domenica 18 maggio 2014

Nuvole e riflettori

Ciao a tutti!
Oggi, un post inconsueto. Oggi voglio parlare di calcio. Non è mia abitudine dire la mia su A spasso tra i Giganti riguardo ad argomenti calcistici, se non per festeggiare le vittorie della Juventus, ma oggi lo voglio fare, e... chissà che non diventi una buona abitudine quella di parlare un po' dello sport più bello del mondo. Che però, per quanto riguarda i tifosi italiani, è stato macchiato da episodi che nulla hanno a che fare con il calcio. Mi riferisco proprio agli incidenti del 3 maggio allo Stadio Olimpico e dintorni: Ciro, Gastone e Genny.

Triste immagine del mondo calcistico italiano che si commenta da sé (fonte: huffingtonpost.it)

Lo spunto per questo post nasce da un episodio realmente accaduto dopo il ponte del Primo Maggio, al mio rientro lavorativo in Germania. Il mio maggio in Germania inizia così: entro in ufficio, saluto il capo, chiedo come va... e dopo pochi secondi: "Bella figura vi ha fatto fare Napoli". Già, bella figura di merda. Come dargli torto. Poi, ti confronti con altri tifosi di calcio (di calcio, non di Juventus, o Inter, o Napoli). Il pensiero è sempre quello: ma è possibile che debbano ancora succedere cose del genere? Non è mica così all'estero...
Mi ritrovo a Barcellona proprio in una domenica in cui i blaugrana giocano in casa. Trovo i biglietti, non mi faccio perdere l'occasione. La partita è contro il Rayo Vallecano: una squadra di Madrid, e si sa che tra catalani e madrileni non scorre buon sangue per ragioni politiche. Ebbene, controlli di sicurezza più che blandi, giusto un'occhiatina di dieci picosecondi nelle borse e sei dentro. Atmosfera bellissima, famiglie, ragazzini e ragazzine, gente che viene allo stadio per godersi una partita di calcio e tifare la squadra del cuore.
In Germania, per la precisione in Baviera, non mi faccio sfuggire l'opportunità di vedere una partita degli allora campioni d'Europa in carica del Bayern Monaco. Al di là del fascino dell'Allianz Arena - per me lo stadio architettonicamente più bello in assoluto - la gita calcistica a Monaco di Baviera rappresenta un modello di come si dovrebbe vivere il calcio. Una festa continua, gente che tifa con calore e con passione, ma senza eccedere nella violenza. Persone felici, tra i vincitori e gli sconfitti, perché alla fine il calcio è un gioco, e come tale va preso.
Manca ancora l'Inghilterra al curriculum, chi lo sa che nel futuro prossimo non ci sia spazio anche per un match di Premier League. Vedremo. Intanto in Italia, i tifosi - e lo dico per esperienza personale - subiscono perquisizioni a tappeto, tessere del tifoso, controlli pure nelle scarpe che indossi, pullman e bloccati e perlustrati a fondo. Quelli onesti. Si, perché gli ultras (indipendentemente dai colori della squadra), criminali come quello lì napoletano, oltre ad essere tutti quanti invischiati in associazioni a delinquere, non pagano ingressi e alimentano la violenza. Ma è così difficile rinchiuderli in cella e buttare la chiave?

Campioni! (fonte: lastampa.it)

Il calcio, fortunatamente, non è solo questo. Il calcio è un bellissimo romanzo che si arricchisce ogni volta di nuove pagine. Ci sono le pagine più dolci per i tifosi bianconeri: trentaduesimo campionato, il terzo di fila con Antonio Conte in panchina, record su record demoliti, ultimo quello dei 102 punti in un campionato; ma anche più amare, come il possibile addio del nostro condottiero (si vedrà) e l'ennesima eliminazione in Europa. Ci sono le pagine più incredibili e a loro modo assurde, come l'inaspettata vittoria del Siviglia in Europa League, contro un Benfica che è ancora una volta preda della maledizione di Béla Guttmann. Oppure, ed è storia di appena 24 ore fa, la dimostrazione che anche i più "deboli" vincono, come l'Atletico Madrid di Diego Simeone che scuce lo scudetto dalle maglie del Barcellona proprio al Camp Nou. Ci sono pagine storiche che si sfogliano per l'ultima volta: Ryan Giggs, Carles Puyol e Javier Zanetti, i tre grandi capitani di Manchester United, Barcellona e Inter lasceranno le rispettive squadre. Chi si ritirerà, chi cercherà un'ultima esperienza extraeuropea. In un calcio così schiavo dello show-business essi hanno rappresentato un capitale umano e tecnico inestimabile, che non sarà facile sostituire.

Tre leggende che salutano il calcio gicoato: Ryan Giggs, Carles Puyol e Javier Zanetti

La stagione non è però finita. Anzi, il bello arriva proprio ora. C'è ancora una finale di Champions League da giocare, quest'anno è incredibilmente il derby cittadino di Madrid. Ci sono i Mondiali di calcio, e non c'è nient'altro da aggiungere. Tutti insieme ai ragazzi di mister Prandelli, a cercare di spingere al massimo la nostra rappresentativa. Al bando gli inutili codici etici e le varie preferenze di tifo. Tutti uniti, e basta: sperare insieme non costa nulla.
Bis bald!
Stefano

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