con uno juventino. Averlo incontrato è fondamentale, si parla un po' della nostra squadra, di ciò che è ora e che sarà in futuro. E intanto il tempo scorre, anche lo sforzo sembra venir meno. A lui andrà, con sincera allegria, la rimanente scritta “Turin à l'è bianca e neira!”, quella attaccata sotto il numero 21 della mia maglia bianconera.

E sono tre: lo juventino avrà sicuramente capito che non sto parlando di maratone...

Poi si entra nel magico ultimo chilometro di corsa. È sempre fantastico correre in Via Roma! Esattamente come un anno fa, Via Roma risplende di luce, il sole rischiara il palcoscenico della Turin Marathon. Ed esattamente come un anno fa, vado ad incitare la gente, ad invitarla ad alzare il livello di rumore, a far esplodere il tifo per i maratoneti. Torino non resta muta, e si eleva forte il coro di incoraggiamento. Questa città, questa gente, questa passione, questi sfondi a me tanto cari, danno ulteriore grinta ed inattesa energia per chiudere per la quarta volta i mitici 42,195 chilometri, ancora una volta in Piazza Castello.

Giù il cappello in Piazza San Carlo!

Ma la carica più importante, quella decisiva, è ancora una volta quella di Giulia. Come tre settimane prima in Piazza San Marco, anche stavolta è lì ad aspettarmi in Piazza San Carlo. La vedo e mi preparo per il rito. Mi tolgo il copricapo da menestrello indossato con orgoglio fino a quel momento, perché il vero juventino si toglie sempre il cappello di fronte alla sua signora. E poi la bacio. È una giusta ricompensa per me e per la mia fatica, forse la sofferenza più grande da quando corro, è una giusta ricompensa per lei che ancora una volta ha saputo aspettarmi all'arrivo con estrema pazienza. È la scarica di adrenalina che mi porta fino all'arrivo, per poter fare quegli ultimi metri con ancora più esultanza. Le gambe improvvisamente non fanno più male, sembra di volare. Non è un luogo comune, o una semplice sensazione. Nonostante tutta la fatica accumulata (e con parte della Venice Marathon ancora nei muscoli), riesco a correre 4'30”/km gli ultimi metri! Che potere straordinario, quello di un semplice bacio.

Il momento più atteso da 42 chilometri...

All'arrivo giungo in 1954° posizione (137° di categoria), risultato tutt'altro che esaltante, ma non era il piazzamento ciò che mi interessava. Tempo finale: 3.48.55 il tempo di gara, 3.48.41 il tempo reale, chiusura ad un passo di 5'25”/km, quasi un minuto in più ad ogni chilometro percorso, rispetto a Venezia. Era prevedibile. La prestazione è stato un lungo decrescere: i primi dieci chilometri sono stati percorsi a 4'53”/km, dai 10 alla mezza maratona a 5'05”/km, il tratto 21-30 chilometri a 5'19”/km e poi il tracollo finale nell'ultimo settore, dal chilometro 30 all'arrivo in 6'12”/km.

La medaglia, il mio quarto riconoscimento alla fatica della maratona

Una maratona lenta e dura, la mia. Ma chissenefrega, tutta la fatica è ricompensata negli ultimi chilometri da questa città, da questa gente, da Giulia, dalla letizia che un maratoneta torinese trova nel correre nella propria città, tra i luoghi che l'hanno visto crescere e diventare uomo. L'avessi fatta anche in cinque ore e mezza, arrivando in ultima posizione, non sarebbe cambiato assolutamente nulla!

E ora, relax.

Ora, inizia un lungo periodo di riposo, lontano dalle corse. Necessito di recuperare energie a tutti i livelli, sia fisico che mentale. Anche la testa inizia a sentire, dopo mesi di severo rigore alimentare, la mancanza di qualche piacere a tavola, tra cui un po' di parmigiano, un buon bicchiere di vino durante i pasti e un bicchierino di genepy valdostano (che tra l'altro ho lasciato a casa, sigh). Non è che non correrò più fino al 2014, no di certo, correre non è un obbligo ma un piacere e allora lo farò nella maniera più istintiva. Lo farò perché è bello correre, perché questo gesto così spontaneo mi riporta ad una più primitiva essenza, perché mi rende felice, autenticamente. Da gennaio, si ricomincerà a fare sul serio. Ma questa è un'altra storia, un altro capitolo del mio libro. Mi raccomando, mettete il segnalibro…
Bis bald!
Stefano

Ps: il mio look non è passato inosservato ed è valso qualche inquadratura da parte di RaiSport e un servizio all'edizione regionale del TG3. Se riuscissi a trovarli, li posterò di certo…

domenica 17 novembre 2013

Turin à l'è bianca e neira - 3h48' di passione!

Ciao a tutti!
Anche la meravigliosa esperienza della maratona di casa si è conclusa, da poco più di tre ore. Che dire, ancora una volta Torino è stata eccelsa, superlativa, e nonostante l'estrema fatica che ho dovuto patire negli ultimi dieci chilometri, non sono assolutamente pentito. Certe gioie non hanno prezzo.
Cronometricamente parlando, il risultato è stato quello è stato, non soddisfacente, ma d'altronde non ho partecipato alla XXVII Turin Marathon con l'intenzione di fare un personale o di raggiungere un certo obiettivo. Ho comunque chiuso la mia quarta maratona sotto il traguardo di Piazza Castello in circa 3h48'. Non ho ancora visto le classifiche ufficiali, ma il tempo finale è all'incirca quello.

Un'altra volta Torino!

Maratona particolare non solo perché sulle strade di casa, ma anche perché, vista la condizione di non poter puntare a fare un buon tempo, ho pensato a divertirmi e divertire. Lo si può vedere dalle foto, a Torino ho corso con la divisa della Juventus, la n.21 di Andrea Pirlo, con il copricapo (già anticipato ieri) e con due scritte inneggianti alla realtà calcistica torinese (dura, per i tifosi del Torino): "Turin à l'è bianca e neira!". La maglia bianconera mi ha portato tanto sostegno (e anche qualche insulto del solito tifoso granata ignorante) e sono giustamente felice di aver sbandierato il mio orgoglio juventino durante la maratona. Pare addirittura che il mio look pittoresco sia valsa l'inquadratura della RAI.
Controllerò, non prima però essermi riposato per bene. Palate di stanchezza, ora.
A presto!
Stefano

sabato 16 novembre 2013

Mai stufo di Torino

Ciao a tutti!
Manca pochissimo: meno di dodici ore e si parte per l'ultima maratona del 2013, quella di Torino. Anche se può sembrare una pazzia correre per due volte la distanza dei 42.195 chilometri nel giro di tre settimane, sono sempre più convinto e contento della mia scelta di esserci domani, in Piazza San Carlo.
Il sabato pre-maratona è quello del pettorale, come sempre. Giornata stupenda: tanto sole, come raramente mi è capitato di vedere a Torino. Piazza San Carlo e Piazza Castello erano illuminate di una luce radiosa, quella delle migliori giornate di primavera. Si, insieme a Giulia, mi sono sentito a casa, nella mia città. Ho ripensato fortemente a quegli stessi momenti, vissuti un anno prima. E mi ricordo ancora cose, particolari, gesti, come se oggi fosse proprio il 18 novembre 2012.

Qualcuno non ci crederà ma correrò con il cappello da giullare, domani. Bianconero, rigorosamente

Sono contento, e molto rilassato. Non ho alcuna ambizione cronometrica, voglio divertirmi e divertire. Ho già preparato alcune cosette (una è già anticipata nella foto sopra) con le quali affronterò la maratona in maniera molto divertente e goliardica. Voglio godermi la festa che i ventimila podisti (poco più di quattromila al via per la maratona) produrranno domani. E diciamo così, voglio contraccambiare aumentando il livello di baldoria, correndo non da maratoneta serio (ripeto, non sono alla ricerca del personale e ora non ne sarei nemmeno in grado) ma da podista folkloristico, con un look totalmente insolito e che saprà ben differenziarsi dal resto del gruppo. Insomma, voglio essere parte dello show di domani!

Preparativi in corso in Piazza Castello per l'arrivo della Turin Marathon


Per tutti i conoscenti che vorranno seguirmi lungo le strade della XXVII Turin Marathon, il percorso lo potete trovare qui o sulla pagina dedicata di Turin Marathon. La partenza sarà alle 9.30-9.35 di domani ed è possibile seguire la gara (quella degli atleti forti, si intende, quindi non me) in diretta televisiva su Rai Sport, clicca qui per ulteriori informazioni.
Ora, è tempo di andare a riposare. Non devo spingere a tutta, domani, ma devo arrivarci comunque, in fondo. Non posso fallire proprio nella mia città!
A presto!
Stefano

mercoledì 13 novembre 2013

Turin Marathon n.27, il nuovo percorso

Ciao a tutti!
Manca pochissimo, meno di quattro giorni al via della Turin Marathon 2013! Ed ecco il percorso che migliaia di maratoneti affronteranno a partire dalle 9.30 di domenica.
Il percorso dell'edizione numero 27 della maratona torinese è stato ampiamente rinnovato specie nella prima metà di corsa e, a mio parere, migliorato. Tante zone grigie, l'anno scorso; molto più verde, stavolta (puoi vedere l'intero percorso su YouTube, clicca qui). Partenza ed arrivo, rispettivamente in Piazza San Carlo e Piazza Castello, non sono stati spostati. E come si potrebbe negare ai maratoneti la gioia di tagliare il traguardo in una piazza come Piazza Castello???

Il percorso 2013 della Turin Marathon visto da Google Earth

Domenica, ore 9.30, si parte. Via Roma, Piazza Castello, Via Po. Da fare con calma, i binari possono essere traditori ed io lo so bene, che l'anno scorso ho rischiato di buttare via tutta la preparazione di mesi dopo 500 metri. Attraversata Piazza Vittorio Veneto, non si svolta a destra per imboccare il Lungo Po Diaz, ma si affronta il ponte Vittorio Emanuele I che porterà il popolo della maratona di fronte alla Gran Madre. E poi via, lungo Corso Moncalieri, sulla sponda destra del Po, per dieci chilometri. Un inizio con i fiocchi, non c'è che dire. Si riattraversa il Po già ampiamente nell'abitato di Moncalieri, nei pressi della sopraelevata del raccordo con la tangenziale Sud.
Il tratto dai 10 ai 20 chilometri di corsa porterà i maratoneti ad attraversare in lungo ed in largo i territori di Moncalieri e Nichelino, toccando anche il punto più a sud del percorso, in corrispondenza della rotatoria dove si affacciano l'ippodromo di Vinovo e il centro di allenamento della Juventus. Quella strada, fino a pochi mesi fa, ero solito percorrerla almeno due volte alla settimana (andata e ritorno), sarà bellissimo domenica potervi correre.
Da questa rotatoria si punta dritti in direzione Stupinigi e la sua palazzina di caccia, solito traguardo della TuttaDritta. Poco oltre, cadrà la mezza maratona. A proposito di TuttaDritta, per circa quattro chilometri si segue il suo tracciato, fino a Piazza Caio Mario. Da qui il percorso non cambia molto poco rispetto all'edizione passata: Corso Agnelli, Corso Tazzoli, Corso Orbassano, Via Tirreno. Da Via Tirreno si ruota attorno al parco Ruffini per entrare in Corso Brunelleschi, proprio qui dove è posto il chilometro 30. Corso Brunelleschi è un lunghissimo curvone da percorrere in senso orario, fino a quando si raggiunge l'eterno Corso Francia, quest'anno fortunatamente accorciato.
Da questo punto apparentemente il percorso pare lo stesso dall'anno scorso, con parecchi rettilinei sull'asse nord-sud. Ma non è così, quest'anno non si transita da Corso Castelfidardo e Corso Mediterraneo, ma Corso Duca degli Abruzzi, proprio in faccia al Politecnico per poi continuare su Corso Galileo Ferraris prima, e Corso Re Umberto dopo. Tutte zone che conosco alla perfezione.
Il chilometro 40 si conclude proprio nell'incrocio tra Corso Sommeiller e Via Sacchi, da qui inizia il lunghissimo rettilineo (spezzato solo da Piazza Carlo Felice) che conduce all'arrivo. Qui solo più emozioni, folla, grande spinta morale, con le gambe che invocano al più presto la linea del traguardo e la testa che vorrebbe ci fossero ancora chilometri e chilometri così.

Ed è ormai passato un anno...

Lo so, pur non partendo con l'idea di fare un bel tempo (impossibile dopo il personale di Venezia di sole tre settimane fa), mi emozionerò. Non può essere altrimenti. Che vada piano o vada forte, i 42.195 km sono storia, sono leggenda, sono sempre la sintesi più pura di tanta fatica e sacrificio. Nulla si inventa in una maratona, è tutto il frutto di una preparazione.
Un frutto che esplode in grande gioia, qualsiasi sia il tempo all'arrivo. Sempre.
Bis bald!
Stefano

sabato 5 ottobre 2013

Gran varietà maratonistico, terzo tempo: ancora lei, TORINO!

Ciao a tutti!
Durante il primo weekend di settembre, quello antecedente la mezza maratona corsa a Parma, mi sono trovato a passeggiare mano nella mano con Giulia per le vie di Torino. Piazza Carlo Felice, Via Roma, Piazza Castello, Piazza San Carlo. Camminare lungo queste vie ha fatto crescere in me un'anticipata nostalgia per questa città, dove ho studiato, sono cresciuto, sono diventato uomo e mi sono innamorato.
Inevitabile per me, ormai, non pensare ad un anno addietro quando passeggio per Via Roma. Il ricordo della mia prima maratona non svanirà mai, per di più in quella che considero la "mia città". Vedere i portici di Via Roma o il lastricato di Piazza San Carlo mi fa viaggiare con la mente. Riesco a nasconderla bene, ma sopraggiunge anche un po' di commozione...

Ultimo chilometro in Via Roma! Foto di archivio, 17 marzo 2011

Ed è così che l'ideuzza un po' malsana diventa sempre più concreta realtà. Si (lo scrivo proprio da Torino!), sarò in Piazza San Carlo il 17 novembre, sarò tra i partenti della 27° edizione della Turin Marathon! E anche se non la farò come mio solito a tutta sarà bellissimo trovarsi in Piazza San Carlo tra altre migliaia di maratoneti. Correre al massimo delle possibilità non sarà possibile, per ovvi motivi. Dopo solo tre settimane di distanza dalla maratona di Venezia non è possibile pensare di correre sotto le tre ore e mezzo (e non sarebbe neanche salutare). Saranno troppe le tossine accumulate a Venezia e troppo pochi ventuno giorni per smaltirle.

Iscritto alla 27° edizione della Turin Marathon! 

Allora, perché fare questo ulteriore sforzo senza alcuna ambizione cronometrica? Innanzitutto portare a termine una maratona è sempre una gran bella impresa, specie dopo altri 42.195 chilometri corsi solo tre settimane prima... Non escludo che possa diventare una sofferenza, una fatica ancora più grande.
C'è il lato emozionale di una maratona, quello che ti rapisce completamente prima, durante e dopo la corsa, e che a Torino ha una componente maggioritaria. Corro tra le strade della mia vita, quelle passeggiate innamorato, quelle battute decine di volte in macchina. Come già detto, è la mia città, Torino, e corrervi mi dà grande gioia.
E poi, motivo non ultimo, è sempre un'ottima scusa per tornare a casa, per trascorrere del tempo in compagnia con Giulia, con la mia famiglia, con i miei amici. E correre sapendo che loro potrebbero essere lì a tifare per me è garanzia di immensa gioia.
Credo siano tre motivi validi, e importanti. Per me lo sono eccome, e questo è ciò che conta!
A presto!
Stefano

giovedì 27 dicembre 2012

Turin Marathon: un racconto lungo due mesi (o 42 chilometri?)

Ciao a tutti,
superata la prima tranche di festività natalizie ho pensato di dedicare un intero post ad un resoconto della mia prima maratona, la Turin Marathon, in maniera molto semplice, ovvero inserendo alcune nuove bellissime foto (pagate a peso d'oro a Marathonfoto.com) e una serie di link alle pagine del blog che, a partire da fine settembre fino ad arrivare a dicembre, raccontano cosa è stata per me questa avventura, dal momento in cui ho deciso di correrla fino a quando la fatica ha lasciato lo spazio alle idee!
Buona visione e buona lettura!

Stefano

27/09/2012: la decisione di tentare la maratona

In vista del traguardo...perchè non farsi trascinare un po' dal tifo???

13/10/2012: l'avvicinamento alla maratona con una mezza maratona
28/10/2012: Una Corsa da Re, migliorato personale sulla mezza

Nel momento migliore della corsa, tra i 30 e i 40 chilometri.

07/11/2012: prosegue l'allenamento: 30 km a Sestriere
14/11/2012: l'ultimo lungo pre-maratona: 35 km di sofferenza

Ci siamo, a Porta Nuova arriva il chilometro n°41.

16/11/2012: il percorso della XXVI Turin Marathon
17/11/2012: al Turin Marathon village: ritiro pettorale e ricognizione
17/11/2012: le sensazioni a 14 ore dal via della mia prima maratona

Piazza Castello, la fatica sta per finire...

18/11/2012: ore 6.12, inizia il grande giorno della maratona
18/11/2012: sensazioni a caldo dalla partenza in Piazza San Carlo
18/11/2012: tutti gli incoraggiamenti e gli auguri pre-gara

Piazza San Carlo: ultime occhiate al cronometro...

18/11/2012: l'annuncio su A spasso tra i Giganti, la maratona è stata conclusa!
20/11/2012: il personale racconto della mia prima maratona
24/11/2012: cosa si prova a tagliare per la prima volta il traguardo di una maratona?


...ed è fatta! Ho concluso per la prima volta una maratona!

sabato 24 novembre 2012

Tagliato il traguardo della Turin Marathon...

Negli ultimi chilometri di una maratona pensi a tante cose. I muscoli non ne possono più, ma tu corri, e corri, e corri. Lo devi fare, perché poco ti separa da una piccola grande vittoria personale. Per alcuni, come me, è il coronamento di un sogno. Ma le gambe non rispondono più al comando, vanno avanti per inerzia. La mente vaga tra i pensieri... ti scorre tutta una vita podistica davanti. A cosa ho pensato?


A tutti i sacrifici che ho fatto negli ultimi mesi per preparare questo evento,
A tutti i momenti in cui, con il dolore che taglia i muscoli, avrei voluto gettare la spugna ma non l'ho fatto,
A quando penso che la maratona ti costringe a bruciare una quantità di calorie pari al doppio del fabbisogno calorico giornaliero di un essere umano,
A tutte quelle volte in cui mi sono alzato alle 5 per correre e preparare al meglio la maratona,
A tutte le volte in cui ho maledetto quelle sveglie,
A quei momenti in cui in libreria, sfogliando i libri di Paula Radcliffe e Stefano Baldini, pensavo "sti c...i!"
Ai racconti di Elisa e Marcella,
Ad ogni volta che sognavo ascoltando Born to run di Bruce Springsteen e mi immaginavo un vero nato per correre,
A tutti i chilometri percorsi fino ad oggi,
A tutti i dettagli sulla preparazione alla maratona condivisi con Andrea e Marco,
A tutte le volte in cui mi immaginavo a New York, sul Ponte di Verrazzano, in mezzo ad altre migliaia di runners,
A tutti gli istanti di gioia interiore provata al termine di una corsa,
A quando Edoardo mi disse "prepariamola bene questa maratona",
e anche a quando mi disse "tu non hai idea di cosa sia una maratona!"
E non solo, anche quando mi disse "adesso dovrai correre di mattina"
A quella sera di Natale in cui non rinunciai ad una corsetta di sette chilometri,
E al mio venteseiesimo compleanno in cui ne corsi 28,
A tutti gli agghiaccianti momenti in cui, appena usciti da casa, l'aria fredda sbatteva sulla pelle e mi imponevo serie riflessioni,
A quando, pure in Olanda, mi sono portato le scarpe da running,
A tutti coloro che mi vogliono bene e che mi sostengono,
Agli aneddoti di Enrico, che a volte mi hanno fatto accapponare la pelle,
Ma anche quando disse che non ce l'avrei fatta in 3h30', e invece...
A tutti gli abiti lavati e stirati da mia mamma,
A tutte le volte in cui i miei amici e i miei colleghi mi hanno chiesto il perchè di questa fatica,
A tutte le volte in cui me lo sono chiesto pure io,
A tutte le volte in cui pensavo "che stupidi quelli che non corrono",
A tutte le volte in cui pensavo "ma non è che forse lo stupido sono io?"
A tutti i consigli forniti da chi la maratona l'ha già fatta,
A tutte le volte in cui abbassavo il passo di 15" con le note di Walk on degli U2 nelle orecchie, perchè si deve sempre andare avanti,
Al momento in cui mi hanno fatto notare che 42 km vuol dire correre da casa mia fino a Savigliano,
A un anno fa, quando pensavo che la maratona fosse solo un sogno irrealizzabile.



A tutti quelli che hanno fatto una maratona, o la faranno, una volta almeno nella vita.

Stefano

martedì 20 novembre 2012

Turin Marathon, il racconto della mia prima maratona

Ciao a tutti,
sono ormai passate parecchie ore dal momento in cui ho tagliato il traguardo della Turin Marathon. E non è sbiadita per nulla quest'emozione. Ancora adesso non riesco bene a comprendere quanto fatto. Troppo grande è stato questo sogno per me, un sogno che mi accompagna da più di un anno, e che finalmente ora si è realizzato. Ma ancora non me ne rendo conto.
Le sensazioni che affollano la mente sono tante e variegate. Nel cuore e nella testa avrò sempre alcune immagini, tra cui l'imbuto in Via Roma alla partenza (che ben rappresenta l'incredibile massa di runners, quattromila e forse più) e gli ultimi metri...correre tra due ali di folla in Via Roma e Piazza San Carlo per poi chiudere l'estrema fatica in Piazza Castello, è unico, incredibile, immenso. Alzi la testa e ti rendi conto che è finita, che ce l'hai fatta. Ogni aggettivo non ha più senso, è qualcosa che si può capire fino in fondo solo percorrendo tutti i 42,195 km della maratona. Lo spettatore, per quanto immerso nell'atmosfera, non riuscirà mai a percepire tutto quello che prova un runner durante un maratona. A meno che l'abbia già percorsa una volta nella vita. E quello è un ricordo che rimane per sempre, indelebile.

Chilometro numero 40, Via Sacchi: il momento più duro della mia XXVI Turin Marathon.

In una giornata fredda come quella di ieri il calore alla partenza era tanto. E tanta era anche l'ansia e la preoccupazione fisica. Dopo il lungo di domenica, la condizione fisica era "precaria": il polpaccio era dolorante e c'era il timore di non riuscire a recuperare in tempo. Fino a venerdì il fastidio al polpaccio destro è stato persistente, anche se non lancinante e in cuor mio non ho mai saputo, se non fino al termine della maratona, se le creme e le pastiglie all'arnica avrebbero sortito l'effetto medicamentoso sperato.
E invece, per più di 42 chilometri non ho sofferto di alcun infortunio muscolare, la condizione fisica si è rivelata eccellente, e per questo devo veramente ringraziare Edoardo, che mi ha preparato al meglio a questo appuntamento, anche proponendomi modalità di allenamento sulle quale io ero piuttosto scettico. A tal riprova, se domenica scorsa i cinque chilometri tra il trentesimo e il trentacinquesimo furono incredibilmente sofferti, ieri si sono trasformati nel trampolino di lancio verso la rimonta.
Seguendo i consigli di Marco, collega runner, uno di quelli tosti, sono partito molto tranquillo, percorrendo i primi chilometri nell'abitato di Torino in scioltezza (quasi fosse un riscaldamento...) per poi accelerare a poco a poco. La progressione è stata notevole: 1111° ai 10 chilometri (48’45’’, passo 4’53’’), 1057° alla mezza maratona (1h42’58’’, passo 4’53’’), 1005° ai 30 chilometri (2h25’42’’, passo 4’51’’), 770° all’arrivo!!! Con un (ovviamente per me) incredibile tempo di 3h22’18’’ al passo di 4’48’’. E io che temevo di non farcela a stare sotto le 3 ore e mezza… e il bello è che nel frangente tra i 30 chilometri e l’arrivo, la matematica mi dice che ho sorpassato 235 atleti!!! Quattro al minuto, p, un negative split da paura!

Torino, ore 9.30: la XXVI Turin Marathon è cominciata. In testa, ovviamente, subito i keniani.

E pensare che tutto poteva concludersi dopo 500 metri… maledette rotaie in Via Po! Qualche ostacolo ha provato a frapporsi tra me e l’obiettivo dei 42 chilometri. Ci si sono messi i piedi, che mai più avrei pensato potessero crearmi dei problemi (come mai mi era successo in corsa) E invece è proprio così, già dopo una decina di chilometri sentivo qualcosa che non girava al meglio. A metà percorso mi sono poi reso conto che bolle stavano formandosi nella pianta del piede. Evidentemente non ho curato al meglio l’aspetto delle scarpe, che peraltro avevo deciso di usare per l’ultima volta per la mia prima maratona. In realtà so cosa è successo e faccio tesoro dell’esperienza acquisita domenica per dare un consiglio a tutti coloro volessero avvicinarsi a questa pratica sportiva: mai lavare le scarpe prima della gara! Comunque, non sono state le scarpe a rallentarmi, fortunatamente.
L’elenco dei problemi termina qui: dopo solo sensazioni e momenti bellissimi, alternati a simpatici siparietti. Come ad esempio, il runner vestito col costume di Spiderman (chissà se ha finito la gara…), come le decine di atleti intenti a “svuotarsi” tra le piante lungo il percorso e perfettamente incuranti dei tifosi (e tifose, he-he) a pochi metri di distanze, i bambini che ti danno il cinque, i runner che dopo 18 km di corsa commentano in perfetto stile Bar Sport le performance di El Shaarawy in Napoli-Milan. Ma fare la Turin Marathon per me ha significato attraversare una città intera, quella città che mi ha visto crescere, nei posti più significativi della mia vita. Ripensandoci, sono partito dalla piazza in cui ho vissuto i trionfi della mia squadra del cuore, la Juventus, Piazza San Carlo; il primo chilometro è finito al Lungo Po Cadorna, dove ricordo le romantiche passeggiate con Giulia; dopo poche centinaia di metri si entra in Corso Massimo D’Azeglio, dove vi è la Facoltà di Chimica, presso la quale mi sono laureato ormai più di cinque anni fa; a un terzo del percorso si sfiora Stupinigi e si entra in Corso Unione Sovietica, lungo il quale non ho potuto scordare i miei otto anni di viaggi in pullman; l’eterno Corso Francia, percorso per anni in macchina con Giulia; Piazza Rivoli, vicino alla sede del CAI Uget; l’eterno Corso Galileo Ferraris (dove sta la sede della Juventus…) e poi la via per eccellenza di Torino, Via Roma. Per chiudere in Piazza Castello: lì ho vissuto il primo bacio J

Gli ultimi preparativi a mezz'ora dal via della Turin Marathon.

L’atmosfera incontrata lungo il percorso, con le batterie e i gruppi bandistici a scandire il ritmo degli atleti e il tifo che specie nei centri abitati si faceva sentire, hanno aiutato. Sarò sincero, la spinta degli amici è stata fondamentale. A partire da Davide ed Elisa che erano ad attendermi a Stupinigi: la loro presenza mi ha dato tantissima spinta nel lunghissimo, infinito rettilineo che porta fino in Piazza Caio Mario. Straordinario l’apporto di Andrea in un altro rettilineo, quello di Corso Francia. Lui mi ha indirettamente rivelato quanto importante sia la presenza di un supporto morale: il passo sul quel chilometro era 4’50’’, dopo averlo visto, salutato e dato il cinque ho chiuso quel chilometro (penso fosse il 31esimo o il 32esimo) al passo di 4’35’’. E da lì ho percorso alcuni chilometri ad un ritmo che mai più avrei potuto pensare di reggere quasi fino alla fine dopo averne percorsi più di trenta. Ed è stato fantastico vederlo tra il pubblico all’arrivo... Non me l’aspettavo, e invece era lì!!! Ed è stato liberatorio abbracciarlo, incredulo, un po’ perché non mi aspettavo di vederlo lì, un po’ perché si è increduli quando termini questo viaggio di tre ore e più. Inimmaginabile che energia può darti anche un piccolo sostegno come vedere per un attimo, pochi secondi, uno tra i più cari tuoi amici che è lì ad aspettarti e a darti forza. Olivier ha ragione quando mi dice che la maratona si corre il cuore e con la testa. Anche se lo sforzo principale se lo sobbarcano le gambe, senza cuore e testa non vai da nessuna parte. E poi, vedere mia mamma che mi saluta festante, all’incrocio tra Via Roma e Piazza Castello, a pochi metri sulla linea di arrivo, e io che contraccambio con il braccio alzato, ti dà l’ultima spinta verso il traguardo. Ripenso a quando mi diceva che ero matto, che non ci avrei messo meno di quattro ore. Ma anche a tutti gli indumenti lavati e stirati… anche questo fa parte del successo!

Con Andrea all'arrivo! Notare una scarpa volutamente non riallacciata dopo aver tolto il chip...

E poi, devo veramente ringraziare il mio capo, Enrico, che alla fine ce l’ha fatta ad essere presente sul percorso della Turin Marathon, non in veste di runner, ma nel ruolo di accompagnatore non ufficiale con la sua bici. Fino al giorno prima non mi aveva garantito la sua presenza durante la gara, poi eccolo che in Via Tirreno me lo trovo improvvisamente sulla sinistra. Confesso, bardato com’era per il freddo non l’ho riconosciuto subito. Sarà che sono abituato a vederlo in un contesto, come quello lavorativo, decisamente diverso da quello di una gara podistica. L’ho sentito parlare e finalmente ho capito. E’ stato di grande aiuto, soprattutto nei tratti di Corso Francia prima, in cui mi ha rassicurato sulla mia condizione e poi tra i chilometri 38 e 41, dove mi ha costantemente incoraggiato a non mollare (vedere video per credere). Il suo apporto al buon esito non è stato importante, di più. A lui il merito di alcune delle foto pubblicate in questo post e nei post che verranno.


L'ultima fatica: il video!

La prima maratona non si scorda mai, come il primo amore. Mi rendo conto scrivendo queste righe che la maratona, questi 42,195 chilometri, sono un grande puzzle. Come una storia d’amore, un viaggio in giro per il mondo, una carriera lavorativa, la nascita e la crescita di un figlio, tutto si compone di piccoli tasselli dal grande significato. Mi chiedo: cosa è stato veramente importante per me per arrivare a questo traguardo? Tutto e niente. Niente, perché non c’è stato qualcosa che penso sia stata fondamentale; allo stesso tempo tutto, perché senza uno dei tanti piccoli pezzi che compongono la preparazione non sarei arrivato dove sono arrivato. La corsa in montagna, i consigli dei runner che conosco e di Edoardo, la tenacia negli allenamenti, il rinunciare ad un’uscita al sabato (se non per l’anticipo serale della Juventus), il sostegno della famiglia e degli amici, i sacrifici nell’alimentazione, le sedute in palestra.
Il desiderio di farcela.
La voglia di non mollare mai.
La forza per sognare il traguardo.

Via Tirreno, metà gara è scivolata via...
Sapere che non esiste vittoria senza sacrificio.

Il maratoneta Stefano

domenica 18 novembre 2012

SCONFITTI I 42.195 KM! Obiettivo raggiunto!

Incredibile!!! Ce l'ho fatta!!!

Traguardo raggiunto! Felicità assurda!
E' stata dura, forse meno dura di quello che pensavo, anzi immaginavo. Ma ce l'ho fatta e questa è l'unica cosa che conta!!! Sono ancora emozionato e non riesco ancora a realizzare bene l'impresa. Ma, sono sincero, sono al settimo cielo per quanto fatto. E con che tempo. Sono partito con l'idea di stare nelle 3 ore e mezza ma ho chiuso i 42.195 km in circa 3h22'!!! Questo segnava l'orologio all'arrivo. Con un post un pochino più dettagliato racconterò qualcosa in più e i tempi esatti. Spero possiate capire, ora sono stanco e un vassoio di pasta mi aspetta!

A meno di un'ora dal via della Turin Marathon

Ci siamo, ora non si scherza più, il momento atteso da mesi è giunto! Belli, bellissimi questi momenti. Emozione unica. Senza parole.

La partenza da Piazza San Carlo
L'arrivo, in Piazza Castello

sabato 17 novembre 2012

Quattordici ore alla partenza, la tensione sale

L'orologio che mi ha accompagnato in Valle d'Aosta e durante tutti gli allenamenti. L'aderente maglia bianca che domani avvolgerà il mio corpo. La nuovissima maglia gialloblu che mi renderà riconoscibile ai tifosi. Il pettorale numero 1267 che mi accompagnerà per 42 chilometri e le annesse spille per ancorarlo alla canotta. Il chip che sulla scarpa misurerà il tempo della mia prima maratona. La bottiglietta con il preparato self-service di acqua, sali e zuccheri da consumare pochi attimi prima della corsa. I pantaloni che scalderanno le pendolanti cosce. Il polsino per asciugare la sudata fronte.

Tutto è pronto...
Tutto è sul letto. Guardo le scarpe che mi hanno accompagnato per 1400 km di allenamenti e gare, le care Adidas Supernova, alle quali sono affezionatissimo, e che infilerò per l'ultima volta domattina, quasi come a voler dire che si chiude un ciclo. Immobile, osservo tutto questo, come in contemplazione. Fra quattordici ore si comincia, il rituale inizia. Tre ore dopo, scatta l'ora X. Il momento tanto atteso in mesi, ma che dico, più di un anno, di allenamenti, è vicino. Il cervello vaga...
Ripenso al percorso. Piazza San Carlo-Via Roma-Piazza Castello-Via Po-Piazza Vittorio Veneto-Lungo Po Cadorna-Corso-Cairoli-Corso Vittorio Emanuele-Corso Massimo d'Azeglio-Corso Unità d'Italia...strade più volete calcate a piedi. E in auto. Calcarle durante LA maratona...che brivido che corre lungo la schiena. Moncalieri, Nichelino. La zona grigia. Passaggio a Stupinigi, dove amici e colleghi mi potranno vedere. La strada percorsa per otto anni in pullman: Corso Unione Sovietica. Ne conosco ogni centimetro, ogni incrocio non ha segreti per me. Poi su fino a Grugliasco. Il punto più temuto da me, Corso Francia e il suo cavalcavia.  E dopo il passaggio di fronte al Palagiustizia inizia il ghirigori finale tra i corsi di Torino fino ad entrare in Via Sacchi. E lì...darò tutto!!!
Il cuore batte più forte. Davanti al pc, mentre scrivo, le gambe si muovono nervose. Tutto è focalizzato a domani. Mi rendo conto che sto scrivendo un sacco di parole messe alla boia di un giuda. Come si fa a stare calmi ora? Spero che sia la pasta, ora, a provvedere a tenermi tranquillo.

Turin Marathon, tappa 5: il numero 1267

Ci siamo!!! Meno di 24 ore e si parte, cazzo! Le gambe fremono e non può essere altrimenti quando inizi a respirare l'aria della competizione.
La giornata ha previsto il ritiro di pettorale e pacco gara, praticamente un rito. Nel Turin Marathon Village tutto parla di corsa! Dagli sponsor tecnici alle persone che lo affollano, tutto è running! La tensione è alta e mi ha fatto bene parlare con Daniele, quest'anno volontario al TMVillage, e con Marco, il mio collega (e che con i suoi discorsi in ufficio sul podismo mi ha involontariamente avvicinato a questo mondo). Ed è stato emozionante percorrere a piedi, con calma, le ultime centinaia di metri del percorso di domani, da Piazza Carlo Felice all'arrivo di Piazza Castello, sapendo che fra 24 ore circa le gambe lanceranno dolore mentre il cuore sarà invaso da gioia immensa!!!

Pettorale n°1267: pronti per la partenza!

Ora, pieno di carboidrati in compagnia di Dario (catartico rito prima di ogni sabato pre-gara) e poi a casa per ritirarsi a riposare e concentrarsi per domani. Le emozioni continuano...
Stefano

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