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lunedì 22 giugno 2015

Ispirazioni vol.1

"L'avventura non può più manifestarsi là dove nell'uomo scadono l'ingegno, l'immaginazione, la responsabilità; là dove si demoliscono, o almeno si banalizzano, fattori naturali come l'ignoto e la sorpresa. E ancora non può sussistere avventura là dove vengono alterate, persino distrutte peculiarità come l'incertezza, la precarietà, il coraggio, l'esaltazione, la solitudine, l'isolamento, il senso della ricerca e della scoperta, la sensazione dell'impossibile, il gusto dell'improvvisazione, del mettersi alla prova con i propri mezzi, e non ultimo, senza più inventiva. Tutte cose che oggi sono ormai represse o addirittura cancellate nel quotidiano. L'avventura è un impegno che coinvolge tutto l'essere e sa cavar fuori dal profondo ciò che di meglio e di umano è rimasto in noi. Là dove il mazzo non è stato truccato per vincere ad ogni costo, esistono ancora il gioco, la sorpresa, la fantasia, l'entusiasmo della riuscita e il dubbio della sconfitta. Dunque l'avventura."
Walter Bonatti, I miei ricordi

Sempre all'avventura... (© Contrasto)

Forse quello che per me è l'ispiratore numero uno in assoluto, Walter Bonatti.
Oggi nasceva, in un posto che più orizzontale non potrebbe essere, il più grande conquistatore del verticale che il mondo abbia mai conosciuto.
E a mio modo di vedere, un grande uomo, forte, cristallino, puro. Un esempio per tutti.

martedì 18 febbraio 2014

Bucher: Walter Bonatti - L'uomo, il mito

"Quando da bambino mi chiedevano che cosa volessi fare da grande, non avevo dubbi: lo scalatore, rispondevo. Ma mi dicevano che ero matto. Tutti, a parte i miei genitori. Mi ammonivano: solo Messner e Bonatti sono riusciti a vivere di scalate ed emergere. È stato il loro esempio a farmi capire che dobbiamo essere noi per primi a credere in quello che facciamo, senza porci limiti e ostacoli. Ancora più della voglia di emularlo, Walter mi ha dato la convinzione che ciò che avevo in testa non era una semplice utopia."
Simone Moro, prefazione a Walter Bonatti - L'uomo, il mito

"Un nome noto in tutto il mondo, limpido, cristallino come le sue montagne. Un nome che conferma a un'Italia, in questo momento assai dubbiosa dei propri valori, quanto invece sia ricca di individui di fama planetaria che l'hanno fatta grande. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno ogni tanto di ricordarcelo."
Alessandro Gogna, prefazione a Walter Bonatti - L'uomo, il mito


Ciao a tutti!
Walter Bonatti è una pietra miliare della storia dell'alpinismo, il suo nome è scritto nelle rocce di tutto il mondo, Alpi, Himalaya, Ande. È normale pensare (per me) qualcosa tipo "chissà che figata che deve essere questo libro" e successivamente "no, lo devo prendere assolutamente". E infatti, lo prendo.
A pochi mesi dalla scomparsa della leggenda italiana della montagna, Roberto Serafin, già redattore del notiziario del Club Alpino Italiano, pubblica con Priuli&Verlucca questo saggio di grande intensità, che ci racconta il Bonatti "pubblico", quello delle grandi scalate, e quello più privato: il Bonatti solitario o il Bonatti che preferisce lasciare il segno dietro le righe di un libro o di un articolo. Il percorso che Serafin traccia lungo le pagine del suo saggio è lineare, e spazia dalle prime esperienze in Grigna fino alle ultime avventure nelle terre più inesplorate. L'analisi delle varie sfaccettature del Bonatti-pensiero è totale. Non si limita ad affrontare la spinosa vicenda della prima salita al K2, ma va a fondo nella disputa che Bonatti ingaggia con l'altro monumento vivente della montagna italiana, Reinhold Messner. E che a pochi è nota (e includo me stesso nella lista).
Probabilmente non il miglior libro per avvicinarsi alla storia di Bonatti, sicuramente un must per chi ne ha ammirato le gesta, con orgoglio ("era italiano ed era il numero uno") e quel normale senso di invidia che a volte ci fa pensare "sarebbe bello essere come lui"...
Bis bald!
Stefano

Giudizio: 9/10 ««««««««««

lunedì 4 marzo 2013

Il certo per l'incerto

"C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perchè è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso."
“So many people live within unhappy circumstances and yet will not take the initiative to change their situation because they are conditioned to a life of security, conformity, and conservatism, all of which may appear to give one peace of mind, but in reality nothing is more damaging to the adventurous spirit within a man than a secure future. The very basic core of a man's living spirit is his passion for adventure. The joy of life comes from our encounters with new experiences and hence there is no greater joy than to have an endlessly changing horizon, for each day to have a new and different sun.”
Chris McCandless

Avventura...una salita al Monte Pelmo in invernale può rendere l'idea?

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