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lunedì 15 febbraio 2016

Tutto il meglio dell'Alta Via n.2 della Valle d'Aosta (e sondaggio)

"Le montagne - come lo sport, il lavoro e l'arte - dovrebbero servire solo come mezzo per far crescere l'uomo che è in noi."
Walter Bonatti, Una vita così
      
     
Ciao a tutti!
Cervino, il Monte Rosa e il Grand Combin sull'Alta Via n.1, il Gran Paradiso sull'Alta Via n.2, il Monte Bianco su entrambe le Alte Vie valdostane. Quale la più bella? Una risposta probabilmente non c'è. Tuttavia, costruendo questo post, mi sono reso conto di una differenza tra le due esperienze sui sentieri della Valle d'Aosta. Se l'Alta Via n.1 ha rappresentato per me una straordinaria occasione di viaggio tra le valli di una regione e di ricerca introspettiva nelle valli della mia anima, l'Alta Via n.2 è paesaggisticamente più interessante. Opinione che faccio mia, in questo momento, anche grazie ad un ricordo più fresco. Ricordo che, a distanza di qualche mese, però non voglio far sbiadire. Anzi, lo voglio rinvigorire con questo post, che nasce con l'intenzione di coinvolgere la platea di A spasso tra i Giganti.
Ho ripercorso mentalmente e visivamente tutti i luoghi toccati nel cammino lungo i sentieri dell'Alta Via n.2, e ne ho selezionati quindici, quelli che per me sono rimasti più impressi. Perché più belli, più carichi di ricordi, più significativi. Quella che segue è la mia personale classifica, corredata di alcune foto del luogo inserito in questa particolare graduatoria. Pur precisando che una classifica, quando c'è tutta questa meraviglia, è ben difficile da stilare. Potrete stilarne un'altra voi, votando quello che per voi è il luogo più bello di questa Alta Via...
Bis bald! (e buon sondaggio...)

Per votare, cliccare sul link evidenziato dal riquadro rosso

1. Col de la Crosatie [tappa 8]. È la più spettacolare balconata sulla Valle d'Aosta. Tutti i Giganti delle Alpi si possono abbracciare con un'occhiata da questo colle che divide la Valgrisenche dalla Valle di La Thuile. Un posto dal quale ho fatto assolutamente fatica a staccarmi. Ahimé, la tappa era lunga e dura...

La Crosatie, direzione ovest

La Crosatie, direzione est

2. Col d'Entrelor [tappa 6]. La salita all'Entrelor non è mai estremamente dura, ma è una delle più lunghe in assoluto, per chilometraggio, dislivello e tempistica. Gli sforzi vengono ricompensati da un doppio panorama su Valsavarenche e Val di Rhêmes. Dal panorama roccioso dei tremila metri, spuntano fieri la Grivola e il Gran Paradiso verso est, si apre il selvaggio vallone d'Entrelor verso ovest. Grande terrazza su uno degli angoli più incontaminati della Valle d'Aosta.

Entrelor, lato Valsavarenche

Entrelor, lato Val di Rhêmes

3. Cogne/Valnontey [tappa 4]. Può sembrare paradossale che in un percorso selvaggio come l'Alta Via n.2 inserisca un paese ed una sua frazione nell'elenco dei luoghi più belli. Però è così, da Cogne e ancor di più dalla frazione di Valnontey, la visuale sul Gran Paradiso e sui ghiacciai che da esso si diramano è superba e non poteva mancare all'appello.

Il Gran Paradiso visto dall'abitato di Cogne

Sulla salita che collega Valnontey al Rifugio Vittorio Sella

4. Col de Chavannes [tappa 9]. È uno degli ultimi scollinamenti, una salita regolarissima ma molto lunga che porta l'escursionista ad abbracciare tutta la maestosità del Monte Bianco. Qui si può esultare: è l'ultima grossa fatica dell'Alta Via. Oltre ad essere una gran bella ricompensa per gli occhi.

Saluto a La Thuile

Un abbraccio sul Bianco

5. Orvieille/Laghi Djouan [tappa 6]. Il re Vittorio Emanuele II era basso di statura, ma la sua vista era lunga. Anche ad Orvieille, dove fece costruire una casa di caccia, ci aveva visto benissimo. I prati di Orvieille, con vista Gran Paradiso, e i soprastanti Laghi Djouan, entrambi isolati dal caos del mondo, sarebbero in grado di ispirare qualsiasi artista.

Il primo lago verso l'Entrelor

Orvieille in fiore

6. Rifugio Albert Deffeyes/Comba des Usselettes [tappa 8, tappa 9]. Relegare questi due luoghi al sesto posto può sembrare ingiusto. Certo, non dappertutto si possono ammirare in poche centinaia di metri paradisi naturalistici come i prati della Comba des Usselettes, il ghiacciaio del Rutor e i suoi laghi, una vetta imperiosa come il Grand Assaly.

Ai piedi del Rutor. Foto di archivio, 16/06/2012

La Comba des Usselettes e sullo sfondo il Rifugio Albert Deffeyes

7. Lac du Fond [tappa 8]. Le origini del buffo nome di questo piccolo lago che apre le porte alla Valgrisenche non mi sono molto chiare. Provo ad inventarle io: il fondale di questo lago è una tavolozza di colori che variano dal blu al verde a seconda di dove lo si osservi. Di certo è il lago alpino più bello incontrato lungo questa Alta Via.

Lac du Fond

A precipizio nel blu

8. Rifugio Elisabetta Soldini/Lac Combal [tappa 9, tappa 10]. Luogo chiave dell'Alta Via, il Rifugio Soldini è l'arrivo della penultima tappa, prima del gran finale a Courmayeur. Uno dei rifugi più belli di tutte le Alpi, non solo dell'Alta Via, per la fortunata sua posizione, al cospetto dell'Aiguille de Trélatête, del Ghiacciaio de La Lex Blanche e delle Pyramides Calcaires. Poco più in basso, il Lac Combal, una piccola riserva naturalistica a due passi da un altro ghiacciaio, quello del Miage, accende di riflessi la Val Veny.

La riserva del Lac Combal. Foto di archivio, 26/06/2011

Il Rifugio Elisabetta Soldini

9. Arp Vieille/Plan Chécrouit [tappa 10]. Gli impianti rovinano la vista, ma il panorama sul Monte Bianco qui è unico. Così immenso che sembra di poterlo toccare con un dito. L'imponenza della montagna più alta d'Europa, vista da Plan Chécrouit, è insuperabile.

Vista sul Miage ad Arp Vieille

Il Monte Bianco da Arp Vieille. Foto di archivio, 25/06/2011

10. Fenêtre de Champorcher/Rifugio Sogno di Berdzé [tappa 3, tappa 4]. Serve una giornata di cammino da Champorcher per poter raggiungere l'omonima Fenêtre, uno dei colli più alti da superare lungo il percorso, e dunque il Rifugio Sogno di Berdzé. Ma lo sforzo è ripagato dal panorama totale che si ha su due valli, quelle di Champorcher e Cogne.

La prima lunga salita

Meta prefissata, Rifugio Sogno di Berdzé

11. Rifugio Miserin [tappa 3]. Questo rifugio e il vicino Santuario della Madonna delle Nevi, posizionati di fronte al Lago Miserin, specchio d'acqua in una landa desolata, conferisce una sorta di austero misticismo ad uno dei luoghi che meglio potrebbe raccontare la storia della Valle d'Aosta.

Lago Miserin

Un panettone a guardia del Rifugio Miserin

12. Cascate del Rutor [tappa 9]. E che lo dico a fare? Per rimanere estasiati da queste tre cascate, vengono qui molti turisti che la montagna sono abituati a vederla solo in cartolina. I colori dell'arcobaleno prodotto dalla dispersione della luce sugli spruzzi d'acqua e la violenza inaudita di queste cascate sono gli elementi essenziali di cotanta bellezza.

Cascata n.1

Cascata n.2

13. Conca del Lauson [tappa 4, tappa 5]. La conca del Lauson è amatissima da escursionisti e fotografi. Qui regna lo stambecco, l'animale simbolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso, a cui non dispiace mettersi in posa dinanzi agli obiettivi. In un anno di magra come il 2015, preferisco apprezzare questa conca per la visuale sulla Valnontey.

Rifugio Vittorio Sella, all'imbocco della Conca del Lauson

La Conca del Lauson in una calda mattina di luglio

14. Rifugio Chalet de l'Épée [tappa 7]. Un'oasi di riposo dopo le fatiche assurde del Col Finestra, un'oasi di riposo per chi risale dalla Valgrisenche, spettacolare vedetta su questa valle, sull'immenso Lago di Beauregard e sui ghiacci del Rutor.

Vista sul Rutor dal Rifugio Chalet de l'Épée

Vedute sulla Valgrisenche

15. Vallone della Legna [tappa 2]. Un posto quasi dimenticato, ma dalla grande ricchezza naturalistica, questo è il selvaggio e solitario vallone a monte di Champorcher: il posto migliore per allontanarsi dalla civiltà senza rinunciare a bellezza ed armonia.

Sperduto, dimenticato

Nelle bistorte

sabato 9 novembre 2013

Tutto il meglio dei Pirenei! (e sondaggio)

Ciao a tutti!
Sarà il clima ormai sempre più freddo e piovoso di questi giorni (e in Germania si sente); sarà la lontananza dalle montagne, qui veramente distanti; sarà che è sempre bello ricordare e condividere momenti di gioia...ma, a distanza di poco più di tre mesi, voglio fare un piccolo salto indietro a ciò che è stato il trekking pirenaico di quest'estate.
Lo faccio ancora una volta nella forma della classifica personale delle meraviglie della natura che più mi hanno impressionato. È una classifica stilata in base a ciò che ho vissuto in una settimana di cammino, influenzata non solo dalla bellezza dei paesaggi ma anche dal ricordo della singola location. Potete modificarla a vostro piacimento, partecipando al sondaggio che trovate nella colonna a destra della pagina (p.s.: la chiusura è prevista per il 22 dicembre; sono possibili risposte multiple), valutando quindi le location che più vi affascinano o semplicemente la foto che piace maggiormente.
Buona visione...e mi raccomando, aspetto i vostri voti! =D

1. Brecha de Rolando (o Brèche de Roland): al primo posto, un posto che profuma di leggenda, la Brecha de Rolando. La spaccatura nella muraglia rocciosa attribuita al paladino di Carlo Magno, Orlando, è sicuramente uno tra i panorami più inconsueti che è stato possibile ammirare, se non il più originale ed affascinante. Tanta fatica, ma ben ripagata.



2. Monte Perdido: la terza vetta più alta dei Pirenei non poteva non entrare nelle prime tre posizioni. È il simbolo di questa zona di Pirenei. Il panorama fantastico che si può ammirare dalla sua sommità (per di più in una giornata di beau plain) vale tutta la fatica della levataccia e delle ore di salita.




3. Cirque de Gavarnie: numeri da brividi, per il Cirque. Brividi anche quando cammini a poche decine di metri di distanza dalla cascata principale del Cirque, alta circa quattrocento metri. È un incredibile anfiteatro roccioso, in grado di colpire anche l'immaginazione di un certo Victor Hugo.



4. Cilindro: proprio di fronte al Perdido si staglia questa montagna dalla forma e della conformazione del tutto insolita, ottimo materiale per i miei amici geologi. Il Cuello del Cilindro, il lago alla base di questa vetta è il tocco in più.



5. Circo de Soaso: non averlo visto interamente illuminato dal sole è stato un piccolo peccato ma poter osservare le gialle ginestrine sui ripidi pendii di questo vallone riflettersi nelle acque che lo attraversano è stato un privilegio.



6. Valle de Ordesa: lunghissima, infinita, ma meravigliosa. Non fosse per tutti i boschi che popolano questa zona impervia, sarebbe stato possibile definirla "dolomitica"...



 7. Vallée de Pouey d'Aspè: il verde di questa piccola valle che collega il confine franco-spagnolo al Cirque de Gavarnie mi ha colpito da subito. Pascoli, acqua in abbondanza e fioritura da sogno (seppure fosse agosto) smentiscono i miei preconcetti sull'ambiente pirenaico, da me considerato brullo e secco.



8. Cascada del Cinca: l'impressionante rete di cascate che confluisce nel Pineta trova il suo culmine con la Cascada del Cinca. È necessaria una deviazione di una decina di minuti in salita per poterla osservare in tutta la sua potenza, ma lo spettacolo è garantito al 100%.



9. Valle de Pineta: dal basso è apparentemente una valle anonima. Vista dall'alto, beh, ben altra cosa. Lascio che siano le foto a parlare e che siate voi a giudicare...




10. Collado de Añisclo: una salita lunga e tosta. Se non la più dura, poco ci manca. Quando arrivi in fondo, però, c'è una lauta ricompensa da ritirare. A est, la Valle de Pineta; a ovest, la Valle de Añisclo e il suo "Pico".



Bis bald!
Stefano

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