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lunedì 10 marzo 2014

Sonata solitaria n.4

"È soprattutto nella solitudine che si sente il vantaggio di vivere con qualcuno che sappia pensare."
Jean-Jacques Rousseau

Questo vantaggio lo percepisco, in queste settimane. Eccome, se lo percepisco...

Ricordi di viaggio... (foto di archivio, 14 agosto 2013)

Bis bald!
Stefano

giovedì 7 novembre 2013

Schlinge

Ciao a tutti!
Seppure un po' deluso dalla bassa affluenza di voti (sigh...), pubblico l'esito del sondaggio indetto su A spasso tra i Giganti poco più di un mese fa (vedi post), relativamente a quella che secondo i lettori era la località (o area) più bella incontrata lungo la ciclabile del Danubio nel tratto che va da Passau a Vienna. Nessuna sorpresa, a vincere è il tratto più spettacolare del grande fiume... Ma ecco la classifica, in ordine decrescente.

9°posizione: ex-aequo Melk e Dürnstein (scelte dallo 0% dei partecipanti)
8°posizione: Krems (scelta dal 10% dei partecipanti)
5°posizione: ex-aequo Linz, Grein e Ybbs an der Donau (scelte dal 20% dei partecipanti)
4°posizioneZwentendorf (scelta dal 30% dei partecipanti)
3°posizioneMaria Taferl (scelta dal 40% dei partecipanti)
Niente da dire, questa posto è veramente speciale. Da qui il Danubio non lo si può semplicemente osservare, lo si domina.




2°posizioneWachau (scelta dal 50% dei partecipanti)
Le colline che in quest'area attorniano il Danubio hanno poco a che fare con il protagonista della nostra ciclovacanza... Ma il fascino della Wachau è troppo, troppo grande per resistervi.




1°posizioneSchlögen (scelta dall'80% dei partecipanti)
Dominatrice assoluta del sondaggio è Schlögen. La sua ansa è un pezzo da antologia della natura, uno di quei posti che solitamente finiscono nelle raccolte delle mille fotografie o località più belle al mondo. Cosi è.




Bis bald!
Stefano

lunedì 23 settembre 2013

La Top-10 delle più belle località in riva al Danubio (e sondaggio)

Ciao a tutti!
Una vacanza incredibile, come quella conclusasi poco più di un mese fa sul Danubio, non poteva non avere la classifica dei posti più belli visti lungo i trecento chilometri che ci hanno guidato, nei sei giorni in sella, da Passau a Vienna. Ed ecco stilata la personale classifica, nell'ormai consolidata forma della Top-10. Scelte molto difficili da fare, quelle di questa classifica. Date un'occhiata alle foto e sono certo capirete come sia stato difficile per me (e per Giulia, questa classifica è condivisa con lei) decidere se una certa località meritava di stare più in alto o in più in basso nella classifica.
Non siete d'accordo con la mia classifica? Nessun problema: potete rimediare partecipando al sondaggio (che potete trovare nella colonna di fianco a destra) votando la località o anche la foto che vi suscita più entusiasmo. Il sondaggio chiude il 31 ottobre; sono possibili soluzioni multiple: io le voterei tutte, infatti... Aspetto numerosi i vostri voti ;-)

1. Schlögen: la località di arrivo della prima frazione della Donauradweg merita sicuramente la prima posizione della mia classifica. In assoluto, questo è il tratto più spettacolare dell'intero percorso in terra austriaca. La bellezza di quest'ansa che costringe il Danubio a cambiare totalmente direzione non ha paragoni lungo i trecento chilometri di ciclovia.



2. Maria Taferl: la seconda posizione non va tanto all'abbazia (nonostante essa meriti una visita), quanto al panorama sul Danubio che è possibile godere dalla sua terrazza.



3. Linz: la città di Keplero è probabilmente la località più ricca di arte e cultura tra quelle incontrate, favorita anche dalle sue dimensioni. La Hauptplatz è un vero gioiello, il salotto della città; l'imponente Mariendom, il simbolo.



4. Melk: l'ex castello diventato abbazia, centro fondamentale della cultura austriaca, stupisce per la ricchezza e l'imponenza. Non sono solo la meravigliosa biblioteca e il complesso ecclesiastico a rendere così suggestiva Melk, ma anche il piacevole centro storico.




5. Zwentendorf: il paese è una minuscola cittadina come tante altre incontrate lungo la ciclovia, però il tratto di Danubio che scorre lungo il suo territorio è uno dei più selvaggi ed incontaminati, senza dubbio. E ci abbiamo anche fatto il bagno...



6. Grein: non è di certo una metropoli, per intenderci, ma è una delle cittadine più graziose. Una giusta dose di vitalità e le sue dimensioni contenute la rendono molto appetibile. Completano l'opera la chiesa di St. Ägidius e il castello di Greinburg.




7. Wachau: la settima piazza va alla regione nel suo insieme. Potessi avrei inserito in classifica tutte le località di questa area che si dipana lungo un tratto lungo circa trenta chilometri: Willendorf, Schwallenbach, Spitz, Wösendorf, Weißenkirchen in der Wachau, Stein an der Donau... sono troppe. La potenza scenografica dei suoi vigneti oscura per qualche decina di chilometri il fascino del Danubio.



8. Dürnstein: questa città, inserita nella regione della Wachau si distingue, per la sua collocazione (su una sorta di promontorio all'interno di un'ansa) e per il suo simbolo artistico, la meravigliosa torre campanaria del monastero, di colore blu.



9. Ybbs and der Donau: inserita in classifica grazie all'interessantissimo museo della bicicletta. Senza di esso, Ybbs an der Donau non sarebbe altro che una modesta cittadina senza particolare rilevanza.




10. Krems: la sede di partenza dell'ultima tappa si prende l'ultimo posto disponibile. Descritta come una città fredda, si rivela invece molto vitale e ricca di interesse. Chiese, piazze, mercati, negozi: Krems ha tutto ciò che serve per non essere considerata solo una città industriale.



11. Beh, l'undicesima posizione raccoglie ciò che si sarebbe voluto inserire ma ha dovuto lasciare il passo ad altre scelte. Mi riferisco a Passau, città piacevole e gradevole ma che mi ha lasciato parzialmente insoddisfatto (forse troppa aspettativa?) e a Tulln, il cui museo dedicato a Egon Schiele, molto interessante e ben allestito, non è abbastanza per contrastare il resto del paese, decisamente anonimo.

Non classificati. Non era possibile inserire in classifica Mauthausen: la visita del lager è si, molto formativa e tappa (quasi) obbligata lungo la Donauradweg, però il filo spinato e i forni crematori non hanno nulla a che vedere con la bellezza e il piacere (vedi post). Dall'altro canto, Vienna è l'esatto opposto: nonostante abbia avuto qualche vena critica nei suoi confronti (vedi post), la capitale austriaca è talmente ricca di storia, di fascino e di arte che inserirla in questa classifica non avrebbe alcun senso.

E ora, mi raccomando...votate!
Bis bald!
Stefano

venerdì 20 settembre 2013

Pietre e spine

Ciao a tutti!
C’è ancora un ultimo racconto della Donauradweg da portare a termine. L’ho tenuto per ultimo, alla fine. Perché è il più difficile: è assai dura trovare le parole - e quelle giuste, peraltro - quando ti trovi di fronte all'ardua realtà della storia. Ma era doveroso scriverlo. Quando si entra nel campo di concentramento nazista di Mauthausen-Gusen, tutti i sorrisi, tutta la gioia, che derivano da un’esperienza memorabile come quella trascorsa quest’estate in Austria, vengono meno. Si lascia spazio al silenzio della morte che ivi ha regnato, nient’altro.

Una delle immagini per me più forti della visita a Mauthausen: la rete elettrificata di filo spinato

È necessario fare un notevole sforzo mentale per riuscire a comprendere fino in fondo la crudeltà dell’animo umano, qui a Mauthausen: del lager rimangono qualche mura, qualche baracca in cui venivano stipati i prigionieri, il filo spinato, la cava di granito presso cui lavoravano e assai frequentemente trovavano la morte i deportati. Molto di questo campo non ha conservato lo spirito della Seconda Guerra Mondiale. Proprio per questo, la visita del lager non mi ha scioccato del tutto. È molto difficile ricostruire ed immaginare certa violenza. Non ci sono riuscito del tutto, neanche alla visione delle camere a gas e dei forni crematori. Si parla pur sempre di costruzioni, anonime se inconsci che ciò che stai osservando è stato strumento di morte.

Il piazzale dell'appello del lager di Mauthausen

Eppure qui è si consumata la tragedia dell’eccidio di massa praticato dal Terzo Reich, non tanto di ebrei ma di avversari politici, prigionieri di guerra, omosessuali, professori dissidenti e persone appartenenti ad etnie di minoranza. Più di 130.000 i morti in questo lager (di cui 5750 italiani), uccisi nelle maniere più feroci e svariate: fucilati sulla “scala della morte” che portava alla cava, bruciati vivi nei forni crematori, asfissiati nelle camere a gas, assiderati nel gelido inverno austriaco, avvelenati con sostanze diaboliche, finiti dall'estenuante fatica del lavoro forzato. O suicidati, il gettarsi contro il filo spinato elettrificato era il modo più dolce per morire e per non lasciarsi spersonalizzare dai micidiali metodi attuati sistematicamente dalle SS.

Il monumento eretto in memoria dei 5750 deportati italiani che morirono a Mauthausen

Solo il museo è stato in grado di realizzare in me piena consapevolezza di ciò che stavo vedendo. Foto, documenti, testimonianze, oggetti, alcuni di essi anche “forti”. Questo è stato in grado di riportarmi al vero senso della malvagità umana infusa dal Terzo Reich al popolo tedesco. Precisazione: solo durante la dominazione nazista, i tedeschi sono in realtà lungi dall'essere “malvagi”.

Uno dei forni crematori di Mauthausen

Le fortificazioni di Mauthausen sono una sorta di ossimoro psico-visivo: essere qui, in un luogo che segnò spietatezza e morte ed al contempo in un luogo dalla cornice visiva splendida (dalla collina dove si trova il lager si gode di uno splendido panorama sul Danubio) fa stridere l’animo. Questo è un luogo che non sarebbe mai dovuto esistere ma proprio perché è stato e ha rappresentato il lato più brutale dell’umanità (se vogliamo chiamarla così), deve continuare a sussistere perché rimanga in imperitura memoria a testimonianza. Perché le generazioni che verranno continuino a conoscere ciò che mai più deve succedere.

Anche dal male si può risorgere...

Chiudo con una citazione tratta dal libro Mauthausen – I 186 gradini di Christian Bernadac: “Fortezza... Contemporaneamente fortino e acropoli, muraglie gigantesche. Granito e cemento armato dominanti il Danubio: strani speroni coperti da cappelli cinesi; fili spinati e porcellana intreccianti un'insuperabile rete elettrica di protezione. Sì! La più formidabile cittadella costruita sulla Terra dal Medio Evo. Mauthausen. Mauthausen in Austria. Mauthausen dai 155.000 morti.”

martedì 17 settembre 2013

Le foto più belle dalla Donauradweg

Ciao a tutti!
Non sarà la mia nuova avventura in Germania a farmi dimenticare tutto ciò che di bello ho trascorso durante l'estate. E che, come nel caso della ciclovia del Danubio, ho imparato ad amare sulle due ruote. Per rinfrescare e rinfrescarmi la memoria, ho preparato questo post che altro non è che una raccolta delle foto più suggestive scattate lungo i trecento chilometri della Donauradweg... Buona visione!

1. La farfalla (Pyrawang, 11/08/2013)


2- Geometria costruttiva (Jochenstein, 11/08/2013)


3. Tramonto sull'ansa (Schlögen, 11/08/2013)


4. Ci siamo anche noi! (Aschach an der Donau, 12/08/2013)


5. Le api del Danubio (Eferding, 12/08/2013)


6. Sfilata fluviale (Eferding, 12/08/2013)


7. Le dalie dell'abbazia (Wilhering, 12/08/2013)


8. Da sola contro il gigante (Ottensheim, 12/08/2013)


9. Linzer arcobaleno (Linz, 12/08/2013)


10. Tramonto verso Puchenau (Linz, 12/08/2013)


11. Ciao Grein! (Grein, 14/08/2013)


12. Dominatrice (Wallenbach, 14/08/2013)


13. Nuvole rapide (Maria Taferl, 14/08/2013)


14. La colazione del ciclista (Maria Taferl, 15/08/2013)


15. La biblioteca rubata (Melk, 15/08/2013)


16. Vortice (Melk, 15/08/2013)


17. Il feudo del Danubio (Emmersdorf an der Donau, 15/08/2013)


18. I vigneti della Wachau (Willendorf in der Wachau, 15/08/2013)


19. Magia in der Wachau (Weißenkirchen, 15/08/2013)


20. Il giallo e l'azzurro (Traismauer, 16/08/2013)


21. Fonte di lettura (Tulln, 16/08/2013)


22. Fontane multicolor (Vienna, 16/08/2013)


23. Karlsplatz (Vienna, 16/08/2013)


24. L'abbronzatura da ciclista (Vienna, 17/08/2013)


Che ne dite? Qual è la vostra preferita? Fatemi sapere...
Il racconto della Donauradweg non termina qui, ci sono ancora foto da mostrare e parole da scrivere sul grande fiume.
Bis bald!
Stefano

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