martedì 31 dicembre 2013

L'anno incredibile

Ciao a tutti!
Oggi si conclude per me un anno bellissimo, forse - anche se è sempre abbastanza scontato, quando i ricordi sono freschi - il più bello di sempre. Avventura, amore, viaggio, sport e lavoro: sono queste, se si così si può dire, le cinque parole chiave di mio anno che volge al termine. Difficile da migliorare, se non altro per quanto l'intensità delle emozioni vissute.

Torino, Piazza Castello, 17 novembre 2013: l'arrivo della mia quarta maratona

Parto dalle maratone: è in quest'anno che la mia passione per la corsa ha definitivamente affiancato il mio primo "amore", la montagna. Barcellona e Venezia (senza dimenticare Torino), chiuse rispettivamente in 3h23' e 3h18', saranno un ricordo indelebile. Per la maratona in sé per le bellezze al fianco delle quali ho corso, per la fatica immensa e la gioia ancora più incalcolabile, certamente, ma soprattutto per le tracce emotive che sempre porterò con me. Sempre a proposito di corsa, non dimenticherei le cinque mezze maratone tutte corse in Italia (in ordine cronologico a Novara, Santa Margherita Ligure, Torino, Vigone e Parma)... quasi duecento chilometri corsi tra maratone e mezze maratone non sono male, eh?

Il mio "scatenato" arrivo alla Venice Marathon

Non posso non continuare il racconto del mio 2013 con le avventure in montagna: accantonata (mi auguro momentaneamente) la Valle d'Aosta ho battuto quest'anno i sentieri delle Dolomiti Venete, portando a termine l'Alta Via dei Camosci. Pelmo, Tofane, Cristallo, Vallandro, meravigliose cime per grandi alte vie... Non finisce qui: in compagnia degli escursionisti del CAI, ho avuto modo di concludere un fantastico trekking nei Pirenei centrali, sempre a ridosso del confine tra Francia e Spagna. Che ricorderò sicuramente per la salita al Monte Perdido e alla Brecha de Rolando, ma anche per essere stato il trekking del mio battesimo di picca e ramponi...

In cima al Monte Perdido!

L'anno che sta per concludersi lo ricorderò certamente come l'anno della Germania, in quel di Schweinfurt. Dopo mesi di difficili e tormentate riflessioni, ho deciso di tentare l'avventura tedesca, in Baviera. Sicuramente un'esperienza complessa, non facile. Per il cambio di lavoro, di sede, di colleghi (e quindi di vedute e di pensiero)... E soprattutto per la scoperta del tedesco, una lingua completamente fuori dalla logica alla quale ero abituato. Un grosso salto, fisico e mentale: non ancora completato - sono ancora in volo.
La Germania è anche un nuovo paese da scoprire, tra città favolose come le bavaresi Würzburg e Bamberga, ed enormi differenze culturali, nello stile di vita e nelle tradizioni.

Würzburg vista dal Marienberg

Il 2013 è sicuramente anche l'anno di una piacevolissima riscoperta. Quella della bicicletta e del piacere di pedalare. Non posso che ringraziare Giulia per questo, che mi ha trasportato con furore in questo mondo. Un po' diverso da come lo conoscevo una volta, fatto di ruote strette e salite medio-dure, ed ora composto di ruote larghe ma più adatte ad un viaggio, ad una ciclovia. La Donauradweg, la ciclovia del Danubio, è stata sicuramente un punto di partenza per le avventure dei prossimi anni, nonché una meravigliosa esperienza alla scoperta dell'Austria settentrionale.

In tenuta da ciclista sulle rive del Danubio

Il Danubio mi ha fatto scoprire una città come Vienna, una città nella quale che desideravo da anni andarci. Ma, per un motivo o per l'altro, il 2013 è stata la scoperta di una città che non ho mai bramato di visitare, Barcellona. Mi sono ricreduto, la capitale della Catalogna è una metropoli stu-pe-fa-cen-te! Nella quale voglio tornare presto. E non da solo, stavolta. Per chiudere il cerchio, aggiungerei Venezia e Monaco di Baviera: una è la città più bella del mondo - a mio parere, ovviamente - mentre l'altra è la città più amata di Germania (e non solo dai tedeschi...).

Visuale dall'alto di Barcellona

Da amante dello sport, posso dire che il 2013 è stato un altro anno ricco di soddisfazioni. Su tutte la vittoria del campionato da parte della mia Juventus (che si fottano i perbenisti, per me è il numero 31), festeggiato ancora una volta in una folla immensa tra le vie di Torino. Il calcio, per quanto mi riguarda, non è solo Juventus: c'è anche la soddisfazione di aver ammirato, nel proprio stadio, due tra le squadre più forti d'Europa: i campioni di Germania, d'Europa e del Mondo del Bayern Monaco nel meraviglioso Allianz Arena e dei campioni di Spagna del Barcellona nell'immenso Camp Nou. Due stadi che sono un must per gli appassionati di calcio... oltre allo stadio di casa, lo Juventus Stadium, che si pone anch'esso tra gli impianti calcistici più affascinanti. Cambiando sport, quest'anno mi ha dato occasione di vivere grandi momenti di ciclismo "live" sulle strade di Giro e Tour: come dimenticare gli assoli dell'epico Vincenzo Nibali sulle Tre Cime di Lavaredo o dell'imbattibile Chris Froome sul Mont Ventoux?

Nel gelo delle Tre Cime di Lavaredo per l'arrivo di tappa al Giro d'Italia 2013

Lo lascio alla fine, ma ovviamente è ciò che nel mio cuore sta perennemente al primo posto. Giulia, senza di lei, tutto ciò che è stato in quest'anno non sarebbe stato così... indimenticabile. Lei ha dato un senso ad ogni mia azione, ogni mio gesto, ogni mio pensiero... dalla lontana Germania alle ripide montagne dolomitiche. In qualche modo, quasi ogni parola è stata scritta con la mente rivolta a lei. Se a volte le mie frasi strabordano di felicità è solamente merito suo.

Meravigliosamente innamorati a Vienna

A tutti quanti, amici e lettori di A spasso tra i Giganti, i miei migliori auguri di un Felice 2014!
Stefano

domenica 29 dicembre 2013

L'aria della valle

Ciao a tutti.
Poche parole per descrivere due splendidi giorni vissuti a cavallo tra Natale e Capodanno: ritorno a casa.
Non è la mia regione, la Valle d'Aosta, ma è come se lo fosse, l'ho già raccontato tante volte. Entrare in Valle d'Aosta, ha per me ogni volta un sapore diverso. Questa volta, un sapore più forte, più intenso... chi sta lontano dalla sua terra per tanti mesi - più di quattro - non è che felice di tornarvi. Batte forte il cuore, quando dall'autostrada intravedi Pont-Saint Martin e i vigneti di Donnaz...

Valtournenche innevata

La scelta ricade ancora una volta sulla Valtournenche, la valle del Cervino. L'occasione, un anno fa, sarebbe stata una semplice ciaspolata. Ora, è andare a trovare Giulia, per festeggiare il suo compleanno. Non cambia nulla, quando si entra in Valle scorre velocemente nella testa un film di avventure e storie vissute.

Dite che la vedranno la televisione?

Arrivare a Valtournenche il giorno di Santo Stefano è impresa non da poco. Un'assurda bufera ha ricoperto l'intera valle di neve. Si inizia poco sopra Chatillon, e man mano che la strada sale, le condizioni del manto stradale sono sempre peggiori. Ma attorno si vive in un'atmosfera incantata... gli occhi non possono bastare.
Quando la bufera smette di imperversare e il cielo concede una piccola tregua - dopo cinquanta centimetri accumulatisi sul tetto - quel che resta è il bianco. Il bianco della neve che sovrasta di gran lunga il grigio della dirupata roccia o il marrone dei rami. C'è anche una viabilità disastrata, ma siamo in vacanza, e ce la facciamo andar bene. L'importante è essere contenti, insieme, in questa meraviglia che la Valle d'Aosta (e il destino) ci ha regalato.

Condizioni difficili sulla strada che porta a Cervinia

Proprio il destino, ci concede il giorno dopo un altro bel regalo. Il vento che infuria nella notte fa temere l'accanita sciatrice, ansiosa di poter attaccare gli sci ai suoi nuovi scarponi, ma in compenso porta le nuvole a sud. Ora il bianco ha un nuovo compagno ed è l'azzurro, l'azzurro di quel cielo meraviglioso che in Valle d'Aosta circonda le montagne più alte d'Europa e le più amate del mondo.

Chamois sotto la neve

Gli sciatori vogliono sciare, io mi voglio solo godere una giornata di sole in questa regione. Non c'è miglior scelta di Chamois, minuscolo comune abbarbicato su un piccolo altipiano della ripida sinistra orografica della Valtournenche. Un villaggio messo in posizione eccezionale, e la sua posizione impervia è scritta nel suo nome: "chamois" vuol infatti dire in francese "camoscio"... l'animale che in montagna ha meno paura delle più ripide pendenze. Chamois è un comune famoso in Italia soprattutto per essere l'unico a non essere raggiungibile in auto. Solo una funivia che parte da Buisson permette il collegamento con il resto della civiltà. Si, un posto speciale per una giornata speciale.

La balconata sulla Valle d'Aosta

Gli sciatori sciano - e io non li invidio. Non mi sono mai sentito attratto da questo sport, se non in televisione. Troppa paura di farsi male e di conseguenza, salutare per tanto tempo il mondo del podismo. Considerarsi un po' vecchio per cominciare a sciare (e farlo bene). Ma soprattutto, non sopportare la diffusa tamarraggine dei personaggi che frequentano le piste. Chi deve brillare con la sua tuta del brand più famoso appena acquistata, chi deve farsi vedere più bravo degli altri, soprattutto all'interno di un gruppetto. Chi è semplicemente maleducato. La maleducazione è ovunque, ma l'umiltà è caratteristica quasi essenziale del podista. E qui se ne trova poca.

Valtournenche dopo la bufera

E poi, non riesco a trovare sulle piste da sci la componente selvaggia che mi ha fatto innamorare della montagna, quasi sette anni fa in Val d'Ayas (oh, Valle d'Aosta, guarda caso...). L'assenza di rumori della civiltà, la totale condivisione di sé stessi con la natura circostante. O la condivisione di indimenticabili esperienze con persone che hanno in comune gli ideali della montagna. Per quanto mi riguarda, meglio starne fuori...

Le folli creature del gelo in montagna

Cammino un po' per le vie di Chamois, tra le sue case. La neve sciolta dal sole disegna bizzarre forme nel manto nevoso che ricopre le sparute abitazioni di Chamois. Mi fermo un attimo, un attimo lungo una quindicina di minuti... per sentire il quieto frastuono della natura, per sentirmi parte di essa. Lì ritrovo la mia valle, la mia dimensione di montagna, ciò che ho amato e amerò per sempre.

Tra le vie di Chamois

Poi, quando si ritorna a Buisson, vedi quel capolavoro di Madre Natura che è il Cervino. Alle ultime luci del giorno, con quel riflesso speciale che ne colora di giallo le creste, non puoi far altro che annuire di fronte al suo strapotere di bellezza. Il Cervino è oggettivamente bello, armonioso, rasenta la perfezione della roccia.

Il Cervino visto da Buisson

Torno presto, Valle d'Aosta.
A presto!
Stefano

sabato 28 dicembre 2013

Vi presento la Baviera: Memmingen

Ciao a tutti!
Il viaggio in Baviera continua con una piacevole sorpresa incontrata in Svevia. Nel giorno del viaggio di ritorno a casa per le vacanze natalizie, ho deciso di intramezzare le otto/nove ore di viaggio con la visita di una città lungo il percorso. La scelta è ricaduta su Memmingen, cittadina di circa quarantamila abitanti ad una settantina di chilometri da Lindau, la città al confine tra Germania e Austria. Questa cittadina si trova all'incrocio di importanti vie di comunicazione, nella fattispecie due autostrade: la A7, che collega la Germania più settentrionale (Francoforte sul Meno, Kassel) con Füssen, e la A96, che collega la Svizzera a Monaco di Baviera.

La facciata del settecentesco Rathaus

Memmingen è stato un incrocio anche per le rotte commerciali nei secoli scorsi e lo si può vedere dalla ricchezza dei palazzi che adornano la città. I più belli si trovano sicuramente nella Marktplatz dove si trova l'originale Rathaus (settecentesco, dalla facciata bianca e da una non usuale torretta al centro) e soprattutto la Steuerhaus. Quest'ultima è un palazzo rinascimentale dalla facciata completamente dipinta che presumo fosse abitata da una nobile famiglia locale, probabilmente arricchitisi col commercio di sale e spezie, oppure un ufficio amministrativo. La presenza dei mercatini di Natale - siamo negli ultimi giorni di Weihnachtsmarkt - non permette di ammirare in tutta la sua pienezza questa piazza, ma le facciate di Rathaus e Steuerhaus sono meravigliose a prescindere.

Il campanile di Martinskirche visto da Marktplatz

Memmingen è anche le sue case. Molte con i classici tetti spioventi, altre con le assi in legno tipiche della Germania, altre ancora dai colori più bizzarri, di ogni tonalità: si spazia dal rosa al blu. La più interessante è sicuramente la Siebendächerhaus, la "casa dei Sette Tetti", una classica casa a graticcio che era stata sede di una corporazione, quella dei conciatori.

Marktplatz: le facciate di Steuerhaus e Rathaus

Memmingen è anche le sue chiese: non potendole visitare internamente (in quanto chiuse...), ho potuto solo ammirarne l'aspetto esteriore. Martinskirche, nel pieno centro storico e a due passi da Marktplatz, è imponente e lascia presagire forme austere all'interno. Meravigliosa è invece Frauenkirche, posta in zona più periferica, della quale ammiro le forme semplici. Entrambe si distinguono per i loro favolosi campanili affrescati.

Siebendächerhaus, la casa dei Sette Tetti...

Altra caratteristica di Memmingen è il piccolo canale che attraversa la città formando una sorta di diagonale. Il canale non conferisce nuova bellezza alla città, non ha lo stesso fascino di Bamberga, in quanto anche le dimensioni sono limitate. Ma è per la presenza di questo piccolo canale che Memmingen tende a differenziarsi dalle altre città finora incontrate.

Il canale che attraversa Memmingen e sullo sfondo, Frauenkirche

L'idea con la quale saluto Memmingen è quella di una città dall'alta qualità di vita. C'è tranquillità ma allo stesso tempo una discreta vivacità. Spazi verdi, piazze raccolte e allegre. Manca la frenesia, a Memmingen. Mica poco...
A presto!
Stefano

venerdì 27 dicembre 2013

Una medaglia in più

Ciao a tutti!
Il post di oggi è il racconto finale della mia quarta maratona, l'edizione 2013 della Turin Marathon. Maratona sempre bellissima, perché correre nella tua città e sulle tue strade è ovviamente qualcosa di impagabile. Certo, l'emozione sperimentata non è stata quella della mia prima maratona e anche in quanto non l'ho fronteggiata alla ricerca di un obiettivo cronometrico preciso. Nonostante ciò, l'ultimo chilometro nel pieno centro storico di Torino è comunque uno spettacolo che vale l'immenso sforzo dei più di quaranta chilometri prima. Qualche piccola delusione c'è stata, comunque, dovuta all'atteggiamento poco amichevole di alcuni volontari. È stato un peccato, perché va detto che, nonostante qualche magagna organizzativa, Turin Marathon ci mette passione nel realizzare un evento di qualità. Ma non sarà di certo ciò che è successo in questa edizione a farmi desistere dal correre ancora a Torino.
Il racconto finale della mia quarta maratona è tutto qui, nei post scritti nel corso nei due mesi (a cavallo con l'esperienza della Venice Marathon) e con qualche foto dell'evento (e non solo le mie…). Lo faccio pensando ad un domani remoto, quando magari non potrò più correre, ma potrò ancora sognare, potrò ancora tornare indietro con la mente per rivivere quell'emozione e al contempo sorridere. La corsa, oltre che fatica, è prima di tutto grandissima gioia...

5/10/2013: l'annuncio, si corre ancora una volta a Torino

Per chi non ha mai corso a Torino, questa è la Turin Marathon! (fonte: facebook.com/turinmarathon)

13/11/2013: il nuovo percorso della Turin Marathon
14/11/2013: propositi per la mia seconda Turin Marathon

Grande gioia all'arrivo di Piazza Castello!

16/11/2013: un anno dopo, in Piazza Castello a ritirare il pettorale

Il grande imbuto

17/11/2013: all'arrivo dopo 3h48'!

Per non dimenticarsi che Torino è bianconera
22/11/2013: il racconto dei miei quarti 42,195 km a Torino

3.48.55 il tempo di arrivo

25/11/2013: la mia lettera di protesta a Turin Marathon

Con la sudata medaglia

A presto!
Stefano

giovedì 26 dicembre 2013

Vi presento Monaco - Parte 3, la Grecia d'Oltralpe

Ciao a tutti!
C'è un piccolo angolo di Monaco di Baviera che proietta il visitatore in un'altra dimensione di questa città, quella meno conosciuta, forse. Non tutti probabilmente sanno che c'è un'area di Monaco che è un piccolo scrigno di Grecia nella città più amata di Germania. Stride un po' pensare ad un angolo di Grecia nel cuore della Germania, in questi giorni.
Però, questa area è il frutto del desiderio del re di Baviera Ludovico I, ossia quello di trasformare Monaco in una piccola Atene. Questa idea divenne realtà in una delle piazze più suggestive di Monaco, Königsplatz.

La Glyptothek in Königsplatz

Si può capire in fretta quanto è meravigliosa questa piazza, già solo uscendo dalla fermata della metropolitana. Per avere il panorama completo, bisogna osservare dal centro di Briennerstraße, la strada che attraversa Königsplatz. E fermarsi un attimo. Il gioco prospettico di questa piazza è formidabile: con lo sguardo rivolto verso ovest, da sinistra a destra si incontrano lo Staatliche Antikensammlung, i Propyläen e la Glyptothek.
I tre edifici che circondano Königsplatz ripercorrono tutta l'architettura greca. Lo Staatliche Antikensammlung è costruito in stile corinzio ed è sede del Museo di Arte Antica, contiene al suo interno una imponente collezione di ceramiche provenienti dalla Grecia dall'epoca micenea fino ai primi anni dopo Cristo. Al centro, i Propyläen, eretti in stile dorico ad imitazione dei Propilei dell'Acropoli di Atene. A destra, la Glyptothek è l'edificio in stile ionico ed espone al suo interno i marmi della collezione dei re di Baviera, tutte provenienti dalla Grecia antica.

In fase contemplativa di fronte ai Girasoli di Vincent Van Gogh

Non c'è sufficiente tempo per visitare i musei dell'area greca e allora ci si sposta di qualche metro, verso la zona delle pinacoteche. A poche centinaia di metri si trovano infatti due dei più importanti musei al mondo in tema di dipinti, l'Alte Pinakothek e la Neue Pinakothek. Per ragioni di tempo - il weekend tra novembre e dicembre è stato dedicato ad una visita complessiva della città - la scelta ricade sulla Neue Pinakothek, che raccoglie principalmente la collezione di opere di pittura contemporanea avviata dal re di Baviera Luigi I.
La caratteristica che più attrae della Neue Pinakothek è sicuramente la presenza di numerose opere di impressionisti. Su tutti i Girasoli di Vincent Van Gogh, nonché numerose altre opere dello stesso Van Gogh e di altri impressionisti come Monet, Cézanne, Gauguin e Renoir. La Neue Pinakothek non è solo impressionismo ma molte altre opere di artisti collocabili tra il XVIII e XIX secolo. Ricordo con maggior piacere sicuramente Italia und Germania di Johann Friedrich Overbeck (per ovvi motivi...) e le sculture di Antonio Canova.
Ci andrebbe un post apposito per parlare di questo museo. Con Giulia, che di arte ne sa, c'è sempre tantissimo da scoprire... e dopo mesi trascorsi in Germania a girare in solitudine le località più belle della Baviera, è come una liberazione scoprire nuovi luoghi in sua compagnia.

Königsplatz: a sinistra i Propyläen, a destra, la Glyptothek

La ricchezza contenuta nei musei di quest'area è immensa. Dall'arte classica di Königsplatz, al Medioevo e Rinascimento della Alte Pinakothek, fino alla contemporaneità della Neue Pinakothek, ce n'è per tutti i gusti. E un solo weekend non è sufficiente. Mi piacerebbe tornare a Monaco, stavolta non per vedere il Bayern, ma per approfondire il discorso museale... avrò ancora tempo?
A presto!
Stefano

mercoledì 25 dicembre 2013

Per un buon Natale

È dunque giunto Natale!
Auguro a tutti quanti di trascorrere del tempo di qualità con i propri cari e i propri amici, perché Natale è la festa della famiglia. Non annoiatevi nei cenoni o pranzi vari, ma cercate di trarre tutto il meglio dal calore che questa festa regala. Non fatevi abbagliare dai regali che riceverete, perché il regalo più bello rimarrà sempre l'affetto delle persone che vi vogliono bene.
Almeno per un giorno, dimentichiamo i nostri problemi, i nostri guai, le nostre tensioni, con la speranza che la felicità del Natale perduri il più lungo possibile!
Tanti Auguri di Buon Natale a tutti voi, lettori di A spasso tra i Giganti, e alle vostre famiglie!
Stefano

...che tutti gli uomini del mondo possano vivere in pace gli uni con gli altri!

martedì 24 dicembre 2013

Un dicembre tra i mercatini di Natale

Ciao a tutti!
Nel giorno di Vigilia, in cui si chiude l'Avvento e si dà il via alle due settimane di festività natalizie, voglio raccontare il mio mese di dicembre in Germania. Che si riassume in una sola parola: Weihnachtsmarkt. Germania in inverno può voler dire neve e tanto freddo. Ma non è così, soprattutto nell'Avvento. Di neve se ne è vista pochina, un solo giorno in un mese. E tanto calore, quello dei mercatini di Natale, che riempiono le piazze di OGNI città tedesca.

Angioletti nel negozio di Käthe Wohlfahrt

Non vi è infatti cittadina in Germania che non abbia il suo mercatino natalizio. Pure a Schweinfurt, che conta circa abitanti, ed è una cittadina tanto industriale quanto poco incline al turismo, vi è un vivace mercatino, che dopo le 18 si affolla di persone intente a parlare con vero spirito conviviale di fronte ad un buon bicchiere di Glühwein. L'ultima sera a Schweinfurt ho provato anch'io questa esperienza di condivisione con alcuni miei colleghi, ed è stato uno dei momenti più deliziosi da quando mi sono trasferito in Germania.

Weihnachtsmarkt a Marienplatz

Qui, ogni città ha il suo mercatino. In Italia siamo lontani anni luce, ma noi abbiamo semplicemente altri modi di fare Natale, altre tradizioni. Sabato sera, durante il viaggio di ritorno in Italia, in radio si parlava dei mercatini natalizi di Bolzano, tra i più famosi nel nostro paese. Emblematico sentire che i mercatini di Bolzano sono stati inaugurati sul modello di Norimberga nel 1991: a Norimberga si tengono già da cinquecento anni… Si, ne abbiamo di strada da fare, in Italia.

Tutto per il presepe

È tutto completamente diverso qui in Germania, nel 90% dei casi la merce esposta sulle bancarelle (rigorosamente nelle casette in legno) ha qualcosa a che fare con il Natale. Palline, decori e addobbi per la casa e per l'albero di Natale, oggetti per il presepe, candele, angioletti e renne. E chi più ne ha, più ne metta. Immancabili le statuine degli Nussknacker, una tradizione tutta tedesca che gremisce le casette dei mercatini, ovunque. È forse tutta questa presenza del Natale in ogni oggetto che rende questi mercatini speciali, e più sorridenti le persone che li visitano.

Nussknacker

Punto chiave di ogni mercatino è la presenza (forse anche esagerata) di “distributori” di Glühwein. Il Glühwein è la bevanda dell'Avvento per eccellenza, l'equivalente del nostro vin brulè: il vino rosso viene miscelato con spezie e aromi vari, come chiodi di garofano, anice, cannella, limone, e dunque scaldato. È un vero toccasana contro il freddo di dicembre. Mi piace pensare che, se sono sopravvissuto a questa prima parte di inverno senza raffreddori o malanni vari, è anche grazie ai parecchi litri di Glühwein consumati in questo mese. Non ho potuto fare a meno di portarne qualche bottiglia in Italia.

A Monaco, in compagnia del Glühwein


Il Glühwein, come l'alcol in genere, è un'ottima scusa per socializzare. E allora, quando l'ora si fa più tarda e il freddo più intenso, i tavoli attorno ai distributori di Glühwein si affollano al punto tale che diventa quasi impossibile girare tra le bancarelle adiacenti. Non è elevato il tasso alcolico di questa bevanda (in genere tra il 7 e il 10%), ma quando l'alcol inizia a fare effetto si diventa tutti più allegri, più soddisfatti. La letizia tra la gente, questo si che è vero Natale!

Bancarelle nella Residenz di  Monaco di Baviera

Favolose le tazze in cui viene servito questo ottimo… coadiuvante. Tutte in ceramica, colorate, in forme svariate, ma sempre molto allegre. Riportano il nome dell'evento, in alcuni casi anche l'anno. E vengono riutilizzate in continuazione. Infatti, quando si acquista una tazza di Glühwein, si paga anche la tazza. Poi si è liberi di tenerla o di restituirla, ricevendo in cambio da 1.50 a 2.50 €. Io e Giulia le abbiamo conservate, creando una piccola collezione (vedi foto sotto). Sono veramente bellissime, quelle a forma di calza poi (tra l'altro concava all'interno), sono meravigliose. Piccolo simbolo dell'arte tedesca del riciclo: vengono riadoperate anche nelle edizioni successive: pensate che a Schweinfurt mi sono imbattuto in una tazza del 1998!

Collezione di tazze da Glühwein - Anno 2013

Parallelamente alla fitta presenza di distributori di Glühwein si trovano, specie nelle città più grandi come Norimberga e Monaco numerosissime bancarelle che vendono i famosissimi wurstel. A Norimberga, vi è l'esaltazione massima di questo prodotto. Credo che ogni nove/dieci bancarelle vi fosse una sorta di rosticceria ambulante che propone i classici salsicciotti, serviti in coppia con una pagnotta a fare un germanico hot dog, o con i più locali crauti. Anche questo è un must: non si può andar via da un mercatino di Natale in Germania senza aver bevuto Glühwein e mangiato wurstel.

Una bancarella di dolciumi vari: in alto gli Herz, i Lebkuchen a forma di cuore

Non solo merce nelle casette dei mercatini. Anche tanto cibo, e sempre dolci. Un sacco di biscotteria varia, normalmente a forma di albero di Natale, di stella o comunque con una decorazione che riporta al Natale. Oppure ad alto tasso di cioccolato, in Germania lo si usa ovunque. E poi soprattutto i Lebkuchen, i dolcetti tipici di Norimberga, si trovano veramente dappertutto, nella loro forma classica a biscotto oppure nella forma di cuore, chiamati appunto Herz. Anche se meno facili da trovare, gli spiedini di frutta ricoperta di cioccolato, sono veramente deliziosi.

Una delizia, la Schokofrüchte...

Un piccolo inciso va fatto per quanto riguarda il mercatino di Rothenburg ob der Tauber: un paese che è l'essenza del Natale. È Natale tutto l'anno qui: i negozi – Käthe Wohlfahrt su tutti -  che qui si trovano – Kathe Wohlfart su tutti – tra case e torri medievali, parlano di Natale. E un mercatino di Natale non fa altro che amplificare l'incanto dello spirito natalizio.

Le casettine a graticcio, un simbolo della Germania intera


È con le foto che seguono, da me scattate nelle varie località in cui ho avuto modo di visitare il locale Weihnachtsmarkt, che voglio cercare di portare sugli schermi di chi sta leggendo tutta l'atmosfera speciale che si respira in Germania a Natale.
E così, alla mia maniera, introdurre le feste natalizie che stanno per arrivare. A tutti quanti, i miei più sinceri auguri di Buon Natale.
A presto!
Stefano

Calze con le sembianze di Babbo Natale...

Cioccolatini talmente realistici che è un peccato mangiarli

Trame in legno finemente lavorate

I biscotti di Santa Klaus

Classica bancarella di un Weihnachtsmarkt

Palline e Nussknacken, due degli oggetti più venduti in Baviera

Il Weihnachtsmarkt di Schweinfurt

Presepi e suoi accessori

Herz multicolor

I presepi nei tronchi

Herrengasse a Rothenburg ob der Tauber

La magica vetrina di Käthe Wohlfahrt

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