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domenica 18 maggio 2014

Nuvole e riflettori

Ciao a tutti!
Oggi, un post inconsueto. Oggi voglio parlare di calcio. Non è mia abitudine dire la mia su A spasso tra i Giganti riguardo ad argomenti calcistici, se non per festeggiare le vittorie della Juventus, ma oggi lo voglio fare, e... chissà che non diventi una buona abitudine quella di parlare un po' dello sport più bello del mondo. Che però, per quanto riguarda i tifosi italiani, è stato macchiato da episodi che nulla hanno a che fare con il calcio. Mi riferisco proprio agli incidenti del 3 maggio allo Stadio Olimpico e dintorni: Ciro, Gastone e Genny.

Triste immagine del mondo calcistico italiano che si commenta da sé (fonte: huffingtonpost.it)

Lo spunto per questo post nasce da un episodio realmente accaduto dopo il ponte del Primo Maggio, al mio rientro lavorativo in Germania. Il mio maggio in Germania inizia così: entro in ufficio, saluto il capo, chiedo come va... e dopo pochi secondi: "Bella figura vi ha fatto fare Napoli". Già, bella figura di merda. Come dargli torto. Poi, ti confronti con altri tifosi di calcio (di calcio, non di Juventus, o Inter, o Napoli). Il pensiero è sempre quello: ma è possibile che debbano ancora succedere cose del genere? Non è mica così all'estero...
Mi ritrovo a Barcellona proprio in una domenica in cui i blaugrana giocano in casa. Trovo i biglietti, non mi faccio perdere l'occasione. La partita è contro il Rayo Vallecano: una squadra di Madrid, e si sa che tra catalani e madrileni non scorre buon sangue per ragioni politiche. Ebbene, controlli di sicurezza più che blandi, giusto un'occhiatina di dieci picosecondi nelle borse e sei dentro. Atmosfera bellissima, famiglie, ragazzini e ragazzine, gente che viene allo stadio per godersi una partita di calcio e tifare la squadra del cuore.
In Germania, per la precisione in Baviera, non mi faccio sfuggire l'opportunità di vedere una partita degli allora campioni d'Europa in carica del Bayern Monaco. Al di là del fascino dell'Allianz Arena - per me lo stadio architettonicamente più bello in assoluto - la gita calcistica a Monaco di Baviera rappresenta un modello di come si dovrebbe vivere il calcio. Una festa continua, gente che tifa con calore e con passione, ma senza eccedere nella violenza. Persone felici, tra i vincitori e gli sconfitti, perché alla fine il calcio è un gioco, e come tale va preso.
Manca ancora l'Inghilterra al curriculum, chi lo sa che nel futuro prossimo non ci sia spazio anche per un match di Premier League. Vedremo. Intanto in Italia, i tifosi - e lo dico per esperienza personale - subiscono perquisizioni a tappeto, tessere del tifoso, controlli pure nelle scarpe che indossi, pullman e bloccati e perlustrati a fondo. Quelli onesti. Si, perché gli ultras (indipendentemente dai colori della squadra), criminali come quello lì napoletano, oltre ad essere tutti quanti invischiati in associazioni a delinquere, non pagano ingressi e alimentano la violenza. Ma è così difficile rinchiuderli in cella e buttare la chiave?

Campioni! (fonte: lastampa.it)

Il calcio, fortunatamente, non è solo questo. Il calcio è un bellissimo romanzo che si arricchisce ogni volta di nuove pagine. Ci sono le pagine più dolci per i tifosi bianconeri: trentaduesimo campionato, il terzo di fila con Antonio Conte in panchina, record su record demoliti, ultimo quello dei 102 punti in un campionato; ma anche più amare, come il possibile addio del nostro condottiero (si vedrà) e l'ennesima eliminazione in Europa. Ci sono le pagine più incredibili e a loro modo assurde, come l'inaspettata vittoria del Siviglia in Europa League, contro un Benfica che è ancora una volta preda della maledizione di Béla Guttmann. Oppure, ed è storia di appena 24 ore fa, la dimostrazione che anche i più "deboli" vincono, come l'Atletico Madrid di Diego Simeone che scuce lo scudetto dalle maglie del Barcellona proprio al Camp Nou. Ci sono pagine storiche che si sfogliano per l'ultima volta: Ryan Giggs, Carles Puyol e Javier Zanetti, i tre grandi capitani di Manchester United, Barcellona e Inter lasceranno le rispettive squadre. Chi si ritirerà, chi cercherà un'ultima esperienza extraeuropea. In un calcio così schiavo dello show-business essi hanno rappresentato un capitale umano e tecnico inestimabile, che non sarà facile sostituire.

Tre leggende che salutano il calcio gicoato: Ryan Giggs, Carles Puyol e Javier Zanetti

La stagione non è però finita. Anzi, il bello arriva proprio ora. C'è ancora una finale di Champions League da giocare, quest'anno è incredibilmente il derby cittadino di Madrid. Ci sono i Mondiali di calcio, e non c'è nient'altro da aggiungere. Tutti insieme ai ragazzi di mister Prandelli, a cercare di spingere al massimo la nostra rappresentativa. Al bando gli inutili codici etici e le varie preferenze di tifo. Tutti uniti, e basta: sperare insieme non costa nulla.
Bis bald!
Stefano

sabato 25 gennaio 2014

Deutscher Meister

Ciao a tutti!
Quello di domenica non era che l'antipasto, un piccolo annuncio. Ed è ora giunto il momento di parlare della visita all'Allianz Arena e al museo che all'interno racconta la storia del team che sta dominando la scena calcistica degli ultimi anni, il Bayern Monaco.
In realtà ben pochi sanno che la storia del Bayern Monaco è quasi interamente storia recente degli ultimi cinquanta anni. Il primo titolo di Germania risale al 1932, ma da qui al ritorno alla vittoria in Bundesliga passano ben trentasette anni, di cui molti in Seconda Divisione. Nel 1969 inizia infatti un'altra storia, quella del club più vincente di Germania: ventitré Campionati tedeschi, sedici Coppe di Germania, sei Coppe di Lega, quattro Supercoppe di Germania, cinque Champions League, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa Europea, due Coppe Intercontinentali, un Mondiale per club.

Storia di solo qualche mese fa: la quinta Champions League conquistata battendo il Borussia Dortmund

L'arrivo all'Allianz Arena è ben diverso dalla due precedenti occasioni. La prima volta, per una semplice visita esterna, a fine novembre con Giulia, accadeva in occasione del match di campionato contro l'Eintracht Braunschweig: un grande catino rosso che esplode di tifo. La seconda è per assistere ad una partita, l'ultimo match dell'anno tra le mura amiche contro l'Amburgo. La terza, una settimana fa, è ben diversa. Nessuna luce, pochi tifosi. L'Allianz Arena, nella sua veste bianca e non illuminata, si confonde egregiamente nella nebbia. Serve avvicinarsi fino alla zona-tornelli per poter tornare a vedere la superficie della sua copertura.

La scala che ogni giocatore percorre per entrare in campo

I primi passi nel "FC Bayern München Erlebniswelt" mi lasciano un po' perplesso. Non vi è libertà all'interno del percorso di visita del museo. E lo stadio è visitabile esclusivamente con una guida, solo ad un certo orario ben preciso: apparentemente tutto perfetto, una guida può spiegare meglio questo mondo che si è abituati a vedere solo in televisione, ma allo stesso tempo non si può vivere a fondo, con la tranquillità e il tempo che serve, certe sensazioni.
Su tutte, quelle dell'ingresso sul terreno di gioco. L'uscita, come viene concepita in tutti gli stadi moderni, prevede un'ingresso dal basso verso l'alto, in stile gladiatori in un'arena - settantamila perone che guardano ogni movimento di ogni tuo singolo muscolo. Effettivamente, fa una certa sensazione...

Pronti per entrare sul terreno di gioco...

La visita guidata è in lingua inglese: all'inizio del tour la guida ci chiede che squadra tifiamo, affermando scherzosamente che non voleva tifosi del Chelsea nel gruppo (nel 2012 il Chelsea sconfisse nella finale di Champions League all'Allianz Arena proprio il Bayern Monaco ). C'è gente di tutte le nazioni, la fama del Bayern Monaco, soprattutto dopo tre finali di Champions League in quattro anni e con il trionfo del 2013 sul Borussia Dortmund, è totale.

Un cartonato reparto offensivo del Bayern

La visita guidata permette di conoscere aspetti interessanti del mondo-Allianz Arena, su tutte la netta separazione degli spazi e degli spogliatoi (pure le panchine!) tra le due squadre di Monaco di Baviera: i Roten del Bayern Monaco e i Löwen del Monaco 1860, il secondo team che milita in Seconda Divisione. Corridoi separati, aree separate, sala stampa in comune ma sedie diverse, spogliatoi separati. Ah, gli spogliatoi. Un armadietto per giocatore: basta vedere la foto in alto. E che foto: sembrano delle divinità greche in posa. Gli scatti dei fan nella stanza si concentrano sui più noti, Arjen Robben, Franck Ribery, Mario Mandžukić, Bastian Schweinsteiger... I flash delle donne sono invece tutti per Manuel Neuer...

Spogliatoi

La visita guidata permette comunque di venire a conoscenza di qualche particolare in più che meglio spiega come questo stadio sia un capolavoro architettonico e l'organizzazione all'interno una macchina collaudatissima. Più di 25.000 lampade che illuminano una copertura fatta di circa 2.800 diamanti di PTFE per un totale di circa 66.000 metri quadrati.
Il numero che però più mi ha impressionato è la quantità di cibo e bevande vendute in un singolo match di Bundesliga. I vegetariani e gli astemi si tappino le orecchie: viene venduto all'incirca un wurstel al secondo e ogni spettatore mediamente beve più di un litro di birra!!!

Ed è solo un fine telo di plastica...

L'area prettamente museale è interessante ma la considero qualitativamente inferiore al museo del Barcellona all'interno del Camp Nou (tralasciando che non la si può visitare con la dovuta calma - le visite allo stadio sono programmate a orari ben precisi). Tutto quanto è più pasticciato e senza un vero filo conduttore dotato di logica.
Cosa si può vedere? Le solite cose che si trovano nei musei di una squadra di calcio: sempre le stesse, ma ogni volta una sensazione nuova. Le maglie dei grandi campioni di questa squadra, i numerosi trofei, le foto dei momenti più salienti della storia del club e numerosi filmati. Qua e là, qualche chicca: abbigliamenti particolari dei tifosi, tagliandi di ingresso a partite disputatesi molti anni fa, scarpe ormai consunte dei campioni degli anni Settanta.

I titoli di Deutscher Meister tutti in bella fila

Da buon italiano, mi sono fermato all'istante quando su uno schermo veniva proiettato un video che risale al 1998: la famosissima conferenza stampa di Giovanni Trapattoni, allora era il coach del Bayern Monaco. Rimane un pezzo di storia di sport e del giornalismo sportivo. Pochi minuti di tedesco raffazzonato che sono entrati di diritto nella leggenda del calcio sia italiano che tedesco. In Italia è ricordato per l'epiteto "Strunz!" (e non sto a dire il perché), nonostante il Trap volesse chiamare in causa un giocatore che faceva di cognome proprio Strunz. In Germania è popolare per il finale: "ich habe fertig!", che vuol dire "io sono finito", mentre il vero intento del Trap era di dire "io ho finito". Si, è un episodio che merita di essere approfondito con un post dedicato, è uno dei momenti più idonei a raccontare il rapporto tra italiani e tedeschi.

Abbigliamento da tifoso

Una delle attrazioni del museo è sicuramente la "sala riunioni", la Präsidiumszimmer. Una piccola stanza, un tavolo, qualche sedia. Ma lì i top manager della squadra bavarese, gente come Karl-Heinz Rummenigge, Franz Beckenbauer e Uli Hoeneß hanno fatto (e stanno facendo) la storia del club. Lì si decidono le sorti della squadra più amata di Germania. Chi lo può dire, magari tra qualche mese - così dicono i rumor più fantasiosi - pure un giocatore come Lionel Messi potrebbe mettere la sua firma ad un contratto che lo legherebbe al club di Monaco di Baviera.

I trionfi dell'epoca d'oro negli anni Settanta

Un area è dedicata alle grandi stelle del club: un po' come ad Hollywood, c'è una sorta di "Walk of fame". Dunque, una stella è dedicata ad ogni giocatore che qui ha lasciato un segno indelebile. Ma i fari sono puntati soprattutto sul periodo d'oro del Bayern negli anni Settanta, quando militavano giocatori come Sepp Maier, Paul Breitner, Franz Beckenbauer e Gerd Müller. Quando, dal 1974 al 1976, il Bayern si aggiudicò la Champions League in tre edizioni consecutive.

Il terreno dell'Allianz Arena illuminato da luci solari per il mantenimento del manto erboso

Poi raggiungi l'area allestita per l'anno dei record, il 2013. Ammiri un po' il tutto. E mi chiedo quando anche la Juventus riuscirà a vivere anche solo una piccola parte di tutto questo trionfo. Noi bianconeri, per il momento ci ispiriamo proprio al modello del Bayern per tornare grandi anche in Europa. Incrociamo le dita...
Bis bald!
Stefano

mercoledì 3 aprile 2013

Il meglio e il peggio di una settimana catalana

Ciao a tutti!
Come spesso capita dopo un'esperienza di più giorni, ci ai porta dietro ricordi belli e meno belli. In generale ricorderò Barcellona come una città fantastica. Ma ci sono aspetti molto positivi e altri meno...che vorrei raccontare in una maniera a me congeniale, quella della classifica personale. In questo caso, doppia classifica! La Top-10 e la Flop-10... buona lettura!

TOP-10
1. Antico vs. moderno: in nessun'altra città come Barcellona i vari quartieri sono perfettamente integrati tra loro. La bellezza e la magnificenza del Barrio Gotico, lo stile del Passeig de Gracia e la semplicità del Port Olimpic: ogni cosa è al posto giusto, gli occhi possono sempre gioire, mai lamentarsi.

Hotel Arts e Torre Mapfre, simboli moderni di Barcellona

2. La Boqueria: attrazione unica. Tutto il colore e la vivacità di Barcellona racchiusa in circa 2500 metri quadri nel pieno centro della città.

Tanta quantità alla Boqueria...

3. Qualità alcolica: messa alla prova (quasi) rigorosamente dopo la maratona. Finalmente ho avuto l'onore di degustare la tanto decantata sangria, ma in realtà la settimana catalana mi ha fatto scoprire qualcosa di divino, il patxaran, un liquore navarro ottenuto dalla macerazione della prugnola.
4. Camp Nou: la bellezza di questo tempio del calcio non si discute, ovviamente. A stupire è la facilità per entrarvi: due minuti (due!!!), non di più. Nessuna tessera del tifoso, nessun energumeno a palpare i genitali. Se fossi padre, porterei mio figlio in curva; in Italia, no.

Impressionante il colpo d'occhio del Camp Nou

5. Segnaletica stradale: qualsiasi sia il mega corso che si sta percorrendo, saprai sempre dove ti trovi, senza doversi abituare a snodare il proprio collo in cerca di un riferimento all'incrocio. Certo, è facile parlare senza averci guidato, ma la impressione da automobilista abituato al traffico di Torino è positiva.
6. Bicing: il sistema di bike-sharing e la rete di piste ciclabili (alcune di queste a fare da spartitraffico sulle arterie più importanti) è impressionante e fa riflettere sull'arretratezza italiana in tema.
7. Arc de Trionf: è un arco di Trionfo come tanti, sia ben chiaro! Lo inserisco nella mia personale classifica anche perchè corrervi sotto durante la maratona mette i brividi. Ma il suo intorno, un grande viale (chiuso al traffico) con lo sullo sfondo la Torre Mapfre e l'Hotel Arts si inserisce bene nel contesto architettonico integrato di Barcellona.

L'Arc de Triomf

8. L'attenzione al verde: punti "verdi" ovunque...anche nelle rotonde! Plaça Tetuan ne è un chiaro esempio. Proprio come in Italia, dove i parchi vengono massacrati per fare spazio a palazzi che potrebbero essere costruiti altrove.
9. Lo spirito di Gaudì: non solo Sagrada Familia, Casa Battlò o Casa Milà. Guadì è molto più che non le opere più famose del geniale architetto catalano. Numerose sono le costruzioni da lui progettate e disseminate nel territorio di Barcellona. Quando poi ti accorgi che ha influenzato un'intera epoca e vieni a scoprire che pure i lampioni di Plaça Reial furono da lui progettati è impossibile non rimanerne affascinati...

Casa Milà, detta anche La Pedrera, in versione notturna

10. Barcelona Futbol Club: tutti (o quasi) a Barcellona tifano Barcellona. E vanno orgogliosi di esporre sul loro abbigliamento un particolare della squadra blaugrana. Peccato che in Italia ciò non avvenga.

FLOP-10
1. La movida: l'aspetto più odioso di Barcellona. Tra l'altro quello che gli abitanti stessi di Barcellona meno tollerano ma che serve loro per "campare". Sapere che questa città, fantastica in svariate forme, è ridotta a simbolo della gioventù che pensa solo a ubriacarsi e andare a puttane, fa tristezza e apre in me interrogativi sul basso livello raggiunto dalla mia generazione.
2. Droga e alcol: i tossici che vogliono venderti alcol, fumo e altra roba si trovano ovunque ma qui sono veramente ottusi. Forse dovrebbero fare un corso accelerato del significato della parola "no".

Alcol post-maratona: nelle giuste dosi, da non rifiutare! Notare gli effetti sulle persone...

3. La Rambla: non voglio dire che sia brutta, ci mancherebbe. Sarebbe un bello spazio per camminare: già, camminare. Non dribblare, stile Leo Messi contro il Getafe. Dovendo pure fare attenzione ai ladruncoli disseminati qua e là.

La Rambla. Versione poco affollata

4. Gaudì contro la crisi: il fascino dell'opera di Gaudì è irresistibile a tanti. Ma spendere 60 € per visitare le tre opere principali mi sembra veramente eccessivo. E se avessi avuto una famiglia?

Casa Battlò by night

5. Il catalano ovunque: non avrei pensato che l'utilizzo della lingua catalana raggiungesse livelli tipo lingua ladina in provincia di Bolzano. Spiegare loro che Barcellona è in Spagna potrebbe essere una buona idea.
6. La "Botiga" del Barcellona: trovo veramente assurdo che i biglietti per vedere le partite del Barcellona siano acquistabili solo con carte di credito nella "FCBotiga", l'official store della squadra catalana, mentre allo stadio si possano pagare in contanti. Qualcuno sa spiegarmi perchè?

Difficile per un tifoso di calcio non farsi attirare da uno spot del genere...

7. Indipendenza: Barcellona fa parte della Spagna, basta. Perchè continuare a combattere contro i mulini a vento? Sentire i cori independentisti allo stadio è patetico.
8. Souvenir: agghiaccianti! Mai vista città con souvenir così poco originali. Tutti rigorosamente made in China, ma quella non è una novità, in fondo tutto il mondo è paese.
9. Sardana: terrificante. Può avere un senso un ballo di cotanta bruttezza? E hanno pure il coraggio di chiedere la mancia al termine di questo spettacolo... mah, proprio non capisco.

La sardana, un ballo brutto anche in foto...

10. La curva del Barcellona: Ben abituato ai fasti dello Juventus Stadium, la curva a supporto della squadra blaugrana si è rivelata veramente statica e poco propensa ai cori: è un po' triste sapere che la squadra più forte al mondo negli ultimi anni ha una tifoseria così moscia. Non è questione di civiltà o inciviltà. In Inghilterra e Germania, paesi civili e calcisticamente avanzati è tutta un'altra roba.

P.S.: sono sembrato un po' critico nei confronti dell'Italia? Probabilmente si, ma sono fatto così, perdonatemi! =D

A presto,
Stefano

venerdì 15 marzo 2013

Avinguda de Paral-lel

Hola a todos!
Il percorso della Zurich Marato' de Barcelona, e la sua altimetria, soprattutto, non e' dei piu' rassicuranti. Per questo, l'idea che avevo fin dall'inizio era quella di fare una ricognizione di alcuni chilometri del percorso di domenica 17 marzo. La scelta e' ricaduta sulla zona non lontano da Plaça d'Espanya. Perche' li' si concentra la salita dei chilometri finali. E li' vi e' parte del saliscendi che caratterizza i primi venti chilometri.

Le torri "veneziane" di Plaça d'Espanya. Qui mancheranno pochi metri al traguardo...

Avinguda de Paral-lel e' il lungo rettilineo che porta a Plaça d'Espanya. Un classico corso cittadino, molto spazioso, completamente in salita. Fortunatamente non mi e' sembrato impossibile, visto nel suo complesso. Solo un piccolo strappetto poco prima della svolta a sinistra verso l'arrivo potrebbe essere un pochino piu' duro. Sinceramente, spero che siano l'emozione dell'ultimo chilometro e la folla festante a spingermi dove non potranno le mie gambe.
Un altro tratto di strada che ho potuto osservare e' stato quello della Gran Via. Una delle arterie piu' importanti della citta' catalana, mi e' sembrata assai pianeggiante. Probabilmente e' un'utile e benefico intervallo nel continuo vallonamento della prima parte di corsa. Infatti, dopo la svolta a sinistra verso la zona della Sagrada Familia, la strada ricomincia ad inclinarsi verso l'alto.

Avinguda de Paral-lel, sede degli ultimi due chilometri della maratona catalana

Travessera de les Corts, la strada che affianca il Camp Nou, si puo' dire che ha una conformazione molto simile ad Avinguda de Paral-lel. Lo stesso non si puo' affermare per Carrer de Sants, che invece e' in salita inizialmente, poi tende a scendere. Insomma, tutto su e giu' per i larghi corsi di Barcellona. Non lontano dal Camp Nou vi e' il passaggio piu' duro di tutta la maratona. Non l'ho visionato ma, osservando dall'alto dello stadio di Barcellona la morfologia delle aree circostanti, ci sara' da soffrire. Si e' molto vicino alle colline... Voglio sperare di non patire troppo questi tratti, visto la loro concomitanza con i primi chilometri.
E soprattutto, che non pesino nel computo finale della prestazione finale. Lo dico sempre, una maratona consta sempre di 42 chilometri. E 195 metri, in tutto il mondo.
A presto e...
Buen dia a todos!
Stefano

Non solo maratona, domenica!

Hola chicos!
Sinceramente nei giorni antecedenti la partenza per Barcellona non ci avevo proprio pensato. O meglio, qualcuno mi aveva messo una pulce nell'orecchio (a proposito..., chi si intende di calcio capira') ma non ci ho dato molto peso. E non mi ero neanche informato molto riguardo l'eventualita' di fare quello che faro' domenica sera.

Eccoli, i biglietti per domenica sera. Un piccolo sogno che si avvera.

Si, l'avete vista l'immagine sopra! Sono i biglietti per una partita del Barcellona, la squadra che piu' di ogni altra ha fatto innamorare milioni di tifosi in tutto il mondo negli ultimi dieci anni. Si, domenica sera si va al Camp Nou, per la partita di Liga, FC Barcelona - Rayo Vallecano. Che non sara' il Clasico, ma e' pur sempre una partita in cui ci si attende una grande performance della squadra dalla "camiseta blaugrana".

All'interno dello stadio di Messi, Iniesta, Puyol e Xavi...

Ed e' cosi, che oggi pomeriggio, con la scusa di fare una ricognizione in alcuni punti del percorso della maratona, mi sono recato al Camp Nou, ho visitato lo stadio ed il museo al suo interno (fantastico ed emozionante vedere Palloni d'oro, Champions League, maglie storiche ed immagini da leggenda)... e ho comprato due biglietti per la partita di domenica sera: proprio nella curva piu' calda del Futbol Club Barcelona!

Il Camp Nou: lo stadio di una squadra che e' molto piu' di un semplice club calcistico

Per me Barcellona in questa settimana e' ovviamente la maratona, la prima dell'anno. E una scusa per venire a trovare la mia amica Eleonora, che in questi giorni mi sta fornendo simpatici consiglia sulla citta'. Ma come è' giusto che sia, e' anche storia, cultura e tradizione (vedi post di ieri riguardo la visita alla Boqueria). Domenica, si chiude il cerchio: dopo la passione per la corsa, l'amicizia, l'interesse per la storia e la cultura, l'ultimo tassello e' lo sport, e si chiama calcio.
Hasta pronto! (a presto!)
Stefano

mercoledì 23 gennaio 2013

Gran varietà maratonistico, primo tempo: BARCELLONA!

Ciao a tutti,
finalmente la scelta è stata fatta! Ero indeciso fra Roma e Barcellona per la prima maratona del 2013, nonchè mia seconda maratona (vedi post del 1 dicembre 2012 e del 16 gennaio 2013), ma alla fine ho optato per correre i 42,195 chilometri in Catalogna, il 17 marzo.
Hi everybody,
at the end the choice has been done! I was unsure among Rome and Barcelona for the 2013's first marathon and my second marathon (see posts published on dates 2012, December 1st e del 2013, January 16th), I have finally chosen to run the 42,195 kilometers in Catalonia, on March.


Plaça d'Espanya: qui avranno luogo la partenza e l'arrivo della 35°edizione della Maratona di Barcellona.

Sono numerose le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere Barcellona come "sede" della mia prossima maratona. Correre i 42 chilometri di una maratona può essere per tanti, dal punto di vista della location, indifferente. Per me non è così, una maratona ti lega indissolubilmente alla località dove viene disputata. Non a caso, ho scelto Torino, la città dove sono cresciuto come persona, come "sede" della mia prima maratona. La scelta di Barcellona è da ricondurre a diversi fattori. Fra tutti, l'interesse per la città stessa. Un sacco di amici (e pure i miei genitori!) ci sono stati, chi per per vacanze, chi per gita scolastica, chi per scelta di vita, e tutti hanno portato con sè un bel ricordo del capoluogo catalano. Quindi è assolutamente normale che la scelta di correrci la maratona sia anche dettata da una motivazione "turistica".
E poi sarebbe un'occasione per andare a trovare la mia amica ed ex compagna di università Eleonora, che a Barcellona attualmente vive e lavora, sperando che non debba lavorare anche il 17 marzo. Il sostegno morale è importante, come ho avuto modo di provare durante la Turin Marathon.
There many reasons for the choice of Barcelona as town for my second marathon. Running 42 kilometers could be for many people the same... independently of the town where you run. Not for me, I think this choice is important because you will be eternally linked to that town. I hadn't choose for chance Turin as town for my first marathon, it's the town where I grew up.
The choice of Barcelona is due to many things. Firstly, my interest for the town. A lot of friends (and my parents, too!) had been in Barcelona; somebody for holidays, somebody for school trip and somebody for work but everybody have a beautiful memory of the Catalonia capital. So, it's normal that the choice to run a marathon in Barcelona comes from a touristic reason.
And it could be a good chance to meet my friend and ex-university classmate Eleonora, who actually lives and works in Barcelona, hoping she will be free from job commitments on march 17th. Moral support is important, as I felt during Turin Marathon.

...è ufficiale! Iscritto alla Maratò de Barcelona!

Il percorso è interessante, molto interessante. Innanzitutto, perchè tocca luoghi di una certa rilevanza anche per me, che di Barcellona so ben poco e della quale città non conosco la storia e la cultura. Beh, chi non ha mai sentito parlare della Sagrada Familia, davanti alla quale correrò al sedicesimo chilometro? Per un amante del calcio, una visita al Camp Nou è una tappa fondamentale: infatti, al sesto chilometro transiterò di fronte allo stadio dove i blaugrana fanno sognare milioni di tifosi di calcio. Sempre per rimanere in ambito sportivo, la maratona avrà inizio e termine in Plaça d'Espanya, proprio ai piedi del Montjuic. Chi è appassionato di ciclismo sa che su questa collina scrisse la storia uno dei più grandi corridori italiani di sempre, Felice Gimondi, dove nel 1973 si laureò campione del mondo.
Ma soprattutto è una prova tosta a livello tecnico: sono ben 202 i metri di dislivello lungo i 42 chilometri del percorso. Gli ultimi due chilometri sono in costante salita, la pendenza massima dichiarata è del 2,6%... la Turin Marathon a confronto è una passeggiata.
The race is very interesting. Firstly, it reaches relevant places also for a person like me, who doesn't know much about history and culture of Barcelona. But...who doesn't heard anything about Sagrada Familia, that I'll encounter at kilometer 16? For all the people that love football like me, a visit at the Camp Nou is fundamental: I will pass in front of the stadium where blaugranes entertain millions of supporters at the kilometer 6. Remaining inside sport topics, the Maratò de Barcelona will start and finish in Plaça d'Espanya, at the feet of Montjuic. Who loves cycling knows that on this hill one of the most famous Italian cyclists of all time, Felice Gimondi, wrote the history winning in 1973 the World Cycling Championships.
But it's technically a very hard marathon: 202 meters is the vertical difference on the 42 kilometers of the race. The last two kilometers constantly are uphill, the nominal maximum slope is 2,6%... Turin Marathon is a enjoying walking if compared with Barcelona's marathon.

Veduta aerea della capitale catalana; in primo piano Plaça de los Glòries.

Prime differenze tra Torino e Barcellona (a parte il tracciato)? Una l'ho trovata immediatamente: la burocrazia. Per iscrivermi alla Turin Marathon ci avrò messo quasi un'ora. Per la Zurich Maratò de Barcelona (questo il nome ufficiale)...cinque minuti! E ho immediatamente ricevuto la notifica via e-mail di avvenuta iscrizione. D'altronde si sa, l'Italia è il paese della burocrazia senza fine.
Certo che però l'organizzazione poteva evitare di provare a rifilare durante l'iscrizione una polizza assicurativa sulla maratona. Cosa ci possiamo fare, la Zurich Insurance Group è il main sponsor dell'evento...
I've immediately found differences among Turin and Barcelona (except the race)? One is bureaucracy. I spent almost one hour for the Turin Marathon's registration against five minutes for Zurich Maratò de Barcelona (this is the official name). And I have immediately received notification with an e-mail. After all, Italy is the country of the never ending bureaucracy.
In any case, the organisation could avoid to foist an insurance policy during the registration. What can we do? Zurich Insurance Group is the main sponsor...

La Sagrada Familia.

Che dire? Mancano 52 giorni al giorno fatidico e la testa è sempre più proiettata verso questa data, il 17 marzo. L'allenamento prosegue, tra sessioni in palestra e uscite serali lungo strade innevate. Sognando il clima mite della Catalogna. E ragionando su ciò che potrò realizzare a livello cronometrico. Nelle gambe sento di poter migliorare le 3h22' fatte a Torino, ma non sarà semplice, considerando il tracciato.
Per ora non posso far altro che continuare ad allenarmi con volontà, abnegazione ed impegno. E ringraziare tutti coloro che mi sostengono ogni giorno, nonchè tutti voi che mi leggete...giusto oggi, A spasso tra i Giganti ha toccato la quota di 7000 visite!!!
A presto, e buonanotte!
What can I say? This day isn't far off, only 52 days, and my head looks forward to this date, March 17th. My training is continuing between gym and runs on road covered by the snow. Dreaming the mild weather of Catalonia. Thinking on the chronometric times that I could reach. I feel in my legs to improve the time of 3h22' established at Turin but it won't be easy looking to the race profile.
At the moment I can only continue the training with goodwill, abnegation and commitment. And I can give thanks to all the people that support me everyday and to you all that are reading...today, A spasso tra i Giganti reached 7000 visits!
See you soon and have a good night!
Stefano

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