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domenica 13 agosto 2017

Pure nature vol.30

In attesa di una qualche preda
                               
Rifugio Viel Dal Pan, Canazei, Trentino-Alto Adige. Foto scattata il 14/07/2017.

giovedì 25 maggio 2017

Meine schöne Stadt vol.10

Quando l'estate finalmente arriva a Schweinfurt... è subito amore!

Le panchine sono come inestimabili scrigni della memoria. Su queste consunte superfici di legno vengono custodite innumerevoli storie, tristi o gioiose, mani che si cercano, dita che sfogliano libri, occhi che si incrociano, labbra che si trovano e si ritrovano, la testimonianza del tempo che scorre.

sabato 17 dicembre 2016

Gli orsi in cielo

Ciao a tutti!
Ottanta giorni, o poco più, sono trascorsi dal 25 settembre. Era il giorno della maratona di Berlino: volevo fare una gran bella gara. Col senno di poi, l'ho fatta, la "bella gara". perché l'imprevisto bisogna sempre metterlo in conto e, se per sette volte sono sempre arrivato alla fine senza troppi patemi, l'ottava l'ho pagata a caro prezzo. Una caduta dopo cinque chilometri, in cui inconsapevolmente mi sono fratturato un osso del piede, il dolore ad una gamba per una decina di chilometri e tutta la consueta trafila di dolori multipli in molteplici parti del corpo, prima dell'arrivo da brividi nel Tiergarten berlinese.
È una maratona che merita di essere raccontata non solo per ciò che è stata la gara del 25 settembre, ma anche per ciò che sono stati i tre mesi antecedenti l'appuntamento con i 42.195 chilometri. Questa volta è stata una "maratona prima della maratona", perché mai come stavolta la preparazione è stata lunga, intensa e difficile. Il caldo che a più riprese, ma soprattutto a cavallo di agosto e settembre, ha attanagliato la Germania, non mi ha consentito di allenarmi nelle migliori condizioni e soprattutto di recuperare a dovere. Si, è stato un percorso duro, durissimo, ma svolto con passione ed impegno. Proprio per questo l'ho voluto ripercorrere in questo post, una cronistoria del mio percorso che mi ha portato a Berlino, condito da alcune immagini della maratona e della mia personale partecipazione. Dalla pre-iscrizione e dal sorteggio fino all'esame che mi ha diagnosticato la frattura al piede. Una maratona, alla fine, è anche questo: la fortuna dell'estrazione, la sfortuna dell'incidente.
Bis bald!
Stefano

Nei primi chilometri, già caduto e con una gamba dolorante

25/10/2015: ritento il sorteggio per la BMW-Berlin Marathon
08/05/2016: ufficiale, il 25 settembre al via della edizione n.43 della BMW-Berlin Marathon

Potsdamer Platz, passaggio da brividi

07/07/2016: inizia la preparazione verso Berlino
20/07/2016: le nuove scarpe per la maratona di Berlino

Ancora un chilometro...

26/07/2016: primi allenamenti nel caldo torrenziale di luglio
07/08/2016: la fatica delle prime ripetute in salita
17/08/2016: fine della prima parte di allenamento, stop alle salite

Sul blue carpet

26/08/2016: ad un mese dall'appuntamento con i 42.195 chilometri
27/08/2016: prime indicazioni dai lunghi

Il popolo dei finisher

29/08/2016: nuove modalità di allenamento, le ripetute 120-60-30
01/09/2016: il troppo caldo e i trenta chilometri mai finiti nella Gramschatzer Wald
05/09/2016: vesciche e capezzoli sanguinanti durante le ripetute 120-60-30
15/09/2016: l'ultimo lungo-lunghissimo

"Berlin, I don't listen to you"

18/09/2016: quali ambizioni dopo un ultimo allenamento poco brillante?
21/09/2016: il percorso della 43esima BMW-Berlin Marathon
22/09/2016: è l'ultima settimana, la settimana della pasta

L'arrivo della maratona più veloce al mondo

23/09/2016: il giorno del pettorale
24/09/2016: tutte le sensazioni del giorno pre-maratona
25/09/2016: la carica prima dello sforzo totale

3h20'08", non è il personale, ma va bene uguale

25/09/2016: l'annuncio: 3h20'08” alla maratona di Berlino, nonostante una caduta
26/09/2016: la soddisfazione messa a fuoco nel day-after

Medaglia che racchiude fatica, gioia, dolore, tutto

30/09/2016: diagnosi impietosa, durante la maratona mi ero rotto un piede...
12/10/2016: il racconto della mia partecipazione alla maratona di Berlino
25/10/2016: ad un mese dalla maratona di Berlino, tutti i pensieri all'arrivo

venerdì 16 dicembre 2016

Le casette dell'Obertrave

Tra i tanti ricordi dell'anno che sta per concludersi vi è certamente Lubecca, una città della quale è veramente difficile non innamorarsi. Lubecca ha tante facce, ma una più mi ha colpito su tutte. Più dell'Holstentor, più di un Rathaus unico al mondo, più dello spirito de I Buddenbrook. Sono le casette dell'Obertrave.
L'Obertrave è una via storica di Lubecca, che si dipana a fianco del lato più meridionale del fiume Trave, il corso d'acqua che attraversa la famosa città anseatica. Questo è uno degli angoli più idilliaci della città. Un angolo di fronte al quale non ci si può fermare per un attimo per gustarne la pace, la tranquillità e la spensieratezza. Un angolo di città un po' nascosto, ma che rappresenta un piccolo paradiso. Al punto da affermare che non sarebbe male trasferirsi a Lubecca - nonostante la rigida stagione invernale, Schweinfurt al confronto è poca roba. Le forme sono quelle tipiche dell'Europa del nord, della Germania settentrionale che poco a poco diventa Danimarca. Ma il clima che qui si respira è quello di un relax non quantificabile.

La rossa al civico 38

E allora eccovi alcune foto di questa meraviglia. Se qualcuno mi chiedesse: «È bella Lubecca?» io risponderei: «Si, è bella. Vai a vedere le case dell'Obertrave». Sicuro che questo qualcuno non se ne pentirebbe.







Bis bald!
Stefano

mercoledì 7 dicembre 2016

Zorba racconta

Ciao a tutti!
Durante la vacanza a Creta avevo volutamente iniziato il libro di uno dei figli più famosi di quest'isola, lo scrittore Nikos Kazantzakis: Zorba il greco. Il caso volle addirittura che lo iniziassi nella spiaggia di Stavros, laddove venne girata la scena finale dell'omonima trasposizione cinematografica. Fin dalle prime righe di questo capolavoro della letteratura (vedi recensione) mi resi conto di quanto si potesse sognare con le parole di Kazantzakis. Ogni pagina è un'immersione nella magica realtà di Creta.
Zorba il greco ha ispirato questo post, in cui voglio unire la passione per la fotografia e il gusto della buona lettura. In cui ho scelto alcune immagini scattate durante la settimana trascorsa a Creta, per "commentarle" con alcune frasi tratte proprio dal libro di Kazantzakis.
Per sognare con il calore di Creta, per viaggiare con le parole di un libro meraviglioso, Zorba il greco, il mio manuale della felicità.

"A suo modo, ciascuno di noi sentiva di essere un insetto effimero, accanitamente aggrappato alla corteccia terrestre, e di avere trovato un comodo angoletto sulla sponda del mare, fra sterpi e latte vuote di petrolio, ove si poteva riposarsi accanto al proprio simile. Ciascuno di noi sentiva di avere dinnanzi a sé cibo e altre cose gradevoli, e di avere dentro sé affetto, sicurezza, serenità."

"Ecco il mare nella languida dolcezza dell'autunno, ecco le isole bagnate di luce sotto la pioggia minuta che stendeva un diafano velo sulla immortale nudità della Grecia. Felice l'uomo, pensai, che prima di morire ha la fortuna di veleggiare sul mare Egeo."



"Uno dei monelli mi si avvicinò e, ammiccando con gli occhi neri, sussurrò in tono beffardo: «Non è cretese. E' un pigrone.» «I cretesi non sono pigri?» «Sì... certo... anche loro sono pigri...» rispose il ragazzino cretese. «Ma in un modo diverso»."

"Un bellissimo paese, signore, pieno di ogni ben di Dio: carrubi, fagioli, olio, frumento, vino. E laggiù, nella sabbia, maturano le primizie: cetrioli, melanzane, pomodori e meloni. È il vento dell'Africa a farli gonfiare: la notte, negli orti, si può udirli mentre crepitano nell'ingrossarsi."

"Quella notte restammo alzati presso il braciere a lungo, in silenzio. Ancora una volta compresi quale semplice e modesta cosa fosse la felicità, un bicchiere di vino, qualche castagna arrostita, un braciere incrinato pieno di carboni ardenti, il suono del mare. Null'altro. Tutto quello che occorre per gustare la felicità nel luogo e nel momento adatto, è un cuore semplice e modesto."

"I cretesi non prendono le cose alla leggera. Appena ti hanno messo gli occhi addosso, colgono al volo qualsiasi caratteristico particolare e ti affibbiano un soprannome dal quale non ti libererai più... un nomignolo che te lo tirerai dietro dovunque tu vada, come una pentola legata alla coda di un gatto."

"Sotto i lampioni accesi gli uomini bevevano aperitivi e le donne si avviavano verso le loro case: l'aria era profumata di cipria, saponette, anisette e souvlaki."

"Ma noi, simili a cannibali, continuammo tranquillamente a mangiare il sontuoso manicaretto e a bere il rosso vino frizzante, mentre, oltre il velario formato dai rami argentei degli ulivi il mare si faceva tutto roseo nella languida luce del tramonto."

"Ecco la brulla, deserta montagna: ecco le squallide pietre e la luminosa nudità cara al mio cuore."

"A poco a poco i miei occhi si abituarono alla luce abbagliante. Ora, fra i ruderi scorgevo le tracce della mano dell'uomo."

"Arrivai alla spiaggia e continuai a camminare rapidamente sul margine dell'acqua. È conturbante camminare soli in riva al mare. Ogni onda, ogni uccello del cielo sembrano chiamarci ed esortarci a compiere il nostro dovere. Quando si è in compagnia si ride, si parla, non si hanno orecchie per la voce degli uccelli e delle onde."

"Avevamo ripreso il cammino, noi due avanti e le donne dietro, con le mani congiunte sul seno. I fiori d'olivo sarebbero durati sui rami? La pioggia sarebbe venuta a gonfiare l'orzo?"

"Mi stesi sui ciottoli e chiusi gli occhi. «Che cosa è l'anima?» domandai a me stesso. «E quale segreto legame esiste fra l'anima, il mare, le nubi, i profumi? Si direbbe che l'anima sia insieme mare, nube, profumo»"

"«Qui», pensai, «uno spirito pacato e raffinato potrebbe coltivare una esaltazione religiosa adatta alla statura morale degli uomini. Non una cima vertiginosa, sovrumana, e neppure una pigra pianura voluttuosa; ma ciò che occorre in giusta misura perché l'anima si elevi senza perdere la sua umana dolcezza. In un luogo simile, non potranno formarsi né eroi, né porci: ma soltanto veri uomini.»"

"Mi pareva di vedere il fragile vecchietto aggirarsi nei campi, scrutando con segreto eccitamento il suolo, per identificare nuove forme e nuovi colori. Probabilmente quella ricerca lo colmava di mistico sgomento: in primavera doveva ritenere che i prati fossero popolati di angeli e di demoni variopinti."

"Entrammo di corsa nel Caffè-Macelleria Alla Modestia. Era affollato. Alcuni avventori giocavano alla belote, altri discutevano, con voce così alta come se avessero dovuto chiamarsi da una vetta all'altra delle montagne. In fondo, seduti intorno a una tavola, gli anziani del villaggio parlavano di cose serie, con un'aria solenne."

"Poi si voltò di nuovo verso il mare e continuò a fumate lentamente, soffiando il fumo dalle narici: «Domani avremo scirocco», annunciò. «Il tempo è cambiato! Si gonfieranno le gemme degli alberi e anche i seni delle fanciulle, sino a fai scoppiare il corsetto!»"

"Arrivammo alla spiaggia che era quasi mezzanotte e si stava alzando il vento. Dalla lontana Africa spirava il noto, il caldo soffio che inturgidiva le gemme sugli alberi, i grappoli nei vigneti e gli acerbi seni delle fanciulle di Creta. L'intera isola, sdraiata sull'acqua, tornava alla vita nel tepido respiro del vento che fa circolare la linfa."

"«Come si chiama quella prodigiosa distesa azzurra, padrone? Mare? E questa che si pavoneggia in un verde grembiule fiorito? Terra? Chi fu l'artista che li concepì? E' la prima volta che li vedo, padrone, te lo giuro!» I suoi occhi erano lucidi di pianto."

"«Che macchina strana è mai l'uomo!» esclamò Zorba, stupito. «La riempi di vino, pane, pesci, erbaggi, e ti restituisce sospiri, risate, sogni. Come in un opificio! Sono sicuro che dentro le nostre teste ci deve essere un impianto di cinema sonoro.»"

"Poi mi arrampicai in vetta a una collina. Volgendo attorno lo sguardo, vidi un austero paesaggio di granito e di roccia. Neri carrubi e argentei olivi mi sorgevano attorno; fichi e vigneti prosperavano più sotto. Nelle insenature riparate dal vento, avevano il loro rifugio boschetti d'aranci, di limoni e di cotogni; in vicinanza della spiaggia si stendevano gli orti."

«Quando ti deciderai a venire qui, benedetto mollusco attaccato agli scogli della Grecia? Anche tu sei diventato un ozioso da taverna, un tipico Elleno pigro e statico, dedito alla vita dei caffè?»"

"A occidente l'orizzonte era soavemente sereno. Piccole nuvole sfioccate e rosse, dai margini d'oro, veleggiavano lente nel purpureo cielo del tramonto, assumendo la forma ora di cigni, ora di navi, ora di fantastici mostri ritagliati nell'ovatta e nella seta. Oltre le canne d'India della corte, si vedevano scintillare le onde del mare in tumulto."

"Si bevve, si finì di divorare l'agnello, e il mondo intorno a noi parve divenire più leggero, il mare appariva felice, la terra beccheggiava come il ponte di una nave, due gabbiani zampettavano sui ciottoli chiacchierando come esseri umani."

"Deserto, sabbia finissima a perdita d'occhio, sotto l'aria rosea, azzurrina, dorata, tremolante. Le tempia ci ardono sino a scoppiare. L'anima lancia un folle grido esultante, ma nessun grido le risponde..."

"«Che cosa è stato quel colpo di rivoltella?» domandò di nuovo furibondo. Udimmo il monaco allontanarsi in gran fretta. Con un salto Zorba raggiunse la porta e l'aperse. «Sporchi, farabutti!» gridò, sputando in direzione del fuggiasco. «Delinquenti! Preti, frati, monaci, sacrestani, siete un branco di porci!» e sputò di nuovo."

"Si posò il santuri in grembo e, curvandovisi sopra, sfiorò leggermente le corde - sembrava volesse consultarlo in merito alla melodia da suonare. Sembrava volesse destarlo dal sonno, e indurlo a confortare il suo spirito vagabondo, ormai stanco di solitudine."

Bis bald!
Stefano

mercoledì 30 novembre 2016

Bye bye autunno - Nell'isola del vino

Ciao a tutti!
Sebbene i boschi della nostra cara Franconia paradossalmente appaiono ancora vivaci e colorati, in questi giorni l'autunno ci sta definitivamente salutando. Il termometro scende da due notti sotto lo zero e questo è il presagio che la stagione più rigida è dunque arrivata. Arrivano i mercatini di Natale e come è giusto che sia, fa un freddo che solo il Glühwein può calmare. Bye bye autunno, quindi. Il saluto ad uno dei momenti in cui splende tutta la bellezza di questa terra lo voglio fare con le fotografie scattate un mese fa circa, durante una gita fuori porta nella Weininsel, la rinomata "isola del vino" in cui vengono coltivati i migliori vigneti della Franconia. Colline, piantagioni e scenari che in autunno si colorano di intense tonalità gialle e rosse. Una bella cartolina dunque, da Nordheim am Main e Volkach, i paesi più "alcolici" di questa terra.
















Bis bald!
Stefano

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